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Autore: baby dark    01/07/2005    12 recensioni
holla!!!!ecomi qui! allora, la mia storia è un pò diversa dalle altre perchè inizia che Ryan e Strawberry stanno insieme e sono felici. La situazione verrà turbata dall'arrivo di...Richard Shirogane, il fratello di Ryan...ne vedremo delle belle!!!!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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 12° capitolo: at the airport

La luce solare illuminò il mio viso. Quel viso bagnato dalle lacrime amare versate la sera precedente. Non ricordo di essermi addormentata. Non ricordo di aver smesso di piangere. Infatti credo di aver pianto anche durante il sonno. Guardo il calendario. Il cuore mi si stringe e l’aria scompare dai miei polmoni. Oggi Ryan avrebbe preso l’aereo delle 11.00 verso l’ America e sarebbe uscito per sempre dalla mia vita. Mi avvolsi nuovamente nelle morbide coperte che emanavano un odore dolcissimo. Inebriata da quel profumo, mi riaddormentai.

Mi svegliai di soprassalto. Mi sembrava di aver dormito per pochi minuti, invece erano passate ben due ore, erano le dieci e un quarto.

In preda ad uno stato ansioso inspiegabile, mi diressi verso le finestra. Spostai la tenda rosa che copriva la visuale e presi a guardare il paesaggio metropolitano. Qualcosa mi diceva che non era la solita visuale di tutti i giorni. Qualcosa non quadrava, ma non riuscivo a capire cosa. Richiusi la tenda  e mi sedetti sulla sedia a crogiolarmi nei miei interrogativi.

Improvvisamente, quasi mossa da una forza esterna, mi diressi di nuovo alla finestra spostai nuovamente la tenda e riguardai fuori. Passarono alcuni secondi prima che il mio sguardo si posasse sul muro che era proprio di fronte a casa mia. Quel muro, che era stato per anni ed anni di un bianco immacolato, adesso era diverso. Mi strofinai gli occhi perché pensavo fosse un allucinazione, uno scherzo della mia vista ancora assonnata. Li riaprii. Ma la scritta su quel muro era ancora lì. Forse non era un allucinazione.

La scritta blu che deturpava quel muro diceva: CHIEDIMI DI RESTARE !

Rimasi imbambolata lì per non so quanto tempo. Poi ebbi uno scatto e in niente mi ritrovai per strada, gia vestita, che correvo verso l’aeroporto con una miriade di  interrogativi: lo voglio davvero perdere? Sono sicura che lo faccio per lui? sono sicura che io non voglia rinunciare a lui solo perché ho paura dei miei sentimenti? Improvvisamente, come se avessi avuto un illuminazione divina, tutto mi fu chiarito. La  verità era che io avevo fatto tutto quello che avevo fatto, solamente perché avevo paura. Una fottuta paura di amare Ryan. I miei stessi sentimenti mi facevano paura. Il fatto che non avessi mai provato simili sentimenti, era come saltare nel vuoto. Ma adesso sono sicura. Sono pronta ad amarlo come non ho mai amato in vita mia…

 

Ero davanti all’entrata dell’aeroporto. Ero appoggiato alla porta automatica quando qualcuno mi chiamò da dietro. Mi voltai. Mio fratello era lì impalato, con un aria da pentito. Quanto avrei voluto prenderlo a pugni, ma non lo feci. Mi limitai a guardarlo come se fosse il peggiore dei traditori.

Ri: fammi dire quello che devo dire e poi mi prenderai a pugni, ma prima ti devo confessare che con Strawberry non è successo niente. Non dovrei dirtelo, ma non voglio che entrambi rimpiangiate questo stupido errore per tutta la vita. Lei lo ha fatto solo per te. Voleva che tu te ne andassi libero da ogni legame, così non saresti tornato. Sperava che tu in America avresti trovato una ragazza adatta a te, visto che, secondo lei stessa, lei non lo era. Mi dispiace. Non mi sarei dovuto prestare, ma l’amore a volte tira brutti scherzi, tu lo dovresti sapere. Nel mio cuore c’era una speranza. La speranza che standoli vicino dopo la tua partenza, lei, avrebbe imparato ad amarmi. Ma, quando ho visto i suoi occhi piangere dopo che tu te ne sei andato, anche quella speranza è svanita.

Quasi commosso, mi diressi verso di lui e lo abbracciai. Un abbraccio sincero,un abbraccio tra fratelli.

R: grazie.ma adesso è ormai tardi. Non c’ entra più niente quello che è successo tra di voi. Lei, anche se con le più nobili intenzioni nei miei confronti, ha fatto la sua scelta, ed io non posso far altro che accettarla. Ma tu dove andrai? Vedo che hai una valigia.

R: come hai detto tu, lei ha fatto la sua scelta: ha scelto te. Io sto semplicemente scappando. Me ne andrò in Australia. In questo periodo lì ci sono delle onde magnifiche.

Nel mio cuore, adesso, c’era solo un rimpianto: non aver trascorso più tempo con quel simpatico tizio che era mio fratello. Spero che avremo altre circostanze per essere fratelli, adesso che ci siamo realmente ritrovati.  Entrambi ci dirigemmo verso i nostri rispettivi imbarchi. Prendemmo strade opposte, ma sapevamo tutti e due che tutta questa storia, anche se solo alla fine, ci aveva riuniti.

 

Ero finalmente arrivata all’aeroporto. Attraversai le porte scorrevoli. Il panico si impossessò di me. Mi maledii per essermi ritrovata in quella situazione. Avevo perso ogni speranza. Stavo per girare i tacchi e andarmene, quando vidi dei capelli dorati. I suoi capelli dorati.

S: RYAN!!! RYAN!!!

Lui non mi udì. Raccogliendo le ultime tracce di voce che mi erano rimaste, urlai ancora una volta il suo nome.

Fu solo allora che lui si voltò per vedere chi lo stesse chiamando. Nel vedermi i suoi occhi si illuminarono. La stessa luce che li animò quando io gli dissi per la prima volta ti amo.

 

Ero tra una miriade di persone ad attendere il biglietto. Improvvisamente, sentii una voce che mi chiamava. Non so chi guidò la mia testa, ma si voltò verso la fonte delle urla. Era lì, con i capelli tutti arruffati per la corsa, il fiato corto per le urla. Nel momento stesso in cui la vidi tutti i miei buoni propositi svanirono.

S: te lo sto chiedendo! Rimani!

Lasciai cadere a terra la valigia e le corsi incontro. Lei fece lo stesso. Ci abbracciammo e, come se non ci vedessimo da chissà quanto tempo, ci baciammo. Non badammo a gli occhi di tutti i presenti che erano puntati su di noi. Esistevamo solo io e lei. Nessun altro. Ci allontanammo l’una dall’altro e vidi che lei stava piangendo. Le asciugai le lacrime con il pollice e, non resistendo all’impulso, la baciai di nuovo.

Solo dopo ci accorgemmo che tutti ci stavano guardando. Sorridemmo imbarazzati mentre tutti cominciarono ad applaudire.

S: la prossima volta, non imbrattare nessun muro, ci siamo intesi?

La presi imbraccio e le sussurrai all’orecchio…

R: non credo ci sarà una prossima volta…

 

Perché, ogni storia decente deve avere il suo lieto fine, con il solito, ma intramontabile, “E vissero felici e contenti”

 

 

spero vi sia piaciuta, scrivetemi tante recensioni, ditemi anche cosa ne pensate della ff intera! arrivederci alla prossima!

  
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