“Dirigiti a nord, oltre l’Isola che non c’è,
Finchè un’altra isola lontana non vedrai di fronte a te,
Ti sei perduto, ma non sei solo,
l’arco di pietra guiderà il volo,
Se il nordico crinale dell’isola vorrai attraversare,
c’è un pedaggio, al vecchio ponte dei troll, che dovrai pagare,
Alla fine del viaggio l’asse calcherai,
della nave che affondò, ma non affondò mai.
Un desiderio è ancora là,
e un giorno diventerà realtà.”
Zexion
recitò le parole a memoria e ad occhi chiusi, sotto lo sguardo ammirato di Demyx,
che lo osservava estasiato –E questa cos’è?- chiese,
curioso.
Il numero
VI gli lanciò un’occhiata esasperata, poi cominciò a
spiegare –Sono riuscito a trovare questa leggenda in un libro della biblioteca
del castello. E’ un punto di partenza per trovare lo
specchio…Almeno spero.- sospirò.
-Come in
una caccia al tesoro!- gridò eccitato il biondino, con una nuova luce neglio occhi.
Zexion si
chiese come fosse possibile vhe il Notturno Melodico riuscisse a simulare così bene dei sentimenti. A volte poteva
sembrare anche reale, ciò che simulava; lui non ci riusciva, rimaneva spesso
apatico, come la faccia di una bambola adagiata su un comò da tantissimo tempo.
-Allora,
dobbiamo andare a nord, ora…- Demyx corrugò la fronte, poi lanciò un veloce
sguardo al compagno –Zex, dobbiamo attraversare il mare, per arrivare all’altra
isola.- mormorò preoccupato allo sguardo stralunato di
Zexion, che era indietreggiato leggermente, scuotendo la testa –No, no,
scordatelo- biascicò deglutendo a vuoto e spostando rapidamente lo sguardo dal
mare al numero IX, dal mare al numero IX, in preda al panico.
-Zex, è
una missione importante, ricordi…?- Demyx piegò
lievemente la testa di lato, avvicinandosi al ragazzo dai capelli indaco, il
quale prontamente scacciò via la mano che il biondino gli stava offrendo.
Che
vergogna, pensò, ansimando. Era solo acqua, non poteva dimostrarsi così debole
di fronte a un suo sottoposto!!
Non fece
in tempo a finire di pensare, che si ritrovò a un
metro da terra, ben sorretto dalle braccia del Notturno Melodico, il quale si
muoveva di buon passo verso la riva del mare, non tanto lontana da quello
spazio verdeggiante.
-Mettimi subito giu!- gridò Zexion, agitando goffamente le
gambe.
Demyx
scosse la testa –Zex...- sembrò pensarci su, poi scosse la testa –Dobbiamo
muoverci, sennò Saix si arrabbia- sorrise innocente, mentre le sue scarpe nere venivano bagnate dall’acqua salata del mare. Se le tolse, rimanendo a piedi nudi, e avanzò dentro
quell’enorme pozza azzurra.
-Demyx,
per favore, prima che mi arrabbi seriamente, fammi scendere!!- sbraitò il numero VI che, contrariamente alle sue parole, si
era aggrappato al collo del compagno. Quest’ultimo lo guardò come per dire “non
puoi arrabbiarti” e continuò ad andare avanti.
Zexion
piegò il capo, rassegnato. Gli prudeva il petto.
I piedi
di Demyx cominciarono a velocizzarsi, mentre, invece di
affondare, rimanevano a pelo d’acqua –Reggiti forte!- esclamò, per poi
cominciare a correre, seguito dalle grida di Zexion.
-Brutto
idiota!- Zexion puntò il dito contro il numero IX –Potevi ammazzarci, lo sai!?- gridò. Si accorse che sapeva simulare la rabbia in modo
impeccabile.
-Zex, ma
siamo arrivati!- Demyx allargò le braccia, come a dimostrare quanto aveva
detto, e in effetti era vero: un’isola leggermente più
piccola dell’altra, sempre ricca di vegetazione ed animali, si stendeva di
fronte a loro, e sullo sfondo svettava un enorme arco di pietra grigia.
-…-
Zexion rimase un attimo in silenzio, valutando la situazione -…Dove hai
imparato a camminare sull’acqua?- chiese.
Il
Notturno Melodico si strinse nelle spalle –Era la prima volta che lo facevo.-
sorrise innocentemente.
-…COSA!?- aveva rischiato di affogare perché Demyx non aveva mai
provato una tecnica di quella portata. Aveva rischiato di affogare perché Demyx
non aveva mai provato una tecnica di quella portata!! –Demyx...- lo fissò
malissimo –Cos’è, mi prendi in giro?-
Il numero
IX scosse la testa, sincero –Voglio finire presto questa missione, così sarai contento!- regalò al ragazzo dai capelli scuri uno dei
suoi meravigliosi sorrisi.
Ma
quest’ultimo non la prese bene –Io non provo gioia. O
felicità. Nemmeno tu. Non serve fingere, di fronte ad un tuo simile. Noi non
proviamo, Demyx.- se avesse avuto un cuore, quelle parole lo avrebbero
colpito talmente forte da togliergli il respiro.
Zexion
alzò il mento e fece qualche passo in avanti –Non voglio essere in squadra con
un pazzo iperattivo senza un minimo di buonsenso.- gli dava le spalle –Io
procedo da solo, tu fai come ti pare- e si incamminò.
-Ma,
Zex…-
-Mi
chiamo Zexion. E
sono un tuo superiore, non devi mancarmi di rispetto!- ringhiò, voltandosi di
scatto e incrociando i suoi occhi scuri con quelli acquamarina del compagno, il
quale abbassò la testa, dispiaciuto.
Quando
la rialzò, Zexion non c’era più.
Non
sarebbe tornato a casa. Insomma, Zexion rischiava di affogare ogni minuto che
passava, non poteva di certo lasciarlo solo su quell’isola!
E
poi, era troppo chiuso a riccio. Era vero, erano
Nessuno. Però… Non avere un cuore significa non provare qualsiasi sentimento,
nemmeno la rabbia che il numero VI aveva provato
qualche minuto prima.
Ma
forse aveva solo finto…?
Ah, non
ci capiva proprio niente di tutta quella storia sui cuori e sulle anime.
Perché a lui, quando era in compagnia del numero VI, capitava spesso
di sentirsi contento. Sentiva uno strano calore pervadergli il petto, e gli veniva da
sorridere.
Demyx non
fingeva.
E non
fingeva nemmeno in quell’occasione: si era fatto buio, e tutt’intorno a lui si
udivano rumori agghiaccianti. E non riusciva a capire
dove stesse andando.
Sarebbe
probabilmente inciampato su un intricato cunicolo di rametti alto circa mezzo
metro, se un gruppo di lucciole non fosse passato in quel momento facendoglielo
notare.
Incuriosito,
si abbassò per analizzarlo meglio, ma venne preso d’assalto
da due figuri che gli arrivavano si e no al ginocchio.
Cadde malamente all’indietro –Fermo tu!- una vocina stridula gli
perforò le orecchie –Da qui non si passa, straniero!- si aggiunse una voce più
bassa, quasi baritonale, che aggravò ancor di più la situazione del suo
apparato uditivo.
-Argh…-
biascicò tentando di scollarsi di dosso quei due…esseri?
Uno basso
e tarchiato, l’altro leggermente più altro e longilineo. Dalla pelle olivastra,
tendente al marroncino sbiadito, e con grandi occhioni neri che parevano
perforare tutto ciò che osservavano.
Vestiti
in modo improponibile, Demyx arrivò a capire che si trattasse dei troll di cui
parlava la leggenda. E che quindi quel labirinto di
legnetti e rami secchi era il percorso giusto da seguire.
-Ragazzi,
parliamone con calm…- una raffica di pugni e calci totalmente innocui si abbattè sul biondo, che tentava di liberarsi
dalla presa dei due troll.
-Il
passaggio è chiuso. Dietrofront!- urlò quello basso.
-Ma
devo passare!- piagnucolò Demyx, dimenandosi per tentare di liberarsi –Devo
arrivare alla nave!- e, al tentativo di resistenza dei due assalitori, evocò il
Sitar, colpendoli con un getto d’acqua che li fece barcollare all’indietro.
Il troll
più alto inciampò su una pietra, e cadde malamente
addosso al compagno, trascinandolo con sé lungo disteso per terra.
Demyx si
rialzò un po’ intontito, facendo sparire la sua adorata arma.
Sospirò,
dirigendosi verso i due poveri troll, che erano svenuti, e gli sventolò di
fronte al volto una mano, per assicurarsi che non fossero
svegli –Cavolo, per un pochino d’acqua…- perplesso, estrasse dalla tasca il
piccolo anellino argentato che Saix aveva dato a lui e Zexion e se lo infilò al
dito.
Si, credo
vi siate persi qualche pezzo, nevvero?
Eravamo rimasto che l’anello lo aveva Zexion.
Però
Demyx, durante la traversata del mare, per paura che il piccolo oggetto cadesse
in acqua, lo aveva preso dalla tasca del compagno e lo aveva riposto nella sua,
per evitare qualsiasi inconveniente.
Quindi
Demyx, invaso da una strana eccitazione, premette il pulsante rosso.
*
-T’oh,
che male…- i troll si tirarono su a fatica, barcollando.
-Tutto
bene, amico?- domandò quello più basso al compagno, aiutandolo a tenersi in piedi.
-La mia
testa…- biascicò per tutta risposta quello, tenendosi il capo.
-Ehm…-
l’attenzione dei due venne attirata da un figuro alto
e snello, coperto da una tunica scura, che altri non era che Zexion.
-Intruso!!-
sbottò uno dei troll, zompandogli addosso.
Ma il
ragazzo dai capelli scuri evitò l’esserino, che cadde a faccia in avanti, come
il suo compagno, che ritentò l’impresa di acchiapparlo.
-Non puoi passare!- gracchiarono, tentando di afferrare il numero
VI.
Spostandosi
agilmente, il Burattinaio Mascherato evocò il Lexicon, svanendo immediatamente
agli occhi dei troll.
-…Sparito…-
mugolò allibito quello alto, indicando come in trance
il punto in cui prima si trovava il ragazzo.
-…- il
troll basso, invece, si guardò intorno -…Meno lavoro, fratello.- rassicurò il
compagno -…Io vado a farmi una dormita.- e così dicendo si sistemò sotto un
albero lì vicino, e poco dopo venne raggiunto
dall’altro.
“Perfetto…”
Zexion si gustò la scena, complimentandosi da solo per la sua efficienza. Molto
probabilmente Demyx non era nemmeno a metà strada, si ritrovò
a pensare. “Bene, ora devo solo infilare l’anello e…Oh…Oh no…No no…” cominciò a
dimenarsi, cercando nelle tasche della tunica il piccolo oggetto, che
ovviamente non trovò.
“Dannazione!
Ma dove…” la traversata con Demyx. Come un lampo a
ciel sereno, Zexion trovò la risposta “Sarà caduto
n-nell’acqua…” rabbrividì al solo pensare a quel piccolo anello sperduto
nei meandri più remoti e profondi degli abissi.
“Tutta
colpa di Demyx!” sbraito dentro di sé, maledicendo il numero IX, Xemnas che se ne era uscito con quella missione, e Saix che gliel’aveva
affidata “Tutta colpa sua!” senza che se ne accorgesse, il Lexicon gli scivolò
di mano, cadendo a terra.
-Ohi, hai sentito?- il troll più alto si alzò da sotto l’albero,
scrutando in lontananza.
-Ehi, è lo straniero di prima!- tuonò l’altro, alzandosi e
cominciando a correre verso Zexion.
-No…No no
no no!- il numero VI raccolse in tutta fretta il suo libro e cominciò a
correre, inseguito dai troll.
L’unica
cosa che gli rimaneva da fare, era seguire il
passaggio di rami dall’esterno, prima o poi sarebbe sbucato fuori dalla
foresta. Perciò, armato di tutta la forza fisica che aveva (quindi, ben poca) si inoltrò nel fitto del bosco, con le urla dei due troll che
lo inseguivano alle calcagna.
*
Ed
ecco il secondo capitolo dello sclero!
Si,
lo so, scelta infelice quella di farli litigare gia al secondo capitolo, ma ciò
serve per scopi ben più alti, muahahahah xDD!!
Povero
Zexion, in ogni mia fic, è sempre lui quello a cui va tutto storto xDD Forse perché a Demyx è impossibile che qualcosa vada
storto xD E’ una cosa naturale xDD
Bene,
ringrazio tantissimo tutti coloro che hanno letto, Lusty (*O*
Grazie *O*) che ha messo la fic tra le seguite, e chi ha recensisto*^*:
Tikal: Mi
trovo d’accordo con te… E’ davvero difficile vedere quei due (adorabili,
meravigliosi) ragazzi in situazioni diverse dal fluff ò-ò Si, anche io penso sia per via di Demyx xDD Povero Zexion, che deve sempre
badare a lui… (anche se secondo me…mmm, sotto sotto gli fa piacere…xDD).
Per
quanto riguarda Trilli…Si, fa davvero taanto male O.o E’ pericolosa!! xDD E anche io
mi faccio i filmini mentali sui pairing che mi piacciono *^* E mi piace *O* xDD
Mi fa
davvero piacere che la fic ti piaccia, e spero che
anche questo capitolo ti sia piaciuto^^
Lusty: Ciao*^*
No! Le Winx no, ti prego xDD!!
Mi guardo tutto Winnie The Pooh,
ma le Winx no xDD!!
Finalmente
ho trovato qualcuno che adora la Zemyx ai miei livelli *ç* Sono
ossessivo-compulsiva se si tratta di quei due ragassuoli
*çç*!! Sono perfetti insieme *^^*!!
Ce lo
vedevo troppo bene Zexion che ha paura dell’acqua xDD E poi, quale miglior
paura per farlo avvicinare a Demyx che oh!
Guarda caso con l’acqua ci sa fare… *andata xDD*
Spero che la trama non deludi le tue aspettative*O* e che continuerai a seguirmi >.
Grazie
mille per la recensione^^
Grazie a ancora a tutti >.<
Greta