L’arrivo
fu
impressionante per Ritsuko: non si era mai chiesta dove Maya vivesse,
né che
vita conducesse fuori dalla Nerv Forse
aveva molti amici con cui si vedeva il sabato sera per parlare del
più e del
meno e poi andare a far baldoria tutta la notte in un bar, trovare
nuovi amici
e ubriacarsi, Maya sarebbe stata così circondata da molte
ragazze con cui
avrebbe potuto lamentarsi di quanto i ragazzi fossero senza speranza e
di
ragazzi che avrebbero cercato di sedurla con acute battute prese dai
film,
tutte cose che ogni ragazza della sua età sognava e che
Ritsuko aveva avuto un
tempo
Tuttavia in
un qualche modo, quel pensiero la infastidiva.
Non capiva
se fosse perché fosse un po’ invidiosa di Maya e
della sua vita più interessante
della sua o dei suoi amici che vedevano una ragazza diversa Ma
perché era così
irritata dal dover dividere la sua assistente con qualcun altro?
Ritsuko uscì
dal trance in cui era caduta quando sentì un tocco leggero
sulla spalla: era
Maya che le disse: “Senpai, ha davvero bisogno di una o due
notti di completo
riposo”
Poi la fece
entrare in casa
La dottoressa
si guardò intorno e vide che l’appartamento fosse
piuttosto simile al suo e si
sentì ancora meglio quando ricordò che i sabati
sera li passava alla Nerv con
lei
“Rits
–Maya
urlò attraverso la casa – sono tornata”
Ritsuko ebbe
un colpo: non l’aveva mai sentita chiamarla con un nome
diverso da Senpai e ora
stava addirittura usando il suo vecchio nomignolo, anzi lo stava
urlando Cercò
l’assistente con lo sguardo, ma la brunetta era
già sparita, lasciandola
confusa all’entrata della casa Poi ottenne la sua risposta
quando Maya tornò,
tenendo in mano una palla di pelo bianco e marrone
Maya:
“Ritsuko, ti presento la dottoressa Akagi” La gatta
sbadigliò e si stiracchiò
“Potresti almeno esere cortese, sai che hai preso il nome da
lei”
La
dottoressa sorrise e accarezzò la testa della gatta:
“Bene piccola Ritsuko,
sono felice di conoscerti”
Ma la gatta
non mostrò grande interesse per l’intrusa,
soffiò e riprese la sua attività
preferita, dormire tra le braccia di Maya
Ritsuko:
“Non sapevo che ti piacessero i gatti”
Maya:
“Infatti non mi piacevano, ma una volta
le ho dato da mangiare e lei mi ha seguita qui, non potevo abbandonarla
(arrossisce) e poi avevo bisogno di qualcuno che mi tenesse
compagnia”
Ritsuko:
“Capisco, ma perché darle il mio
nome?”
A
quelle parole Maya arrossì terribilmente e
si allontanò
Ritsuko
(scuotendo la testa): “Non importa, è
così carina, proprio come te..” Detto questo la
dottoressa sorrise
La
senpai le aveva detto che era carina… Maya
voleva scomparire sotto terra; Ritsuko invece si stava divertendo un
mondo:
amava prendere un po’ ingiro la giovane tecnica ed era fin
troppo facile farla
arrossire ed era così carina quando arrossiva
Ora la vedeva cercare di nascondere l’imbarazzo
dedicandosi al gatto:
con le mani grattava la testa della piccola Ritsie proprio sotto le
orecchie
mentre se la teneva sul petto, proprio sotto il cuore e, più
la guardava, più
si sentiva gelosa della sua omonima felina
“Ma
come posso essere gelosa di un gatto”
pensava
Dopo
alcuni minuti di silenzio, Maya si accose
finalmente che erano ancora sulla porta di casa e, battuta la mano
sulla
fronte, invitò la dottoressa ad entrare in salotto
Maya:
“Faccia come se fosse a casa sua,
Senpai, io vado a mettermi qualcosa di più comodo Vuole
qualcosa dalla cucina?
Del te?”
Ritsuko:
“Del te sarebbe perfetto, grazie Maya”
La
ragazza arrossì, come faceva ogni volta in
cui il suo boss aveva una parola gentile per lei e corse in camera da
letto
Quando
tornò, trovò la dottoressa sdraiata sul
divano L’aspetto della stanza era proprio ciò che
ci si sarebbe aspettati da
Maya Le pareti erano color crema con qualche poster e tanti animali di
peluche,
probabilmente dono dei suoi amici, erano sparsi qua e la; un grazioso
Chuchu la
guardava da sopra la tv Un
grande
orsacchiotto con una maglietta con su scritto:
“abbracciami” sedeva sul divano
e quasi scompariva, sommerso da un esercito di cuscini rosa Ritsuko
sorrise di
nuovo: non le era mai piaciuto il rosa, ma si sentiva sorprendentemente
a suo
agio
La
piccola Ritsuko, invece, si era ripresa il
suo posto sulla sedia innanzi al divano e dormiva tranquilla e, dato
che Maya
sembrava non voler tornare, la sua ospite ne approfittò per
lasciar vagare lo
sguardo sugli scaffali che coprivano due pareti
Naturalmente
contenevamo molti libri, ma anche
altri animali di peluche e, soprattutto, un numero enorme di gadget e
immagini
di Hello Kitty, oltre a foto di Maya e della famiglia, anche se, strano
a
dirsi,
Ritsuko
rimase però perplessa nel notare che
tutte erano impolverate, scosse la testa, ma non pensò nulla
Dopo tutto chi era
lei per ficcare il naso nella privacy della sua subordinata?
Proseguendo
vide alcune riviste su un tavolo
da caffè, insieme ad alcuni appunti da Maya scritti; fu
tentata di leggerli, ma
poi lasciò perdere Ad ogni mood una cosa attirò
la sua attenzione: una foto in
una cornice, nascosta sotto il mucchio di carta