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Autore: eagle_chan    15/07/2005    3 recensioni
Il destino di ognuno è già scritto, ma tocca agli uomini vivere e tramutarlo in realtà. Felicità, disgrazie, gioie e dolori fanno parte di un cammino a senso unico che porta al miglioramento continuo fino ad arrivare alla meta già predisposta. Harry e Draco, uniti per fare qualcosa di grande, tra i misteri del passato e del presente per creare un futuro migliore. Yaoi
Genere: Azione, Mistero, Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Remus Lupin, Ron Weasley, Severus Piton, Sirius Black, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Draco/Harry, Remus/Sirius
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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13° arcano maggiore, la Morte (Parte prima)

13° arcano maggiore, la Morte (Parte prima)

 

La morte: parte grafica.

E’ l’unico arcano senza nome nella versione originale.Mostra una figura in parte scheletrica intenta a lavorare con una falce in un campo di erba scura disseminato di testa e membra. Da notare che una delle teste è incoronata e che la figura ha un piede mozzato.

 

Al numero 12 di Grimmauld Place, da pochi conosciuto anche come sede dell’Ordine della Fenice, non vi fu mai nottata più strana. La quiete di tutti i suoi inquilini, impegnati nelle abituali attività serali, venne spezzata dalla materializzazione di Sirius nel salotto. Al “ciao” di gruppo dei ragazzi della casa, troppo impegnati a giocare –e ad assistere- a quella che si prospettava come la partita a scacchi magici più combattuta del secolo per soffermarsi a guardare il nuovo arrivato, seguì l’urlo di Ginny, che aveva alzato leggermente la testa quel quanto che le era servito per scorgere le braccia di Sirius cercare di mantenere il corpo immobile di un ragazzo avvolto in una lunga veste nera.

Il suo primo pensiero, che non mancò di urlare a squarciagola in modo che tutta la casa la sentisse, fu -Oh mio Dio! Cosa è successo ad Harry?-

In men che non si dica tutta la popolazione del numero 12 di Grimmauld Place si era riunita in salotto: i coniugi Weasley con i figli ancora studenti, Ninfadora Tonks, Hermione Granger e, appena materializzati, Alastor Moody, Severus Piton, Remus Lupin e Harry Potter. Il tutto senza contare i soggetti raffigurati nei quadri della casa, tutti stretti a curiosare attraverso il vetro di una piccola cornice da fotografia appoggiata sulla mensola vicino al camino spento. Appena resisi conto che Harry era vivo e vegeto davanti a loro, anche se mantenuto da Remus e Piton vista l’improvvisa immobilità delle gambe, tutti gli occhi puntarono su Sirius e sul corpo che manteneva ancora tra le braccia. L’Animagus, tornato bruscamente alla realtà, diede ordine ad Hermione e Ron –i più vicini- di sgomberare velocemente il tavolo, dato che le sue braccia erano momentaneamente occupate. Nessuno dei due osò obiettare l’interruzione della partita a scacchi –di cui entrambi erano sicuri della propria vittoria-: in quel momento Sirius Black sembrava una persona diversa, con gli occhi spalancati e i lunghi capelli scarmigliati. Quella stessa aria infelice e afflitta dei tempi della detenzione ad Azkaban, sembrava rivivere sul suo volto, più forte e più presente che mai. Appena l’operazione fu terminata Black poggiò cautamente sulla superficie fredda del tavolo il corpo del ragazzo che, alla luce della stanza, si rivelò come Draco Malfoy.

Fu di nuovo la piccola Weasley a dar voce ai pensieri di tutti i presenti.

 

-Perché è qui? Cosa…Cosa gli è accaduto?-

 

-Le spiegazioni a dopo Ginny- fu l’unica, laconica risposta che le venne concessa da Sirius –Scusa la fretta ma ho da stabilire se davanti a me c’è un cadavere o qualcos’altro!-

 

Molto delicatamente, il guaritore raffazzonato sciolse le braccia ancora serrate a croce di Draco e iniziò ad allentare i fili che legavano il mantello del ragazzo, in modo che potesse respirare più agevolmente. I muscoli del ragazzo si rilassarono all’istante e, dalla mano destra, cadde sul pavimento la sua bacchetta. Fu Severus Piton a riprenderla squadrandone, con occhio indagatore, la punta che emanava un bagliore verdastro appena percettibile.

 

-Non dovremmo portarlo a San Mungo?- Chiese Tonks avvicinandosi al presunto cadavere-Qui non possiamo fare niente per lui…-

 

Ma Black non l’ascoltava, intento com’era a tastare il polso di Malfoy. Non riuscendo a sentire niente gli poggiò due dita all’inizio del collo e chiuse gli occhi. Gli ci volle un minuto buono per avvertire quel debole, aritmico battere interno, unico segnale che il cuore del ragazzo davanti a lui sembrava ancora funzionare decentemente.

 

-Respira- Concluse poi, rendendo gli altri partecipi del risultato di quella che per fortuna, sembrava non essere risultata un’autopsia – E il cuore sembrerebbe a posto…-

 

-L’unica domanda da porci è…“Per quanto tempo ancora?”- Sentenziò Moody.

 

-Forse è il caso che uno di voi ci dia qualche spiegazione…- Ingiunse Arthur Weasley che, come gli altri, sentiva gravare sulle spalle il peso dell’ignorare gli avvenimenti accaduti quella notte. –Chi ha ridotto così questo povero ragazzo?-

 

-Mangiamorte… Carogne!- Giudicò in torto Molly, giunta a causa del silenzio ad una conclusione errata.

 

-No Molly!-La corresse Sirius posando lo sguardo su di lei e poi su tutti i presenti, che notarono immediatamente il pallore del suo volto –Non è stata opera dei Mangiamorte, anche se ci hanno provato. Sono stato io. Gli ho lanciato contro un Avada Kedavra. E, se vi chiedete perché non è morto, sappiate che io non so rispondervi. Adesso andate… Tutti… Devo parlare da solo con Severus-

 

Nessuno nella casa osò contraddire l’ordine di Sirius. Leggere nei suoi occhi la disperazione, aveva convinto tutti a sparire, coscienti del fatto che non potevano fare niente per aiutare. Una sola persona non interpellata restò nel salotto, guadagnandosi un angolo della stanza: Harry Potter, colui che aveva salvato la vita che il suo padrino stava per distruggere. Al professore di pozioni, contrario alla sua presenza, riuscì a ricambiare solo uno sguardo di odio profondo, facendogli capire che non avrebbe fiatato.

 

-Cosa facciamo?- Chiese celere Sirius, reclinando la testa verso il ragazzo privo di sensi.

 

-Noi non facciamo niente- Fu l’altrettanto rapida risposta di Piton –Qui bisogna vedere cosa vuoi fare tu e cosa voglio fare io… E poi decidere chi avrà la meglio!-

 

Harry trasalì, facendosi immediatamente attento e velocemente si rese conto del problema principale della questione: La versione dei fatti da fornire. Sirius rischiava grosso, aveva utilizzato una maledizione senza perdono su un minorenne e il misfatto l’avrebbe senz’altro riconsegnato ad Azkaban. La sola via di fuga era costituita dal fatto che la legge in merito sanciva che gli Auror potessero avvalersi di pratiche di magia oscura contro Tu-sai-chi e i suoi seguaci, in quanto considerati il pericolo numero uno del Mondo magico. Perciò il padrino di Harry si sarebbe salvato a patto che qualcuno dimostrasse che Draco era un Mangiamorte, e tecnicamente quest’ultimo rientrava nella categoria in quanto Moody ed Harry potevano testimoniare che stasera vi era stata la sua iniziazione. Anche nel caso in cui il giudice avesse giudicato Malfoy non completamente come un Mangiamorte, non avrebbe potuto fare a meno di pensare comunque a lui come un sostenitore del Lord Oscuro, e perciò colpevole.

 

-Fammi capire bene Sirius… A che gioco stai giocando?- Fu la domanda perentoria di Piton.

 

-A nessuno Severus. Io non so se il ragazzo sia un mangiamorte o no,  e perciò non posso giudicarlo. Era lì, è vero, ma stava scappando e ha soppresso una buona parte di quelli che dovevano essere i suoi alleati. E poi… -

 

-Stavi per ucciderlo e ti senti in debito con lui!- Concluse Piton, chiudendo gli occhi e lasciandosi cadere su una poltrona, esasperato.

 

-No, non è così!- Ribatté immediatamente Black, sedendosi anche lui.

 

-Come vuoi… Come vuoi… In definitiva tu tieni a non far finire ad Azkaban Draco, no? Se ho capito bene credo proprio che, per la prima volta nella vita, ci troviamo dalla stessa parte.-

 

-Perché vuoi aiutarlo?- Chiese l’Animagus.

 

-Tu hai i tuoi motivi segreti e io i miei… E poi ti sembra il caso di perdere tempo così? Ci resta ancora da decidere cosa fare. Tutte le prove portano alla colpevolezza di Malfoy e, anche se ce la volessimo cavare con poco, non ci riusciremmo. Ha aggredito due Auror, una spia e un collaboratore dell’Ordine della Fenice ma, cosa ben più grave,  ha utilizzato sul tuo figlioccio e su buona parte dei Mangiamorte delle Maledizioni senza Perdono che non dovrebbe neanche saper adoperare. E, non so se hai notato l’Iter Nefas: E’ quel genere di incantesimo che si trova solo sui libri proibiti…-

 

-Arriva al sodo!- Gli ingiunse, Sirius, spazientito da tutti quegli inutili giri di parole.

 

-Caramell, insieme alla giuria, lo valuterà un soggetto a rischio, potenzialmente pericoloso. Se poi consideriamo che non si può svicolare sul fatto che fosse lì alla sua iniziazione…-

Il silenzio calò nella stanza. Per Draco non c’era scampo, sarebbe finito ad Azkaban. Harry spostò lo sguardo dalle stringhe delle sue scarpe al volto del padrino, cercando quegli occhi pieni di sconforto che prima aveva mostrato a tutti e che, in quel momento, gli avrebbero dato la prova inconfutabile della fine della libertà del suo tanto desiderato Serpeverde. Rimase interdetto quando non li trovò più: Sirius si era alzato e, con un ghigno divertito, si era avvicinato a grandi passi al corpo di Draco.

Prima di parlare gli passò una mano fra i capelli biondi e scomposti, aggiustandoglieli alla meglio.

 

-Forse ho avuto un’idea, Severus… -Si fermò a prendere fiato, prima di continuare –Non posso dimostrare che Draco sia innocente ma posso farlo diventare da soggetto potenzialmente pericoloso a soggetto potenzialmente utile!-

***

Lentamente si rese conto di non saper definire come si sentiva. L’unica cosa che sapeva per certo era che non era morto e che non stava dormendo come tutti pensavano. Lui, Draco Malfoy, si era svegliato dopo aver sentito un urlo lanciato probabilmente da una ragazza e, da qual momento, aveva ascoltato ogni voce e rumore. Il tutto in cognizione delle sue precarie condizioni fisiche. Non riusciva ad aprire gli occhi, gli sembrava di elaborare ciò che le sue orecchie udivano in tempi troppo lunghi per essere naturali, faticava a pensare e non riusciva a muovere un solo muscolo. Immaginò che quella fosse la conseguenza del mancato Avada Kedavra. All’ultimo momento aveva sentito un urlo e qualcuno, probabilmente un mangiamorte, aveva disarmato l’Auror che gli aveva appena lanciato la maledizione di sonno eterno. Prontamente lui aveva ricorso ad un incantesimo di scudo, per potersi salvare dall’incanto, che a causa dell’interruzione non era più a piena forza. Ed eccolo lì adesso, mentre non riusciva a capire cosa avesse il suo corpo. Era stanco, terribilmente stanco ma al corrente che addormentarsi in una situazione delicata come la sua, avrebbe comportato il rischio di non svegliarsi mai più. Da un punto di vista poteva essere una buona soluzione, se considerato come un modo per porre fine a quella situazione di impotenza completa, ma non poteva permettersi di lasciarsi andare già adesso, quando ancora non sapeva cosa poteva essere della sua vita. Degli spezzoni di discorso che aveva udito in precedenza con molta difficoltà, e da cui aveva riconosciuto la voce di Severus Piton, era arrivato alla conclusione che non tutto era perduto ma, in tutta sincerità, aveva capito ben poco di quello che si erano detti, un po’ per la difficoltà di comprendere parole che gli arrivavano in ritardo e che irrimediabilmente si accavallavano l’una sull’altra, sia perché, dopo un po’, si era accorto che le voci avevano iniziato ad affievolirsi. Nel giro di pochi minuti aveva smesso anche di udire. Di questo passo si chiese quanto tempo sarebbe passato prima che i suoi polmoni cedessero a quell’insistente sensazione di sonno, decretando la sua fine. Ah, nella fatica di rimanere cosciente si era perfino dimenticato che stava letteralmente morendo dal freddo e che, se solo ne avesse avuto la forza, il suo corpo avrebbe preso a tremare piuttosto visibilmente. L’ultima sensazione di calore che ricordava erano due braccia forti che, più o meno un quanto d’ora prima, lo avevano sollevato da quella superficie dura su cui era stato steso prima, deponendolo su quello che ai suoi deboli come non mai sensi sembrava un letto. Due braccia che, come gli piaceva pensare, erano quelle di suo padre. Sapeva in cuor suo che era una cosa assai improbabile, soprattutto visto che con i suoi occhi lo aveva osservato cadere nella trappola dell’Iter Nefas, ma era un pensiero dolce con cui cullarsi, cercando di riprendere le forze. Dopo circa mezz’ora riuscì ad aprire gli occhi, in quella che gli parve un’infinità riacquistò un utilizzo piuttosto instabile delle gambe. Dopo qualche ora si ritrovò in posizione verticale, ad aggrapparsi con le deboli mani al muro. Un solo pensiero aveva in testa: Scoprire cosa stava succedendo. Tremante avanzò verso la porta, impaziente d’aprirla. Per sua sfortuna non udì dei passi salire le scale ed avvicinarsi a lui. In poco più di un attimo si ritrovò sostenuto da braccia che riconobbe come quelle che lo avevano portato fino a lì. Aveva perso l’equilibrio ed attirato dal rumore, un uomo era accorso alla porta mantenendolo in tempo, prima che cadesse. Adesso che aveva gli occhi aperti, Draco vide finalmente il volto della persona che aveva scambiato per suo padre, collegandolo con quello che appariva sui manifesti di Hogsmeade durante il suo terzo, quarto e quinto anno ad Hogwarts. Davanti a lui, che lo sosteneva osservandolo con uno sguardo indecifrabile, c’era Sirius Black, ex-detenuto ad Azkaban, ex fuggitivo e attuale Auror. Probabilmente fra quelli che lo avevano inseguito c’era anche lui, nella sua mente Malfoy si diede dello stupido per averlo collegato al padre. Sirius lo ricondusse sul letto, dove lo fece sedere e, riprendendo un po’ le distanze, decise che era il momento di agire.

 

-Posso darti del tu Draco?- Chiese, cercando di essere più gentile possibile.

 

Il ragazzo rinunciò, guardandolo torvo. Non lo sentiva, non riusciva a udire la sua voce. E, se era per questo, non  riusciva neanche più a muovere le gambe. La stanchezza stava tornando, e questa volta non sapeva se sarebbe riuscito a resistervi. Ebbe paura, per la seconda volta in quella sera. Maledisse mentalmente il suo destino, i tarocchi che non era riuscito a consultare, i Mangiamorte e il Lord Oscuro stesso. Dalla sua bocca uscirono tre semplici parole.

 

-Uccidimi, ti prego…- Disse con voce rotta dallo sforzo. Black non si mosse, non disse niente, continuando a guardarlo. Draco non riusciva a sopportare oltre.

 

-Uccidi il…Mangiamorte- Disse con le ultime forze che gli restavano.

 

Sirius notò il pallore del ragazzo diventare maggiore e gli si avvicinò. Quando lo alzò per scrollarlo meglio per le spalle, Draco gli si appoggiò addosso e chiuse gli occhi.

Sirius lo prese piano in braccio, deciso a portarlo al San Mungo, sperando che non fosse troppo tardi. Senza che se ne rendesse conto, parlò dando voce a quello che aveva in mente confidando che Draco potesse sentirlo.

 

-Tu non sei un Mangiamorte Malfoy, non sei niente, ma presto ti trasformerò in un Auror degno di questo nome!-

 

 

 

Rispondo ai commenti:

 

Miki_TR: tu non sai quanto mi fa piacere vedere che qualcuno comprende la difficoltà di descrivere azioni su azioni senza far perdere il “tono” della storia e sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto. Grazie per i complimenti…anche se forse esageri, non sono così brava. Diciamo che ce la metto tutta ok? E se il mio lavoro piace sono contenta!^_^

 

Copilote: E’ vero, “un medico in famiglia” non è certo un programma inglese e perciò il riferimento non è credibile. Ma, a mia scusa, posso dire che ho usato questa “parentesi” per uno scopo ben preciso, anche se non avevo pensato a questa cosa del riscontro “italiano-inglese”. L’utilizzazione di questa piccola “parentesi” va a delineare, seppur in minima parte, il carattere del personaggio Harry Potter. Avete visto nel primo capitolo i pensieri di Draco, adesso avete quelli di Harry e si, c’è differenza. Draco è più formale, riflessivo, preciso nelle cose e attento. Harry no, nonostante stia pensando seriamente gli capita di divagare con le riflessioni e ciò non perché è stupido o superficiale –come mai potrebbe esserlo chi ha sconfitto Voldemort- ma perché fa parte del suo carattere, più solare e più giusto per la sua età rispetto a quello di Malfoy, totalmente sottomesso alle rigide regole dettate dalla famiglia e dal suo cognome. Vedendola sotto un’altra ottica ancora, questo “stacco” può essere definito come una “volontaria pausa”: harry sta pensando con serietà ma, di tanto in tanto, divaga uscendosene fuori con frasi divertenti ma nel complesso non inerenti allo scopo della riflessione. E’ un suo modo per svicolare la serietà della vita che molto lo ha messo alla prova, per conservare quel buonumore che gli conquista la lucidità di vedere le cose senza abbattersi. Mi sono spiegata? Quando mi dici di usare un tono più formale devo però darti torto, sempre per lo stesso motivo. Harry è un teenager, un quasi maggiorenne e dal modo in cui parla devono scaturire le sfumature del suo carattere e del suo modo di fare. Draco decisamente è più formale, ma se facessi anche Harry così i personaggi risulterebbero piatti. E poi…non era altro che una frase, o meglio una parola. “Quello non era un mangiamorte, gente” è la frase e potrei capire se magari utilizzasse “Questo non era un mangiamorte, ragazzi” che è per niente adatto. Dire gente mi sembrava giusto e assolutamente consono sia al resto del capitolo (cioè il modo in cui è scritto) sia al mio modo di vedere il personaggio. Poi naturalmente è una questione di gusti e di modo di parlare.^_^

 

M.: sono commossa…grazie T_T

 

Agartha: non è un libro bellissimo ma a me piace perché è il primo che ho letto. Sul momento non lo adorai affatto perché lo consideravo spazio-temporalmente poco riscontrabile e serio…cioè era ambientato nel presente ma io pensavo, e penso ancora adesso, che collocato nel passato avrebbe fatto la sua figura! Mi piace perché ha un valore affettivo…se lo vuoi leggere si chiama Agartha e la sfida dei cinque…è un libro per ragazzi!

 

Michelle Malfoy: ehm ehm…Draco è mio…ma ti perdono per questo momentaneo appropriamento di proprietà provata…non sai quello che dici! ^_^ Scherzo…che dici? Draco ce lo spacchiamo in due come un Kit Kat. Ehi Draco? Perché mi guardi così? Cosa ci fai con la mannaia in mano? ARGHHH Interruzione di collegamente…l’utente Eagle_chan non è al momento viva. Arrivederci!

  
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