Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: wari    28/11/2009    8 recensioni
Sasuke trotterellò fuori dalla sua stanza e gli corse incontro.
«Nii-san!» esclamo felice, abbracciandogli le gambe.
Itachi pregò che almeno il fratellino fosse stato risparmiato da quella che - iniziava a pensare - fosse un'ondata di follia dilagante.
[In revisione, all'incirca]
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha, Shisui Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prima pubblicazione: 28/11/2009
Revisione: 21/10/2011




2. Onigiri e detective


«Allora, ricapitolando... Tu, Mikoto san, eri uscita con Sasuke».
Mikoto ridacchiò, osservando incuriosita il nipote che spulciava il suo blocchetto.«Lo confermi, Sasuke?» lui annuì, molto compreso nel suo ruolo di “testimone oculare dei fatti avvenuti”- come l'aveva pomposamente definito suo cugino -, solo che lo fece con foga eccessiva, rischiando di soffocarsi con la camomilla che la madre gli aveva preparato nel tentativo di “attenuare la bua al pancino”.
Itachi batté un paio di colpi distratti sulla schiena del fratellino, che tossì.
«La vuoi piantare con questa idiozia, Shisui?» chiese, stancamente.
Quello gli sventolò in faccia il blocco per gli appunti, fingendosi indignato.
«Guarda che questa è la procedura standard, cugino! Qui è avvenuto un crimine! Bisogna raccogliere le testimonianze dei presenti, analizzare i fatti, esaminare i luoghi del reato...»
«Ma quale reato!» sbottò Itachi, ottenendo unicamente di far strozzare di nuovo Sasuke. «È un cerchio di metallo! Piccolo, rotolante e dannatanente giallino come il tatami! Era praticamente matematico perderlo!»
«Abbassa la voce, Itachi, o Fugaku vi sentirà» sorrise Mikoto, servendo il tè al nipote.
Itachi non rispose, ma non poté esimersi dal maledirla mentalmente.
In fondo era tutta colpa sua.
Shisui era passato per portare delle stupide onigiri fatte dalla zia e Mikoto aveva avuto la brillante idea di chiacchierargli tutta la storiaccia delle fedi. D'altro canto, anche Shisui, entrando, era incappato in un Fugaku sempre più ossessionato che perlustrava i pavimenti facendo micio micio allo sciagurato pezzetto di metallo. Al suo posto, probabilmente persino Itachi, notoriamente taciturno, avrebbe iniziato a porre domande ai parenti.
Solo che, come sempre, Shisui aveva ingigantito la faccenda, improvvisandosi novello Sherlock Holmes, con grande disappunto del cugino e somma delizia di Mikoto e Sasuke, che parevano trovare la cosa estremamente divertente.
«Itachi! Spergiuro di un figlio! Perché non sei qui ad aiutarmi?!» la voce imperiosa di Fugaku li fece sobbalzare tutti. Inutile dire che Sasuke si soffocò di nuovo e, decidendo che forse era il caso di abbandonare quella camomilla assassina, scostò la tazza.
«Vengo tra un attimo, tou san! » righiò Itachi, di rimando.
«Sei davvero nervoso, Itachi... Non è che ci stai nascondendo qualcosa? Sei forse tu il colpevole?»
L'interessato scostò con una manata la penna che Shisui, in un impeto di patos, gli aveva avvicinato alla bocca, a mo' di microfono.
«Sei davvero stato tu, nii san?!» rantolò Sasuke, sgranando gli occhi inorridito.
Itachi abbandonò la testa sul tavolo: ci mancava solo che suo fratello si mettesse a credere alle boiate del cugino. Quello ne approfittò per rincarare la dose.
«Ah-ah! Un segno di cedimento! E così sei stato davvero tu: Itachi Uchiha! L'insospettabile! La serpe in seno!»
Mikoto rise, divertita dal siparietto. Sasuke invece sembrava sull'orlo delle lacrime.
«Non sono stato io, Sasuke»lo rassicurò Itachi, sospirando.
«Davvero, nii-san? Tu non dici le bugie, vero? »
«No, Sasuke» confermò.
Sasuke tirò su col naso, abbastanza soddisfatto della risposta. Poi parve colto da un'illuminazione.
«Allora sei stato tu, Shisui!» accusò, puntando il dito.
«Eh?» fecero in coro Itachi e Shisui.
«Quando qualcuno accusa qualcun'altro, il colpevole è sempre quello che ha accusato per primo» sentenziò, solennemente.
«Forse non dovevo fargli vedere La signora in giallo, l'altra sera...» borbottò Mikoto.
Shisui scoppiò a ridere. Itachi alzò gli occhi al cielo e convinse suo fratello a rimettersi seduto.

«Perché Shisui ride, nii san? » chiese il bambino, confuso dal fatto che la sua brillante deduzione non avesse sortito gli effetti sperati. Quando capitava a Jessica, poi i poliziotti la ringraziavano sempre.

Shisui cercò di ridarsi un contegno serio.
«Allora. Meglio ricapitolare nuovamente i fatti» iniziò, ignorando lo sbuffo di Itachi.
«Alle ore dieci e trenta minuti, la qui presente Uchiha Mikoto, accompagnata dal suo secondogenito Uchiha Sasuke, si recava al mercato di Konoha per la spesa settimanale».
Itachi osservò suo fratello seguire il ridicolo racconto con gli occhi spalancati e attenti.
Shisui proseguì, inesorabile.
«Alle ore undici e quindici minuti, Uchiha Fugaku-professione-shinobi-di-Konoha, si recava da suo cugino Uchiha Kotaro allo scopo di prendere in custodia le fedi nuziali del suddetto in vista del matrimonio che si teneva il giorno seguente».
«Il “giorno seguente” è domani, pezzo di idiota».
«Taci, Itachi! È gergo tecnico, tu non puoi capire! Non interrompermi. Dunque, e qui veniamo a noi, alle ore undici e trentacinque il suddetto Uchiha Fugaku-professione-shinobi-di-Konoha, rientrava a casa e, avendo un'urgenza di tipo pratico nella stanza da bagno...»
Mikoto rise, Itachi si batté il palmo sulla fronte e Sasuke spostò lo sguardo dall'una all'altro, senza capire.
«Dicevo, avendo un urgenza, posava le due fedi nuziali, una delle quali è il corpo del reato, sul tavolo della cucina» Shisui voltò pagina. «Intanto alle ore undici e quaranta minuti, rientravano i suddetti Uchiha Mikoto e Uchiha Sasuke-suo-secondogenito e si recavano in cucina, dove poggiavano la sporta con le vivande. E poi che è successo, Mikoto san?» chiese, rivolgendosi alla zia.
Lei sollevò lo sguardo, pensierosa.
«Beh, ho messo le buste sul tavolo e ho iniziato a svuotarle. Sasuke mi ha dato una mano».
Sasuke annuì, convinto.
«E poi?» incalzò Shisui.
«E poi niente, Shisui. Ho messo la spesa nella dispensa... In realtà Sasuke ha rovesciato per sbaglio un po' di roba sul tavolo, mentre cercava i pomodori, ma ho rimesso a posto e basta. Non mi ero neanche accorta delle fedi, prima che Fugaku iniziasse a cercarle» concluse, finendo di lavare le stoviglie.
«Uhm... Strano. Molto strano» Shisui prese a scribacchiare, meditabondo.
«Forse è il caso che mi metta anche io a gattonare per terra» borbottò Itachi, memore dell'incauto giuramento.
«Nii san...»
«Si, otouto?» chiese distrattamente, mentre perlustrava il pavimento con lo sguardo, sperando in un improbabile colpo di fortuna.
«Cos'è una fede, nii san?»
Itachi, Shisui e Mikoto si voltarono simultaneamente verso il bambino.
«Ma tu sei stato qui tutto il tempo senza capire di che accidenti si stava parlando?» disse Itachi, incredulo, mentre Shisui si piegava di nuovo in due dal ridere.
«Questa è una fede, Sasuke» intervenne Mikoto, mostrando il suo anello. «È un oggetto che due persone che si vogliono molto bene si regalano a vicenda nel giorno delle loro nozze. Quando vostro padre me la diede, ricordo che...»
Intuendo l'inizio di una barbosa riminiscenza, Itachi interruppe il racconto sul nascere e si rivolse direttamente a Sasuke.
«Non è che tu hai visto un anello come quello qui in giro, stamattina? Cerca di ricordare».
Sasuke iniziò a tormentarsi la maglietta.
«Proprio no, nii san» rispose, un po' balbettante.
Itachi alzò un sopracciglio. No, non gliela raccontava giusta.
«Sasuke, tu sai qualcosa di questa storia, non è vero? Prometto di non arrabbiarmi».
Che Fugaku non si sarebbe arrabbiato, non poteva prometterlo.
Sasuke prese a torturarsi i polpastrelli.
«Beh, nii san, può darsi che io...» ma si bloccò: il suo stomaco aveva ripreso ad emettere strani brontolii.
«Oh! Ti fa ancora male il pancino? Povero!» intervenne Mikoto, preoccupata. «Basta tormentarlo, Itachi. È tardi. Tu vai ad aiutare tuo padre, mentre io porto il puffino gnauloso a fare la nanna. Ci vediamo Shisui! Salutami tutti e ringrazia tua madre per le onigiri! » e, detto questo, si defilò col figlio minore tra le braccia.
«Itachi! Vuoi venire si o no, figlio degenere?! Guarda che ti disconosco!»
La carta di riso tremò pericolosamente. Shisui si alzò, intimorito.
«Beh, meglio che vada... buona fortuna, cugino! Arrivederci, Fugaku san, riposati!» e se la squagliò rapidamente, fulminato da un'occhiataccia dello zio, lasciando Itachi da solo alle prese con suo padre ormai sull'orlo di una crisi nervosa.
«Mi aspetta una gran bella nottata...» borbottò, chiudendo la porta.
«Che? L'hai trovata?»
«No, tou san. Ho detto nottata, non trovata».
«Che? Trovata? Dove?!»
Itachi fece un profondo respiro. Chiuse gli occhi e, accovacciandosi sul pavimento, prese a recitare tre sé: non è un buon motivo per ucciderlo, non è un buon motivo per ucciderlo, non è...


  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: wari