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Autore: PerfectConcert_    28/01/2010    2 recensioni
[Tarja/Tuomas] Oramai fra loro due si erano create erbe spinose e sparsi tanti piccoli pezzi di vetro, i quali erano pronti a ferirti non appena tentavi di oltrepassare quella insopportabile distanza. Inebetito da tali pensieri accese la sua sigaretta serale. “Già… la notte porta consiglio…”
Genere: Romantico, Malinconico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La notti trascorrevano lunghe ed inesorabili, ed il 20 a passo lento e sfiancante si avvicinava sempre di più.

Tuomas in questi giorni non aveva fatto altro che scacciare tale angosciante pensiero. Non dava alcuna conferma ad Emppu, limitandosi ad essere vago, ma allo stesso tempo non riusciva a dare una secca risposta negativa.

 In lui due forze contrastanti combattevano incessantemente. Nei meandri più profondi del suo cuore stava crescendo il desiderio incontenibile di poterla rivedere, magari anche parlarle… Dio, gli sembrava un sogno troppo distante, eppure così affascinante. Da l’altra parte il rimorso gli impediva di poter andare a quello stramaledetto concerto a testa alta. L’aveva fatta soffrire, l’aveva uccisa.

Quattro anni fa, il suo orgoglio misto a paura gli avevano impedito di poter affrontare la situazione come un vero uomo, e come un cane qualunque si era nascosto dietro ad un misero pezzo di carta. Si odiava, con tutto se stesso.

Ma forse questa era l’occasione giusta… Parlarle, si. Farle capire che lui non la odiava, e mai potrà provare un sentimento del genere nei suoi confronti… Che avrebbe preferito andare avanti in quel modo piuttosto che perderla, anche se avrebbe compromesso il futuro dei Nightwish… Che per lei sarebbe disposto a tutto. A tutto.

“Ma dove lo trovo il coraggio di dirle parole del genere…” disse fra se e se mentre si preparava il suo solito caffè mattutino. Si sedette e cominciò a sfogliare il giornale, ma senza badare troppo alle notizie.

Uno dei due mici arrivò in cucina zampettando e salì sulle ginocchia del suo padrone.

Tuomas gli grattò l’orecchio, sussurrando: “Già… è ora di crescere”.

 

 

Tarja guardò con i suoi grandi occhi allontanarsi l’aereo che volava per l’Argentina.

“Fai buon viaggio Marcelo” si disse con un lieve sorriso sulle labbra. Lentamente si allontanò dalla vetrata che affacciava sui voli, e si diresse verso l’uscita. Ad un tratto sentì provenire una vibrazione dalla sua tasca, estrasse il cellulare e lesse “Emppu”.

“Ehi! Come stai?” rispose la ragazza con un tono dolce.

“Buongiorno Tarja! Tutto bene, sei in aeroporto?”

“Si, stavo per tornare a casa e più tardi nel pomeriggio proverò con i ragazzi… Tu che mi dici di bello?”

In realtà c’era una sola cosa che avrebbe voluto sentirsi dire. Che lui sarebbe venuto a vederla.

“Grandi notizie mie cara! Il vecchio lupo ha ceduto!” esclamò Emppu carico d’entusiamo.

Sbarrò gli occhi. Non era possibile, non ci credeva. Tuomas, il suo Tuomas, quella sera sarebbe stato fra il pubblico a guardare l’esibizione. Al solo pensiero le si fermò il cuore. Non poteva farcela… Non era pronta.

“Non mi ha dato grandi spiegazioni… Ma l’importante è che venga! E chissà… Magari finalmente vi chiarirete, dopo tanto tempo”.

Chiarirsi? Parlare? Quindi essere faccia a faccia? La mente di Tarja collegò velocemente tutti questi piccoli dettagli e una grande paura l’invase. Rivederlo, riguardarlo negli occhi, sentire di nuovo la sua voce… Quando aveva chiesto ad Emppu di farle questo favore non aveva pensato a tali dettagli… E ora un’insana paura si stava impadronendo di lei, e avrebbe vinto se il fremere di rivedere il suo compositore non fosse stato più forte.

“Bene… E… Ehm Emppu… Grazie mille”.

“Di nulla, per un’amica questo ed altro!”

“Sei fantastico” disse Tarja con tutta la sincerità possibile.

“Naaa… Ci vediamo il 20, buon pomeriggio!”

 

 

Le prove trascorrevano frenetiche, un brano dopo l’altro senza interruzione. Tarja riprovava una canzone anche tre volte se necessario, non le importava, tutto doveva essere perfetto. Lui sarebbe stato li quel 20 sera. Lui l’avrebbe osservata, giudicata e probabilmente criticata. E quest’ultima cosa non la poteva tollerare. Avrebbe dimostrato che era rinata più forte di prima, ed assieme a delle persone che non l’avrebbero mai tradita. L’avrebbe rimpianta.

 

Masterpiece of treachery!

 

Il suono finale dei piatti della batteria concluse la traccia più arrabbiata della scaletta del concerto. Tarja inserì il microfono sull’asta e respirando forte si voltò con occhi colmi di dispiacere verso i suoi compagni. L’agitazione, il timore di apparire debole dinanzi ai suoi occhi… l’avevano portata a provare i continuazione, senza sosta… Non badando a loro.

“Ragazzi… Scusate per oggi… N-non so cosa mi sia preso… Il concerto è domani e…” la ragazza tentò di formulare una frase che avesse almeno un senso compiuto, ma in quel momento le sembrava una cosa fin troppo complessa.

“Tranquilla!” la precedette il biondo violoncellista “Una prova in più non ci guasta di certo!”

“Concordo” fece Mike roteando le sue bacchette “Sappiamo quanto è importante questa data per te… Siamo pur sempre nel tuo paese natale” concluse con un ampio sorriso.

Tarja si senti commossa da tanta comprensione. Se solo avessero saputo che dietro si celava ben altro… Ad ogni modo era la loro leader, la loro guida. E mai li avrebbe delusi. Non avrebbe fatto gli stessi suoi errori.

 

 

“Ma dove diamine è finito lo smoking…” si chiese spazientito Tuomas. Nonostante non fosse un concerto puramente classico, era richiesto l’abito scuro ed elegante. In fin dei conti si svolgeva pur sempre in un Auditorium, ed era necessario preservare un certo contegno e raffinatezza. Grazie a Dio Emppu l’aveva specificato, senno si sarebbe presentato con i suoi soliti jeans, t-shirt ed anfibi.

“Oh eccolo…” dichiarò estraendolo dall’armadio. Era abbastanza impolverato, ma dopo averlo portato in tintoria sarebbe stato pronto per la serata di domani. Tuomas mano a mano si tolse tutti i vestiti, mentre i suoi gatti gli facevano le fusa girando intorno ai suoi piedi. Il ragazzo rise accarezzandoli sulla nuca, e cominciò ad infilarsi lo smoking.

Si strinse la cravatta con gesto deciso e si guardò allo specchio.

“Oddio” fu il suo unico commento. La taglia dell’indumento era perfetta, era come lo indossava la cosa tragica. Si sentiva come ingessato, non era assolutamente a suo agio. Si prese una ciocca di capelli fra le mani e cominciò ad osservarla. Sicuramente avrebbe dovuto raccoglierli in  una coda e sistemarli con un po’ di lacca. Tenerli arruffati e spettinai in quel modo era improponibile.

Rimase qualche minuto a rimirarsi, camminando avanti ed indietro. Finalmente le avrebbe detto tutto e le cose sarebbero tornate come prima. Certo, magari non proprio identiche… Ma lei avrebbe fatto nuovamente parte della sua vita, ed era questa la cosa principale. Parlare, ridere assieme… Era ancora possibile, avrebbero colmato quella maledetta e straziante distanza.

 Vi era un unico problema: Marcelo.“Quello gli sta sempre attaccato come una sanguisuga…” si disse mentre si sfilava i pantaloni dello smoking.

Nella sua mente stava elaborando un piano per riuscire a rapire la fanciulla per almeno cinque minuti, senza argentini fra i piedi. Magari avrebbe potuto chiederle cortesemente di poter parlare un attimo, da soli. E lei che avrebbe risposto? “Holopainen vattene a quel paese!”. Si probabilmente sarebbe stata questa la risposta, pensò Tuomas divertito immaginando il viso adirato della ragazza.

O, se ancor peggio… Una volta rimasti soli, sarebbe rimasta indifferente al suo discorso? Il pensiero lo spaventata a tal punto che non osava supporlo. Ma era inutile riempirsi la testa d’inutili pensieri, Tuomas le avrebbe chiesto un attimo, solo un  attimo della sua esistenza da concedere esclusivamente a lui.

Cristo, aveva bisogno di sentire il calore della sua voce e la sensualità dei suoi occhi che lo avvolgevano in una dolce morsa.

 

 

Nel maestoso Auditorium di Helsynki vigeva il silenzio, il quale poco dopo venne interrotto da un flebile rumore di tacchi. Tarja si pose al centro della sala, circondata dalle numerose poltrone bordeaux.

Domani.

Camminò svariate volte intorno a quelle comode poltrone, sempre a piccoli passi. Ogni tanto le sfuggiva un lungo respiro carico d’angoscia.

Non era di certo il primo concerto per cui fosse particolarmente ansiosa… Ma, in qualche modo, questo sarebbe stato diverso da tutti gli altri. Che lo volesse o meno, lei era fin troppo consapevole di quale fosse il motivo per cui non riusciva a darsi pace.

Passò la sua piccola mano sullo schienale di un sedile. Chissà dove si sarebbe seduto, chissà da quale punto della sala avrebbe udito le sue melodie. Tarja si sedette sulla poltrona e guardò verso il palco.

“Da qui non si vede male…” si disse. Istintivamente rise. Oh, come si sentiva stupida.

Si era ridotta ad immaginare Tuomas entrare nella sala con la sua solita aria malinconica ed i capelli arruffati, sedersi fra quelle poltrone e cominciare ad osservarla col suo tipico sguardo impassibile.

Rise più forte. Si stava comportando come una ragazzina, mentre lei aveva ormai 33 anni. Ma non poteva farci nulla… Lui la demoliva. Con estrema facilità riusciva a far crollare tutte le maestose muraglie che la ragazza si era costruita, con anni di fatica, intorno a se. E per creare tale scompiglio bastava pensare che l’avrebbe rivisto.

Quando quel singolo e piccolo pensiero attraversava la sua mente, anche solo di rado, tutta la sua professionalità ed orgoglio di cantante si disperdevano nell’oblio. E fu li che si accorse, che una volta scesa dal palco, la maestosa Tarja Turunen non sarebbe stata che un’inerme creatura pronta a sgretolarsi in mille pezzi dinanzi a due malinconici occhi verdi come le sfumature dell’oceano.

Si massaggiò le tempie alzandosi.

E poi c’era Marcelo, che fin dall’inizio ne era sempre stato consapevole. L’argentino sapeva del loro particolare legame, intuiva che fra loro c’era un qualcosa d’indefinibile che mai li avrebbe divisi, in realtà. I due potevano trovarsi  ai due differenti poli estremi della terra, ma il mare e le terre che avrebbero potuto dividerli non sarebbero stati che futili continenti ed acque.

Eppure Marcelo non riusciva ad essere geloso di ciò, perché il rapporto che c’era fra lui e Tarja era nato in modo assai strano. Inizialmente vi era un grande affiatamento a livello lavorativo, la ragazza si trovava molto bene con l’argentino. Successivamente divenne invece il suo confidente: la comprendeva, l’ascoltava… E a Tarja le sembrava l’unica solida spalla a cui aggrapparsi.

Nei suoi momenti d’inquietudine lei vedeva i suoi amici e lui troppo distanti… E forse, inconsapevolmente, fu proprio quella la crepa che segnò l’inizio dell’inesorabile discesa.

Dopo tanti anni, la donna faceva ancora fatica a comprendere come gli eventi fossero potuti accadere così velocemente. Perdere i rapporti con il resto della band, Marcelo che le chiese di sposarlo… e lei che accettò.

A passi lenti si avvicinò all’uscita dell’Auditorium. Marcelo riusciva a comprenderla anche su questo fronte, e lei si sentì un verme poichè lui non aveva mai osato colpevolizzarla.

Cabuli le era sempre stato accanto, e così Tarja, ma quando c’era di mezzo lui… Tutto si complicava per la ragazza. E all’argentino ciò non creò mai scalpore. Sposarla era stata la soluzione per starle maggiormente vicino, e Tarja ne aveva bisogno. Ma era noto che  se il compositore e la sua musa fossero stati meno carichi d’orgoglio, probabilmente Marcelo sarebbe stato un testimone di nozze felice di poter vedere la sua Tarja divenire la signora Holopainen.  E la giovane donna lo sapeva fin troppo bene.

La ragazza si sedette a terra mettendosi le mani fra i lunghi capelli. Era tutto così difficile.

Un respiro carico di agitazione si diffuse per l’auditorium, e Tarja, incredula, si chiese perché maturità e orgoglio dovessero essere sempre due sentimenti così contrastanti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

@Fede_Wanderer: bhe i gusti musicali sono ampi e vari  eheh ^^

Grazie per la recensione! Attendo il tuo giudizio riguardo questo chap :)

 

@Kagome14:  grazie per il complimento! Eh già fantastici Tarja e Tuomas *.*

Attendo il tuo parere!

 

@PotterWatch: grazie mille per il consiglio! Spero di aver scritto correttamente questa volta! E grazie anche per i complimenti, troppo gentile *_*

Attendo con ansia il tuo giudizio ;)

 

 

  
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