Imprescindibili apparenze e scomode verità
Era quasi sera.
Anche per quel giorno il
sole poteva andare a coricarsi. Come al solito ne aveva viste di cotte e di
crude; Londra era probabilmente una delle città che gli dava maggior filo da
torcere, per questo preferiva spesso lasciare alla pioggia ed alla nebbia la
briga di sopportare quegli inglesi che si prendevano sempre troppo sul serio ed
erano insoddisfatti di tutto. Pure in quella giornata non erano stati da meno,
chiusi nei loro cappotti pesanti inveendo contro il freddo e contro l’imminenza
della più importante delle feste comandate – per loro semplicemente la più stressante
– che imponeva falsa allegria ed un odioso spirito natalizio che poco si
addiceva a persone occupate come loro.
Si riteneva fortunato di non
doverla più vedere fino ad almeno marzo, viste le previsioni di pioggia e neve
dei prossimi mesi ed era ansioso di starsene per un po’ da quei simpaticoni
degli australiani, i suoi preferiti visto che festeggiavano il Natale in
costume da bagno. Salutando anche l’ultimo volatile che gli passò a fianco –
una bella civetta bruna preannunciatrice della notte – sparì oltre l’orizzonte
pensando alle dolci onde di Bondi Beach.
Mentre sbiadiva
all’orizzonte il rosso del tramonto, l’uccello si accingeva a raggiungere una
villetta della West London, nei pressi di Richmond Park, il polmone verde della
città.
La casa, situata in uno dei
quartieri più eleganti dell’intera capitale, era in stile vittoriano, di un
tenue colore giallo e dagli infissi bianchi. Un giardino curato ed una
dépendance completavano il quadretto, rassicurando i vicini sul fatto che lo
stipendio da Portiere di una non ben nota squadra di un impronunciabile Paese
straniero del Signor Weasley fosse sufficientemente adeguato da non porsi
domande.
La civetta circumnavigò
l’edificio fino a che non trovò qualcuno a cui affidare il suo messaggio.
Dalla finestra a ribalta
illuminata dalla luce artificiale, fuoriuscivano fumi di vapore e strani
rumori, come di musica e… di qualcosa non ben identificato che all’animale
ricordava molto il grido strozzato dei piccoli del nido.
In realtà quel qualcosa altri non era che la voce di
Hermione Granger che davanti allo specchio del suo bagno, asciugamano in testa
e spazzola alla mano, stava – senza purtroppo riuscirci – imitando la canzone
che andava allo stereo.
“Like a virgin… ih,
uh! Touched for the very first time…
like a viiiirgin, when your hearth beats next to
mine…”
Tic tic
tic
L’udito fine di Hermione,
allenato in anni e anni di esperienza da mamma, la fece sobbalzare dallo
spavento per essere stata colta in flagrante a fare una cosa che poco si
addiceva alla sua fama di donna impeccabile. Tirò quindi un sospiro di sollievo
quando, voltandosi verso la finestra, notò il volatile che paziente – ed anche
un po’ sconcertato – aspettava che gli fosse aperto.
La riccia spense la musica e
fece entrare il messaggero che le recapitò la busta e volò subito fuori, ancora
sconvolto da quelle grida che gli avevano fatto riaffiorare nella povera mente
pennuta i peggiori ricordi della sua infanzia.
“Mah, e dire che gli avrei
volentieri offerto un biscotto… probabilmente in Guferia
li hanno addestrati a non accettare il cibo dagli sconosciuti…” – e con
un’alzata di spalle aprì la lettera.
“Oh, è di Rose.”
Cari mamma e papà,
Come state?
Qui a scuola tutto procede per il meglio. La
settimana scorsa durante l’uscita ad Hogsmeade sono riuscita ad evocare il mio
primo Patronus per intero! Mamma, ci credi? Dopo tutta quest’estate e tre mesi
e mezzo di esercizio grazie all’aiuto del Club ce l’ho fatta!!
“… la mia
piccola, sono proprio fiera di te!
Lo sapevo che il Club dei Duellanti sarebbe stato un ottimo
incentivo per completare l’incanto!” – esclamò orgogliosa riconoscendo che
quella qualità l’aveva presa da lei.
Papà, per quanto riguarda il Campionato qui a scuola
noi di Corvonero non ce la caviamo per niente male… pensa che proprio sabato
abbiamo battuto la squadra di James, vedessi che faccia: i Corvi vittoriosi sui
Grifoni! Adesso siamo secondi solo a Serpeverde, ma non preoccuparti, prima di
Natale li prendiamo!
Questa parte la lesse più
velocemente roteando gli occhi al cielo e arricciando il naso con fare
annoiato.
Ah, quasi dimenticavo,
Qui i suoi occhi ambrati si
fecero di nuovo vivi ed attenti…
Ogni volta che pronunciava le
parole “studente più meritevole” si voltava con uno strano sorriso verso
di me!
“Sì!” – Hermione non poté
trattenere quell’esclamazione di gioia, portando le braccia al cielo, come a
ringraziare Merlino in persona.
Hugo sta bene, sebbene lui e la sua combriccola di
amici diano del filo da torcere a Gazza: a volte mi fa quasi pena quell’uomo,
dice sempre che è proprio il degno nipote degli zii Fred e George e che insieme
ad Albus e Lysander (Scafandro,
il figlio di Luna, nda) gli fa
tornare alla mente il terribile
periodo in cui giravano a scuola quei malandrini di James Potter e Sirius
Black!
“Perlomeno non gli ricorda
quell’idiota di suo padre…” – si disse per consolarsi.
Per il resto qui le giornate sono come ve le
ricordate: dense di impegni e mai noiose!
E la lettera andava avanti
con descrizioni accurate dei suoi piani di studio – che Hermione osservò
talvolta poco oculati (insomma solo tre ripassi per Babbanologia…
le pareva una leggerezza!) – inframmezzate da racconti sugli allenamenti e
sugli schemi di gioco di Quidditch, per lei incomprensibili.
Poi, da brava mamma notò che
i toni si facevano più ruffiani, con frasi del tipo nonostante tutto siete dei genitori modello,
so che vi è difficile sopportarvi ma lo
fate per noi, non smetteremo mai di
ringraziarvi per aver messo da parte le vostre divergenze e con vi voglio bene ripetuti un po’ troppo
spesso che la misero in allarme e che trasformarono i suoi timori in certezze
dopo poche righe.
Sebbene io sappia che è da parecchio che i vostri
rapporti non sono più come quelli di un tempo, vi prego almeno per questo Natale, che
vorrei passassimo come una volta tutti insieme da vera famiglia, di comportarvi
un po’ più… civilmente del solito, visto che ho deciso di invitare
il mio ragazzo Scorpius a passarlo con noi.
A quella frase, ma
soprattutto a quel nome, Hermione
cominciò a tremare nervosamente ed a stringere tanto forte il foglio da
spiegazzarlo in più punti. L’occhio destro si apriva e chiudeva a causa di un
molesto tic nervoso. Probabilmente, se fosse stata un drago, si sarebbe visto
uscire del fumo dal naso e dalle orecchie.
Su papà, non fare quella faccia, te l’avevo già detto
e per la cronaca, no, non esistono altri Scorpius qui
ad Hogwarts, è proprio quello Scorpius. E
siccome dei due sei il più comprensivo, ti prego di intercedere con la mamma.
Dai, fallo per me! Fallo per la tua piccola
Cacciatrice Rosie!
“Anche se Ronald è un
deficiente, dubito che possa approvare una cosa del genere…umpf,
lui il più ‘comprensivo’, l’uomo-che-si-infervora-per-un-nonnulla!”
Mamma, sappi che sono irremovibile e
che tu lo voglia o meno, il mio ragazzo passerà il
Natale da noi e da brava famigliola felice lo faremo sentire a suo agio!
Questo me lo devi!
“Lo vedremo,
mia cara, lo vedremo…! Al momento il tuo caro
papà è in giro a promuovere quello stupido kit per il Quidditch che porta
il suo nome! Ma ora vedi come lo porto subito qui! E ne
parliamo, oh se ne parliamo…” – comunicava con quel pezzo di carta – colpevole
unicamente di riportarle quelle notizie – con gli occhi iniettati di sangue e
con la certezza che lei lì il figlio di Malfoy non l’avrebbe mai accettato.
Bene, ricordatevi che sono vostra figlia e vi voglio
bene (no papà, voglio bene a tutti e due in egual misura, non è vero che
preferisco la mamma a te) quindi vi prego, comportatevi come si deve con il mio
ragazzo!
Ci vediamo tra una settimana,
la vostra Rose.
PS: Hugo mi ha detto di avvisarvi che passerà le
vacanze dagli zii Harry e Ginny!
Lesse il commiato solo per
abitudine, poi si fiondò come una furia verso la parte sinistra della casa.
“Seamus!
Un’altra pinta di birra incendiaria per Weasley the King!”
Ronald Weasley era nel pub
principale di Seamus Finnigan,
suo compagno di dormitorio ed amico ad Hogwarts, dopo aver girato per i negozi
di accessori per il Quidditch di tutta l’Irlanda con il nuovo prodotto della Nimbus, il King
Kit – per parare anche le cannonate da lui sponsorizzato.
Sedeva in un tavolo al
centro del locale, attorniato dai suoi fans e da due
ragazze poco più grandi di sua figlia.
“Oh signor Weasley…”
“Piccola, chiamami Ron the
King.”
“Oh Ron the King – ed emise
un risolino idiota – volevo chiederti… non è che mi faresti un autografo magico
qui?” – e maliziosa gli indicò la scollatura.
“Oh, mia cara… mi dispiace
ma non è proprio il caso, sai io ho famiglia…” – e le strizzò l’occhio
sornione.
Bevve dal boccale la birra
incendiaria, un mix tra burrobirra e firewhisky inventata da quel matto d’un irlandese di Finnigan e che ne aveva decretato la sua fortuna,
permettendogli di aprire una catena di locali dal nome Irish Pub, piuttosto conosciuta anche tra i Babbani.
Si era alzato e stava per
brindare alla sua salute e fama quando improvvisamente la bacchetta nella tasca
dei jeans cominciò a lampeggiare ed a suonare come una sirena del Lago Nero
impazzita, perforando i timpani di tutti gli avventori della birreria e
scottando in maniera preoccupante le parti basse del rosso, che posò con rabbia
il boccale schizzando le persone accanto a sé.
“Brutta strega! – imprecò più rosso che mai –
Questa me la paghi!” – e si smaterializzò.
Quando arrivò a casa sua,
Hermione Granger, la sua dolce metà,
stava in accappatoio con sguardo battagliero sopra la sua parte di letto,
brandendo isterica una lettera.
“Ronald Weasley! Dobbiamo parlare!”
Quasi sicuramente la cosa
migliore che avessero fatto insieme – Rose ed Hugo a parte – era stata quella
di applicare entrambi l’Incantesimo di proprietà
con annessa spia anti-intrusione alla loro parte di casa – lui la sinistra,
lei la destra – in modo che, qualora uno dei due si fosse azzardato ad invadere
lo spazio dell’altro, la bacchetta avrebbe funzionato come una sorta di
antifurto babbano.
Da anni, forse già prima
della nascita di Hugo, Hermione Granger e Ron Weasley avevano scoperto che il
loro matrimonio era stato un enorme fallimento.
Di comune accordo – su
minaccia della donna – e per il bene dei figli – scusa ufficiale da propinare
ad amici e parenti (in particolare al loro migliore amico nonché cognato dagli
occhiali tondi) – avevano deciso di recitare la parte della famiglia felice in
pubblico e di vivere da separati in casa nella loro vita di tutti i giorni.
Questo anche perché, come
gli aveva fatto notare Hermione, essendo lui un personaggio pubblico di un
certo livello – ex Eroe del Mondo Magico, Portiere dei Cannoni di Chudley e vincitore della Pluffa D’Oro
per tre anni di fila, protagonista indiscusso della Coppa del Mondo di Quidditch
del 2008 ed ora importante figura commerciale per la società di apparecchiature
sportive Nimbus – si sarebbe scatenata su di loro una
bufera mediatica che avrebbe messo in ombra perfino l’outing di Neville Paciock
sulla sua sessualità, con conseguente fuga d’amore a Las Vegas per celebrare il
matrimonio con Gregory Goyle – nel frattempo diventato
famoso stilista per streghette dagli otto anni in su – avvenuto qualche anno dopo
In realtà secondo Ronald
tutta quella messinscena era stata architettata perché sua moglie, la casalinga
perfetta ed angelo del focolare Hermione Granger, non avrebbe potuto sopportare
di palesare un fiasco del genere, che avrebbe rovinato la sua immacolata
reputazione.
Lei
infatti per la famiglia – cioè da quando per colpa di quell’idiota di
Ron che le aveva giurato di essersi ricordato di aver fatto l’incantesimo
anticoncezionale aveva scoperto di essere incinta – aveva rinunciato al suo
posto di Auror nella squadra speciale con Harry conferitole da Kingsley Shacklebolt in persona
ed aveva sacrificato le sue aspirazioni ed i suoi sogni per aiutare il marito a
diventare una stella del Quidditch.
Mentre Ronald si avviava ad
una discreta carriera di Portiere nelle leghe minori, lei aveva utilizzato
tutte le sue energie per crescere la piccola Rose e nel frattempo era riuscita
a portare davanti alla Corte del Wizengamot le sue
ragioni sul fatto che gli elfi domestici meritassero uno stipendio ed un sindacato.
Era addirittura stata capace di far promulgare una legge in loro favore – il Decreto Dobby,
chiamato così in onore dell’elfo morto durante
Ron intanto grazie al suo
appoggio era ritornato Weasley the King e quell’anno la sua ripresa era
culminata con la storica parata contro Viktor Krum
alla Coppa del Mondo di Quidditch che aveva valso la vittoria alla Gran
Bretagna.
Mentre l’ascesa di suo
marito era sempre più inarrestabile – Portiere della Nazionale e dei Cannoni di
Chudley – gravavano unicamente sulle sue esili spalle
la nuova maternità e la scelta di trasferirsi dalla Londra Magica a quella
Babbana per avere maggiore privacy, e tutto ciò l’aveva portata nel tunnel
della disperazione. Ormai sempre più spesso la notte si era ritrovata a
piangere da sola nel suo letto a due piazze, mentre il marito girava
l’Inghilterra con la sua squadra.
La famosa “goccia che fa
traboccare il vaso” – in questo caso li inondò sino al collo – fu la scoperta
del tradimento di Ron con una donna – tale Romilda
Vane – proprio nel giorno del Battesimo del piccolo Hugo. Questo fatto mise
Hermione di fronte ad una sconcertante realtà: troppo presa per far apparire al
meglio l’immagine della sua famiglia, non si era accorta che tutto si stava
sgretolando dall’interno. Suo marito infatti dopo la
rottura definitiva le aveva confessato che Romilda
non era che l’ultima di una lunga fila di donne passate per il suo letto, per
cercare di colmare la carenza di affetto causata dal suo trascurarlo. Hermione a quelle parole aveva risposto più arrabbiata
che mai che in caso quella carente di qualche cosa avrebbe dovuto essere lei,
visto che tutte le sue aspettative erano state riposte nel cassetto e chiuse a
chiave a doppia mandata. Da lì ne era nata una diatriba che a distanza di anni
si protraeva inutilmente, facendo sì che antiche ferite non si fossero mai
rimarginate. Ron evitava sempre più spesso di tornare a casa, soprattutto se
Hermione era nei paraggi, e quando dovevano per forza di cose condividere lo
stesso tetto, nascevano tra loro furiosi litigi che spesso sfociavano in lanci
di piatti ed urla, mitigati solo dagli incantesimi per imperturbare
la casa in modo che i vicini non sentissero. Da quando poi Rose ed Hugo erano
andati ad Hogwarts, le cose erano degenerate, fino a portarli a farsi i
dispetti più disparati – dal gettare accidentalmente
nello scarico del water l’attestato di membro onorario del C.R.E.P.A. al fare un bel falò
con la scopa della finale di Coppa del Mondo – che li avevano convinti a dividersi
gli spazi per mantenere l’apparenza di famiglia felice che facevano trasparire
all’esterno e per la loro – già labile – sanità mentale.
Per quel preciso motivo ora
il rosso si stava chiedendo perché l’impeccabile belva di sua moglie non avesse
rispettato il loro accordo.
Dopo aver letto il messaggio
della sua bambina, Ron Weasley capì.
Ora poteva seriamente
affermare di averle viste tutte:
- Un ragno gigante che
l’aveva quasi fatto fuori;
- Gazza, Madama Chips e Madama Pince fare una cosa a tre;
- Un ragazzino di
diciassette anni sconfiggere il Mago Oscuro più pericoloso di tutti i tempi;
- Uno
come lui vincere
Ed ora quello.
Da quando in qua, per il bozzo sul mento di Morgana, Rose la luce dei suoi occhi
frequentava quel mascalzone – perché era certo che Malfoy in quanto ragazzo, ma
soprattutto in quanto Malfoy lo fosse ancora di più – del figlio di Malfoy?
Probabilmente avrebbe dovuto arrabbiarsi di brutto, strappare di mano la
lettera a quella che un tempo chiamava tesoro
adorato e che ora stava urlando come una Banshee ammattita
spaccandogli i timpani e chiedere immediatamente via camino un incontro con
Probabilmente.
A pensarci però, il suo
contratto con
Per lui quindi il problema
non sussisteva. O meglio, il fatto che sua figlia avesse scoperto cosa
differenziasse i maschi dalle femmine – oltre ai colori
azzurro e rosa – era purtroppo una realtà che gli si era schiaffata
contro con troppa brutalità e troppo presto e di certo avrebbe volentieri lanciato
una maledizione castrante su qualunque essere di sesso maschile che fosse uscito
con lei da quel momento al resto dei suoi giorni, ma sapeva anche, per un detto
babbano che aveva sentito spesso dire da Hermione che occhio non vede, cuore non duole.
E finché lui non avesse
visto nulla, non avrebbe fatto nulla – ed ammazzato nessuno.
E poi, sarebbe stata una
soddisfazione immensa sapere sua moglie con in casa
l’ultima persona su suolo magico – eccetto il furetto di suo padre – che
avrebbe mai accolto sotto la sua parte di tetto.
Hermione, troppo intenta a
sbraitare ed a maledire chiunque le passasse per la testa, non si era resa
conto di quel ghigno che voleva ricordare – senza successo – quello tipico dei
pupilli di Salazar Serpeverde. Quindi, non appena dalla bocca di Ron uscirono
le parole ‘Non mi pare un problema, purché dormano in stanze lontane e separate
da almeno una rete di filo spinato’, non poté far altro che aggredirlo
verbalmente e mollargli un calcio sullo stinco ruggendogli contro.
“Mi stai dicendo che io, visto che tu te ne starai in giro per il continente per tutto il tempo, dovrò
sopportare un ragazzino che mi ricorda schifosamente il mio nemico giurato per due
settimane? Stai scherzando?!?!?!?”
“Nonostante sia fratello di
George, mai stato più serio.”
E lì fu il turno della
mandibola in caduta libera.
Ronald Weasley, riconosciuto
da tutti come l’eroe sportivo ed il marito fedele,
tradiva per l’ennesima volta le sue aspettative.
Ronald Weasley, il padre geloso e iperprotettivo, accettava che
il fidanzato di sua figlia passasse le vacanze da loro.
Ronald Weasley era uno stronzo; questa era la verità.
A Malfoy Manor la situazione
non era migliore.
Draco Malfoy se ne stava chino
con la testa nel camino del suo studio da una buona mezz’ora, senza ottenere
risposta dall’altra parte.
“Maledetti elfi domestici…
Astoria! Astoria sono il padre di tuo figlio! Astoria rispondimi! ASTORIAAAAA!!!”
L’ex Signora Malfoy, Flitt, Pucey, Mac
Millian, ora Mc Laggen
stava facendo un po’ di meditazione sul tappeto del soggiorno di casa sua.
Da quando aveva scoperto di
possedere
Presa com’era quindi da
quello stato catatonico – andassero pure al diavolo quegli idioti happies o quello
che fossero, a Draco sembrava semplicemente più fuori di Lunatica Lovegood – non poteva di certo sentire il suo ex che da un
bel po’ se ne stava a chiamarla dal camino.
“Se continua così, qui mi
verrà una sciatica…”
Il biondo stava per
rimandare la conversazione a un’altra volta, quando Astoria finalmente si ridestò e si accorse di
lui.
“Pace e amore a te, Draco.”
“Astoria, alla buon’ora!”
“Sempre di fretta? Dovresti
imparare ad essere più rilassato caro, hai provato col massaggio ayurvedico che
ti avevo consigliato? Sibilla dice che…”
“Astoria! Non cominciamo! Ti
devo parlare di Scorpius. Lo sapevi che vuole passare
le vacanze di Natale con quella… oh Merlino, non posso nemmeno pensarci… con
quella Mezzosangue Babbanofila figlia di Lenticchia e
dell’odiosa Sanguesporco???”
“Draco caro, ovviamente. Me l’ha chiesto il mese
scorso ed ho pensato che, visto che io e Cormac
festeggiamo i nostri primi cinque mesi insieme, non sarebbe di certo stato un
problema se per quest’anno fosse stato anche lui con la persona che ama! E poi
quella Rose è davvero una ragazza carinissima! Pensa, le piace il lilla per il
vestito delle damigelle…”
“Damigelle… damigelle?!?!?
Oh, lasciamo stare… comunque sappi Astoria che mio figlio con quella
sottocategoria di maghi non ci passerà nemmeno un minuto!”
Ed infatti,
appena una settimana dopo, Scorpius scendeva al
Binario 9 e 3∕4 mano nella mano con la sua ragazza,
pronto per passare insieme a lei ed alla sua famiglia le due settimane che
avrebbe ricordato per il resto della sua esistenza.
Ave a tutti!
Eccoci qui al secondo
capitolo…
Ci tengo a dire che questa
storia prende spunto dal film ‘Il laureato’ del 1967, con Dustin Hoffman e la compianta Anne Bancroft. Qui ovviamente dovremmo parlare di ‘diplomato’ (Scorpius) e di ‘Mrs. Weasley’ (Hermione).
Draco ed Hermione sono
contrari alla relazione tra i loro figli per ovvi motivi, ma visto che ad alcune di voi
la faccenda è oscura, i due non riescono proprio a digerire la faccenda perché
– come viene descritto anche nei libri della Rowling – durante la loro
permanenza ad Hogwarts non si sono mai trovati molto simpatici e vedere i
rispettivi pargoli frequentarsi con la riproduzione della loro nemesi è un po’
come vedere loro stessi insieme… insomma, una cosa inammissibile (per ora…).
Note al capitolo:
Ho deciso di dividere la
casa in due parti ed assegnare a Ron la parte sinistra mentre ad Hermione
quella destra perché si dice che gli uomini ragionino con la parte sinistra del
cervello, mentre le donne con la destra (sì, è vero, Ron NON ragiona, ma volevo
dargli un po’ di dignità…).
Neville e Gregory vivono
felici e contenti poiché quest’ultimo è riuscito ad evitare Azkaban
avendo lui stesso allungato di nascosto l’orlo della veste dell’Oscuro Signore
che così è inciampato nel momento decisivo della Battaglia Finale, permettendo
ad Harry Potter di lanciargli la Maledizione che l’ha fatto fuori.
Forse il comportamento di
Ron non è propriamente da lui, ma bisogna ricordarsi che quando si tratta di
far perdere le staffe alla propria moglie con la quale si è in rotta, non si
bada a nulla (mi sono un po’ ispirata al modo di comportarsi degli attori del
film ‘La guerra dei Roses’
con Michael Douglas).
Tutti i riferimenti a cose o
persone ‘babbane’ sono frutto di approfondite ricerche in Wikipedia (la
zona di Londra, la spiaggia australiana, il santone e quant’altro).
Ringraziamenti:
hermione12 e sam05: grazie per essere passate, spero vi sia più chiaro
dalla spiegazione che ho fornito sopra perché Hermione e Draco siano contrari
alla relazione tra i loro figli!
Mirya: o meglio… Topo
Gigia (ma cosa mi dici, dci mai?!...)! Grazie mille per i complimenti, ma
soprattutto per la correzione da prof ! Spero di essere all’altezza delle tue aspettative anche
in questo capitolo! Draco è sì divorziato, ma per il momento di donne non ne
vuole più sentir parlare… (eh sì, è maledettamente
OOC), ma più avanti chissà… magari qualcuna gli farà riaccendere il fuoco della
passione tipica dei Malfoy…! ;)
Il
capitolo era per forza di cose dedicato a te ed a Lhoss perché a voi per prime ho
svelato il progetto ed era l’unico modo di ringraziarvi – somme di denaro a
parte – per la gentilezza e l’affetto che mi infondete!
B_Green: ricevere una recensione da te è davvero una
bellissima cosa. Adoro la tua storia ed il modo in cui gestisci i personaggi!
Sono veramente contenta che ti piaccia. Ho aggiornato abbastanza velocemente
per i miei canoni e spero che anche questo nuovo capitolo possa piacerti!
Lhoss:
adesso che mi conosci, probabilmente ti renderai conto che quella che tu chiami
pirlaggine
nella sottoscritta abbonda di brutto (ed è definita anche in modi peggiori…). Il
mio stile in effetti tende molto alla sintesi – cerco
comunque di descrivere al meglio le scene e le ambientazioni – perché, come nei
film, cerco di focalizzarmi sulle scene più importanti affinché il lettore sia
libero di immaginarsi quello che non viene detto e possa in qualche modo
esprimere la propria fantasia (in realtà, essendo una gran pigra, lo faccio
così devo scrivere meno… XD). Vedo che per questo Draco c’è la lista…
attenzione, potrebbe finire negli aneddoti
sui maschi insulsi… ;P!
Ringrazio anche tutti coloro
che hanno letto, recensito o messo tra le preferite o le seguite le mie One-shot e le pazze che
pensando a me hanno confuso il pulsante autori
preferiti con il cestino del loro desktop…! XD