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Autore: milly92    01/11/2009    14 recensioni
Si dice sempre che non bisogna mai giudicare un libro dalla copertina, eppure questo è l’errore che commette Luna giudicando male la sua gemella Stella e il migliore amico di quest’ultima, Marco. Si trasferisce nella città in cui abita suo padre sin da dopo la separazione con sua madre e, inevitabilmente, Stella la segue. Cosa succederà quando, tra uno spagnolo affascinante, una zia quarantenne single, un datore di lavoro bonaccione, dei nonni affettuosi e cugine un po’ pasticcione, Luna sarà costretta a vivere delle situazioni che nel loro essere spiacevoli la porteranno a ricredersi, soprattutto riguardo Marco? Può un “odio secolare” mutare in qualcosa che possa remotamente chiamarsi amore?
Genere: Romantico, Commedia, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Odi, Sed Amo'
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Prologo!!!!!!!!!!!

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Prologo

 Mai come in quel momento le pareti color lilla della mia stanza, così diverse da quelle della sua color pesca, mi erano sembrate fredde e vuote. Non c’era nessuno che mi disturbava con le canzoni di Vasco che uscivano a tutto volume dal suo portatile, che si era portata dietro. Non discutevo con qualcuno da circa quattro mesi, dato che lei era l’unica con cui abbia mai discusso sul serio per motivi stupidi che vertevano sempre attorno alla stessa cosa.

Io non le avevo mai rubato niente, almeno non con la mia volontà, e lei non lo aveva mai capito in più di diciotto anni trascorsi insieme.

Il mio cellulare squillò, e vedendo chi mi stava chiamando staccai la chiamata, decidendo di spegnere il telefono, e ciò mi ricordò uno dei motivi per cui lei se ne era andata.

Mi mancava da morire, questa era la verità, senza di lei era tutto così normale, placido, noioso. Per la prima volta in vita mia, sentivo nei suoi confronti quel legame indissolubile che si dice esistere quando si è gemelle.  

Presa da un’idea improvvisa, mi diedi della stupida per non averci pensato prima e chiamai il mio migliore amico di sempre, Marco, che probabilmente era l’unica persona al mondo che mi avesse mai presa sul serio nonostante la nostra lontananza.

“Ciao, Stella! Dimmi!”.

“Marco, preparati. Da domani la tua migliore amica abiterà nella tua stessa città” dissi convinta appena rispose alla chiamata.

“Che cosa?”. La sua voce matura, ma tuttavia con un qualcosa di affascinante, era iper sorpresa. “Sei impazzita?”.

Risi. “No, non ce la faccio più a stare qui. Voglio venire da te, così potrò recuperare il tempo perso con Luna e…”.

“E pensi che lei sia disposta a chiarire? L’ho vista l’altro ieri, e mi sembra davvero felice da quando vi siete separate” mi tenne presente, con aria seria. “Ormai sembra nemmeno più badarmi quando la infastidisco…”.

Scossi il capo, ricordando il rapporto di puro odio che c’era tra il mio migliore amico e mia sorella. Entrambi stracolmi di orgoglio fino alla punta dei piedi, entrambi con una sorta di vena tormentata che li caratterizzava, entrambi facilmente soggetti ad incomprensibili sbalzi d’umore. Era ovvio che si odiassero, solo gli opposti si attraggono, come si dice.

“Non m’importa. Ho deciso. Ti va di venirmi a prendere alla stazione, domani?” chiesi poi.

“E me lo chiedi pure?”.

Sorrisi, dicendomi che avevo il migliore amico migliore del mondo.

Due ore dopo mia madre entrò nella stanza e restò sbalordita quando vide il mio trolley pieno per metà di vestiti, cinture e scarpe varie.

“Stella, ma cosa…?” chiese stralunata, corrugando la fronte nello stesso modo in cui lo facevo io.

“Mi licenzio mamma. Vado da Luna”. Il mio tono non era mai stato così naturale, mi sembrava una cosa ovvia, e mi sentivo stupida per averci impiegato quattro mesi per arrivarci. 

“Stai scherzando, vero?”.                                   

“No, non sono mai stata più seria. Te la cavi meglio senza di me e ci sono decine di persone che vorrebbero avere il mio posto di aiutante. Devo chiarire con Luna…” risposi, sentendo, chissà perché, le lacrime agli occhi.

Mamma sembrava sull’orlo di una mezza crisi, come se avesse constatato di avere una figlia da rinchiudere in una clinica di igiene mentale.

“Vi scannerete, lo sai, e poi, come farai con Christian….?”.

Bel tentativo, mamma, mettere quello che tu credi essere il mio ragazzo in mezzo per dissuadermi dalla mia scelta.

“L’ho lasciato, e da un lato sono contenta che Luna non abbia raggiunto il suo scopo, come fidanzato fa schifo. Essere quella adorata e privilegiata ha i suoi pregi, no?” dissi amaramente, piegando una maglia rossa.

“Stella…”.

“Mamma, parto domani”.

Lei incrociò le braccia e mi guardò male. “Vuoi dire che hai già fatto i biglietti?” chiese, con un’aria simile alla sfida.

Feci un sorriso tra l’amaro e il compiaciuto, incrociando le braccia a mia volta. “Vorrai dire il biglietto, quello di sola andata”.

 

*°*°*°*°*

Ciao a tutti! Eccomi tornata con una nuova storia a cui tengo particolarmente. Volevo postarla tra un po’, ma ora che sto scrivendo il quarto capitolo ho un piccolo blocco e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, anche se questo è solo il prologo,  per capire se devo continuare o meno.

Volevo solo aggiungere che il titolo che ho scelto, come avrete capito, è stato preso da una canzone di Vasco che metterò nel momento più importante della storia, e che ogni capitolo avrà un suo titolo più un sottotitolo che sarà il titolo di una canzone dello stesso cantante.

Cosa ve ne sembra?

Spero che mi lascerete una piccola recensione per sapere cosa ne pensate. Grazie in anticipo!

milly92.

  
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