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Autore: greta1992    01/01/2010    12 recensioni
Mike è fuggito verso Edward. Questo lo so. È dietro di lui e si sta sbracciando per farsi notare da me.
Vuole che io guardi il ragazzo. Infondo, seppure il suo scherzo sia per me di pessimo gusto, non ha tutti i torti. Non posso evitarlo per sempre. Tutta la scuola ne parla, sarebbe impossibile. Per giunta frequenta due dei miei corsi.
Per questo motivo, lentamente, alzo gli occhi verso di lui.
E per la prima volta vedo Edward Cullen.
Dopo che tutta la famiglia di Bella rimane vittima di un terribile incidente, dal quale lei si salva miracolosamene, tutta la sua vita cambia. Ora lei riesce a vedere l'aura delle persone, sentire i pensieri e saperne la storia di chi tocca. Questo dono indesiderato la costringe a isolarsi e a limitare le proprie amicizie. Tutto cambia quando a scuola si trasferisce il bellissimo Edward Cullen. Bella si innamora di lui, ma non solo per il suo aspetto. Perchè Edward riesce a ridurre al silenzio le voci e l'energia nella mente di Bella?
NB: Questa storia riprende la trama del libro "Evermore" di Alyson Noel. È una PRO BellaxEdward.
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Mi scuso per la lentezza con cui sto aggiornando

Mi scuso per la lentezza con cui sto aggiornando. Vi lascio subito al capitolo.

Ci vediamo infondo.

Buona lettura.

 

 

Capitolo 4.

 

 

Anche se avevo sempre considerato Riley come una delle peggiori sorelle che si potessero avere, mi aiutò molto. Fu lei che tenne la mia mano nei sentieri scuri e dimenticati della mia vita passata, guidandomi tra volti sconosciuti ed episodi lontani.

Amici, vecchie fiamme, ragazzi che mi avevano corteggiato. Tutto sparito nel nulla. Certo, forse non è stato proprio un male. Dopo aver riportato tutto a galla, fu ancora più difficile accettare che quella vita non era più mia.

Una vita piena di giornate felici, risate con persone che mi volevano molto bene.

Ma Riley non mi aiutò solamente in questo.

La mia vita nel sud della California era come una tortura, una continua prigionia in un luogo troppo caldo e con ragazze troppo abbronzate.

Erano cosi diverse da me, con i capelli biondo chiaro e gli occhi marroni, la carnagione troppo chiare e le labbra perennemente rosse.

Mia sorella mi seguiva ovunque: non come un fantasma che ti perseguita, ma più come una mamma che ti traccia la via da seguire.

È riuscita a farmi apprezzare questa realtà, la mia stanza lussuosa, la mia cabriolet rossa e la mia scuola privata, pieno di giocatori di football belli come fotomodelli.

La cosa più bella è che Riley non è affatto cambiata. Continua a darmi continuamente sui nervi, fare di tutto per farmi arrabbiare, a punzecchiarmi, criticare qualsiasi cosa io faccia.

Ma è per questo che io sono contenta. Perché è una cosa in meno che può mancarmi.

Le sue visite sono la mia unica ragione di vita, questa è la verità.

Ogni giorno, ogni stramaledetto giorno, una lacrima cade dai miei occhi. Per mamma, per papà.

Ma per Riley no! Perché lei è con me, so che prima o poi apparirà dal nulla e mi racconterà qualche aneddoto divertente. È cosi da mesi ormai. Niente cambierà.

L’unico problema è che lei lo sa.

E questo non fa altro che avvantaggiarla. Quindi, ogni volta che faccio domande a cui lei non vuole rispondere, o neanche sentir formulare, sparisce. Per due, tre settimane.

Per quanto io voglia strangolarla ogni volta che lo fa, che rifiuta il mio giustificato bisogno di sapere dove sono i miei genitori, se anche loro verranno a trovarmi un giorno a parlarmi, sono costretta a rispettare questa sua regola.

Ormai, la consapevolezza che avrei visto solo Riley aveva messo a tacere tutto il resto. I primi tempi era una delusione poter parlare solo con lei, ma ora sono consapevole della fortuna che ho. Non ho perso mia sorella. Almeno, lei no.

“Rimarrai zitella a vita se continui a vestirmi come nonna Iride”, mi dice, acida.

“Riley, prima di tutto non devo, e non voglio, conquistare proprio nessuno. E poi, non ho la possibilità di prendere tutti i vestiti firmati e ultracostosi da un armadio celeste”, le rispondo, sorridendo amaramente.

“Ma se Sabine farebbe a pugni con il mondo pur di vederti vestita come una qualsiasi teenager! E poi, hai un sacco di bei vestiti nel tuo di armadio, eppure continui ad ignorarli e ad indossare quelle orribili felpe. Hai in programma di ingrassare di una quindicina di kili? Perché le hai comprate cosi grandi?”, mi sgrida.

Vorrei risponderle come meriterebbe: possibile che non abbia un minimo di comprensione per sua sorella? Io per lei ne ho a tonnellate.

Non voglio che la gente mi noti. Non voglio che la gente mi guardi.

Se devo per forza vivere questa vita, tanto vale far in modo che passi il più veloce possibile.

Ignorandola. Si, io ignoro la mia vita.

Continuo a lasciarmi trasportare, vittima del tempo, degli imprevisti, del dolore e delle lacrime.

“Lascia stare, Riley”, mi limito a dirle, “che fai, vieni?”.

Sono in ritardo, perciò afferro velocemente il materiale scolastico per la giornata e l’iPod, lasciando li mia sorella e dirigendomi verso la porta.

“Mmm, va bene. Però tieni il tettuccio scoperto. Mi piace la sensazione del vento tra i capelli”.

Ogni tanto, portare con me Riley fuori dalle mura domestiche è problematico.

Non posso dire che in questo lei mia aiuti, anzi: è dispettosa, indiscreta.

Tocca i capelli di tutti, gli tira. Prende le cose dalle tasche dei miei amici e le butta a terra.

Io la guardo sempre a bocca aperta, imponendomi di non parlare, di non sgridarla.

Lei mi guarda con quell’aria da furbetta e quando il malcapitato si china per raccogliere le sue cose, solitamente mi fa una boccaccia.

Mike si fa attendere come al solito cinque minuti. Esce da casa sua, una villetta a schiera, con in mano un croissant e nell’altra la cartella.

Ha la bocca sporca di zucchero a velo e ciò provoca l’ilarità di Riley: la sua risata simile a un trillo, mi impedisce per tutto il viaggio di seguire i discorsi sui nuovi arrivati.

Pare che Mike abbia sognato Edward, stanotte.

Mi stupisco che non abbia gli occhi a forma di cuoricino.

“Dovevi vederlo, era cosi bello anche in sogno! Mi sono svegliato proprio felice, tanto che mia madre quando è entrata…”.

Mia mamma quando è entrata, bla bla bla! E-chi-se-ne-fre-ga!”, scandisce Riley. Trattengo un risolino e, facendo finta di niente, tocco il braccio di Mike, in modo da sapere ciò che mi sono persa del suo chiacchiericcio.

È una cosa a cui sono abituata, oramai: un discorso di Mike o Angela, non finisce mai immediatamente, ma continua ad essere di vitale importanza per tutta la giornata. Perciò, so che a pranzo l’argomento ritornerà fuori senza dubbio. Meglio essere preparati, no?

Non guido velocemente, quindi ci mettiamo più del solito per arrivare a scuola. All’entrata del parcheggio, vedo immediatamente che Angela è appoggiata al cancello.

Ha entrambe le mani sui fianchi, un piede che sbatte furiosamente contro il cemento scuro, l’espressione imbronciata e gli occhi, oggi di un viola scuro, accesi da pura ansia.

“Che diavolo ha quella ragazza oggi?”, chiede Mike, facendo intanto un bel sorriso, assolutamente finto, alla nostra amica e agitando la mano in segno di saluto.

“Sii paziente, Mike. È in trepidazione per il nuovo ragazzo. Proprio come lo sei tu, d'altronde”, gli dico, ignorando la sua occhiataccia.

Angela ci viene incontro, agitando le braccia furiosamente e fermandosi a pochi passi dalla mia portiera.

Appena scesa, mi afferra per le spalle e mi dice: “la campanella suonerà tra poco e lui non è ancora arrivato. Guarda! Nessuna macchina fichissima in circolazione, nessun strafusto tra questi adolescenti puzzolenti… oddio, svengo!”.

“Angela, perché mai dovrebbe mollare? È qui solo da un giorno e nessuna ragazzina lo ha attaccato a un muro”, o almeno spero…

Spero? Oh, Bella, non dirmi che ci sei cascata anche tu!

Certo che non ci sono cascata. E come potrei? È solo il ragazzo più bello che abbia mai visto, misterioso e affascinante…

Non attendo una sua risposta, impedendomi categoricamente di arrivare in ritardo alla lezione d’Inglese, non stupendomi però di vederli venirmi dietro.

Mike si tiene il mento con una mano e l’aria pensierosa che ha assunto non mi rassicura affatto.

Quando Mike macchina qualcosa, non è mai nulla di buono.

“Io penso che si sia accorto che siamo tutte troppo scialbe per lui. Magari è andato nella scuola privata di Port Angeles, o magari a New York, dove le ragazze sono pronte a tutto pur di aver accanto a sé un bel faccino. Non che io non voglia fare di tutto per avere il suo di bel faccino accanto a me, ma questa è tutta un’altra storia…”.

Angela parla sempre a vanvera.

“Edward Cullen verrà a scuola, Angela. Bella le ha prestato la sua copia strausata di Cime Tempestose. Deve venire; a meno che non chiami Bella e le chieda di venire a casa sua per riprenderselo”, dice, ammiccando verso di me.

Angela si strozza con la sua stessa saliva, girandosi verso di me e puntandomi contro un dito.

Grazie tante, Mike. Ora ci vorrà un secolo per calmarla.

Che cosa? Perché io non ne sapevo niente, razza di amici privi di riconoscenza!? Ti devo ricordare che mi sono prenotata, Bella? Non si rubano i ragazzi alle amiche! Dovresti vergognarti…”.

Guardo Mike, anzi, cerco di fulminarlo. Grazie tante. Stronzo.

“Tu non eri quella che non lo aveva neanche guardato e ti eri limitata alle sue scarpe firmate?”, sbotta irritata Angela.

“Oh, beh, quella è storia vecchia. Quando l’ha visto quasi ci è rimasta secca. Sembrava spiritata, giuro. Mancava solo la bava e poi il quadretto era perfetto!”, trilla Mike.

“Giuro che…”, lo minaccio, puntandogli un dito contro.

“Oddio! È andata davvero cosi, Bella?”, chiede, con voce terribilmente stridula, Angela.

“Non proprio…” rispondo, imbarazzata.

Oh, maledizione, è andata proprio cosi.

La rabbia e la gelosia hanno reso l’aura di Angela di un orribile verdognolo.

La situazione è cosi ridicola e assurda da farmi ridere. Ma, naturalmente, non rido.

Se Mike e Angela non fossero gli unici della scuola ad aver accettato la “stramba Swan” e avermi preso con sé, a quest’ora gli ricorderei quando fossero ridicoli, a volte.

“Angela, ma quante volte te lo devo dire? Io non voglio rubarti proprio nessuno, anzi. Più quel Cullen mi sta lontana e più sono contenta! Può essere fichissimo, può sprizzare sesso da tutti i pori, come dici tu, le cose non cambiano. Ma la verità è che Edward Cullen, a me, non piace. Che cosa devo fare per fartelo entrare in testa?”, sbotto.

“Oh, non ti preoccupare, sei stata chiarissima”, sussurra Angela, con gli occhi fissi a guardare un punto dietro di me. Sembra… imbarazzata?

Mi giro, lasciandoli li e pronti per andare alla mia lezione, quando capisco il perché dello sguardo della mia amica.

Edward Cullen è a qualche passo da noi, le braccia incrociate e un sorrisetto strano, quasi da sbruffone, stampato su quel bel faccino.

I capelli ramati spettinati, oggi ancora più del solito, sembrano una fiamma ardente.

Faccio finta di niente, passandogli accanto senza degnarlo di uno sguardo.

Lui cammina veloce, fino a superarmi e aprirmi la porta della classe.

“Buongiorno, Bella. Prego, dopo di te”, dice, facendo un piccolissimo inchino.

Non siamo nel novecento, Cullen. Ma sei adorabile ugualmente.

Uh, ma che dico? Scuoto leggermente il capo ed entro, ignorando le varie occhiataccia che puntano verso di me.

Soprattutto di Jessica e Laurent, dato che Edward cammina sorridendo dietro di me.

Vado verso il mio posto, sperando con tutta me stessa che ce ne sia un altro libero, che lui non sieda ancora vicino a me.

Butto la cartella a terra, sedendomi svogliatamente sulla piccola e scomoda sedia di legno.

Edward è invece calmo e aggraziato. Appoggia la tracolla sul banco,spostando la sedia e sedendosi con leggiadria.

Preghiere vane. Si è seduto proprio vicino a me.

Sono stata maleducata.

Non ho neanche fatto un cenno di scuse, o uno sguardo imbarazzato. Cosi penserà che lo odio a morte.

Ma tanto a lui che gliene importa? Io, sciocca ragazzina vestita con maglie troppo grandi per il mio corpo esile, aria perennemente imbronciata e timida: cosa può interessargli di me? Il fatto che sono una pazza che sente le voci e che non può permettersi di toccare nessuno?

Edward non ne sarà rimasto deluso. È per questo che mi ha aperto la porta, no? Magari stava a dire che non gliene interessa e che non me ne devo preoccupare.

Afferro l’iPod dalla borsa, tiro su il cappuccio e premo play. Il volume è già al massimo.

Edward Cullen è il sogno di ogni ragazzina di questa città che lo abbia visto almeno una volta.

Per quale assurdo motivo dovrebbe interessarsi a me?

Non è possibile. Quindi, perché dovrei preoccuparmi? Ho fatto una figuraccia, forse non mi parlerà mai più per il resto dell’anno.

Ma è meglio cosi, no?

È proprio quello che volevo, infondo. Pace e tranquillità. Calma e monotonia.

Fino a quando le cose rimarranno cosi, posso sapere che cosa mi aspetterà e vivere meglio.

Le novità non mi piacciono. Va bene cosi, va bene cosi.

Niente Edward Cullen, niente novità, niente cambiamenti.

Ma proprio mentre sto incominciando a convincermi di ciò, ripetendomi “va bene cosi” come una litania, mi sento investire da una tremenda scossa.

È più forte di un fulmine, una scarica elettrica che mi pervade la pelle, arrivando fino al mio cuore, scorre nelle vene e mi riempie il corpo di uno strano formicolio.

Tutto perché Edward ha messo una mano sulla mia.

Non ho sentito nessun suo pensiero e, anche se era successo anche la volta precedente, non posso fare a meno di essere sconvolta e impaurita.

Chi è questo ragazzo per avere un effetto simile su di me? Come può annullare i miei poteri?

È difficile, praticamente impossibile, sorprendermi.

Da quando sono una sensitiva, da quando la mia vita è completamente cambiata, solamente mia sorella riesce a cogliermi in fallo.

E per questo si diverte tantissimo ad ingegnarsi per stupirmi.

Fisso sconcertata la sua mano, grande e dalle dita lunghe, da pianista, guardandola coprire completamente la mia.

Sento il suo sguardo addosso, perciò alzo gli occhi e li punto nei suoi, di uno strabiliante color oro.

“Volevo restituirti questo”, dice, porgendomi il libro che gli avevo prestato, e sorridendo.

Non rispondo al sorriso, ancora troppo sconcertata dal suo tocco.

Togli la mano, togli la mano. Ti prego.

Dico cosi perché nell’esatto istante in cui Edward mi ha toccata, tutte le voci nella mia testa hanno taciuto. Nessun pensiero strappato senza il loro permesso, nessun vociare sommesso.

Niente. Completo silenzio.

Però, capendo che ciò che dico non ha senso, che il difetto dei miei poteri non può dipendere dal ragazzo, scuoto la testa e dico: “guarda che puoi tenerlo ancora un po’, non c’è problema. Perché a dire il vero a me non serve. Quel libro l’ho letto cento volte”. Cerco di accennare un sorriso e di rimando i suoi occhi si illuminano come due stelle.

Perché fa cosi? Perché sembra cosi felice che io sia stata gentile?

Tutto questo non ha assolutamente senso.

Edward toglie la mano e l’effetto del suo tocco, anche se sono sicura che lui non c’entri per niente, svanisce dopo qualche istante.

Magari è… perché sono in qualche modo attratta dal lui? Dai, chi non sarebbe attratta da un ragazzo cosi bello, affascinante, intelligente, galante?

Forse se mi toccasse la mano Johnny Depp sarebbe la stessa cosa!

“Anche io so come finisce”, risponde, come se la cosa fosse ovvia.

All’improvviso il suo sguardo cambia, diventando talmente intenso, infiammante, intimo, da costringermi a guardarmi le mani.

Perché fa cosi?

Decido che ignorarlo è il metodo migliore per non impazzire prima del suono dell’arrivo del professore, perciò afferro le cuffie e mi preparo per immergermi ancora tra le note di una delle tante band chiassose e tremendamente necessarie per non impazzire tra i pensieri degli altri studenti.

Edward riprende la mia mano, impedendomi cosi di indossare gli auricolari e chiede: “cosa ascolti?”.

Per la seconda volta, nell’aula tutto tace.

Per la seconda volta, insieme alla stranissima sensazione di pace e tranquillità provocata dal suo tocco, mi sento… normale.

Prima poteva essere stata un mia distrazione, o un errore. Ma ora non può essere cosi. Stessa situazione, stessi risultati. C’è qualcosa che non va.

I miei compagni sono ancora li, alcuni che chiacchierano tra loro, altri che guardano fuori dalla finestra con fare pensoso.

Eppure non sento le loro parole sommesse, né i pensieri dei distratti.

Solo la voce carezzevole e gentile di Edward, che domanda ancora: “Bella, ti ho chiesto cosa stai ascoltando”. Sorride di nuovo, in un modo tanto intimo e privato da farmi arrossire.

Il mio corpo è teso, elettrico. Non capisco il perché: insomma, non è affatto la prima volta che un ragazzo tiene la mia mano, ma non mi è mai successa una cosa del genere. Assolutamente.

“Oh, si… uhm, è una playlist che ha fatto per me Angela, la mia amica. Più che altro ci sono vecchi gruppi Goth anni 80, hai presente? Tipo Cure, Siouxsie, And The Banshees, Bauhaus”, rispondo, stringendomi nelle spalle e cercando di distogliere lo sguardo dai suoi occhi e, inevitabilmente, non riuscendoci affatto.

È possibile che i suoi occhi siano di quella incredibile sfumatura oro miele?

“Mmm. Quindi ti piace il Goth?”, chiede, inarcando le sopracciglia con aria scettica.

Passa lo sguardo sulla mia lunga coda di capelli biondissimi, la felpa blu scuro e il viso pulito e senza una filo di trucco.

“Veramente non proprio. È Angela che lo adora”. Cerco di fare una risatina, ma ne esce un suono talmente nervoso da farmi rabbrividire. Eppure, Edward ne sorride.

“E a te? A te cosa piace?”. Il suo sguardo è ancora puntato verso di me.

Dire che è divertito sarebbe un eufemismo.

Mi prendo qualche secondo per rispondere, cercando di perdere tempo e, fortunatamente, proprio in quel momento entra il professor Robins, con le guance arrossate e la camminata un po’ ondeggiante. Il resto della classe pensa che sia aggraziato, mentre in realtà è solamente ubriaco.

Edward sospira, togliendo la cartella da sopra il banco, vedendo che oramai tutta la mia attenzione è verso la lezione. O almeno cosi sembra.

Calo di più il cappuccio sulla fronte e giro la rotellina dell’iPod.

Avvolta e frastornata dalle note martellanti dei gruppi Goth di Angela, torno alla normalità.

Problemi di stupidi adolescenti, complessi sui loro corpi, dilemmi sentimentali, stress per test incombenti, i sogni falliti del professor Robins e i litigi con la moglie, e Jessica, Laurent e Tayler che si domandano cosa potrà mai trovare in me quel ragazzo cosi favoloso.

 

 

 

 

 

Allora, care. Spero tanto che questo capitolo vi sia piaciuto.

Non ci sono molti chiarimenti da fare perché penso che sia tutto abbastanza semplice fin ora. I problemi inizieranno tra poco, anche se già ora c’è qualche segnale spia.

Vediamo chi ci arriva!

 

 

UNA RECENSIONE, PLEASE?

 

 

Ringrazio chi ha messo questo storia tra i preferiti: 38

Ringrazio chi ha messo questo storia tra le seguite: 28

 

 

Rispondo alle recensioni:

 

 

 yle94 [Contatta]

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 29/12/09, ore 23:31 - Capitolo 3: Capitolo 3

Benvenuta nuova lettrice! Sono contenta che i nuovi capitoli ti piacciono e spero vivamente che continuerai a seguirmi e a lasciare recensioni! Grazie tante, un abbraccio.

 giugiu182 [Contatta]

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 24/11/09, ore 20:27 - Capitolo 3: Capitolo 3

Cara giù, tu non mi doni solamente un sorriso! Oltre il fatto che le tue recensioni sono sempre costanti e non mi abbandoni mai in qualsiasi delirio io scriva, sono anche sempre molto molto dolci! E simpatiche…già, mi doni anche tanta allegria! Ti ringrazio quindi per tutto.

Ah, ti faccio uno spoiler. Nel prossimo capitolo di A&O Bellina farà una gran bella sfuriata a tutti i Cullen… come dici tu, la mia Bella (quella che scrivo io) ha le palle e si vedranno! YEAH!

Bya sister, BAMBILIBAMBAM!

 mery123 [Contatta]

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 24/11/09, ore 17:18 - Capitolo 3: Capitolo 3

Ciao cara! Sono contenta che Mike gay ti piaccia xD haha poverino, che si leva dalle scatole… comunque le rompe uguale, però da amico!

Spero che questo cappi ti sia piaciuto, tesora!  Un abbraccio, TVB

 rebecca73 [Contatta]

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 24/11/09, ore 17:14 - Capitolo 3: Capitolo 3

Ciao! Anche se non hai letto il libro stai tranquilla perché cercherò sempre di far in modo che le cose non siano troppo complesse e che non ci siano troppe domande senza risposte. Quindi non ti preoccupare e continua a seguirmi! A presto.

 Bella_kristen [Contatta]

Segnala violazione

 24/11/09, ore 17:12 - Capitolo 3: Capitolo 3

Ciao! Tu dici di no (e ti ringrazio) ma per me il capitolo scorso era pallosino. Comunque in questo c’è tanto Eddy! Spero ti sia piaciuto! Bacio.

 

 

Le mie Fic:

In corso:

Fuga dal successo (cap. 13, raiting arancione)

Amore e odio ( cap. 7, raiting arancione)

Evermore ( cap 4. raiting verde)

Attimi d’amore (7 drabble. Raiting verde)

Conculuse:

Ombre  (One Shot, raiting giallo)

Amore e Passione  ( cap. 25, raiting arancione)

 

 

  
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