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Autore: roro    03/04/2010    18 recensioni
«Vorrei poterti aiutare».
«Nessuno può aiutarmi, Kagome», sussurrò lui in risposta, allungando una mano verso il bento.
«Ma…».
InuYasha le sorrise. «Continua a prepararmi da mangiare e tutto andrà bene, d’accordo?».
Kagome avrebbe voluto spiegarglielo, che la vita degli umani è breve – che avrebbe dovuto separarsi da lui, che il tempo insieme sarebbe finito presto –, ma preferì voltarsi e annuire piano. Parlare era impossibile: la voce le tremava troppo, per sostenere un discorso.

[Una semplice - e forse un po' sciocca, chissà - raccolta, principalmente basata su Missing Moment post-finale e piccoli slice of life AU]
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Alla Mamma, Elisa.

Semplicemente perché la mamma è la mamma, e quindi non posso non dimostrarle il mio imperituro affetto, anche se quanto posto è sgradevole a leggersi.

A Hime, perché è Hime e s’è sorbita almeno mille bozze diverse, e anche solo per questo meriterebbe una statua d’oro.

Ma io statue non ne so fare, quindi le dedico questa roba.

Alla Geme, perché è tanto simpatica e cara.

Del resto, è una NaruSaku, e quindi merita tante coccole.

A te, perché tanto non capirai che sei tu, e anzi!, son certa che non leggerai, ma volevo dedicarti qualcosa.

E ‘sta schifezza è tutto quel che mi riesce. *Cuoricino*

Alla ragazza che, un bel po’ di sere fa, mi ha fatto pervenire la gentile richiesta di continuare tramite msn. XD

La Somma Sacerdotessa ha molto gradito, davvero. *Ringrazia*

 

A Kiki, per il 02/04/10.

Perché diciotto anni non si fanno tutti i giorni – anche se, argh, quest’anno siamo in parecchie a farne diciotto. XD Oh, Kiki, stiamo diventando vecchie!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

«Sei sei stanca puoi riposare».

«No», risposi, «no. Preferisco star sveglia – sai? Ho sempre desiderato guardare l’alba con te».

Sorrise.

 

 

di sonno di bellezza, hanyou e figli in arrivo;

[Ovvero: quando Kagome Higurashi si sveglia in piena notte perché crede di essere incinta e InuYasha è capace solo di farla incavolare.]

 

 

Rating: Giallo.

Note/Avvertimenti: One Shot, Romantico (?), Comico (?), OOC, What if?, Missing Moment collocabile durante o dopo il finale del manga e dell’anime.

Credo sia anche leggermente Nonsense, dato che, beh, non ci troviamo di fronte ad una trama vera e propria, ma più ad un flusso di pensieri. È uno spaccato di vita e stop, punto. Non ha grandi pretese.

SPOILER (?) per chi non ha letto il manga e aspetta che la fine dell’anime giunga in Italia – io l’ho vista in Giapponese sottotitolata in Inglese, per la cronaca. XD

Parole: 20 + 1500, circa. Parola più, parola meno.

Rò dice: vi prego, non ammazzatemi per ‘sta cosa. XDXDXD Si tratta di una cavolata priva di senso logico, forse, e di certo non ha un grande spessore, quindi non vorrei essere pestata. Grazie. XD

 

 

 

 

 

 

 

Rotolai sul fianco, stanca, sopprimendo a stento uno sbadiglio nel palmo della mano – oh, dannazione, dannazione!

Se la sera prima avessi dormito, e se InuYasha mi avesse lasciata dormire, ora non sarei in una condizione simile, stanca, spossata e pure un po’ nauseata.

…ma del resto, mi ero addormentata tardissimo. Era logico essere un po’ nauseate. Oh, sì. Perfettamente logico, certo.

«Non sono incinta», chiarii a me stessa, osservandomi il ventre. «Abbiamo usato tutte le precauzioni esistenti in quest’epoca, e comunque il ciclo-».

Oh, merda.

«Il ciclo doveva venirmi cinque giorni fa», conclusi irritata, incrociando le braccia sul ventre, «ma non-».

Guardai InuYasha, ancora piacevolmente addormentato, e quasi pensai di svegliarlo. Non so, magari per condividere quel folle pensiero e farmi rassicurare, perché non poteva essere e mai sarebbe stato.

Non così. Oh, no, non così.

Scossi il capo. «A me viene sempre in ritardo», mentii. «Anche, uhm, una settimana dopo. Una volta è successo, quando tornai dalla gita in Hokkaido con trentanove di febbre. Quella volta mi venne in ritardo».

InuYasha mugugnò qualcosa di incomprensibile – eh sì, certo, lui dormiva beato. Aveva gli occhi sigillati e le labbra dischiuse, le orecchie premute sul capo e i capelli che saltellavano graziosamente qua e là.

Riposava, lui. E io ero lì a rodermi per il terrore e il desiderio.

Gli diedi un pugno. «Scemo».

«Mh», mugugnò prima di accoccolarsi nuovamente al mio fianco. «Cosa c’è? Vuoi – ehm – il secondo round?».

«…certe battute non ti si addicono». Alzai le spalle, nervosa, scoccandogli un’occhiataccia. «Insomma, se l’avesse detto Miroku avrei capito, è la sua indole. Ma tu», scossi il capo, «non ci sei proprio portato».

Borbottò qualcosa.

«Cos’hai detto?».

«Ti ho chiesto cosa vuoi, dannata».

Oh.

«Ti va di dirmelo o devo scoprirlo da solo? Perché ti assicuro che, beh, in questo periodo non sono granché paziente. Miroku mi sfrutta per i suoi esorcismi, i figli di quel bonzo pervertito mi hanno scambiato per un giocattolo», avvicinò il suo volto al mio, e trasalii quando le nostre labbra si sfiorarono, «e la mia donna si è scordata di me».

Risi. «Chi sarebbe la tua donna, scusa?».

«Eh? Ah, ecco. Credevo-». Arrossì. «Credevo-».

«Credevi cosa, InuYasha?», lo incitai – non che non avessi capito. È che a volte mi veniva voglia di uscire un po’ dal mio personaggio ingenuo, dalla mia Kagome banale e banalissima.

A volte volevo cambiare, che mi fosse concesso oppure no.

Insomma, era divertente. E così non facevo male a nessuno. Almeno, così credevo.

«Niente». Scosse il capo. «Fa nulla; dimentica, Kagome».

Gelo.

«Stavo scherzando, InuYasha». Cercai la sua mano e la strinsi, forte. Lui abbassò lo sguardo. «Davvero. Non puoi esserti offeso per una cosa così stupida, è impensabile. Non posso crederci».

Continuò a far finta di nulla.

«InuYasha?», lo richiamai. Si limitò a guardare le nostre mani intrecciate, e sospirare, vagamente nervoso. Beh, era offeso, semplice. Perché ovviamente io ero stata tanto cattiva e detestabile, e quindi non meritavo la sua attenzione. Ovvio. «Stavo scherzando. Scherzavo. Sono io», ridacchiai, «la fortunata che può vantarsi di essere la tua donna».

Ed evitai di chiamarlo bambino insensibile e capriccioso. E di offenderlo in altra maniera.

Meglio tenerselo buono, per quella sera.

«Sicura?».

Sospirai. «Sì, certo», asserii. Mi sarei anche messa a ridere, se il momento non fosse stato così tragicamente serio. «InuYasha, per quanto tu sia assurdo, e per quanto tu sia assurdo e ti diverta a torturarmi, io sono comunque innamorata di te». Alzai le spalle. «Quindi, sta’ tranquillo. Ci sono io e ci sarò sempre, lo giuro».

Era leggermente arrossito, ma non volle darmi la soddisfazione di vederlo sorridere – storse il naso, invece. «Mh. Non che mi importi, figurati. Era solo per sapere, a me non interessa».

Oh. Uomini.

«Se non ti interessa, allora evita di mettere il broncio, scemo». Sfilai la mia mano dalla sua presa. «Del resto», rimarcai, «di me non ti interessa nulla, no? Sono solo-».

«…sei solo Kagome», concluse, come se fosse ovvio. «Sei solo e semplicemente Kagome, tu».

«Bene».

Inarcò un sopracciglio. «Bene».

«Allora posso anche andarmene. Chiederò alla vecchia Kaede di farmi un po’ di spazio, sono sicura che non mi negherà un simile favore». Incrocia le braccia sul petto, indispettita, e quasi mi venne voglia di pronunciare quella-fatidica-parola.

In fin dei conti, io il rosario non gliel’avevo tolto. Se l’avessi pronunciata, quella parola, lui si sarebbe schiantato al suolo e tanti saluti – e se lo sarebbe meritato, ad onor del vero.

«Insomma», ripresi, «io sto qui a rimuginare sul fatto che non mi viene il ciclo e tu mi irriti in questo modo? È questa la compassione che provi nei miei confronti? Mi detesti così tanto, InuYasha?».

Oh.

…dannazione.

«Cosa significa che non ti viene il ciclo?», balbettò, sedendosi al mio fianco. Era impallidito, e mi osservava con ansia, neppure avessi una malattia incurabile o chissà cos’altro. «Kagome, che significa?».

«Quanti significati credi che possa avere, la mia affermazione? Ottocentomila?», ribattei nervosa. «Forse sono incinta – e no, non guardarmi in quel modo, ti prego, sto bene, credo».

«…oh, merda».

«A-ah».

«Come-».

Certo, ovvio: poteva non pormi la domanda più stupida del secolo?

Gli uomini sono così: digli che sei incinta e ti chiederanno come può essere successo. Perché alla fine non è anche colpa loro, no, affatto. Devi essere tu a sapere com’è successo, non loro.

«Non ne ho idea», sibilai. «Sono cinque giorni che non mi viene e inizio a preoccuparmi. Ma in fondo, a te che importa? Ho solo disturbato il tuo sonno di bellezza».

InuYasha si voltò appena nella mia direzione, scrutando il mio ventre – come se potesse vederci dentro, poi. Come se fosse dotato della vista a raggi-X, o qualcosa del genere, o come se fosse un ginecologo.

«Che fai?», chiesi.

Lui sbuffò: «Zitta, lasciami concentrare. Devo controllare una cosa».

Poggiò le mani sul futon, raggiunse col viso l’altezza del mio stomaco e corrucciò lo sguardo.

«Come può esserci qualcosa, qui dentro?», chiese. «Insomma, è uno spazio minuscolo. Come potrebbe starci un bambino?».

«Non ne ho idea», spiegai, «sinceramente non mi è mai interessato scoprirlo. Non sono cose che, Kami, una ragazza si domanda tutti i giorni. Perché dovrebbe, dopotutto? Il parto è una cosa naturale. O almeno, credo». Inclinai il capo di lato, indecisa. «Io non me lo sono mai chiesta, né ho domandato informazioni a qualcuno».

Ed evitai accuratamente di dire che non avevo avuto l’occasione di parlarne con mia madre, benché nel mio mondo fosse quella, la prassi, dato che a diciotto anni suonati ero scappata – con il permesso della mia famiglia – in un’altra epoca, e lì ero divenuta la compagna di un hanyou egocentrico e orgoglioso.

Un hanyou egocentrico e orgoglioso che avrei volentieri pestato, ad onor del vero.

«A me sembra assurdo». InuYasha sfiorò con le dita la stoffa del kimono, scostandola quel tanto che bastava perché lui potesse ispezionare con maggior precisione. «Non riesco proprio a, tsk, crederci».

Socchiusi gli occhi. «Allora non farlo, fa’ finta di nulla, almeno per ora. Domattina andrò dal medico del villaggio».

«E se dovessi essere incinta?», insinuò. Aveva smesso di guardarmi la pancia – ora osservava me, il mio volto, i miei occhi. Ricambiai lo sguardo. «Se davvero lo sei, io…».

Mh?

«…io sono il padre?».

Oh. Uomini.

«Senti, tu». Gli premetti un dito sulla fronte, obbligandolo ad allontanarsi, e mi resi improvvisamente conto che probabilmente una vena doveva pulsare sulla mia tempia. Ero irritata. Irritatissima. «Per chi mi hai presa? Con quanti – oddio, ma chi credi che sia, una – argh».

 «No! Certo che no».

Rantolai. «E allora», dissi, «perché mi fai domande così stupide? Nel caso in cui fossi davvero incinta, sì, tu saresti il padre. E se è un problema, dimmelo, io-». Nascosi nuovamente il volto tra le mani. «Argh!».

«…io spero tu sia incinta», biascicò.

Non riuscii a non guardarlo.

«Cioè, sarebbe bello. Almeno secondo me – Kagome, ti rendi conto o no di quello che sto dicendo? Cioè, Kami, a me farebbe piacere».

Oh. Uomini.

Così come riusciva ad irritarmi in un istante, InuYasha aveva il raro dono di riuscire a farmi ridere in un istante. Mi chinai nella sua direzione, e gli baciai leggermente la guancia destra, imbarazzata. «Sei un idiota», lo apostrofai ridacchiando, «e ti amo anche per questo. Domani andrò dal medico, ma non farti strane idee: potrebbe anche trattarsi di un falso allarme».

Il fatto che io fossi quasi sicura di aver sentito qualcosa muoversi dentro di me non era importante, vero? Non dovevo mica dirglielo. Non era importante, no di certo.

…e poi, l’avrei solo illuso.

Poteva essere tutta una sensazione, la mia, tutta una mera illusione. Forse il desiderio di diventare mamma mi aveva fatto uno strano scherzo. E magari avevo anche sbagliato a fare i conti, per ciò che concerneva il ciclo, chissà.

Sospirai. «Ora va’ a nanna, altrimenti Miroku si arrabbierà con me, e sinceramente non mi va. Domattina dovete lavorare, se non erro».

Grugnì.

«Buonanotte».

«’Notte, scema».

 

Il fatto che io fossi quasi sicura di aver sentito qualcosa muoversi dentro di me non era importante.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Parto col dire che: o riponete quella asce, o mi metto a piangere.

…e voi non volete vedermi in lacrime, no. Faccio troppo spavento. XD

 

Per la cronaca, ho anche avuto la conferma che la trama di ‘sta roba è una cavolata, me l’ha detto Black U___U, indi mi siedo sui ceci(?) e faccio penitenza, voi evitate di scuoiarmi. XDXDXD

 

Tolto questo, passiamo a cose serie o meno: non mi ero dimenticata di questa raccolta, né ho dimenticato BL, eh! Semplicemente, sono nei casini fino al collo, e non ho trovato il tempo materiale di buttar giù qualcosa di decente.

E dato che sono del segno della Vergine (?), e che mi ritengo una perfezionista (???), non ho avuto il coraggio di postare abbozzi. E quindi, il tempo è passato senza che io pubblicassi né un nuovo capitolo di qua né un nuovo capitolo di là.

E non avete idea di quanto sia frustrante, specie quando ci sono mille persone, intorno a te, e novecentonovantanove di loro sono in piena febbre da scrittura/ispirazione/aggiornamento. Argh, vi dico: argh.

 

L’altro giorno, ho trovato l’abbozzo di un una Shot su un’eventuale gravidanza di Kagome – in realtà, lì il pupo è nato, a-ah. Ed è pure un po’ scemo. XD

Comunque, dicevo: ho trovato ‘sta bozza, e ne ho passato un bel po’ su msn a delle povere sventurate, le quali hanno apprezzato. U____U Prendetevela con loro, dunque, se ho poi pensato di riprendere in mano l’idea e risalire al quando Kagome ha capito di essere incinta.

 

A mio parere, è una post-finale bella e buona, perché nell’ultima scena Kagome non è incinta.

Forse.

Io ed Emiko abbiamo i nostri dubbi e le nostre teorie, ma sono nostri. U_____U E Kagome è ancora piccola, chissà… XP

In ogni caso, l’altra notte, mentre chattavo un po’ rovinando-la-vita-ai-poveri-sventurati-che-dovevano-sopportarmi e canticchiavo – sì, di notte –, ho iniziato a scrivere. Sono arrivata circa a metà. XD E stamane, beh, ho detto: «O la finisci, o ne scrivi un’altra, e se ne scrivi un’altra qualche testa cadrà. Insomma, quella povera anima di Hime s’è già sorbita circa ottanta bozze, non puoi rovinarle la vita così».

 

…e quindi, la Shot è qui, scema come non mai.

 

Non la trovo granché fluida, ma mi sono divertita, scrivendola, e questo mi ha fatto bene. XD E poi, l’ho buttata giù dopo aver disegnato un InuYasha e una Kagome soddisfacenti. *____* E non mi succede quasi mai di farli decenti! *Sclera*

…e l’ho buttata giù in un periodo di Blocco Assoluto! *_____*/ Yeah!

A parte questo, non credo siano molto OOC: sono più grandi, *SPOILER*sono reduci da tre anni di separazione*/SPOILER*, sono tanto stupidi e carini. *Lovva*

Aw, non ditemi che non sono adorabili! *O*

…ok, se non li trovate adorabili ditelo. Io sono di parte, li considero come dei figli. XD

 

Non sono propriamente tornata, per la cronaca. Non proprio.

Però cercherò di aggiornare BL entro la fine del mese, dato che le idee ci sono e son tante, e di postare un’altra Shot a breve.

Nuove Fic non so, perché ho il terrore di postare un capitolo e poi non farmi sentire per mesi. La sola idea mi irrita, perché io devo finirle, devo. È esigenza mia, per la cronaca, ma dipende anche dal fatto che alcune persone mi seguono, leggono.

E se leggete, meritate rispetto e aggiornamenti.

Per ulteriori informazioni, vi rimando al mio LJ personale, linkato nella pagina autore (no, non è pubblicità. Anzi, se non ci andate mi fate un piacere, quella roba è uno sclero. Semplicemente, lì ho postato qualche informazione utile, ecco. <___< Magari leggendole potrebbe passarvi la voglia di ammazzarmi, tutto qui).

 

XD Ah: dato che io, tecnicamente, sarei di fretta, mi limito a ringraziare quanti hanno letto e a chi ha commentato lo scorso capitolo, a coloro che hanno inserito la fic tra le seguite, le preferite o le ricordate e… e a chi ha fatto sì che alcune mie storie finissero tra le Scelte. Non ricordo se l’ho già fatto o meno, però è sempre giusto ringraziare. U_____U

La cosa mi ha fatto piacere, checché se ne possa dire. *Alza le spalle*

 

Grazie a tutti, spero che questo sclero di storia vi abbia almeno strappato un sorriso.

Almeno un sorrisino-ino-ino-ino! ç_____ç Daaaaai! XD *Saluta*

   
 
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