Hermione si addormentò anche quella sera nel suo
caldo letto, malgrado continuasse a piangere. Il sonno si fece profondo, ma
all’alba, quando si svegliò, non ricordò di aver sognato nulla, forse perché
era da troppo tempo che non lo faceva.
Scese verso la Sala Comune per fare colazione con la
testa china e la frangia che le copriva gli occhi senza salutare nessuno.
Lavanda e Calì la seguirono per un breve tratto, ma quando si accorsero di non
essere state notate, andarono in tutt’altra direzione.
“Perché Herm? Possibile che non riesci a smettere di
pensarci?”
Sì, anche quella notte
aveva pianto e sofferto sempre per lui, che il giorno prima le aveva chiesto
dei consigli su come intraprendere una nuova relazione con un’ex-fidanzata: lei
era stata più che brava a mascherare i propri sentimenti, mantenendo la calma e
parlando in tono saccente e diretto. Lui era rimasto ad ascoltare con
un’espressione preoccupata in viso. Poteva sospettare qualcosa?
“No,
impossibile…”
… perché era stata fin troppo coraggiosa a fingere
di esserne entusiasta in quell’occasione e, se mai lui l’avesse capito, non
glielo avrebbe detto di certo.
Ora era seduta al tavolo dei Grifondoro osservando
la ciotola piena che aveva davanti, senza aver la minima intenzione di mangiare.
Si sentì chiamare improvvisamente, si voltò in cerca di qualche amico o
conoscente, ma nulla. Così iniziò la sua colazione con la testa da tutt’altra
parte.
08,21 a.m. Dormitorio dei ragazzi
-Sei sicuro che funzioni come tattica, Ron?- chiese
un Harry oramai diciassettenne, con un corpo perfetto e capelli molto
spettinati.
-Certo!- rispose l’alto signor Weasly, -Ma dipende…
per chi è che deve funzionare?- chiese facendo spalluccia all’amico.
-Nessuno!- si affrettò a rispondere il moro.
-E dai, Harry! Racconta!- lo incitò.
-No, … non posso…-
-E da quando hai segreti per il tuo migliore amico?-
domandò incrociando le braccia in segno di seccatura.
-Giuro che è e sarà per sempre l’unico che avrò con
te!- promise Harry.
-E sia!- concluse Ron a malincuore, -Ma appena potrò
sapere di più me lo dirai vero?-
-Certo!- ripose Harry dandosi una spazzolata ai
capelli, -Ci puoi contare,… ma ora devo andare a fare colazione!-
-Io arrivo sub…-, ma non fece in tempo a finire la
frase che l’amico si era già precipitato sulle scale, -..ito!-
Strano che Harry corresse in quel modo: sembrava un
forsennato e andava così veloce solo quando c’era qualcosa o qualcuno di molto
importante che doveva arrivare.
“Fa che sia lì! Ti prego,… fa che sia lì!”
Era quasi in Sala Comune e appena vi entrò rivolse
lo sguardo verso il suo tavolo.
“Grazie!” si disse rivolgendosi al soffitto.
Passò accanto alla tavolata semi-deserta per prendere posto:
-Ciao Hermione!-
La ragazza alzò lo sguardo dalla ciotola di scatto
fin quando non incontrò quegli occhi familiari e inconfondibili:
-Ciao Harry!- salutò ancora un po’ titubante.
-A che stavi pensando?- le chiese sedendole accanto.
-Nulla!- rispose automaticamente Hermione, -Perché?-
-Ti vedevo un po’… assente?-
“Dimmi chi è, avanti!” pensò Harry.
-No, purtroppo sono consapevole di abitare sul
pianeta Terra e di essere umana!- sdrammatizzò.
“Io non parlerò” si disse Hermione.
-Va bene…- commentò Harry stiracchiandosi, - Ti
dispiacerebbe aiutarmi a studiare domani? Ho qualche problema con le nuove
formule che ci ha dato Piton!-
-Certo.- rispose lei.
-Grande! Ora ho una riunione con la squadra di
Quidditch, ci vediamo dopo!- e dettò ciò corse via dandole un bacio sulla
guancia.
Lei rimase immobile per qualche minuto, quasi non ci
credeva!
“Calmati Herm! È solo un piccolo e sciocco bacio
sulla guancia…” eppure tutto ciò che riguardava Harry la faceva sentire felice
e leggera, come se all’improvviso tutto intorno a lei prendesse il volo. Rimase
a guardarlo correre tra gli studenti che gli tiravano spintoni per la tanta
velocità che aveva, sorridendo e capendo che solo lui in quel momento poteva
renderla felice.
“Non mi sarò precipitato troppo? Insomma, è solo un
bacio sulla guancia, Harry… ma se avesse capito? Ron mi ha raccomandato che il
modo più sicuro di colpire una donna è quanto meno fingere di averne
un’altra…sarà!… ma questa teoria non mi piace un granché!” Fu però bruscamente
interrotto da una sua vecchia conoscenza ricercatissima e odiata :
-Guarda dove vai, Potter!- ringhiò Malfoy sbattendogli
contro.
-Sei tu che mi sei sempre tra i piedi!- ribatté
Harry.
-Vuoi fare a botte, Potter? Avanti, fatti sotto!-
disse facendogli cenno con le mani.
-Non mi sporco per così poco!- continuò Harry, -Non
credo che tu ne valga la pena e tanto meno che tu sia preparato!- terminò
azzardando una possibile continuazione del suo tragitto, ma Malfoy lo tenne per
un braccio:
-Mi stai dando della nullità, signor ‘Sopravvissuto’
dei miei stivali?- chiese diventando furioso e alzando la voce. Harry stava per
controbattere, quando si accorse che tutto il corridoio li stava osservando.
Hermione si fece largo tra la folla mollando qualche
gomitata qui e là, ma incuriosita dallo spettacolo che tutti correvano a
vedere, fin quando udì la voce di Colin Canon:
-VENITE, PRESTO! Draco Malfoy ed Harry Potter si
stanno fronteggiando!- sbraitava su di uno sgabello. Appena Hermione recepì
quelle parole velocizzò il passo, dirigendosi verso i due litiganti.
Le ci volle qualche minuto, ma quello che più
temeva, fortunatamente non era accaduto. Si fece notare da Harry:
-Che diamine state facendo?- chiese tra l’incredulo
e il preoccupato.
-Il caro qui presente signor Potter cerca guai,
mezzosangue!- rispose Malfoy senza distogliere lo sguardo dall’avversario.
-Lascia in pace Hermione.- gli rispose Harry di
rimando, mantenendo però una certa calma nel tono di voce.
Hermione si avvicinò a Harry, voltando le spalle a
Malfoy:
-Lascia stare, dai! È meglio andare…- gli suggerì
cercando di non farsi sentire. Harry scoccò un’ultima occhiata gelida verso
Draco, ma subito dopo seguì Hermione nel corridoio.
Piano piano la folla che stava assistendo allo
spettacolo se ne andò, mentre i due stavano camminando speditamente l’uno verso
la biblioteca, l’altro verso il campo da Quidditch. Fu Hermione a rompere il
silenzio:
-Si può sapere che intenzioni avevi con Malfoy? Hai
voglia di passare tutto l’ultimo anno in infermeria con lui?- lo rimproverò.
-No, affatto, ma è stato lui a provocarmi e…-
-E tu gli stavi dando corda!- finì Hermione per lui.
-Che cosa avrei dovuto fare? Sono tutt’orecchi!- le
chiese un po’ seccato fermandosi improvvisamente.
-Non guardarlo e continuare per la tua strada
sarebbe stato un segno di superiorità, oltre che di maturità!- gli spiegò.
-E mi credi superiore ad uno così?- domandò Harry.
-Non ne ho il minimo dubbio!- gli confermò Hermione,
che credeva stupido il fatto che il grande signor Potter si sentisse un gradino
più basso rispetto a uno come Draco Malfoy.
Scese una lieve nuvola di imbarazzo tra i due, che
continuarono il loro percorso, fin quando giunsero in prossimità della
biblioteca:
-Immagino che tu ora debba andare.- gli fece
Hermione fermandosi davanti alla porta.
-Sì,… - rispose Harry cadendo dalle nuvole,
-Ascolta,… non è che potremo anticipare lo studio ad oggi? Facciamo tra
un’ora?-
Hermione rifletté e poi rispose convinta: -Sarò
ancora qui!-
-Perfetto! Ciao!- la salutò correndo verso il campo.
Hermione entrò in biblioteca: era quasi deserta. Si
avvicinò ad uno degli scaffali del secondo corridoio e, dopo aver cercato
curiosamente, ne trasse fuori un libro: Come avviene la possessione da parte
di un Mangiamorte di Harpeld Folgurius, uno dei più famosi maghi esperti di
magia nera. Si sedette ad uno dei grandi tavoli rotondi e iniziò a sfogliare il
libro. Cercò e cercò per circa dieci minuti quando finalmente trovò il capitolo
che le interessava: L’entrata nella mente.
“Non dovrei pensare certe cose!” si disse, “Ma se le
voci che sento non fossero solo suoni? Se davvero qualche fedele di Voldemort
mi stesse cercando? Devo riuscire a difendermi!” e iniziò a leggere
attentamente ogni parola. Comprese che per sfuggire ad un attacco mentale di un
mangiamorte, non solo bisognava aggrapparsi ad un pensiero felice, ma si doveva
recitare la frase: IQUONDI MALARIUS RIUCANTI, inventata dallo scrittore e con
alcun senso logico.
Un’ora passò in fretta e, mentre era alle ultime
pagine, una voce dietro alle sue spalle, la chiamò:
-Scusa il ritardo, Hermione!- la salutò Harry.
Hermione si voltò verso di lui e gli fece cenno di sedersi accanto. Harry diede
una rapida occhiata al libro della ragazza:
-Che stai leggendo?- le sussurrò per non disturbare
gli altri compagni che già lo guardavano male.
-Niente!- rispose Hermione chiudendo in fretta il
libro, -Allora, in che cosa possa aiutarti?- gli chiese divenendo più
rilassata.
-Non sono sicuro di aver capito bene come usare
l’INCENDIARIUM se voglio spegnerlo.-
-Va bene…- fece Hermione e cominciò a spiegargli che
doveva agitare la bacchetta in modo che facesse mezzo giro a sinistra e uno
intero a destra per poi pronunciare le parole.
Harry sembrava aver capito quasi subito e dopo un
buon quarto d’ora ne era convinta anche lei.
-Ora che abbiamo finito… ti va di parlare un po’?-
le domandò. Hermione, facendo finta di nulla rispose tranquilla:
-Va bene!… Dimmi pure!-
-Ok… vedi,… ti ho già annoiato abbastanza, ma…
secondo te cosa dovrei fare con Cho?-
La ragazza riuscì a mantenere il controllo:
-Innanzitutto devi essere sicuro che Cho ti piaccia
veramente, è così?-
-Credo di sì!- mentì Harry.
-Allora dovresti confessarti e basta! Infondo c’è
stato un bacio tra voi: non può averlo dimenticato!-
“Io non l’avrei mai fatto!”
-Lo so, ma… lei crede che tu e io…- Harry si
interruppe per cercare di far intendere a Hermione.
-AH!- esclamò sorpresa, -Perché?-
-Non lo so esattamente, ma ci vede sempre insieme e
dato che sono scappato per aiutarti con la festa le è venuto questo dubbio!-
continuò lui.
“Allora gliela ho fatta a quella
miss-perfettina-sono-qui-e-voi-siete-al-massimo-degni-di-leccarmi-i-piedi!”
-Ascolta!- lo incoraggiò mettendo la sua mano sopra
quella di lui che era appoggiata al tavolo, -Spiegale la situazione e dille ciò
che provi!- concluse accorgendosi del gesto che aveva appena fatto. Così
ritrasse la mano di scatto. Lui la guardò negli occhi:
-Non mi da fastidio.- le disse. Poi le riprese la
mano e la strinse fra le sue, -Grazie, ma credo che farò a meno di Cho Chang
ancora per un po’!-, fece una breve pausa spostando lo sguardo dalle mani agli
occhi di Hermione. Come erano profondi e immensi, si poteva aver paura di
perdercisi dentro! Lei intanto sentiva il calore lungo tutta schiena: mai si
sarebbe aspettata di provare una simile emozione al contatto con Harry.
Finalmente lui riprese:
-Sarà meglio che andiamo a dormire!- le suggerì. Lei
fece cenno col capo e delicatamente sfilò le mano da quelle di Harry. Entrambi
si avviarono per i corridoi.
Finisce così il primo capitolo! Spero davvero che vi sia piaciuta e vi supplico, prego e scongiuro di recensire (sono inginocchiata e vi sto venerando!!) Anche un commentuccio piccolo piccolo sia che vi sia piaciuta o no! Un bacione!