Serie TV > Il mondo di Patty
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Autore: 883    14/12/2009    6 recensioni
"Perchè non credo nell'amore? Perchè tutte le persone che amo prima o poi se ne vanno, l'amore è  questo, una grandissima fregatura."
Antonella sta passando un brutto momento della sua vita, che la porta a una vita insana, dove cerca di dimenticare il passato e non pensare alla vita che l'aspetta.
Ma se qualcuno tornasse nella sua vita cercando di aiutarla?
[pairing:Niconella]
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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_6 Non riesco a staccarmi da te, o meglio non voglio, lasciatemi qua per sempre, così, fermi in questo momento.
-Grazie..- riesco a sussurrare una volta che ci stacchiamo.
-Guarda che non era mica per te la canzone.-
Rimango un attimo ammutolita, o per meglio dire ci rimango proprio male, la mia bocca deve aver abbassato gli angoli all'ingiù. Eppure mi pareva fosse per me, mi sento confusa.
Nicolas mi guarda e scoppia a ridere.
Il mio cuore fa una capriola, stava scherzando.
Mi bacia di nuovo, stavolta con più passione.
-Andiamo fuori un attimo?- mi dice e mi prende per mano. Andiamo nel giardino del locale e ci sediamo su una panchina. Mi siedo sulle sue gambe.
-Devo dirti alcune cose.- mi dice.
-Si anch'io.-
-Da quando sono arrivato qua ho continuato a chiedermi come ho fatto a stare per due anni senza di te, ma sopprattutto ho capito che stavi diventando importante per me e che lo sei da due anni, semplicemente avevo bisogno di rendermene conto. Ieri sera una volta tornato a casa mi sono seduto in terrazza a guardare il cielo e ho scritto quella canzone, lo penso veramente quello che ho scritto, l'ho scritto solo per te.- sorrido per tutto il tempo rincuorata da queste sue parole, che mi stanno veramente scaldando il cuore.
-Nicolas, io invece ti devo dire grazie, non so se ricordi come mi hai trovata una volta arrivata qua, mi ero chiusa in me stessa, non vedevo una via d'uscita, tu mi hai fatto ritornare il sorriso e penso sia perchè anche tu stai diventando veramente importante per me. Ti voglio bene, Nicolas.-
-Anch'io Anto, moltissimo.-
Ci diamo un altro bacio lunghissimo, ma bello come gli altri.
-Ascolta io adesso dovrei andare a casa, che domani ho il mio primo giorno di lavoro, dobbiamo fare gli scatti per una pubblicità, speriamo vada bene.-  mi dice un pò preoccupato.
-Tieni.- mi tolgo dal collo la collana con la A di Antonella in oro bianco che mi ero comprata ancora cinque anni fa, in un centro commerciale con mia madre e gliela metto al collo.
-Ti porterà fortuna.- sorride e mi prende per mano.
-Grazie.-
Ci avviamo verso la macchina entrambi col sorriso stampato sulle labbra e una strana voglia di stare insieme.

La mattina dopo arrivo a scuola un pò in ritardo, mi sono svegliata giusta, ma me la sono presa con comodo, mi sembra di stare sulla nuvole, non ho neanche fatto colazione.
-Ehi Antonella.- Patty mi saluta e mi viene incontro, mi sembra strano essere tornata sua amica, ma è una stranezza bella.
-Ciao Patty. Dove stai andando?- le domando.
-A fare colazione in bar, vieni?-
-Oh perfect, non sono riuscita a farla a casa.-
Andiamo al bar della scuola, dove troviamo altri nostri compagni e dove Carmen è impegnata a servire.
-Ciao ragazze, mi fa strano vedervi di nuovo insieme, ma sono contenta!- dice con il sorriso sul volto, prima di andarsene per portarci due tazze di cioccolata calda con due brioche.
-Allora, ti vedo contenta oggi.- mi dice Patty.
-Siii, ieri io e Nicolas abbiamo deciso di frequentarci, è bellissimo, era da tanto che non provavo questo per un ragazzo.-
Patty mi prende le mani.
-Sono proprio contenta per voi.-
Carmen ci porta la colazione e iniziamo a mangiare.
-Mi è venuta un'idea fantastica, perchè non vieni a dormire da me stanotte? I miei genitori devono uscire, quindi saremo a casa da sole fino a tardi.-
Cavolo, proprio stasera devo andarmi a licenziare in quel posto orribile, e stavolta devo farlo, bè però non dovrei metterci molto, tanto devo solo dire che me ne vado.
-Va bene, ti dispiace se arrivo verso le dieci? Devo fare una cosa prima.-
- No no perfetto.- mi dice Patty.

Finalmente suona la campanella, l'ultima ora era di storia, quest'anno abbiamo gli esami, fortuna che è solo il primo quadrimestre, è inizio novembre circa.
-Bè non si saluta più?- mi volto. Dietro di me c'è Nicolas che mi guarda sorridendo.
-Ciao, non ti avevo visto.- lo abbraccio di slancio.
-Sono in pausa pranzo, poi devo tornare al lavoro.-
-Vieni a mangiare a casa mia no? Tanto Fabio va a mangiare con i ragazzi del gruppo che poi fanno le prove.-
-Perfetto.-
Salgo in macchina e andiamo a casa mia.
-Allora, stasera ti va di uscire?- mi domanda Nicolas.
-Devo andare a dormire da Patty, mi dispiace, usciamo domani casomai, ok?-
-Va bene piccola, tranquilla.-
Entriamo e ci facciamo una piadina, il frigo è mezzo vuoto, Fabio doveva fare la spesa, ma deve essersi dimenticato.
Parliamo del più e del meno e come al solito con lui sto benissimo.
A un certo punto guarda l'ora, sono le due del pomeriggio.
-Devo andare.- mi dice tristemente.
-Uffa, dai, non puoi stare un altro pò qua con me?- gli domando.
-Vorrei.- dice dandomi un bacio.
-Però, ti ho portato una cosa.-
-Cosa?- domando incuriosita.
Dalla tasca dei pantaloni tira fuori un braccialetto d'argento, sottile, con inciso Nicolas nella parte interna.
-Non è giusto che tu non abbia niente di mio.- mi dice sorridendo.
-Grazie.- Me lo mette al polso e poi mi bacia, come solo lui sa fare, come solo lui riesce a farmi perdere.

Sono le nove di sera.
Indosso il cappotto, finalmente è l'ultima volta che andrò in quel postaccio.
Il cellulare suona, un nuovo messaggio, lo apro "Divertiti stasera, ti penserò. Nicolas". Sorrido. Ecco la carica giusta, ora devo andare là, mostrarmi divina e sfacciata come al solito e dirgli che non mi vedranno mai più.
Arrivo, cammino lungo il corridoio blu, nel retroscena, che dà su molte porte, su molti camerini diversi, su molte persone, su molte vite, su molte storie diverse. Mi fa schifo camminare su questo pavimento, sapere in che posto sono, ora che sto con Nicolas, non voglio più farmi del male, voglio solo stare bene insieme a lui.
Finalmente arrivo davanti a una porta con una targhetta dorata, con su scritto "direzione".
Busso e dopo avere sentito una voce che mi invitava ad entrare, apro la porta.
-Divina, spero tu sia qui per spiegare l'assenza ingiustificata di ieri.-
Mi dice con un sorriso orrendo il mio capo, un uomo sulla quarantina, i capeli bianchi tirati all'indietro, vestito di tutto punto, deve guadagnare parecchio. Questa è la seconda volta che entro in questo ufficio. La scrivania è al centro, con due sedie per i visitatori, alle pareti vi stanno quadri di artisti famosi, ai lati della porta due body guard, vestiti di tutto punto e che indossano gli occhiali da sole. Non appena entrano sento lo scatto di una serratura, mi volto, hanno chiuso la porta a chiave. Non mi devo lasciare intimorire.
-Certo, ho deciso di andarmene, non voglio più lavorare qua.- dico guardandolo con superiorità.
Scoppia a ridere, e dpo un pò mi riguarda serio.
-Spero tu stia scherzando.-
-Mai stata più seria in vita mia.-
Fa un segno a uno dei due body guard, che non riesco ad interpretare, fino a quando non sento un dolore pazzesco alla guancia. La sberla mi fa traballare, perdo l'equilibrio e cado a terra. Il labbro inizia a sanguinarmi.
-Non voglio più sentire parlare di questo argomento, vatti a vestire e torna al lavoro.-
Mi rialzo, non capisco il gesto.
-Forse non ci siamo capiti, ho detto che io me ne vado, non metterò mai più piede qua, e ora corro dalla polizia a raccontare tutto.-
Scatto verso la porta, dimenticandomi che è chiusa a chiave. I due body guard mi sono subito addosso,uno mi immobilizza le mani dietro la schiena e mi stringe i polsi fino a farmi malissimo. Con le lacrime agli occhi dal male mi rivolgo al capo.
-Mi vuole tenere qua in eterno?- domando.
-Oh no, voglio solo ricordarti una cosina, forse non hai notato, ma nel contratto che tu hai firmato, in cui vi è scritto che lavori da cameriera, c'è una piccola riga, in basso a sinistra, dove si dice chiaramente che chi firma questo contratto si impegna a lavorare in questo posto di lavoro per cinque anni, pena una piccola penale. Il contratto è in regola, tu hai firmato, ora o lavori o io ti faccio causa, e allora chi me lo paga il milione di risarcimento? Paparino che è in prigione?- domanda con tono canzonatorio.
-Come fa a sapere di mio padre?- domando con un filo di voce, ditemi che sto vivendo un incubo.
-Io so tutto di te, Antonella Lamas Bernardi, ho conoscenze in tutto il mondo, ho spie, ho contatti. Non provare neanche a scappare, sarebbe inutile, ah e ho sentito anche che l'unico familiare che ti è rimasto è tuo fratello più grande, Fabio giusto? Lavora da poco in un locale del centro, bè sarebbe meglio per la sua salute che ti presentassi al lavoro, tutte le sere a partire da oggi in poi. Oh sono già le undici, va bene dai, per stasera puoi andare, lo spettacolo sarà già iniziato. A domani, puntuale mi raccomando.-
Mi strattono via dalla presa del body guard e finalmente mi lasciano andare. Me ne vado a testa alta, il mio orgoglio non mi permette di piangere o abbassare lo sguardo, una volta uscita dal locale però, scoppio a piangere. Tutte le speranze di essere felice che avevo sono crollate. Inizio a camminare verso casa di Patty, sono in ritardo. Cammino velocemente, stasera mi fa paura camminare da sola, forse perchè mi ero abituata ad avere qualcuno al mio fianco. I polsi mi fanno male, mi si sono formati gli ematomi e il labbro è un pò gonfio, ma di sicuro fanno meno male del mio cuore spezzato. Come farò con Nicolas adesso? Sarà come tradirlo ogni sera, non posso dirglielo. Non voglio più tornare in quello schifo.
Arrivo davanti casa di Patty. Con qualcuno devo sfogarmi.
Suono il campanello.
Patty arriva ad aprirmi.
-Antonella, sei in ritardo.- mi accoglie sorridendo, ma poi il sorriso le muore sulle labbra quando mi vede sconvolta come sono.
-Cos'è successo Anto?-
Mi slancio ad abbracciarla, ho bisogno di sentire qualcuno che mi voglia bene.
-I tuoi sono a casa?- domando.
-No no, sono via. Entra.- entro nella nuova casa dei genitori di Patty.
Ci sediamo in divano e inizio a raccontargli tutto, tutta la verità, alla fine della storia Patty è in lacrime, arrivo a raccontare anche di questa sera.
-Anto, ma è terribile, non puoi fare questo.-
-Ho scelta Patty? Io non ci voglio più andare.-
-E con Nicolas come farai?-
-Nicolas non lo deve sapere non vorrebbe più stare con me, mi inventerò che lavoro in un pub o da qualche parte, nessuno deve venirlo a sapere chiaro?- mi raccomando.
-Si vieni qua.- mi abbraccia di nuovo.
Mi scappa un piccolo gemito di dolore quando mi abbraccia.
-Non è che avresti del ghiaccio?- le domando.
-Oddio scusa, non me ne ero accorta, Antonella, non puoi più tornare in quel posto orrendo, ti prometto che troveremo una soluzione per non farti più andare là.-
La guardo e sorrido. Sono proprio contenta di avere fatto pace con lei. Mi mette una garza sui polsi con della pomata e tengo per circa cinque minuti il ghiaccio sul labbro, è già un pò meno gonfio.
-Forza, ora è meglio se andiamo a dormire, così non pensi a queste brutte cose.-
-Vorrei tanto potermi svegliare domani e vedere che era tutto un incubo.- dico con tono triste.
Andiamo in camera di Patty, mi metto nel materasso che aveva preparato per me. Patty prende sonno subito, io non ce la faccio e per non stare a pensare a quello che mi sta succedendo tiro fuori l'i-pod. Lo accendo.

Ti fermo alle luci al tramonto e ti guardo negli occhi

E ti vedo morire
Ti fermo all’inferno e mi perdo perché
Non ti lasci salvare da me
Nego i ricordi peggiori
Richiamo i migliori pensieri
Vorrei ricordassi tra i drammi più brutti
Che il sole esiste per tutti
Esiste per tutti
Esiste per tutti

Si caro Tiziano, il sole esiste per tutti, peccato che il mio dramma più brutto accade di notte.

  
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