Fanfic su attori > Ben Barnes
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Autore: Christine_    12/03/2010    11 recensioni
Lista delle cose che odio:1) Chi mi chiama Meredith.2) Chi mi frega il cibo.3) Chi mi frega i profiterole.4) Chi mi chiede il mio cognome.5) Chi insiste sul mio cognome.6) Chi sparla alla mia segreteria telefonica.7) Chi mi inganna.
Okay, il fatto è questo: uno ci prova a tenersi alla larga dai problemi, ma quando hai un padre che si chiama Gibson, un’amica svitata e un’amica acida, un amico che parla nei momenti sbagliati, uno Zio che si commenta da solo e un corteggiatore decisamente deficiente... non è facile.A parte questo sono normale, però.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chap 1
portami dove si vola;
-quando meno te l'aspetti-





- Edith, tesoro, sei pronta? -

Meglio non rispondere, lascio suspance.
- Meredith! -
E gli rispondo che sono ancora a contemplare l'armadio?
- Meredith Christine Gibson, mi vuoi rispondere? -
Nome completo vuol dire una sola cosa: guai. Due istanti dopo sento il suo passo pesante per le scale e poco dopo bussare alla porta.
- Edith, siamo in un ritardo pazzesco. Sei pronta? -
Adesso gli devo rispondere.
- No, papà. Non so cosa mettere e poi non ho ancora capito perché devo venirci per forza -
Ti prego, dimmi che posso restare a casa.
- Non posso volere mia figlia vicino? Devi venire e basta. Ti dò altri dieci minuti al massimo -
Simpatico, davvero. Come faccio a essere pronta in dieci minuti? Odio queste serate di gala, le ho sempre odiate. Preferivo le mie feste.
Ma mai una volta che papà mi esoneri da questa tortura. Fra me e i miei fratelli sono l'unica rimasta a vivere qui con lui dopo il divorzio con mamma.
E sono i momenti come questi che mi fanno rimpiangere di non avere qualcun'altro di sesso femminile a casa.
Ma come potevo lasciare il mio mondo? Capisco che papà non si è comportato assolutamente bene tradendo mamma con Oksana.
Ci sono stata male, ci sto tutt'ora male perché ho visto mia madre soffrire davvero. Ma non potevo fare altrimenti. Mamma non è stata propriamente contenta quando ho deciso, ma in quanto maggiorenne potevo. E tanto è stato. Per non parlare di quando, poco tempo fa, Oksana ha partorito una nuova Gibson, Lucia Anne.
Prendo il vestito che mi ha mandato mamma da Parigi la settimana scorsa.. quello bordeaux alla Marilyn Monroe. Spalle scoperte, abbastanza corto, mi regge bene il seno.. Sì, direi che è okay. E poi è Gucci.. Quindi è okay sicuro. Lo infilo velocemente mentre passo alla pagina successiva: trucco.
Qualcosa di leggero dato il ritardo, e nel frattempo penso alle scarpe. Meglio andare sul classico, nere e un fiocco dietro, le mie preferite.
Il tacco non è eccessivo perché altrimenti rischio davvero di farmi riportare a casa in barella da papà.
I capelli li avevo fortunatamente fatti oggi pomeriggio, lisci come al solito. Scendo velocemente al piano di sotto, stranamente in orario.

- Papà sono prontaaa! - urlo andandogli incontro. Lo trovo davanti al camino a osservare due degli oggetti a cui più tiene al mondo.
- Papà, finirai per consumarle quelle statuette a forza di fissarle - lo pizzico dandogli un bacio sulla guancia.
- Non sai che traguardo arrivare a vincere un Oscar, Edith - mi dice con gli occhi che brillano.
- E non saranno gli ultimi, lo so. Ora però dobbiamo andare - gli bisbiglio all'orecchio.
Papà mi sorride e mi mette una mano dietro la schiena per accompagnarmi verso la porta.

- Mel e Meredith Gibson - dico alla signorina all'entrata della Sala. Papà si è perso non so dove dopo essere scesi dalla macchina e mi ha lasciata come al solito da sola. Odio trovarmi in questa situazione. Vorrei che l'idiota di mio padre lo capisse una volta. Ad un tratto sento la sua voce alle mie spalle.
- Dove cazzo er- ma mi blocco.
- E lei è mia figlia, Meredith -
Questo non è Johnny Depp, vero?
- Piacere - sussurro.
- Incantato - dice baciandomi la mano e sorridendo. So che dovrei essere abituata a conoscere gente del genere. Ma Johnny Depp mi farebbe effetto anche se fosse un barbone, quindi non conta.
- La stai crescendo bene, Mel - dice poi a mio padre.
- Non è merito mio. E' bellissima di suo -
- Gli occhi sono i tuoi - risponde Johnny guardandomi. Non sorridere di nuovo o non rispondo di me. Oggi indossa degli occhiali pazzeschi che credo possano star bene solo a lui. Rispondo al suo sorriso e entriamo nella sala, naturalmente pienissima. Perdo papà poco dopo, come sempre e mi dirigo verso il buffet cercando di ignorare chiunque. Non sono mai stata il tipo per questo mondo pieno di lustrini e champagne ma ci sono nata e continuerò ad appartenere a questa gente. Essere la figlia di Mel Gibson ha i suoi pro e i suoi contro, come ogni vita. Prendo un flute e lo sorseggio con calma mentre, mettendomi in un angolo, mi guardo attorno. Se solo ci fosse...
- Edith! -
- Ashley, almeno tu! - le dico e la abbraccio.
- Vieni di là, che ti presento agli altri - mi risponde e mi trascina via.
Mai e poi mai affidarsi a Ashley Greene. L'ho conosciuta un paio di mesi fa ed è davvero un tornado di simpatia e dolcezza. Ma è un tornado e, come ogni tornado che se rispetti, non sta ferma un attimo.
- Ragazzi, lei è Meredith! - urla rivolta ad un gruppo di  persone sedute su delle poltroncine in pelle. Si girano in contemporanea e vorrei davvero sprofondare. Ed Westwick è il primo ad alzarsi e a stringermi la mano.
- Piacere - sorrido e ricambio la stretta.
- Vieni siediti - mi dice indicandomi un posto e saluto Chace che avevo già conosciuto.
Via via si presentano tutti gli altri. Jessica Sohzr, Blake Lively, Penn Badgley, Leighton Meester.. Sembra di essere in una puntata di GG.
- Quindi sei la figlia di Mel Gibson, no? - chiede Penn. Odio essere definita così. Non posso essere semplicemente Meredith?
- Sì - rispondo in un sussurro.
- E sta lavorando ad un nuovo film, no? Ho sentito che aveva bisogno di un ragazzo sulla trentina o poco più e, mi stavo chiedendo.. - so già dove vuole andare a parare e lo interrompo.
- Mi dispiace ma non mi intrometto nella vita lavorativa di mio padre - dico secca. Mi spiace di essere sembrata scortese ma sono stufa di essere trattata così. Il braccio per arrivare a mio padre. Per giunta, ora che sono l'unica tra i miei fratelli a stare con lui, sono rimasta l'unico appiglio per arrivare a lui.
- Scusa, io.. -
- Non ti preoccupare - rispondo sorridendogli.
- Ash, vado a prendere qualcosa da mangiare - sussurro all'orecchio di Ashley che mi fa cenno di sì con la testa per poi tornare a parlare con Chace e Jessica. Guardo l'orologio e sbuffo, non vedo l'ora di tornare a casa. Noto ad un lato del tavolo l'ultimo vassoio di profiterole alla crema. Vado dritta in quella direzione senza neanche guardarmi attorno, non capirò mai perché quando organizzano queste cene ci sia sempre così poco da mangiare di normale. Arrivo davanti all'adorato vassoio ma un'altra mano si fionda sul profiterole prima di me. Alzo gli occhi per vedere il proprietario della mano e trovo un ragazzo sulla trentina con i capelli scuri, lisci e gli occhi .. fantastici, scuri. L'ho già visto da qualche parte, me lo sento. Forse a qualcuna di queste feste. Lo smoking farebbe pensare ad un cameriere ma ne dubito, è sicuramente un ospite.
- Scusa, io.. non ti avevo visto - mi dice dopo aver ingoiato il mio adorato profiterole.
- Oh, non ti preoccupare - riesco e dire e faccio per andare via ma lui mi ferma sfiorandomi il braccio. Un brivido mi attraversa la schiena.
- Non mi sono presentato, sono Ben - mi dice sfoggiando uno dei più bei sorrisi che abbia mai visto e tendendomi la mano.
- Meredith - rispondo stringendogliela. Ha una stretta bella forte.
- Ti devo un profiterole, Meredith. Ora devo andare - mi dice - mi ha fatto piacere conoscerti - e mi saluta con un cenno della mano andando via. Dovrei conoscerlo.. ripeto di averlo già visto da qualche parte. Mi giro e torno da Ash con le mani in mano.
- Attaccato bottone, eh? - mi dice appena arrivo.
- Come, scusa? -
- Con Ben - mi risponde.
- Ah, quel ragazzo. Sì .. mi ha rubato l'ultimo profiterole - dico sbuffando.
- E' bello, non puoi prendertela più di tanto - mi risponde facendomi l'occhiolino. A essere bello, è bello. Mi giro e lo trovo a fissarmi mentre parla con un uomo. Gli sorrido e ne ricevo un altro in risposta. Ash ha ragione: è davvero bello. Ben.. possibile che non riesco a ricollegarlo a nessuno? Eppure sembra tanto una faccia conosciuta. Due ore dopo sono da mio padre ad implorarlo di andare via. Domani devo anche studiare, tra l'altro.


Quando suona la sveglia sono sinceramente tentata dallo scaraventarla a terra ma mi trattengo.
Devo studiare, devo studiare, devo studiare, mi ripeto mentre mi stropiccio gli occhi.
Io e la voglia di studiare abbiamo litigato da piccole, mi è sempre stata antipatica.
Mi trascino in cucina per la mia flebo mattutina di caffè e mi accorgo che papà non è ancora sveglio, avrà sicuramente passato tutta la notte al computer.
Preparo il caffè per entrambi e il suo lo metto su un vassoio. Senza fare rumore entro in camera sua e lo trovo a dormire, come sospettavo.
Appoggio il vassoio sul comodino e lo vedo aprire gli occhi.
- Giorno - bisbiglia.
- Buongiorno - gli rispondo sedendomi sul letto - passato la notte al computer? - chiedo e lui annuisce.
- Non troverò mai l'attore che voglio - mi dice sedendosi accanto a me.
- Lo troverai e sarà perfetto - dico cercando di tirarlo su di morale.
- Il problema sai qual è? E' che neanche io so bene cosa voglio .. E non posso incaricare nessuno. Devo trovarlo io - mi alzo e gli dò un bacio sulla guancia.
- Ce la farai. Sei o non sei Mel Gibson? Le statuette sotto devono continuare a essere fiere del proprietario - gli dico sorridendo.
- Sei la mia migliore iniezione di autostima, Edith -  mi abbraccia e lo stringo ancora di più. Paradossalmente aveva sette figli e ora gli sono rimasta solo io.
- Devo andare a studiare - dico alzandomi e uscendo dalla stanza.
- A pranzo non ci sono! - mi urla mentre vado via. Allora esco anche io: studio in biblioteca, mangio in qualche ristorante e pizzeria e poi dinuovo a casa. Sì, mi piace.
Chiuso l'ultimo libro non so proprio dove andare a pranzare. Se avessi qualcuno con cui uscire non avrei di questi problemi, lo so. Ma non sono stata io a cacciare tutti dalla mia vita. Ho tagliato fuori chi stava con me per interesse, quelli per cui non ero Edith, ma Meredith Gibson. La figlia di quel Mel. Rimetto i libri sugli scaffali, mi rivesto ed esco. In fin dei conti mi basta una pizza , non ho voglia d'altro. Entro nella prima pizzeria e inizio a dare un'occhiata. Uh, c'è solo una margherita, magnifico.
- Mi dà quella margherita? - Nah, la voce non è la mia. Mi volto e trovo Lui, ancora Lui. Ben-Profiterole.
- Ma allora è un vizio! - gli dico.
- Edith - mi saluta - Non dirmi che volevi proprio quel pezzo -
Non gli rispondo ma il mio sorriso è alquanto eloquente.
- Allora mi dia anche quella bianca laggiù - dice rivolto al pizzaiolo - te lo devo - aggiunge girandosi verso di me. Non faccio in tempo a protestare che ha preso le due pizze e sta andando verso un tavolo all'interno. Cavolo, mi ha fatta incazzare, è vero.. ma è bello da togliere il fiato. Mi avvicino a lui che fa cenno di sedermi.
- Come mai da questa parti? - mi chiede mentre gira il vassoio per darmi la pizza.
- Sono stata in biblioteca - rispondo sorridendo - Tu? -
- Adoro la pizza, soprattutto come la fanno qui - dice addentandola. Possibile che non mi ricordo dove l'ho già visto? Forse qualche film, perchè se l'avessi già visto dal vivo mi ricorderei sicuramente di una bellezza del genere.
- Ho qualcosa sulla faccia? - Figura di merda.
- Nono, è che sento di averti già visto - ammetto e lui ride.
- Forse ti hanno obbligata a vedere qualche mio film -
Film. Allora qualcosa ho indovinato.
- Ma non è importante che tu lo.. -
- Caspian! - dico in un lampo di genio - Cioè Barnes, Ben Barnes. Okay, ho fatto una figura di merda, scusa - dico vedendolo ridere.
- Non ti preoccupare, è normale. Sono abituato a chi mi chiama Caspian -
- No, Ben. Per me questo è inconcepibile. Ho detto "Caspian" perchè ho capito dove ti avevo già visto. Io non.. Io odio le persone che etichettano gli altri in base a quanto sono famosi. Odio quel tipo di persone e sicuramente non sono una di loro - dico abbassando gli occhi. Non voglio che mi bolli come qualcuna che non sono quando neanche mi conosce.
- Non l'ho mai pensato - mi dice e alza gli occhi su di me - Sei venuta a pranzare con me quando ero semplicemente Ben che ti aveva rubato l'ultimo profiterole - aggiunge dando un altro morso alla pizza.
- Siamo Ben e Meredith seduti a mangiare una pizza. Semplicemente Ben Barnes e Meredith ..  - e s'interrompe guardandomi. Credo vogli sapere il mio cognome, cavolo.
- G..sso - dico a mezza bocca.
- Come? -
- Gibson - dico più ad alta voce - come la chitarra - aggiungo.
- Okay, quindi siamo semplicemente Ben Barnes e Meredith Gibson che pranzano insieme - mi sono salvata.
- E come mai a quella festa ieri? - Rettifico, non mi sono salvata, questo ragazzo è troppo sveglio.
- Diciamo che .. sono stata obbligatoriamente invitata da .. superiori - rispondo abbassando gli occhi e concentrandomi sul mio pranzo.
- Obbligatoriamente invitato da superiori? - ripete. In effetti potevo dirla meglio. Annuiscio senza alzare la testa, sono sicuramente violacea.
- Manager? -
Adesso però sono costretta a guardarlo.
- Sottospecie -
- Amica? Ho visto che eri con Ash -
- Sì, ci conosciamo da poco ma ci tengo parecchio a lei - dico cercando di sviare la domanda.
- Avete lavorato insieme, quindi - Adesso lo strozzo. Perchè continua? Secondo me sa già chi sono.
- No.. ci siamo conosciute ad un'altra festa - Da qui non ne esco più.
#Hey kids, shake it loose together
The spotlight's hitting something
That's been known to change the weather#
- Bella questa canzone.. - dico.
- La adoro - mi risponde - Bennie And The Jets, vero? -
-You're gonna hear electric music, solid walls of sound.. - inizio a canticchiare mentre gli faccio cenno di sì con la testa.
- Credo sia il tuo.. - mi dice indicandomi la borsa. Cazzo, il telefono! Mannaggia a me e la mia mania di cambiare suoneria a giorni alterni.
- Pronto? - rispondo senza vedere chi è.
- Edith ci ha messo tempo a rispondere! Hai cambiato suoneria di nuovo? - Mio padre mi conosce.
- Sì, papà. Cosa c'è? - dico scocciata.
- Hai lasciato le chiavi a casa, come sempre, e io sto uscendo - Edith, ma la testa? - Se sei in biblioteca vengo a portartele, tanto passo di là -
Qui?? Nooooo!
- No, papà. Sto tornando a casa. Dammi dieci minuti, massimo un quarto d'ora -
- Edith, ti ho detto che posso ven-
- Pà, sarei tornata a casa comunque - lo interrompo e aggancio alzandomi.
-  Padre severo o dimostri più di quanto hai? - mi chiede.
- Ho ventitrè anni e non un padre così severo. E'.. una storia lunga. Ti annoieresti - dico in fretta - Grazie Ben, mi ha fatto piacere rivederti - gli dico dandogli un bacio sulla guancia prima di scappare via. Entro in macchina e ricomincio a respirare. Vedo dallo specchietto retrovisore che Ben è uscito dal locale e si sta guardando attorno.
- Fidati, che sarei voluta rimanere lì per sempre - sussurro e cerco le chiavi nella borsa. Non ci sono. No, forse devo cercare meglio. Perchè ho un miliardo e settecentottantanove tasche? Mentre sono ancora alla ricerca delle chiavi perdute, neanche fossi Indiana Jones, qualcuno mi picchietta al finestrino. Ben. Apro lo sportello e lui mi sventola le chiavi davanti.
- Lo vedo difficile il ritorno a casa senza queste - e mi sfodera uno dei suoi sorrisi migliori. Oh, Gosh quant'è bello questo ragazzo. Gliele sfilo dalle mani e rispondo al sorriso.
- Grazie mille. E' che sono leggermente con la testa fra le nuvole -
- Non importa. Allora.. ci vediamo - mi dice chiudendomi lo sportello, sempre con quel fantastico sorriso stampato in faccia. Caldocaldocaldo.
- Ehm.. Sì - rispondo e lui si passa la mano fra i capelli. Sì, sto per sentirmi male davvero.
- Lo spero - dice e mi dà un pizzicotto sulla guancia passando la mano attraverso il finestrino aperto. Credo che fra un pò si accorga che ho il cuore in gola. Si allontana e mi saluta con la mano mentre esco dal parcheggio. Signore, ti prego fà che riesco a giudare in maniera decente fino a che c'è lui. Stranamente ce la faccio, poi dò un'occhiata per vedere se si vede ancora.
- Signorinaa! - sento urlare e mi accorgo che per poco non ho investito un uomo.
- M-mi scusi - balbetto.
- Guardi la strada, piuttosto - risponde stizzito.
- Mi scusi - sussurro ancora prima di andare via. Questo ragazzo è un pericolo per me.



Oddei dell'Olimpo, ce l'ho fatta. Una bella - eufemismo - long con Ben. Dopo aver visto Dorian Gray si è imposto su questa storia, ha preteso di essere il protagonista. E chi sono io per dire di no? Davanti a cotanta bellezza non posso fare che inchinarmi.
Non ci credo ancora, ma anche questa volta ce l'hanno fatta a convincermi a pubblicare. Sante donne che mi sopportano! Che sopportano i miei scleri, le mie giornate di ispirazione e i miei blocchi. Che sopportano le mie mille domande, che mi aiutano in qualsiasi cosa. Senza di loro questa storia non sarebbe stata quella che è .. probabilmente sarebbe rimasta al terzo rigo nella Cartella "Fic da finire, prima o poi". Sarè, angelo mio, e Fede, sorellanondisangue, questa è dedicata a voi - che continuate a dire quanto vi piaccia.
Ecco, se siete arrivati a leggere fino qui significa che almeno un pochino vi è piaciuta. E adesso sono curiosa di sapere cosa ne pensate. Qualsiasi cosa. Anche se due parole .. anche un semplice "Che Schifo" XD No, davvero. Ci tengo a sapere l'opinione di tutti.

Alla prossima. Spero presto ; )
Rachele*
  
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