Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: ross_ana    04/02/2010    22 recensioni
-Professor Piton... che cos'è il cancro?
Mi accorsi che la mia voce suonò diversa, quasi supplice, e questo lo costrinse ad alzare lo sguardo. Non so cosa vide, ma qualunque cosa fosse, lo convinse a parlare.
-È una malattia babbana, Draco.
-E ce l'ha la Granger?
-Si.
-E perchè non si può curare?
-Perchè non è ancora stata scoperta nessuna cura in grado di fermare questa malattia.
-Neanche con la magia, allora...?
-No.
-Quindi la Granger morirà?
Non rispose, e capii che era troppo anche per lui rispondere a quella domanda.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Saaaaaaaaaaaalve gente! :)
Questa è una mini-fanfic, che consta di questa INTRODUZIONE più sei capitoli. Spero che sia di vostro gradimento. Buona lettura :)
 
 
 
 
Draco POV
 

Stavo scendendo nei sotterranei con passo lento e strascicato. Ero ubriaco, quasi fradicio, e avevo bisogno di riprendermi subito, prima che qualcun altro si accorgesse della mia sbornia. Per questo stavo andando nello studio del professor Piton. Io ero sempre stato il suo cocco, il suo preferito, e mi avrebbe dato una pozione per ritornare sobrio senza farmi troppe domande e troppi discorsi sulla moralità o chissà cosa.
Ma a meno di venti metri da quella maledetta porta che sarebbe stata la mia salvezza, il mio stomaco ormai reso troppo vulnerabile dall'ingente quantità di alcool che era stata costretta ad ospitare, si ribellò al mio volere, e in un conato di vomito mi fece espellere tutto quello che avevo ingerito.
Per la prima volta fui disgustato da me stesso... e non per il vomito, ma perchè in quel preciso istante ricordai quando Lenticchia aveva preso a vomitare lumache davanti agli occhi divertiti di tutta la mia squadra di Quidditch. In quel momento mi ero quasi affogato dal divertimento, adesso mi provocava ancora di più la nausea. Che schifo.
Mi accasciai per terra, poco più avanti, sperando che Piton decidesse di farsi una passeggiata serale e mi trovasse li, altrimenti avrei passato l'intera notte su quella gelida pietra, in quel corridoio deserto illuminato solo da qualche torcia tremolante.
Sentivo che stavo per scivolare nel sonno, i miei sensi stavano perdendo la lucidità necessaria a rimanere sveglio, ma poi la porta dell'ufficio si aprì, e io sorrisi internamente, immaginando che tutto fosse successo solo perchè io ero un Malfoy, e per nessun motivo al mondo sarei potuto rimanere da solo a dormire in quello squallido corridoio di quello squallido sotterraneo.
Divenni improvvisamente più vigile, perchè qualcosa mi suggeriva che dovevo dire o fare qualcosa affinchè fossi notato subito, ma le parole che sentii mi lasciarono congelato lì a terra.
-Severus, ripongo in te tutte le mie speranze, aiutala.
-Preside... farò del mio meglio, ma non posso promettervi che resisterà a lungo.
-Un anno? Un anno è tutto ciò che possiamo promettere a una ragazza di appena sedici anni che ha appena cominciato a scoprire la vita?
-Mi dispiace preside, ma non è contro una maledizione che stiamo combattendo. Lo hanno detto i medimago e anche quei dottori babbani: è una malattia incurabile, e le resterebbero solo poche settimane di vita.
-Lo so, Severus. Lo so. Ma pensavo che con la tua abilità di pozionista avresti trovato una cura alternativa.
-Mi creda, signore, vorrei tanto essere capace di farlo, ma il cancro è imbattibile. Io posso solo frenare la sua avanzata nel corpo della Granger, e fare in modo che soffra il meno possibile.
-Grazie Severus. Ci vediamo domani nel mio studio allora, così le spiegheremo l'uso delle fiale.
-Buonanotte preside.
-Buonanotte Severus.
Non ebbi il tempo di capire il significato di quelle parole, né a dirla tutta, di fare qualsiasi altra cosa, perchè un attacco improvviso di vomito mi colse impreparato. Il rumore dei miei conati e l'odore che essi emanavano, portarono Piton e Silente ad alzare le bacchette nel medesimo istante, ma quando si accorsero che si trattava solo di uno stupido ragazzino ubriaco, le misero giù e mi si avvicinarono entrambi.
-Draco... che ti è successo?
La voce di Piton non era ansiosa come avrei immaginato sarebbe stata. E il silenzio di Silente mi sorprese ancora di più. Mi aspettavo una ramanzina in piena regola o per lo meno qualche verso di disgusto, ma niente. Poi, visto il mio continuo silenzio, si rivolse a Piton.
-Portalo nei dormitori Severus, è solo sbronzo. Dopo una bella dormita si sentirà meglio.
Notai solo di sfuggita lo sguardo ansioso che si scambiarono, ma in quel momento non ne capii il significato. E poi nemmeno mi interessava.

I sogni che feci quella notte mi lasciarono sconvolto, e mi diedero la forza di pensare che mai più mi sarei ridotto in quelle condizioni a dir poco schifose. E vomitevoli.
Mi alzai con un fortissimo mal di testa, e quando scesi in sala comune ogni rumore mi sembrava talmente amplificato da farmi pensare che tutti si fossero autoimposti un Sonorus.
Cercai con lo sguardo l'unica persona che in quel momento potesse essermi d'aiuto, e non appena lo vidi, cercai in tutti i modi di attirare l'attenzione: semplicemente lo chiamai per nome.
-Blaise.
Anche se il mio era stato solo un sussurro, lui l'aveva udito benissimo. Forse anch'io ero stato sottoposto a un Sonorus. Ma di chi era stata quell'idea?
Non avevo nemmeno la forza di arrabbiarmi per urlare contro qualcuno.
-Draco, buongiorno. Sei in condizioni smaglianti, a quanto vedo.
-Idiota.
La sua risata mi fece accapponare la pelle. Era davvero troppo rumorosa. Stavo per rischiare l'esasperazione.
-Ti darei un'aspirina Malfoy, ma... uno: è veramente incauto unire medicine ed alcool, quindi dovrai aspettare che il mal di testa ti passi da sé, e due: tu odi ogni rimedio babbano quindi dubito che ne voglia solo sentire parlare.
Non recepii il significato della sua intera frase, perchè la mia concentrazione si era fermata su una parola soltanto: babbano.
Come in un flash, frasi frammentate di un sogno mi tornarono in mente.
Ripongo in te tutte le mie speranze.
Poche settimane di vita.
Lo hanno detto i medimago e anche quei dottori babbani.
Una ragazza di appena sedici anni.
Solo un anno.
Granger.
Cancro.
Non era stato un sogno. Quelle che sentivo nella mia testa erano le voci di Piton e Silente. Era successo sulla porta di quell'ufficio.
Senza dare ulteriore retta a Blaise, ed escludendo qualsiasi rumore che fino a pochi secondi prima mi stava arrecando fastidio, mi catapultai senza troppi convenevoli fuori dalla sala comune, e in pochi minuti raggiunsi nuovamente il luogo in cui solamente la sera prima – sembravano passati anni – avevo vomitato.
Adesso era tutto in ordine e pulito. Nessun odore a far solo immaginare cosa fosse successo poche ore prima su quel pavimento.
Scossi la testa e arrivai proprio dove avrei voluto arrivare ieri: la porta dell'ufficio di Piton. Cominciai a bussare forte, e continuai a farlo finchè non venne ad aprirmi.
-Malfoy, che diavolo...?
-Cos'è il cancro?
Vidi i suoi occhi uscire fuori dalle orbite, poi lo vidi deglutire pesantemente.
-Che cosa...?
-Ho sentito ieri sera. La Granger ha il cancro e sta per morire. Cos'è il cancro?
I suoi occhi si tinsero di un velo di mera tristezza, e poi si fece di lato per farmi passare.
-Entra.
Mi fece accomodare sulla sedia davanti alla sua scrivania, e mentre lui la raggirava per andare ad occupare il suo posto, potei notare una valigetta aperta con tanti flaconcini pieni di un liquido verde acido.
Prima che potessi fare altre domande, la chiuse e la ripose in un cassetto. Poi, con estrema lentezza, si sedette e si nascose il viso tra le mani, come se fosse costretto a subire un enorme peso che lo distruggeva.
-Professor Piton... che cos'è il cancro?
Mi accorsi che la mia voce suonò diversa, quasi supplice, e questo lo costrinse ad alzare lo sguardo. Non so cosa vide, ma qualunque cosa fosse, lo convinse a parlare.
-È una malattia babbana, Draco.
-E ce l'ha la Granger?
-Si.
-E perchè non si può curare?
-Perchè non è ancora stata scoperta nessuna cura in grado di fermare questa malattia.
Lo hanno detto i medimago che è una malattia incurabile.
-Neanche con la magia, allora...?
-No.
-Quindi la Granger morirà?
Non rispose, e capii che era troppo anche per lui rispondere a quella domanda.
Bastava un semplice Si, ma era impossibile da pronunciare. E fui contento che non l'avesse fatto, perchè in quel momento, quel semplice Si, sarebbe stato come una pugnalata diretta al cuore.
Mi alzai da quella sedia e mi diressi verso la porta dello studio, per andare via di là, per scappare da quella consapevolezza.
-Malfoy?
Non mi girai, né dissi qualcosa, però mi fermai. Volevo ascoltare quello che aveva da dirmi. Volevo ascoltare le rassicurazioni che mi avrebbe dato...
-Non dire niente a nessuno. Lei non vuole che si sappia in giro.
Nessuna rassicurazione. Solo un avvertimento.
Lei non vuole che si sappia in giro.
Orgogliosa, forte e coraggiosa Grifondoro. Non voleva che qualcuno sapesse. Non voleva che qualcuno potesse avere pietà di lei.
Ed io non ne avrei avuto. Non l'avrei trattata con pietà né compassione. Ma sarei stato semplicemente me stesso. Il mio vero me stesso.
 

 

 

 

Spero di avervi incuriosito un pochino...

Bacini :)



   
 
Leggi le 22 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ross_ana