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Autore: Laura_Harold_Westwick    01/12/2009    1 recensioni
amando e idolatrando Brian e Justin mi sembrava giusto continuare quella che per me non è stata la fine del telefilm. Justin ha lasciato Pittsburgh ma soprattutto ha lasciato Brian. E forse non è stata la scelta giusta.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella cazzo di sveglia. Suonava sempre nel momento peggiore. FUCK. Un’altra giornata di merda. Brian si trascinò fuori dal letto e si diresse verso il bagno. La solita cara doccia calda gli avrebbe tolto da addosso i postumi della sbornia passata con il suo vecchio Jack. Daniel’s of course. Ma sarebbe riuscita a scacciare via quei pensieri? Quei dannati pensieri che lo assillavano,che non lo facevano dormire,che a malapena lo facevano vivere. La testa gli stava per scoppiare e doveva uscire il prima possibile per evitare di arrivare in ritardo ed essere placcato da Ted e la sua inqusizione spagnola. Ma prima di uscire si rese conto di una cosa: quel posto diventava con il tempo sempre più grande. E sempre più vuoto. Ricordava ancora perfettamente il giorno in cui acquistò il loft. Appena ci mise piede la prima cosa che pensò fu: “this place will be a fucking magnet for horny men!” Aveva sempre pensato che ci sarebbe stato posto per una sola persona e quella persona era lui stesso ma, col tempo, e senza nemmeno saperlo, aveva dovuto cambiare idea. L’aveva cambiata grazie a lui. Ma ci era voluto tanto tempo. Troppo tempo. E ora,era tardi.troppo tardi. Ma… no apologies,no regrets. Tutte quelle scale non se le ricordava. No davvero. Ma forse era perché prendeva sempre l’ascensore. O forse perché stava invecchiando. Dio no. Il fiato non gli mancava per lo sforzo di aver salito quelle maledette scale. Gli mancava perché l’avrebbe rivisto. Perché ora davanti a sè c’era solo una porta di metallo e dietro quella porta lui. Non era pronto per bussare,ma non lo sarebbe mai stato. Le gambe gli tremavano. Come la prima volta. Perché doveva essere tutto così difficile? Perché non poteva semplicemente bussare,entrare, abbracciarlo e fare finta che quei mesi senza di lui non siano mai esistiti? Perché non poteva semplicemente tornare indietro e riscrivere il finale? Ma ora aveva una possibilità. La possibilità di rimettere le cose a posto o almeno di rivederlo. “Non hai ancora bussato vero?” La sua voce era ancora più sexy di quello che si ricordava e ora non aveva la forza di girarsi e guardarlo. “cazzo justin, è vero di quello che dicono di New York:rammollisce. E qui i casi sono due:o scopi poco o scopi troppi artisti.” “a new york sono tutti artisti brian.” Ce l’aveva fatta. Si era girato. E l’aveva guardato negli occhi. Come quella volta. “Have some balls.” For God’s sake. Era ancora più affascinante di quando lo aveva conosciuto. Doveva aver fatto un patto con il diavolo. Per forza. Era il nuovo Dorian Grey. Da qualche parte nel loft ci doveva essere nascosta una sua foto che invecchiava. Ci doveva essere. “Questo posto non cambia mai.” “Perché dovrebbe?E’ sempre stato perfetto.” “Pensavo ti saresti trasferito comunque nel cottage.” “Odio la fottutissima campagna. E poi quel posto è immenso per una persona sola.” “Oh ma sono sicuro che avresti trovato il modo per riempirlo di bei maschioni.” Sul suo volto comparve un ghigno,qualcuno avrebbe detto il ghigno alla Kinney ma non era così,c’era qualcosa di differente. Non era un ghigno che diceva “oh si ci sarebbero stati uomini nudi in ogni cm della casa” era piuttosto un “sì,certo,forse un tempo,ora non più.” “So……….how are you doing in the big apple?” “All good.thank’s. what about you? I heard that Kinnetik are doing well.” “Very well,thank you.” Era di ghiaccio. Il Brian Kinney che lo avrebbe preso e legato al letto aveva lasciato al posto ad un robot senza cuore che parlava a monosillabi. Forse glielo doveva dire. Subito. Che senso aveva aspettare? Ma era giusto dirglielo in quel momento,quando davanti a lui c’era una persona che faticava a riconoscere? “…devo andare. Magari se domani non sei troppo occupato con il lavoro potremo pranzare insieme.” “Mi piacerebbe ma non posso. Non mi posso allontanare nemmeno per un secondo. Altrimenti Ted mi ruba il posto.” “Ah,capisco. Ok,sarà per un’altra volta.” Lo guardò. Brian fissava il pavimento. Non riusciva nemmeno più a guardarlo in faccia. Doveva uscire da quel posto. Ora. Subito. “…ma se domani sera sei libero c’è sempre un nuovo ristorante in centro che vorrei provare.” “Ancora quello? Ma sono passati anni!” “Bhe che vuoi, ancora non ci sono andato.” “Bhe speriamo che non sia già chiuso!” “Piuttosto speriamo di ricrodarmi ancora dov’è.” Sorrise. Finalmente. Era una delle cose che gli erano mancate di più. Il suo sorriso. Perché non Brian non sorrideva gratuitamente. Se lo faceva c’era un motivo ed è per questo che amava i suoi sorrisi. Non erano mai scontati.
  
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