1° CAPITOLO BRUTTE NOTIZIE!!
-Sara!!! dobbiamo parlarti!!- urlò mamma dal salotto.
"che palle, cazzo vogliono ora?!?!" pensai.
-arrivo!- dissi stropicciandomi gli occhi durante un sonoro sbadiglio. Ero stanchissima e la voglia di alzarmi era pari a 0! Ieri sono uscita di nascosto con amici e sono tornata tardi.
Trovai i miei seduti al tavolo mentre mio fratello giocava con i lego sul tappeto.
"che cazzo è successo di cosi importante da tirarmi su a quest ora?!?!"
-Sara dobbiamo dirti una cosa molto importante!- dissero i miei; avevano un espressione seria e preoccupata.
"merda! E se mi hanno sgamata?!?!"
-è successo qualcosa??- chiesi seria.
-papà è stato trasferito in un altro aereoporto- mi disse mamma abbassando lo sguardo.
-ah ok quindi andrai a Malpensa??- chiesi girandomi verso papà.
-emm... no più lontano- continuò lui.
"ma che dice?! Non ci sono altri aereoporti qui intorno"
-ah, non sapevo ci fossero altri aereoporti da queste parti!-
-mi hanno trasferito a quello di...- abbassò lo sguardo -Berlino- continuò con un fil di voce.
Sbarrai gli occhi; non so se per lo stupore, la tristezza o la rassegnazione. Il tedesco lo sapevo a tratti, sapevo solo delle parole, per il resto se mi trovavo davanti un tedesco gli sputavo in un occhio per i nervi che mi dava quelal lingua cosi complicata.
-quindi vorresti dire che ci trasferiremo là?!?- dissi con gli occhi pieni di lacrime. Non volevo trasferirmi, avrei dovuto lasciare tutto e tutti, amici, famiglia, scuola, andare in un posto nuovo con una lingua che conoscevo a malapena.
-veramente...mamma e tuo fratello staranno qua e...ad andare a Berlino sarò io; tu dovrai andare in una città chiamata magdeburgo a casa di un amica di nonna che è come una seconda mamma per me!-
"coooooooooosaaaaaaaaa??? non basta lasciare tutto qui compresa la mia normale vita, devo anche passarne il resto da una signora che neanchee ho mai visto!!!"
-ma io non posso andare!- dissi mentre ormai le lacrime mi rigavano il viso.
-lo so tesoro che è difficile e mi dispiace molto! Siamo andati in tribunale per chiedere di farci trasferire tutti ma hanno detto che con questa crisi di lavoro che c'è possiamo andare solo noi-
-quando partiamo???- chiesi con un fil di voce.
-questa sera!- ormai le lacrime scendevano come un fiume in piena.
Corsi fuori, presi la bici e mi diressi a casa della mia migliore amica Valeria.
-mi chiamerai vero??-
-ovvio- mi disse piangendo.
-addio-
-addio-
-Sara! Sara è ora di andare!- disse papà dalla macchina
-non voglio-
-lo so ma dobbiamo andare-
Arrivati all' aereoporto salutai tutti e partii per quello stupidissimo viaggio. Non parlai tutto il tempo forse per protesta! Pur sapendo che era inutile!