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Autore: telefilmADDICTED    29/03/2010    1 recensioni
"Quelle sagome nere si avvicinarono danzando, sembrava stessero fluttuando. Questa volta sarà davvero la nostra fine, pensai. Mi strinsi Renesmee al petto e presi per mano Edward. Restammo immobili come delle statue." Dopo un anno dall'attacco dei Volturi,i Cullen affrontano vecchi nemici e nuove minacce...spero di avervi incuriosito un po'. - La vecchia storia è stata cancellata da me medesimo perchè faceva schifo; la trama non cambierà di tanto, ma ci saranno sorprese e piccoli cambiamenti che la renderanno migliore-
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Reazione  

<< Perché lo hai fatto? >> disse Alexander con tono lagnoso. Sarah gli si avvicinò all‘orecchio.
<< Ti sembra il momento di pensare alla caccia?! >>
Il suo urlo fu strepitoso, ma il moro non si mosse. Di sicuro queste scenate erano all’ordine del giorno nella loro famiglia.
<< Senti, manesca, io ho sete quindi …>>  
La sorella lo interruppe.
<< Come mi hai chiamato, idiota? >>
Aveva ringhiato anche se  con un sorriso. Ero sempre certa che quelle litigate fossero tutta scena. Mi girai verso gli altri quattro: avevano un' aria piuttosto afflitta. Si vedeva che si stavano vergognando tantissimo per quello che stavano facendo i loro fratelli maggiori. Un altro ringhio mi fece girare verso Sarah, questo era molto diverso dal primo.
<< Ridammi la vista! >> sibilò. Alex sembrava piuttosto divertito da quella reazione.
<< Solo se prometti di non farmi nulla e se mi chiedi scusa per lo scappellotto. >> disse con voce da bambino.  
La ragazza ringhiò un’altra volta. << Se non mi ridai la vista entro tre secondi, mi metto ad attaccare a caso. Primo o poi ti prenderò e ti staccherò la testa a morsi. Uno … due … tre. Bene, preparati bastardo. >>
Mise le mani avanti e uno scudo filò verso di me. Lo vidi si scontrarsi contro il mio e  disintegrarsi. Renesmee rideva per quella sceneggiata. Guardai verso Edward. Anche lui stava ridendo. << Chiedo umilmente scusa a chi ho colpito.>> disse Sarah educatamente.
<< Devi sapere, fratellino caro, che quando ti prenderò rimpiangerai quello che mi hai fatto. >> continuò la bionda con un tono simile a quello di una mamma, quando spiega qualcosa a un bambino molto piccolo.
<< Non ti preoccupare. Hai colpito me. >> dissi.
Lei rispose sospirando << Mi dispiace, Bella. >>
<< Non ti preoccupare. Alexander, per favore potresti ridarle la vista? Non vorrei che distruggesse la casa con un colpo solo. >>dissi sarcastica.
Alex sbuffò. Sarah sbattè le palpebre due volte e ringhiò contro il fratello.
 << Chiedo scusa ai presenti per quello che sto per fare. Nessuno provi a fermarmi. Grazie. Ora Alexander ti conviene correre molto veloce perché se ti prendo, giuro che ti riduco parecchio male. >> ringhiò contro il fratello. Quel ringhio mi fece capire che non stava mentendo; era molto, molto infuriata.
<< Oh, sto morendo di paura. >> la scimmiottò. Un ringhio profondo salì dalla sua gola. Alexander, sorridendo, iniziò a correre verso la foresta. Sarah gli andò dietro gridando.
<< SCAPPA!>>
Partì dietro al fratello.
<< Vi chiediamo scusa. >> dissero gli altri quattro in coro con un inchino.
<< Bella, posso giocare con sua figlia? >> mi chiese Marianne. Non potevo certo negarglielo.
<< Va bene. Ma state nei paraggi. E dammi del tu. >>
Marianne mi sorrise e sparì insieme a Renesmee dentro casa.
<< Scusate, può sembrare un po’ inopportuno ma per caso avete una tv? Oggi ci sono due partite di baseball molto importanti per la Major League. >>
Emmett rise per quella richiesta di Josh e lo fece accomodare in casa. Dopo un secondo sentì Emmett urlare insieme a Josh. La loro squadra preferita stava vincendo.
<< Vi chiediamo scusa per quello che stanno facendo i nostri fratelli >> dissero Danny e Margot in coro. Appena sentii parlare Margot rimasi a bocca aperta. La sua voce era squillante. Sembrava quella di un angelo. Danny sorrise alla sorella.
<< Io entro per controllare Josh, non vorrei che per la troppa foga faccia qualcosa di brutto.>> e anche lui scomparve dentro la casa.
<< Chiedo scusa per questa invasione. Voglio scusarmi anche per la scenata di prima tra Sarah e Alex, ma quei due fanno sempre così: lui scappa, lei la insegue, poi lui le chiede scusa, lei lo perdona e dopo pochi minuti sono di nuovo amiconi, come se non fosse mai successo niente. >> disse sorridendomi.
<< Perché tuo fratello ha detto che Josh per la troppa foga potrebbe causare dei problemi? >> chiese curioso Edward.
Io non stavo seguendo molto la discussione perché ero impegnata a controllare mia figlia che stava giocando con Marianne.  Lei le stava facendo fluttuare alcuni mobili del salotto intorno.
Nello stesso momento Margot parlò.
<< Diciamo che i suoi poteri vengono influenzati molto più facilmente dalle emozioni. Può perdere il controllo per qualsiasi cosa. Oltre a questo, la sua abilità è molto potente e  completamente sconosciuta anche per noi che siamo la sua famiglia. A quanto dice Alex nemmeno nostro padre sapeva di cosa fosse veramente capace. Noi purtroppo lo sappiamo. Una volta Josh è riuscito ad assorbire un nostro fratello. Ha assorbito tutta la sua energia vitale, riducendolo in polvere. Noi pensiamo che possa avere lo stesso effetto sui vampiri, ma non abbiamo mai provato. Alex non         vuole che passiamo quello che lui ha passato con nostro padre, che lo faceva esercitare sempre. A parte questo, Josh è il mezzo vampiro più dolce al mondo e vi posso assicurare che io ne ho conosciuti tanti. >>
<< Sì certo. Alice, puoi darle dei tuoi vestiti? Il bagno è al piano di sopra, ti ci accompagna Alice. So che è strano avere il bagno ma dobbiamo sembrare normali per la gente comune, una casa senza bagno risulterebbe un po' strana, non credi? >> rispose Edward una domanda che lei aveva solo pensato. Alice la prese per mano e insieme si diressero al terzo piano dell’enorme casa Cullen. Esme aveva ampliato la casa per fare posto ai licantropi. Jacob era sempre con noi, e a lei dispiaceva farlo dormire sul tappeto in salotto. Era stato aggiunto un piano e una quantità infinita di stanze perfettamente arredate e complete di letti. Naturalmente nessun licantropo ci aveva passato una notte perché puzzavano troppo per i loro gusti. Per questo quelle stanze erano rimaste inutilizzate fino a pochi mesi fa: Alice le aveva fatte diventare il suo guardaroba. Ogni stanza era stata invasa da una quantità incredibile di abiti, da fare invidia alle migliore boutique. Una stanza era stata destinata a me, io l’avevo riempita di tutti i vestiti che indossavo da umana. Quando me li feci portare da Charlie, insieme alle mie foto e a tutti gli oggetti che avevo nella mia vecchia camera, pensai che James non avesse avuto tutti a torti a darmi la caccia. Il mio odore da umana era davvero forte, mi sarei anche io data la caccia per la sua intensità.
Esme interruppe il mio flusso di pensieri.
<< Finalmente le stanze nuove saranno utili a qualcuno. Spero solo che Alice non ci abbia messo troppo vestiti. Conoscendola è molto più che possibile, è una cosa certa. >>
Risi a quella battuta. Il fatto che la mia cognata-migliore amica sprecasse i vestiti come se fossero fazzoletti, mi dava ancora un po’ fastidio. A causa sua il mio guardaroba veniva aggiornato ogni mese. << Bella che hai? >> mi chiese Edward. Jasper e Carlisle erano accanto a lui.
<< Nulla, Edward. >> -mi guardò torvo- << E' vero. >> mentii.
<< Va bene Bella. Carlisle secondo me di loro ci possiamo fidare. Sembrano molto pacifici. Ho letto le loro menti e non hanno intenzione di farci niente. Potrai fargli domande sulla loro vita. Potremmo scoprire su Renesmee, cose di cui ignoriamo l‘esistenza. Sì, Jasper lo so che sono pericolosi, ma da quanto ho sentito loro vogliono stare per poco, vogliono sapere più cose possibili su di noi. >>.
A quel punto mi allontanai da quel conciliabolo e rientrai in casa. Marianne stava facendo fluttuare tutti i mobili del salotto compreso il divano con sopra Emmett e Josh che cercavano di guardare la partita. Josh era perfettamente a suo agio, ma non si poteva dire lo stesso di Emmett. Era aggrappato al divano in una presa ferrea, a momenti il bracciolo gli sarebbe rimasto in mano. Daniel era per terra accanto a Renesmee e proprio come lei stava ridendo. Appena mi vide bisbigliò a Marianne, pensando che non l'avrei sentita, di metterli giù. Marianne annuì e il divano tornò al suo posto. Emmett sospirò di gioia. Daniel mi si avvicinò trattenendo le risate e mi  sorrise. Uscì dalla porta molto velocemente e lo sentii bisbigliare un “finalmente sono tornati”. Mi avvicinai a mia figlia e le feci segno di salire in braccio. Lei capii la mia richiesta e in un secondo saltò.
<< Perché Emmett stava fluttuando? >> le chiesi. Lei mi mise una mano sulla guancia e mi fece rivedere l’intera scena dall’inizio, soffermandosi molto sull’espressione di Emmett quando il divano aveva iniziato a fluttuare. Lei aveva chiesto a Marianne di far levitare lo zio per divertirsi.
Dre noia ad Emmete era  il gioco preferito di mia figlia. Il concetto di “divertimento” era diverso per i due. A Emmett piacevano la caccia e le partite di baseball. A mia figlia piaceva dargli fastidio in ogni momento libero della giornata: mentre cacciavano gli si avvicinava di soppiatto e gli mandava nel cervello delle immagini su Rose. Molte volte Emmett era finito contro un albero o contro delle rocce. Di certo non si faceva male, ma il fatto di perdere una preda lo faceva innervosire parecchio, questo era proprio quello che la spingeva a continuare. Faceva lo stesso anche durante le partite alla televisione oppure mentre aggiustava una delle macchine nel garage. Naturalmente a me e a Edward mostrava tutto più e più volte. Se poi aveva combinato qualcosa di veramente brutto, si portava dietro Jasper che la assecondava e faceva diminuire tutta la mia ira.
Tutti in famiglia erano sotto il totale controllo di Renesmee.
  
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