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Autore: Marybelle    08/10/2009    0 recensioni
Due ragazzi, due ere, uniti da un portale, uniti da uno sgurado, separati da mondi troppo diversi. Solitudine, amicizie forzate, ricerca di se' stessi nel percorso che ogni adolescente dovrebbe fare prima di arrivare all'età adulta. Scelte che Lihiniste e Jason faranno.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sekure


Il venticello freddo mi solleticava i piedi. Riaprii gli occhi cercando di capire dove fossi. Il petto di papà si alzava e si abbassava lentamente. Gli occhi chiusi e la bocca aperta.
Ci eravamo riaddormentati entrambi.
Saltai giù dalla sedia e andai in camera. Il legno scricchiolava ma non era importante.
Sapevo che mia madre era sveglia. Infatti la vidi spazzolarsi i capelli davanti al piccolo specchio in camera.
- Mamma... - sbirciai nella stanza. L'odore di coperte calde mi invase. Lo chiusi tutto dentro di me cercando di non cacciarlo più fuori.
Mi fissò con gli occhi verdi come il mare. Assolutamente gelidi.
- Buongiorno Lihiniste. - disse sorridendo.

Papà mi aveva raccontato spesso la storia dalla quale derivava il nome della mamma.

“Sekure, abitava nella desolata e desertica terra di Natribia. Esatto. La stessa Natribia dove viviamo noi adesso. Solo che all'epoca di Sekure, questa terra non era rigogliosa come la conosciamo noi adesso e sopratutto gli abitanti della valle erano tutti guerreri e combattenti valorosi, non semplici contadini e allevatori.
Anche Sekure, nonostante fosse una donna, era una guerriera.
In quel tempo governava su Natribia un principe di nome Ohrat. Era un bell'uomo non c'è che dire, ma era malvagio e si diceva che appendesse le teste dei suoi oppositori politici alla parete sopra al letto.
La ragazza provava dentro di se strane sensazioni. Sapeva che doveva essere lei a salvare la terra da Ohrat.
Una sera, sul far del tramonto, si recò dall'oracolo a chiedere una predizione sul suo futuro.
Salmer cominciò a balbettare delle formule magiche muovendo le mani. Poi cadde in trance e cominciò a recitare la profezia.
« Gli ghermirai il cuore utilizzando le tue capacità. Non di spada il suo cuore verrà ucciso. »
Sekure non capì in principio il significato di queste parole, ma si recò ugualmente al castello.
Questo sorgeva sulla cima della collina, poco distante dal mercato cittadino. Era il fulcro di tutte le attività organizzative del paese. Le notizie entravano ma nulla ne usciva. I segreti di stato erano profondi. Solo le persone più vicine a Ohrat avevano il permesso di conoscere le informazioni riservate.
La ragazza domandò udienza al principe. Le guardie le risero in faccia.
« Tu? Mocciosa che non sei altro credi di poter parlare con il sovrano? Torna a scavare la tua fossa! » la insultarono.
Da sotto il vestito, agile come una leonessa, estrasse la spada e tranciò di netto le teste dei due che le ostruivano il passaggio. “Così la prossima volta mi farete passare subito.” pensò sputando sui cadaveri.
Percorse velocemente il grande salone. Nascondendosi dietro alle colonne decorate riuscì a scampare dalle guardie.
Raggiunse la sala del trono e vi entrò, nascondendo la spada sotto al vestito. I lunghi capelli rossi le frusciavano contro il vestito e le scarpe sul pavimento di marmo creavano un rilassante ticchettio.
Ohrat alla vista della fanciulla, se ne innamorò. Ovviamente Sekure non aveva nessunissima intenzione di sposarsi con lui. Lo rifiutò più e più volte.
Il principe preso dalla disperazione si suicidò. La ragazza capì le parole di Salmer.
Il popolo la elesse regina e il regno di Natribia diventò quello che noi conosciamo.”


Ecco, il finale lo accorciava sempre perché era regolarmente troppo tardi e la nostra Sekure si sarebbe arrabbiata. Per questo non conosco la versione intera della storia.
Ora era seduta, mentre si spazzolava i capelli e aspettava che le chiedessi se veniva a preparare la colazione.
Io ho un po' di fame. - sussurrai arrossendo.
Si alzò e mi diede un lieve bacio sulla guancia. Mi scompigliò i capelli e dolcemente mi disse: - Vatti a vestire. La colazione arriva subito. Intanto sveglio papà. -
  
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