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Autore: greta1992    24/11/2009    6 recensioni
Mike è fuggito verso Edward. Questo lo so. È dietro di lui e si sta sbracciando per farsi notare da me.
Vuole che io guardi il ragazzo. Infondo, seppure il suo scherzo sia per me di pessimo gusto, non ha tutti i torti. Non posso evitarlo per sempre. Tutta la scuola ne parla, sarebbe impossibile. Per giunta frequenta due dei miei corsi.
Per questo motivo, lentamente, alzo gli occhi verso di lui.
E per la prima volta vedo Edward Cullen.
Dopo che tutta la famiglia di Bella rimane vittima di un terribile incidente, dal quale lei si salva miracolosamene, tutta la sua vita cambia. Ora lei riesce a vedere l'aura delle persone, sentire i pensieri e saperne la storia di chi tocca. Questo dono indesiderato la costringe a isolarsi e a limitare le proprie amicizie. Tutto cambia quando a scuola si trasferisce il bellissimo Edward Cullen. Bella si innamora di lui, ma non solo per il suo aspetto. Perchè Edward riesce a ridurre al silenzio le voci e l'energia nella mente di Bella?
NB: Questa storia riprende la trama del libro "Evermore" di Alyson Noel. È una PRO BellaxEdward.
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti

Salve a tutti! Ehm, so benissimo che è un’eternità che non aggiorno. Mi scuso tantissimo. Alla fine spiegherò il perché.

Ora vi lascio alla lettura.

See you later.

 

 

 

 

Guido fino a casa. Non penso. Non guardo neanche dove sto andando. Non credo ce ne sia bisogno. È impossibile che io faccia un incidente.

Come sempre mi sono dimenticata di chiudere il portone di casa: prima ci pensava mia madre, che era l’ultima ad uscire di casa. Non è affatto valida come giustificazione, ma ho solo questa. Mi sembra assurdo fare qualcosa che prima svolgeva lei quotidianamente. Come sbucciare la frutta toccava a papà, come prendere il giornale nel vialetto di casa a Buttercup.

Vado in cucina e prendo una bottiglietta di Coca-Cola. Il frigo sembra un piccolo reparto del supermercato: non manca mai niente, tutto è sempre nella solita posizione, tutto è in ordine. Ogni mattina una donna di colore di piccola statura viene a mettere a posto la casa. Immagino che due o tre ore le bastino, anche se la casa è molto molto grande.

Nella mia camera è sempre tutto a posto e pulito: non tocco molti oggetti e, quando lo faccio, risistemo tutto. Questa casa non è ancora mia. Questa non è la mia famiglia. La mia famiglia non c’è più.

Chi è Edward Cullen? Come diavolo fa a non avere un’aura e a fare tutte quelle altre cose strane? Perché non sento i suoi pensieri? Perché non ho visto la sua storia quando mi ha toccata?

E soprattutto, come fa ad attrarmi a lui come un’orbita irresistibile?

Chi è Edward Cullen? Cosa vuole da me? Perché è venuto qui?

La tranquillità delle mie giornate, seppur vuote e dolorose, era rassicurante. È tanto tempo ormai che non mi chiedo “e domani cosa succederà?”.

Tutto era sicuro, programmato. Ora mi sento persa, esposta, in pericolo.

Quel ragazzo, talmente bello da far male, cosi inquietante da costringermi a stagli lontano, ha sicuramente qualcosa di diverso, qualcosa che non è normale.

Tutti hanno un’anima, tutti hanno un’aura.

Rossa, arancione, gialla, verde, azzurra, viola, indaco, rosa, grigia, marrone, nera, bianca…

Non ho mai visto un’aura bianca.  Vuol dire equilibrio perfetto dei sentimenti, della ragione, del cuore.

Forse non esiste nessuno su questa terra con un’aura bianca. Perché, se ne avesse una cosa, probabilmente non potrebbe essere qui.

Qui c’è troppa sofferenza, troppo odio, per un’aura bianca.

La maggior parte del mio tempo lo passo in camera mia. O nel mio appartamento, come lo definiscono Angela e Mike.

Sabine non è mai a casa o, quando raramente c’è, lei sta da una parte, io da un’altra. Non è una scelta sua e sicuramente non è una di quelle matrigne cattive che ti fanno lavare casa tutto il giorno, impedendoti di andare al ballo della scuola.

Sabine mi manderebbe anche tutti i giorni ai balli. Sono io che non voglio.

Probabilmente ho rovinato la vita a mia zia. Prima era una bella donna in carriera, tutto ufficio e cene di lavoro, uomini sposati che le facevano la corte e le regalavano fiori e cioccolatini. Uomini falliti per notti infuocate, come diversivo. Poteva avere tutto ciò che voleva. È bella, piena di soldi e con un lavoro che le da soddisfazioni a valanghe.

Sabine non ha avuto scelta. Quando tutta la mia famiglia è morta, ha dovuto prendermi con sé.

Cioè, in realtà una possibilità l’aveva. Ogni giorno ci pensa per almeno un minuto.

Forse la sto distruggendo io. Forse era meglio se…

Mi chiedo se non avessi con me neanche Sabine le cose potessero andare ancora peggio. Mi sembra praticamente impossibile. Non riesco neanche ad immaginare qualcosa peggiore di questa vita… a parte ora che c’è Edward Cullen e tutte le sue stupide stranezze.

Quando c’è stato l’incidente, Sabine è stata la prima persona informata. I miei nonni sono tutti morti, l’ultimo qualche anno fa. Mia madre era figlia unica e Sabine, invece, è la sorella gemella di Charlie. Ogni volta che guardo mia zia in volto, è come se prendessi un pugno nello stomaco.

Ha lo stesso naso dritto e perfetto, gli occhi tremendamente uguali ai miei e a quelli di mio padre.

È difficile convivere con la gemella del mio defunto padre.

Sabine è stata coraggiosa: ha scelto di non darmi in custodia a un gruppo di estranei e tenermi con sé, rinunciando alla sua libertà.

Appena ha ricevuto la telefonata della polizia, ha venduto il suo loft di lusso e ha comprato questa grande casa in un quartiere di Laguna Beach pieno di belle famigliole felici.

La mia camera è arredata come quella delle ragazze di OC. Però più bella, più grande e più rosa.

Rosa. Non mi piace il rosa. Cioè, prima mi piaceva, ma adesso lo trovo un po’ troppo frivolo. Inappropriato, ecco.

Al centro della mia stanza si erge un favoloso letto a baldacchino a una piazza e mezzo, con delle tende di tulle tutte intorno, per la calura estiva. Davanti a questo vi è un grande televisore al plasma attaccato alla parete, con una Play Station e qualsiasi tipo di gioco. Non l’ho mai usata.

Alla sinistra, c’è un grande bagno in stile vittoriano dai colori lievi, con vasca idromassaggio.

Nella porta accanto vi è una gigantesca cabina armadio, piena di vestiti di seta leggeri e colorati, scarpe col tacco e borse firmate.

Ci sono altre due porte: una porta da a un fantastico balcone con vista sul mare, dove c’è anche una piscina. L’altro verso una specie di salottino personale, con un’altra televisione a schermo piatto, un po’ più grande dell’altra e un frigo bar.

Un piccolo piano cottura, un microonde, un forno, un frigo stracolmo di schifezze che tanto mi piacciono, sedie a sacco, divani colorati, un flipper e un baila.

È normale che io non esca mai da qui: non c’è niente che mi manca.

In passato avrei dato qualsiasi cosa per avere una stanza cosi.

Ora darei qualsiasi cosa pur di tornare al passato.

Mi chiedo spesso che cosa sarebbe successo se Sabine avesse già un figlio o una figlia: forse sarebbe nato una specie di conflitto a senso unico. Non deve essere piacevole per un’adolescente vedere i propri spazi violati da una ragazza depressa e orfana.

Ma mia zia non ha mai pensato ad avere figli. Forse è troppo occupata con le cene di lavoro e le sue notti infuocate con uomini falliti, oppure non ha ancora incontrato quello giusto. Forse non ha la più pallida idea di come inserire un figlio nella sua ruotine. Me inclusa.

Oppure è un connubio di tutte e tre le cose. Probabilmente basto io come scocciatura. Un altro figlio per lei, in questo momento, sarebbe più una maledizione che una gioia. Che brutti pensieri.

Presumibilmente, visto che sono sensitiva, queste cose dovrei saperle. Beh, non è affatto cosi.

Io non vedo le motivazioni che spinge la gente a prendere determinate scelte.

Sono più una sequenza di immagini che si succedono velocemente, come una serie di diapositive.

Spesso riesco a coglierne facilmente il senso. Certe volte sbaglio completamente.

Una volta ho incontrato una vecchia signora con la casa piena di gatti: quando su un’immagine ho visto un piccolo gattino nero dagli occhi gialli, avevo pensato che si sarebbe semplicemente aggiunto alla già folta schiera di mici. Invece, la donna aveva avuto un incidente con la macchina, perché era andata a finire contro un albero per non investire il gattino.

Avevo interpretato male il messaggio, ma la colpa era mia. Le immagini, in sé per sé, non sbagliano mai.

Comunque, non ci vuole né un genio, né una sensitiva, per capire che quando una donna immagina un figlio, vede un fagottino rosa pieno di felicità e gemiti.

Non una ragazza piena di dolore e tristezza, che dice poche parole e quando lo fa ha tutta l’aria di volersi buttare dalla finestra del suo bellissimo balcone.

Per questo motivo, cerco di starmene il più lontana e tranquilla dal mondo verde dei soldi di Sabine. Io nel mio appartamento, lei nel resto della casa.

È necessario. Non piacevole, ma necessario.

Di certo non aiuta il fatto che ogni giorno faccio due chiacchiere con la mia sorellina morta.

La prima volta che ho visto Riley da dopo l’incidente, è stato all’ospedale.

Mi ero appena svegliata e avevo già fatto la scena da pazza con l’infermiera e la sua aura rosa.

Lei mi guardava dai piedi del letto, con sguardo divertito e leggermente, ma solo leggermente, impietosito. Mia sorella non si è mai dimostrata molto comprensiva. Beh, è normale che non lo sia.

È lei quella ad essere morta, non io. Almeno fisicamente. Forse dentro è più viva lei di me.

Riconobbi subito che non era umana, perché la sua figura era lievemente opaca, irreale. Come se la stessi vedendo da chilometri da distanza, invece che da mezzo metro.

Non mi venne in mente di urlare, chiamare aiuto o cose del genere. Sapevo che non mi avrebbe fatto del male. Come sapevo che Riley era morta e che quella era solo una specie di visione, o qualcosa del genere. Ne sentivo la presenza nella stanza. Come avevo sentito quella dell’infermiera dall’aura rosa.

Era più leggera, la sua presenza. Per questa sapevo che non era veramente viva come sembrava.

Aveva in mano un girasole, lo stesso che c’era nel prato dove mi ero trattenuta dopo l’incidente, e con l’altra mi salutava. Stava sorridendo. Un sorrisino divertito, impertinente.

Da una parte ero irritata, perché non capivo che cosa ci fosse di divertente in tutto quello che mi era successo.

Dall’altra, ero talmente felice di vederla, che non riuscivo a dire una parola.

Anzi, qualcosa la dissi. “Dove sono mamma, papà e Buttercup?”.

Lei ha fatto spallucce, una linguaccia, ed è svanita. Per un bel pezzo.

Per tutto il mese in cui sono rimasta in ospedale non si è fatta più vedere. Ora, a mesi di distanza, so che è stata una punizione. Con Riley è vietato parlare dei miei genitori, dell’aldilà e di qualsiasi cosa mistica io voglia, o debba, per non impazzire, sapere.

Lo stesso giorno in cui venni dimessa dall’ospedale e potei tornare a casa, Riley era li.

Era li quando Sabine mi faceva fare il giro delle mie stanze. Si avvicinava a ogni oggetto e faceva l’occhiolino, o alzava il pollice in segno di assenso, o tutte e due le cose. Ma non parlava. Non diceva una parola. Quella cosa mi irritava. Finché non avesse parlato, tutto mi sarebbe sembrato irreale. Cioè, era impossibile che lei fosse reale davvero. Ma mi avrebbe fatto sentire un po’ più sicura che potevo interagire con lei e che non era tutto frutto del mio subconscio.

Quando Sabine vide che il mio interesse per tutti quegli oggetti, i quali avrebbero fatto impazzire qualsiasi teenager, non avevano attirato la mia attenzione, uscì velocemente dalla stanza.

Quella sera fu l’unica in cui sentii Sabine piangere.

Guardai Riley arrabbiata.

“Che diavolo vuoi? Vieni all’ospedali, non parli, mi guardi come se fossi un pagliaccio, e, appena ti chiedo dove diavolo sono mamma e papà, sparisci per un mese?”, sbottai, arrabbiata.

Fece spallucce, proprio come prima di andarsene dalla stanza d’ospedale.

Mi avvicinai. Volevo prenderle quelle cavolo di spalle e scuoterla fin quando non mi avesse detto dove erano mamma e papà.

Ma dopo due passi mi fermai. E se non fossi riuscita ad afferrarle? Avrei dovuto definitivamente convincere me stessa che Riley era solo una figura immaginaria, che la mia sorellina era morta. Come mia madre e mio padre.

Feci un respiro profondo. “Dove sei quando sei con me? Dove sei stata in questo mese? Sei insieme a mamma e papà… in una specie di paradiso?”. Mi sentivo una sciocca.

Lei alzò le mani, come se stesse pregando. Riley non era mai stata religiosa. Come non lo ero mai stata io, né Charlie.

Ma non stava invocando nessun dio. Tra le sue mani apparve un grande quadro.

Aveva colori vivaci e rappresentava un bellissimo paesaggio.

Il paradiso.

Riley sorrise e poi risparì.

Presi il quadro e l’abbracciai, come se potessi entrare e farne parte.

Aprii la seconda porta, quella che mia sorella aveva guardato prima di svanire.

E li, mi resi conto che Riley mi stava proprio prendendo per il culo.

Perché, davanti a me, avevo lo stesso paesaggio del quadro.

“Dannazione”.

 

 

“Ti sei divertita, eh?”, le avevo detto.

Il giorno dopo, Riley era tornata. Non aveva in mano nessun fiore, nessun quadro o niente del genere.

Vestiva i miei jeans preferiti e una mia maglia di lana. Tutto le stava grande di almeno due taglie, quindi era stata costretta a fare di risvolti.

“Perché diavolo ti sei messa la mia roba?”, continuai. Lei non rispondeva.

Eravamo state qualche minuto a fissarci in cagnesco. Lei gli oggetti superflui della mia stanza, che guardava con aria invidiosa, io i miei vestiti della vecchia casa, addosso a lei.

Non potei impedirmi di piangere. Non un pianto vero e proprio. Solo qualche lacrima sfuggita al mio controllo.

“Oh, ma per favore. Hai visto per caso questo computer? È favoloso. E l’ipod? Cercherò assolutamente di procurarmene uno e…”.

“Come? Tu puoi parlare?”. Ero sbigottita. Mi alzai dal letto e feci qualche passo verso di lei, timorosa.

“Certo che posso parlare, idiota. Sono morta, mica tonta”, mi rispose, ridacchiando. Non mi guardava negli occhi. Continuava a girare, toccando oggetti che non erano di nessuno, tastando il materiale dei materiale dei mobili e lodandone la bellezza.

“E perché non mi hai mai parlato prima?”, le chiedi, singhiozzando.

“Uhm, volevo solo divertirmi un po’. Però dovevi vedere la tua faccia. Davvero esilarante… Sai, mi sto annoiando parecchio”, si giustificò, scrollando le spalle.

“Annoiando? Mi hai preso in giro per un mese intero! E perché non ti sei fatta più vedere?”, sbraitai.

“Ti passerà presto”. Continuava a muoversi. Avrei voluto urlarle di stare ferma, guardarmi negli occhi. Volevo che si scusasse con me.

Che si scusasse per essere morta?

Che si scusasse per non avermi portato con loro, per avermi abbandonata in questo mondo pieno di sofferenze, mentre lei si annoiava?

Che si scusasse per avermi presa in giro, per avermi trattata come un passatempo?

Ma quando mi ero girata verso di lei, Riley era già scomparsa.

 

 

 

Probabilmente questo capitolo è una noia. È stato abbastanza noioso anche scriverlo. Si, perché vorrei passare subito a Edward, ai suoi segreti e a tutto il resto. Ma tutto questo era necessario. E datemi retta, o tagliato anche un sacco di cose per non farlo venire troppo papiro egiziano.

Allora, spero che non mi rifiuterete in massa e che magari mi direte comunque cosa ne pensate, lasciandomi una recensione.

 

Beh, vi prometto che nel prossimo capitolo ci sarà tanto tanto Eddy.

 

Ps: tutti in msn (il mio contatto è fridagr93@hotmail.it aggiungetemi!) sono rimasti sconvolti dal fatto che Mike è gay. Tutti: Ma Gre, ma quello è gaaaaay? *.* IO: beh, si! Lo è! Vi dispiace? Siete scioccate? hahaha

 

Ora… ringraziamenti.

 

Recensione di sydney bristow [Contatta] del 02/11/2009 - 01:28PM al capitolo 2: Capitolo 2 - Firmata

Ciao! Si, fai benissimo! te lo consiglio! L’hai comprato? Che te ne pare? Spero che questo capitolo non faccia schifo. Fammi sapere che ne pensi. Kiss.

Recensione di Bella_kristen [Contatta] del 02/11/2009 - 11:07AM al capitolo 2: Capitolo 2 - Firmata

Ciao carissima! Le tue recensioni non mancano mai in qualsiasi cosa io scriva e per questo ti ringrazio tantissimo! Allora, voglio dirti grazie anche per i tuoi complimenti! Davvero, non li merito! Spero che questo capitolo non ti abbia annoiato. Bacio, cara.

Recensione di giugiu182 [Contatta] del 02/11/2009 - 03:19AM al capitolo 2: Capitolo 2 - Firmata

Scrivo in maniera sublime? Io sarò anche modesta, ma tu sei davvero troppo buona! Allora, mi scuso per non aver aggiornato Amore e odio. Sono tipo in panico perché non so davvero che fare.

Non so come far evolvere la storia, chi far scegliere a Bella, come farla comportare. Panico e poca ispirazione. Non so che fare, davvero. Aiutoooooo! Devi aiutarmi, please! Intanto, che ne dici di questo capitolo? Questo si che è noioso. Che palle. Uffa. -.- sono depressa! Tirami su, BAMBILIBAMBAM! Ciao giu. Ho bisogno di una dose dei tuoi ormoni!

Recensione di Twilighter94 [Contatta] del 01/11/2009 - 08:16PM al capitolo 2: Capitolo 2 - Firmata

Ciao cara! No, come avrei potuto prenderla male? Sei stata gentile, mica offensiva! Affatto! Mi hai solamente dato dei consigli, per altro molto giusti, che non ho potuto fare a meno di osservare. Spero che in questo capitolo io ti sia piaciuta, ma non sono per niente soddisfatta di me stessa. Lo trovo tremendamente noioso, forse perché non c’è Edward. Solo Sabine e Riley. Ma era necessario per la svolta che prenderà la storia. Allora, beh, ammetto che poche volte ricontrollo quello che scrivo. Assolutamente non ho una beta, perché credo di poter far benissimo da sola (visto che non mi reputo un’ignorante xD… non perché chi ne abbia una lo sia, ma io ho il tempo di occuparmene io stessa). Ti ringrazio davvero per tutti i tuoi bellissimi complimenti. Sono felice che la storia ti intrighi. dimmi che ne pensi di questo cappi. Farò un salto nelle tue storie il prima possibile. Ma anche tu vai a vedere le mie, ok? Soprattutto “amore e odio” (che è il seguito di amore e passione, quindi se hai tempo inizia da li) e “fuga dal successo”!grazie mille ancora. Baci!

Recensione di kawaiireby [Contatta] del 01/11/2009 - 04:55PM al capitolo 2: Capitolo 2 - Firmata

Grazie mille, carissima!

Recensione di mery123 [Contatta] del 01/11/2009 - 04:25PM al capitolo 2: Capitolo 2 - Firmata

Haha tesora! Grazie mille! Tutti sono rimasti scioccati da Mike gay. Tu no?

xD ti voglio bene!

 

 

Ringrazio chi ha messo la mia storia tra le preferite: 31

Ringrazio chi ha messo la mia storia tra le seguite: 15

 

Le mie Fic:

In corso:

Fuga dal successo (cap. 12, raiting arancione)

Amore e odio ( cap. 5, raiting arancione)

Evermore ( cap 2. raiting verde)

Attimi d’amore (3 drabble. Raiting verde)

Conculuse:

Ombre  (One Shot, raiting giallo)

Amore e Passione  ( cap. 25, raiting arancione)

 

Alla prossima, carissimi!

 


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