Intanto,
sul
ponte di comando, James guardava fisso davanti a sè, scosso da
quegli ultimi avvenimenti: mai aveva
visto Josephine così disperata e senza speranza, nemmeno quando
lui l'aveva ignorata e trattata con sgarbo i tempi prima di morire, e
sperava col cuore che quella fosse la prima ed
ultima volta; mentre era immerso nei suoi oscuri pensieri,
silenziosamente, dietro di lui, si avvicinò il timoniere.
“Signore…” lo
chiamò esitante. Norrington sussultò sorpreso e si voltò di scatto.
“Santissimo
cielo, Turner, non fatelo più. Mi avete fatto prendere un colpo.” Imprecò e
l’altro gli sorrise a mo’ di scusa.
“Scusatemi,
non l’ho fatto intenzionalmente." James fece un gesto veloce con
la mano come a dire 'non ti preoccupare' poi gli domandò se
avesse bisogno di qualcosa. Sputafuoco Bill abbassò lo sguardo.
"Volevo semplicemente sapere, se possibile, cosa è successo
al capitano.” In quel momento, vide i muscoli dell'ex ammiraglio
tendersi, l'espressione sul viso farsi più duro di una roccia e
le mani dietro alla schiena stringersi di scatto, tremanti, ma nessuna
risposta uscì dalle sue labbra. Al contrario, guardava duro alla
sua sinistra; Sputafuoco si voltò e, al vedere Beckett ritto sul
ponte ammirare il monotono paesaggio di mare con un'espressione
compiaciuta, corrugò a sua volta le sopracciglia.
“Quell’uomo. Che cosa le ha fatto?” domandò
senza smettere di osservarlo.
-Dirglielo
o
non dirglielo? – pensava tra sé James: Turner era un
pirata e lui non si era mai fidato dei pirati, ancor meno visto che
quell'uomo era il padre di colui che per lungo tempo era stato suo
nemico e rivale, acqua ormai passata; ma, nonostante tutto, doveva
ammettere che quell'uomo era una brava persona e più volte ne
aveva avuto conferma, sapeva di potersi fidare ma il suo essere
perennemente sul chivalà lo portava a pensare di non fidarsi.
Infine, mise a tacere la sua avversione per i pirati e, dopo essersi
assicurato la sua massima discrezione, decise di rivelargli l'accaduto.
“La sto perdendo.” Mormorò guardando
sprezzante il lord inglese. “La sto perdendo per colpa sua.” Sputafuoco lo
interrogò con lo sguardo. “Beckett l’ha obbligata a sposarlo come avevano
pianificato tempo fa e la cerimonia si farà.”
“Non c’è
nulla che possiamo fare?” domandò l’altro e alla risposta negativa dell’
ammiraglio, si scrocchiò le dita. “Si potrebbe sempre passare ai modi
pirateschi.” Propose. Lui sorrise.
“Avrebbe il
mio pieno appoggio, signor Turner, ma non è molto… civile ed educato.”
“Siamo
pirati, signore. Rispondiamo solo al Codice ed a nessun altra regola.”
Norrington annuì silenziosamente.
“Con l’unica
differenza che io non mi sento pirata, non ancora. Quindi le regole del Codice
non mi toccano.”
“Troveremo
un’altra soluzione allora, signor Norrington.” Lui si voltò a guardarlo
stupito: quel ‘noi’ l’aveva profondamente toccato. “Non siete l’unico che tiene
a lei, non in quel senso, naturalmente.” Aggiunse frettoloso notando che
l’espressione del volto di James si stava rabbuiando. “Solo non sopporto che ad
una donna si possa fare una cosa del genere senza fare nulla.”
“Molto bene,
allora. Conto sul vostro appoggio, signor Turner.” Quest’ultimo annuì
impercettibilmente e James si allontanò, scoccando un ultimo sguardo tagliente
a Beckett che ora lo scrutava attentamente. Si fermò senza staccare gli occhi
di dosso dal lord e un misto di sentimenti cominciò a nascere: gelosia, rabbia,
voglia di strappargli quel ghigno insopportabile dalla faccia, fargli pagare
ogni male che aveva fatto, soprattutto tutto ciò che aveva fatto a Josephine.
Si fissarono
a lungo. Senza sosta. Le parole non servivano: lo sguardo di entrambi parlava
da solo.
Ma Beckett
sentì il bisogno di schernirlo.
“Ho notato
che tra di voi vi chiamate per nome, ammiraglio.” Osservò Beckett con fare
disinvolto. James lo scrutò sospettoso.
“Abbiamo
iniziato da poco a darci del tu, lord Beckett.” Ribatté lui. Beckett si fermò a
riflettere.
“Mi pare che
l’unica persona che voi chiamavate per nome fosse Elizabeth Swann, ammiraglio.”
Commentò. James non rispose. “Devo dedurne che avete parecchia confidenza, voi
e Josephine.” Era arrivato al dunque, come temeva.
“Per
convivere sulla stessa nave c’è sempre bisogno di confidenza, lord Beckett, ma
senza esagerare.” Ribatté l’ex-ammiraglio.
“Dev’essere dura
relazionarsi con Josephine…” James lo squadrò malamente.
“Che
intendete?” domandò sospettoso.
“Oh, solo che
penso sia difficile stare sulla stessa nave con solo una donna come compagnia e
nessun altro.”
“I marinai
non sono ‘nessun altro’; ho imparato che ci si può parlare civilmente senza
scendere a discussioni accese nonostante il loro essere pirati.” Beckett mostrò
un’espressione turbata: una risposta del genere da James Norrington non se la
sarebbe mai aspettata visto che aveva sempre detestato i pirati a morte. Glielo
fece notare.
“Vedo con
piacere che la vostra considerazione sui pirati è alquanto… migliorata, Norrington.” Osservò sottolineando
per bene la parola migliorata. “Che
cosa vi è successo?” domandò. James non rispose subito ma continuò a fissarlo
imperterrito; Beckett si illuminò all’improvviso e sorrise malignamente: ora
poteva giocare la sua carta vincente.
“Oh,
capisco…” mormorò. “Ammiraglio, vi siete innamorato?”
Una sferzata
lo colpì in pieno petto al sentire quelle parole: sapeva, aveva capito. Ma rimase fermo, impassibile, senza mostrare
cedimento. Dietro di lui, Sputafuoco Bill osservava la scena, impotente ma col
grande desiderio di strappare quel viso meschino da davanti ai suoi occhi;
guardò da James a Beckett decidendo sul da farsi ma non trovò nulla che potesse
aiutare l’uomo che, immobile davanti a Beckett come un prigioniero davanti al
suo carnefice, fissava con rabbia gli occhi di Beckett.
Quest’ultimo,
nel frattempo, aveva collegato ogni cosa e i suoi dubbi erano svaniti: il
malumore di Josephine, la freddezza di Norrington, tutto combaciava
perfettamente. Trionfante, visto che non arrivava risposta dall’ex-ammiraglio,
silenzioso, continuò ad infierire.
“Magari…magari
ora quella persona soffre molto, in questo momento; forse è rinchiusa in camera
a piangere, forse…” il suo sorriso si allargò. “…forse questa persona si chiama
Josephine…” ma non fece in tempo a finire la frase che James Norrington, in
barba alla buona educazione e alla civiltà, gli si avvicinò di scatto e, presolo
per la collottola, lo sollevò da terra. Beckett lo guardò spaventato.
“Non ti
azzardare a toccare Josephine, Beckett; sfiorala anche solo con un dito e ti
troverai a pezzi.” Ringhiò. Beckett ghignò all’udire la sua minaccia.
“Anche
se lo
facessi, non mi accadrebbe nulla, Norrington. Ma se io fossi voi, mi
guarderei le spalle: non ho la stessa certezza per quanto riguarda i
vostri confronti." rispose con un ghigno. L'ex ammiraglio guardò
Beckett con un'espressione interdetta: cosa voleva dire? Beckett
sorrise trionfante: ancora una volta aveva colpito nel segno. "Dalla
vostra espressione ne deduco che non mi abbiate capito. Beh," concluse
con una goffa alzata di spalle "peggio per voi."
“Sparisci.”
Sibilò James riappoggiandolo a terra. Beckett si sistemò il colletto e la
giacca.
“Lo
farò, lo
prometto.” si voltò facendo per andarsene. “Ma
subito dopo il matrimonio e portando con me Josephine.” A quelle
parole, James estrasse di scatto la sua spada e la punto dritta al
collo del lord.
“Josephine
non si muoverà di qui e non sposerà mai un verme come te,
e questa è la mia
promessa.” Replicò a denti stretti. L’altro
scrollò le spalle volgendo lo sguardo altrove e scese lentamente
le scale ma, prima di sparire completamente dalla vista del rivale, si
voltò
seriamente.
“Se
lei tiene tanto a te, le conviene accettare questa situazione: sapete
bene entrambi che sono un uomo pieno di risorse e se voglio
qualcosa...” il suo sguardo vagò in un punto imprecisato
dietro le spalle di James "... in un modo o nell'altro lo ottengo.
Sempre."
Disse tranquillo, poi sparì.
Norrington
guardò infuriato il punto in cui era scomparso: la sua mano
tremante stringeva
ancora la spada, le nocche bianche, le vene sulle tempie pulsavano
sotto pelle dalla tensione, la mascella serrata. Qualcuno gli
toccò la spalla e lui
si voltò di scatto, puntando la spada contro la persona che
aveva davanti, ma quando si accorse che quella persona era
Josephine abbassò il braccio e la lasciò cadere,
guardandosi intorno orripilato e
spaesato: gli occhi di tutti i marinai della nave lo fissavano attoniti
e sorpresi,
decine di volti con la stessa medesima espressione tranne due, quelli
di
Josephine e Sputafuoco Bill, entrambi addolorati. La ragazza gli si
avvicinò
lentamente e lo abbracciò: lo sentì tremare dalla
tensione poi, lentamente, si
rilassò e ricambiò con vigore la stretta. Nel frattempo,
il signor Turner
rimandava ogni marinaio ai propri doveri e,
per lasciar loro un po’ di privacy, si allontanò anch’egli.
I due amanti
restarono abbracciati per un tempo che a loro parve interminabile: Josephine
piangeva silenziosamente, con la morte nel cuore, mentre il suo amato le
accarezzava i capelli con dolcezza cercando di capire se, nonostante il poco
tempo passato sull’Olandese, stesse
già lentamente diventando un pirata anch’egli. Ma nel
frattempo, un altro pensiero gli occupava la mente: che cosa aveva
voluto dire Beckett? Da chi si sarebbe dovuto guardare le spalle? Da
Beckett? Quell'uomo doveva essere a conoscenza di qualcosa che lui
ignorava, la sua sicurezza in quella minaccia lo aveva confermato. Ma
cosa non sapeva? Intanto, appoggiata alla sua
spalla, Josephine sfogava la sua malinconia.
“Ho paura..." mormorò la giovane "Non voglio
perderti, James…” mormorava stringendosi a lui. “N-non per la seconda volta,
ti prego…”
“E non succederà Jo.” le rispose l’uomo all’orecchio. “E’ una promessa.” E detto questo si scambiò un’occhiata d’intesa con Sputafuoco Bill.
Moooolto bene! Le cose si complicano!
Ciao! Dopo più di due mesi sono riuscita ad aggiornare: scusate il grande ritardo, è un periodo un po' pieno :D
Lo so che ancora non capite cosa stia succedendo, ma prometto che nel prossimo capitolo tutto sarà spiegato, e i mille dubbi e perplessità che attanagliano la vostra mente, verranno soddisfatti!
Rebecca Lupin: è esattamente di questo che parlo! Quale oscuro segreto si celerà dietro le parole de nuestro amigo Beckett? Aspetta e vedrai!
QueenLilly: hola mi querida! Como estas? Il mio spagnolo va perdendosi, sigh... Mi mancano le lingueeeee!!! Tra l'altro, sei ancora a Sevilla o sei già tornata? Salutami il suo barbiere :P Scusami se non mi sono più fatta sentire ma l'Uni mi porta via un po' di tempo, sai com'è :P Tornando a noi, in effetti non ho mai pensato ad un ritorno dell'amico mangia-navi... uhm, ci penserò su: magari riesco ad infilarcelo da qualche parte... grazie dell'idea! :D
Muy bien! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, recensite in ogni caso, bla bla bla, sempre le solite storie! Vi aspetto nel prossimo capitolo che, magari, arriverà un po' prima di quanto lo è stato questo.
Alla prossima! Baci e abbracci!!! monipotty