Alla Mamma, Elisa.
Semplicemente perché la
mamma è la mamma, e quindi non posso non dimostrarle il mio
imperituro affetto,
anche se quanto posto è sgradevole a leggersi.
A Hime, perché
è Hime e
s’è sorbita almeno mille bozze diverse, e anche
solo per questo meriterebbe una
statua d’oro.
Ma io statue non ne so
fare, quindi le dedico questa roba.
Alla Geme, perché
è
tanto simpatica e cara.
Del resto, è una
NaruSaku, e quindi merita tante coccole.
A te,
perché tanto non capirai che sei tu,
e anzi!, son certa che non leggerai, ma volevo dedicarti
qualcosa.
E ‘sta schifezza
è tutto
quel che mi riesce. *Cuoricino*
Alla ragazza che, un bel
po’ di sere fa, mi ha fatto pervenire la gentile richiesta di
continuare
tramite msn. XD
La Somma Sacerdotessa ha
molto gradito, davvero. *Ringrazia*
A Kiki, per il 02/04/10.
Perché diciotto
anni non
si fanno tutti i giorni – anche se, argh,
quest’anno siamo in parecchie a farne
diciotto. XD Oh, Kiki, stiamo diventando vecchie!
«Sei
sei stanca puoi riposare».
«No»,
risposi, «no. Preferisco star sveglia – sai? Ho
sempre desiderato guardare
l’alba con te».
Sorrise.
di sonno
di bellezza, hanyou e figli in arrivo;
[Ovvero: quando Kagome
Higurashi si sveglia in piena notte perché crede di essere
incinta e InuYasha è
capace solo di farla incavolare.]
Rating: Giallo.
Note/Avvertimenti: One Shot, Romantico
(?), Comico (?), OOC, What if?, Missing Moment collocabile durante o
dopo il
finale del manga e dell’anime.
Credo sia anche
leggermente Nonsense, dato che, beh, non ci troviamo di fronte ad una
trama
vera e propria, ma più ad un flusso di pensieri.
È uno spaccato di vita e stop,
punto. Non ha grandi pretese.
SPOILER
(?)
per
chi non ha letto il manga e aspetta
che la fine dell’anime giunga in Italia – io
l’ho vista in Giapponese
sottotitolata in Inglese, per la cronaca. XD
Parole: 20 + 1500, circa.
Parola più, parola meno.
Rò
dice:
vi prego, non ammazzatemi per ‘sta cosa. XDXDXD Si tratta di
una cavolata priva
di senso logico, forse, e di certo non ha un grande spessore, quindi
non vorrei
essere pestata. Grazie. XD
Rotolai
sul fianco, stanca, sopprimendo a stento uno sbadiglio nel palmo della
mano –
oh, dannazione, dannazione!
Se
la sera prima avessi dormito, e se InuYasha
mi avesse lasciata dormire, ora non sarei in una condizione simile,
stanca,
spossata e pure un po’ nauseata.
…ma
del resto, mi ero addormentata tardissimo. Era logico essere un
po’ nauseate.
Oh, sì. Perfettamente logico, certo.
«Non
sono incinta», chiarii a me stessa, osservandomi il ventre.
«Abbiamo usato
tutte le precauzioni esistenti in quest’epoca, e comunque il
ciclo-».
Oh,
merda.
«Il
ciclo doveva venirmi cinque giorni fa», conclusi irritata,
incrociando le
braccia sul ventre, «ma non-».
Guardai
InuYasha, ancora piacevolmente addormentato, e quasi pensai di
svegliarlo. Non
so, magari per condividere quel folle pensiero e farmi rassicurare,
perché non
poteva essere e mai sarebbe stato.
Non
così. Oh, no, non così.
Scossi
il capo. «A me viene sempre in ritardo», mentii.
«Anche, uhm, una settimana
dopo. Una volta è
successo, quando
tornai dalla gita in Hokkaido con trentanove di febbre. Quella volta mi
venne
in ritardo».
InuYasha
mugugnò qualcosa di incomprensibile – eh
sì, certo, lui dormiva beato. Aveva gli
occhi sigillati e le labbra dischiuse, le orecchie premute sul capo e i
capelli
che saltellavano graziosamente qua e là.
Riposava,
lui. E io ero lì a rodermi per il terrore e il desiderio.
Gli
diedi un pugno. «Scemo».
«Mh»,
mugugnò prima di accoccolarsi nuovamente al mio fianco.
«Cosa c’è? Vuoi – ehm
–
il secondo round?».
«…certe
battute non ti si addicono». Alzai le spalle, nervosa,
scoccandogli
un’occhiataccia. «Insomma, se l’avesse
detto Miroku avrei capito, è la sua
indole. Ma tu», scossi il capo, «non ci sei proprio
portato».
Borbottò
qualcosa.
«Cos’hai
detto?».
«Ti
ho chiesto cosa vuoi, dannata».
Oh.
«Ti
va di dirmelo o devo scoprirlo da solo? Perché ti assicuro
che, beh, in questo
periodo non sono granché paziente. Miroku mi sfrutta per i
suoi esorcismi, i
figli di quel bonzo pervertito mi hanno scambiato per un
giocattolo», avvicinò
il suo volto al mio, e trasalii quando le nostre labbra si sfiorarono,
«e la
mia donna si è scordata di me».
Risi.
«Chi sarebbe la tua donna, scusa?».
«Eh?
Ah, ecco. Credevo-». Arrossì.
«Credevo-».
«Credevi
cosa, InuYasha?», lo incitai – non che non avessi
capito. È che a volte mi
veniva voglia di uscire un po’ dal mio personaggio ingenuo,
dalla mia Kagome
banale e banalissima.
A
volte volevo cambiare, che mi fosse concesso oppure no.
Insomma,
era divertente. E così non facevo male a nessuno. Almeno,
così credevo.
«Niente».
Scosse il capo. «Fa nulla; dimentica, Kagome».
Gelo.
«Stavo
scherzando, InuYasha». Cercai la sua mano e la strinsi,
forte. Lui abbassò lo
sguardo. «Davvero. Non puoi esserti offeso per una cosa
così stupida, è
impensabile. Non posso crederci».
Continuò
a far finta di nulla.
«InuYasha?»,
lo richiamai. Si limitò a guardare le nostre mani
intrecciate, e sospirare,
vagamente nervoso. Beh, era offeso, semplice. Perché
ovviamente io ero stata
tanto cattiva e detestabile, e quindi non meritavo la sua attenzione.
Ovvio.
«Stavo scherzando. Scherzavo. Sono io», ridacchiai,
«la fortunata che può
vantarsi di essere la tua donna».
Ed
evitai di chiamarlo bambino insensibile e capriccioso. E di offenderlo
in altra
maniera.
Meglio
tenerselo buono, per quella sera.
«Sicura?».
Sospirai.
«Sì, certo», asserii. Mi sarei anche
messa a ridere, se il momento non fosse
stato così tragicamente serio. «InuYasha, per
quanto tu sia assurdo, e per
quanto tu sia assurdo e ti diverta
a
torturarmi, io sono comunque innamorata di te». Alzai le
spalle. «Quindi, sta’
tranquillo. Ci sono io e ci sarò sempre, lo giuro».
Era
leggermente arrossito, ma non volle darmi la soddisfazione di vederlo
sorridere
– storse il naso, invece. «Mh. Non che mi importi,
figurati. Era solo per
sapere, a me non interessa».
Oh.
Uomini.
«Se
non ti interessa, allora evita di mettere il broncio, scemo».
Sfilai la mia
mano dalla sua presa. «Del resto», rimarcai,
«di me non ti interessa nulla, no?
Sono solo-».
«…sei
solo Kagome», concluse, come se fosse ovvio. «Sei
solo e semplicemente Kagome,
tu».
«Bene».
Inarcò
un sopracciglio. «Bene».
«Allora
posso anche andarmene. Chiederò alla vecchia Kaede di farmi
un po’ di spazio,
sono sicura che non mi negherà un simile favore».
Incrocia le braccia sul
petto, indispettita, e quasi mi venne voglia di pronunciare
quella-fatidica-parola.
In
fin dei conti, io il rosario non gliel’avevo tolto. Se
l’avessi pronunciata,
quella parola, lui si sarebbe schiantato al suolo e tanti saluti
– e se lo
sarebbe meritato, ad onor del vero.
«Insomma»,
ripresi, «io sto qui a
rimuginare sul
fatto che non mi viene il ciclo e tu
mi irriti in questo modo? È questa la compassione che provi
nei miei confronti?
Mi detesti così tanto, InuYasha?».
Oh.
…dannazione.
«Cosa
significa che non ti viene il ciclo?», balbettò,
sedendosi al mio fianco. Era
impallidito, e mi osservava con ansia, neppure avessi una malattia
incurabile o
chissà cos’altro. «Kagome, che
significa?».
«Quanti
significati credi che possa avere, la mia affermazione?
Ottocentomila?»,
ribattei nervosa. «Forse sono incinta – e no, non
guardarmi in quel modo, ti
prego, sto bene, credo».
«…oh,
merda».
«A-ah».
«Come-».
Certo,
ovvio: poteva non pormi la domanda più stupida del secolo?
Gli
uomini sono così: digli che sei incinta e ti chiederanno come può essere successo.
Perché alla fine non è anche colpa loro,
no, affatto. Devi essere tu a sapere com’è
successo, non loro.
«Non
ne ho idea», sibilai. «Sono cinque giorni che non
mi viene e inizio a
preoccuparmi. Ma in fondo, a te che importa? Ho solo disturbato il tuo
sonno di
bellezza».
InuYasha
si voltò appena nella mia direzione, scrutando il mio ventre
– come se potesse
vederci dentro, poi. Come se fosse dotato della vista a raggi-X, o
qualcosa del
genere, o come se fosse un ginecologo.
«Che
fai?», chiesi.
Lui
sbuffò: «Zitta, lasciami concentrare. Devo
controllare una cosa».
Poggiò
le mani sul futon, raggiunse col viso l’altezza del mio
stomaco e corrucciò lo
sguardo.
«Come
può esserci qualcosa, qui dentro?», chiese.
«Insomma, è uno spazio minuscolo.
Come potrebbe starci un bambino?».
«Non
ne ho idea», spiegai, «sinceramente non mi
è mai interessato scoprirlo. Non
sono cose che, Kami, una ragazza si domanda tutti i giorni.
Perché dovrebbe,
dopotutto? Il parto è una cosa naturale. O almeno,
credo». Inclinai il capo di
lato, indecisa. «Io non me lo sono mai chiesta, né
ho domandato informazioni a
qualcuno».
Ed
evitai accuratamente di dire che non avevo avuto l’occasione
di parlarne con
mia madre, benché nel mio mondo
fosse
quella, la prassi, dato
che a
diciotto anni suonati ero scappata – con il permesso della
mia famiglia – in
un’altra epoca, e lì ero divenuta la compagna di
un hanyou egocentrico e
orgoglioso.
Un
hanyou egocentrico e orgoglioso che avrei volentieri pestato, ad onor
del vero.
«A
me sembra assurdo». InuYasha sfiorò con le dita la
stoffa del kimono,
scostandola quel tanto che bastava perché lui potesse
ispezionare con maggior
precisione. «Non riesco proprio a, tsk, crederci».
Socchiusi
gli occhi. «Allora non farlo, fa’ finta di nulla,
almeno per ora. Domattina
andrò dal medico del villaggio».
«E
se dovessi essere incinta?», insinuò. Aveva smesso
di guardarmi la pancia – ora
osservava me, il mio volto, i miei occhi. Ricambiai lo sguardo.
«Se davvero lo
sei, io…».
Mh?
«…io
sono il padre?».
Oh.
Uomini.
«Senti,
tu». Gli premetti un dito sulla fronte, obbligandolo ad
allontanarsi, e mi resi
improvvisamente conto che probabilmente una vena doveva pulsare sulla
mia tempia.
Ero irritata. Irritatissima. «Per chi mi hai presa? Con
quanti – oddio, ma chi
credi che sia, una – argh».
«No!
Certo che no».
Rantolai.
«E allora», dissi, «perché mi
fai domande così stupide? Nel caso in cui fossi
davvero incinta, sì, tu saresti il padre. E se è
un problema, dimmelo, io-».
Nascosi nuovamente il volto tra le mani. «Argh!».
«…io
spero tu sia incinta», biascicò.
Non
riuscii a non guardarlo.
«Cioè,
sarebbe bello. Almeno secondo me – Kagome, ti rendi conto o
no di quello che sto
dicendo? Cioè, Kami, a me farebbe piacere».
Oh.
Uomini.
Così
come riusciva ad irritarmi in un istante, InuYasha aveva il raro dono
di
riuscire a farmi ridere in un
istante. Mi chinai nella sua direzione, e gli baciai leggermente la
guancia
destra, imbarazzata. «Sei un idiota», lo apostrofai
ridacchiando, «e ti amo
anche per questo. Domani andrò dal medico, ma non farti
strane idee: potrebbe
anche trattarsi di un falso allarme».
Il
fatto che io fossi quasi sicura di aver sentito qualcosa
muoversi dentro di me non era importante, vero? Non dovevo
mica dirglielo. Non era importante, no di certo.
…e
poi, l’avrei solo illuso.
Poteva
essere tutta una sensazione, la mia, tutta una mera illusione. Forse il
desiderio di diventare mamma mi aveva fatto uno strano scherzo. E
magari avevo
anche sbagliato a fare i conti, per ciò che concerneva il
ciclo, chissà.
Sospirai.
«Ora va’ a nanna, altrimenti Miroku si
arrabbierà con me, e sinceramente non mi
va. Domattina dovete lavorare, se non erro».
Grugnì.
«Buonanotte».
«’Notte,
scema».
Il fatto che io
fossi quasi sicura di aver sentito qualcosa muoversi dentro di me non
era
importante.
…e
voi non volete vedermi in lacrime, no. Faccio troppo spavento. XD
Per
la cronaca, ho anche avuto la conferma che la trama di ‘sta
roba è una cavolata,
me l’ha detto Black U___U, indi mi siedo sui ceci(?) e faccio
penitenza, voi
evitate di scuoiarmi. XDXDXD
Tolto
questo, passiamo a cose serie o meno: non mi ero dimenticata di questa
raccolta, né ho dimenticato BL, eh! Semplicemente, sono nei
casini fino al
collo, e non ho trovato il tempo materiale di buttar giù
qualcosa di decente.
E
dato che sono del segno della Vergine (?), e che mi ritengo una
perfezionista
(???), non ho avuto il coraggio di postare abbozzi. E quindi, il tempo
è
passato senza che io pubblicassi né un nuovo capitolo di qua
né un nuovo
capitolo di là.
E
non avete idea di quanto sia frustrante, specie quando ci sono mille
persone,
intorno a te, e novecentonovantanove di loro sono in piena febbre da
scrittura/ispirazione/aggiornamento. Argh, vi dico: argh.
L’altro
giorno, ho trovato l’abbozzo di un una Shot su
un’eventuale gravidanza di
Kagome – in realtà, lì il pupo
è nato, a-ah. Ed è pure un po’ scemo. XD
Comunque,
dicevo: ho trovato ‘sta bozza, e ne ho passato un bel
po’ su msn a delle povere
sventurate, le quali hanno apprezzato. U____U Prendetevela con loro,
dunque, se
ho poi pensato di riprendere in mano l’idea e risalire al quando Kagome ha capito di essere incinta.
A
mio parere, è una post-finale bella e buona,
perché nell’ultima scena Kagome
non è incinta.
Forse.
Io
ed Emiko abbiamo i nostri dubbi e le nostre teorie, ma sono nostri. U_____U E Kagome è
ancora
piccola, chissà… XP
In
ogni caso, l’altra notte, mentre chattavo un po’
rovinando-la-vita-ai-poveri-sventurati-che-dovevano-sopportarmi e
canticchiavo –
sì, di notte –, ho iniziato a scrivere. Sono
arrivata circa a metà. XD E
stamane, beh, ho detto: «O la finisci, o ne scrivi
un’altra, e se ne scrivi un’altra
qualche testa cadrà. Insomma, quella povera anima di Hime
s’è già sorbita circa
ottanta bozze, non puoi rovinarle la vita così».
…e
quindi, la Shot è qui, scema come non mai.
Non
la trovo granché fluida, ma mi sono divertita, scrivendola,
e questo mi ha
fatto bene. XD E poi, l’ho buttata giù dopo aver
disegnato un InuYasha e una
Kagome soddisfacenti. *____* E non mi succede quasi mai di farli
decenti!
*Sclera*
…e
l’ho buttata giù in un periodo di Blocco Assoluto!
*_____*/ Yeah!
A
parte questo, non credo siano molto OOC: sono più grandi,
*SPOILER*sono reduci
da tre anni di separazione*/SPOILER*, sono tanto stupidi e carini.
*Lovva*
Aw,
non ditemi che non sono adorabili! *O*
…ok,
se non li trovate adorabili ditelo. Io sono di parte, li considero come
dei
figli. XD
Non
sono propriamente tornata, per la cronaca. Non proprio.
Però
cercherò di aggiornare BL entro la fine del mese, dato che
le idee ci sono e
son tante, e di postare un’altra Shot a breve.
Nuove
Fic non so, perché ho il terrore di postare un capitolo e
poi non farmi sentire
per mesi. La sola idea mi irrita, perché io devo
finirle, devo. È esigenza mia, per la cronaca, ma dipende
anche dal fatto che
alcune persone mi seguono, leggono.
E
se leggete, meritate rispetto e aggiornamenti.
Per
ulteriori informazioni, vi rimando al mio LJ personale, linkato nella
pagina
autore (no, non è pubblicità. Anzi, se non ci
andate mi fate un piacere, quella
roba è uno sclero. Semplicemente, lì ho postato
qualche informazione utile,
ecco. <___< Magari leggendole potrebbe passarvi la voglia
di ammazzarmi,
tutto qui).
XD
Ah: dato che io, tecnicamente, sarei di fretta, mi limito a ringraziare
quanti
hanno letto e a chi ha commentato lo scorso capitolo, a coloro che
hanno
inserito la fic tra le seguite, le preferite o le ricordate
e… e a chi ha fatto
sì che alcune mie storie finissero tra le Scelte. Non
ricordo se l’ho già fatto
o meno, però è sempre giusto ringraziare. U_____U
La
cosa mi ha fatto piacere, checché se ne possa dire. *Alza le
spalle*
Grazie
a tutti, spero che questo sclero di storia vi abbia almeno strappato un
sorriso.
Almeno
un sorrisino-ino-ino-ino! ç_____ç Daaaaai! XD
*Saluta*