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Autore: monipotty    13/04/2010    3 recensioni
Ciao a tutti voi! Questa è la prima fic che scrivo e spero che vi piaccia!! Il personaggio principale è la migliore amica di Elizabeth, Josephine: cosa succederebbe se Jo fosse innamorata del serio ma affascinante James Norrington (il mio personaggio preferito in assoluto e, naturalmente, secondo protagonista della fic)? Riuscirà a conquistarne il cuore già legato alla bella Elizabeth? Se volete scoprirlo, vi basta leggere!!! Recensite numerosi e... siate clementi!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elizabeth Swann, James Norrington, Nuovo Personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 35

Intanto, sul ponte di comando, James guardava fisso davanti a sè, scosso da quegli ultimi avvenimenti: mai aveva visto Josephine così disperata e senza speranza, nemmeno quando lui l'aveva ignorata e trattata con sgarbo i tempi prima di morire, e sperava col cuore che quella fosse la prima ed ultima volta; mentre era immerso nei suoi oscuri pensieri, silenziosamente, dietro di lui, si avvicinò il timoniere.

“Signore…” lo chiamò esitante. Norrington sussultò sorpreso e si voltò di scatto.

“Santissimo cielo, Turner, non fatelo più. Mi avete fatto prendere un colpo.” Imprecò e l’altro gli sorrise a mo’ di scusa.

“Scusatemi, non l’ho fatto intenzionalmente." James fece un gesto veloce con la mano come a dire 'non ti preoccupare' poi gli domandò se avesse bisogno di qualcosa. Sputafuoco Bill abbassò lo sguardo. "Volevo semplicemente sapere, se possibile, cosa è successo al capitano.” In quel momento, vide i muscoli dell'ex ammiraglio tendersi, l'espressione sul viso farsi più duro di una roccia e le mani dietro alla schiena stringersi di scatto, tremanti, ma nessuna risposta uscì dalle sue labbra. Al contrario, guardava duro alla sua sinistra; Sputafuoco si voltò e, al vedere Beckett ritto sul ponte ammirare il monotono paesaggio di mare con un'espressione compiaciuta, corrugò a sua volta le sopracciglia. “Quell’uomo. Che cosa le ha fatto?” domandò senza smettere di osservarlo.

-Dirglielo o non dirglielo? – pensava tra sé James: Turner era un pirata e lui non si era mai fidato dei pirati, ancor meno visto che quell'uomo era il padre di colui che per lungo tempo era stato suo nemico e rivale, acqua ormai passata; ma, nonostante tutto, doveva ammettere che quell'uomo era una brava persona e più volte ne aveva avuto conferma, sapeva di potersi fidare ma il suo essere perennemente sul chivalà lo portava a pensare di non fidarsi. Infine, mise a tacere la sua avversione per i pirati e, dopo essersi assicurato la sua massima discrezione, decise di rivelargli l'accaduto.

 “La sto perdendo.” Mormorò guardando sprezzante il lord inglese. “La sto perdendo per colpa sua.” Sputafuoco lo interrogò con lo sguardo. “Beckett l’ha obbligata a sposarlo come avevano pianificato tempo fa e la cerimonia si farà.”

“Non c’è nulla che possiamo fare?” domandò l’altro e alla risposta negativa dell’ ammiraglio, si scrocchiò le dita. “Si potrebbe sempre passare ai modi pirateschi.” Propose. Lui sorrise.

“Avrebbe il mio pieno appoggio, signor Turner, ma non è molto… civile ed educato.”

“Siamo pirati, signore. Rispondiamo solo al Codice ed a nessun altra regola.” Norrington annuì silenziosamente.

“Con l’unica differenza che io non mi sento pirata, non ancora. Quindi le regole del Codice non mi toccano.”

“Troveremo un’altra soluzione allora, signor Norrington.” Lui si voltò a guardarlo stupito: quel ‘noi’ l’aveva profondamente toccato. “Non siete l’unico che tiene a lei, non in quel senso, naturalmente.” Aggiunse frettoloso notando che l’espressione del volto di James si stava rabbuiando. “Solo non sopporto che ad una donna si possa fare una cosa del genere senza fare nulla.”

“Molto bene, allora. Conto sul vostro appoggio, signor Turner.” Quest’ultimo annuì impercettibilmente e James si allontanò, scoccando un ultimo sguardo tagliente a Beckett che ora lo scrutava attentamente. Si fermò senza staccare gli occhi di dosso dal lord e un misto di sentimenti cominciò a nascere: gelosia, rabbia, voglia di strappargli quel ghigno insopportabile dalla faccia, fargli pagare ogni male che aveva fatto, soprattutto tutto ciò che aveva fatto a Josephine.

Si fissarono a lungo. Senza sosta. Le parole non servivano: lo sguardo di entrambi parlava da solo.

Ma Beckett sentì il bisogno di schernirlo.

“Ho notato che tra di voi vi chiamate per nome, ammiraglio.” Osservò Beckett con fare disinvolto. James lo scrutò sospettoso.

“Abbiamo iniziato da poco a darci del tu, lord Beckett.” Ribatté lui. Beckett si fermò a riflettere.

“Mi pare che l’unica persona che voi chiamavate per nome fosse Elizabeth Swann, ammiraglio.” Commentò. James non rispose. “Devo dedurne che avete parecchia confidenza, voi e Josephine.” Era arrivato al dunque, come temeva.

“Per convivere sulla stessa nave c’è sempre bisogno di confidenza, lord Beckett, ma senza esagerare.” Ribatté l’ex-ammiraglio.

“Dev’essere dura relazionarsi con Josephine…” James lo squadrò malamente.

“Che intendete?” domandò sospettoso.

“Oh, solo che penso sia difficile stare sulla stessa nave con solo una donna come compagnia e nessun altro.”

“I marinai non sono ‘nessun altro’; ho imparato che ci si può parlare civilmente senza scendere a discussioni accese nonostante il loro essere pirati.” Beckett mostrò un’espressione turbata: una risposta del genere da James Norrington non se la sarebbe mai aspettata visto che aveva sempre detestato i pirati a morte. Glielo fece notare.

“Vedo con piacere che la vostra considerazione sui pirati è alquanto… migliorata, Norrington.” Osservò sottolineando per bene la parola migliorata. “Che cosa vi è successo?” domandò. James non rispose subito ma continuò a fissarlo imperterrito; Beckett si illuminò all’improvviso e sorrise malignamente: ora poteva giocare la sua carta vincente.

“Oh, capisco…” mormorò. “Ammiraglio, vi siete innamorato?”

Una sferzata lo colpì in pieno petto al sentire quelle parole: sapeva, aveva capito. Ma rimase fermo, impassibile, senza mostrare cedimento. Dietro di lui, Sputafuoco Bill osservava la scena, impotente ma col grande desiderio di strappare quel viso meschino da davanti ai suoi occhi; guardò da James a Beckett decidendo sul da farsi ma non trovò nulla che potesse aiutare l’uomo che, immobile davanti a Beckett come un prigioniero davanti al suo carnefice, fissava con rabbia gli occhi di Beckett.

Quest’ultimo, nel frattempo, aveva collegato ogni cosa e i suoi dubbi erano svaniti: il malumore di Josephine, la freddezza di Norrington, tutto combaciava perfettamente. Trionfante, visto che non arrivava risposta dall’ex-ammiraglio, silenzioso, continuò ad infierire.

“Magari…magari ora quella persona soffre molto, in questo momento; forse è rinchiusa in camera a piangere, forse…” il suo sorriso si allargò. “…forse questa persona si chiama Josephine…” ma non fece in tempo a finire la frase che James Norrington, in barba alla buona educazione e alla civiltà, gli si avvicinò di scatto e, presolo per la collottola, lo sollevò da terra. Beckett lo guardò spaventato.

“Non ti azzardare a toccare Josephine, Beckett; sfiorala anche solo con un dito e ti troverai a pezzi.” Ringhiò. Beckett ghignò all’udire la sua minaccia.

“Anche se lo facessi, non mi accadrebbe nulla, Norrington. Ma se io fossi voi, mi guarderei le spalle: non ho la stessa certezza per quanto riguarda i vostri confronti." rispose con un ghigno. L'ex ammiraglio guardò Beckett con un'espressione interdetta: cosa voleva dire? Beckett sorrise trionfante: ancora una volta aveva colpito nel segno. "Dalla vostra espressione ne deduco che non mi abbiate capito. Beh," concluse con una goffa alzata di spalle "peggio per voi."

“Sparisci.” Sibilò James riappoggiandolo a terra. Beckett si sistemò il colletto e la giacca.

“Lo farò, lo prometto.” si voltò facendo per andarsene. “Ma subito dopo il matrimonio e portando con me Josephine.” A quelle parole, James estrasse di scatto la sua spada e la punto dritta al collo del lord.

“Josephine non si muoverà di qui e non sposerà mai un verme come te, e questa è la mia promessa.” Replicò a denti stretti. L’altro scrollò le spalle volgendo lo sguardo altrove e scese lentamente le scale ma, prima di sparire completamente dalla vista del rivale, si voltò seriamente.

“Se lei tiene tanto a te, le conviene accettare questa situazione: sapete bene entrambi che sono un uomo pieno di risorse e se voglio qualcosa...” il suo sguardo vagò in un punto imprecisato dietro le spalle di James "... in un modo o nell'altro lo ottengo. Sempre." Disse tranquillo, poi sparì.

Norrington guardò infuriato il punto in cui era scomparso: la sua mano tremante stringeva ancora la spada, le nocche bianche, le vene sulle tempie pulsavano sotto pelle dalla tensione, la mascella serrata. Qualcuno gli toccò la spalla e lui si voltò di scatto, puntando la spada contro la persona che aveva davanti, ma quando si accorse che quella persona era  Josephine abbassò il braccio e la lasciò cadere, guardandosi intorno orripilato e spaesato: gli occhi di tutti i marinai della nave lo fissavano attoniti e sorpresi, decine di volti con la stessa medesima espressione tranne due, quelli di Josephine e Sputafuoco Bill, entrambi addolorati. La ragazza gli si avvicinò lentamente e lo abbracciò: lo sentì tremare dalla tensione poi, lentamente, si rilassò e ricambiò con vigore la stretta. Nel frattempo, il signor Turner rimandava ogni marinaio ai propri doveri e, per lasciar loro un po’ di privacy, si allontanò anch’egli.

I due amanti restarono abbracciati per un tempo che a loro parve interminabile: Josephine piangeva silenziosamente, con la morte nel cuore, mentre il suo amato le accarezzava i capelli con dolcezza cercando di capire se, nonostante il poco tempo passato sull’Olandese, stesse già lentamente diventando un pirata anch’egli. Ma nel frattempo, un altro pensiero gli occupava la mente: che cosa aveva voluto dire Beckett? Da chi si sarebbe dovuto guardare le spalle? Da Beckett? Quell'uomo doveva essere a conoscenza di qualcosa che lui ignorava, la sua sicurezza in quella minaccia lo aveva confermato. Ma cosa non sapeva? Intanto, appoggiata alla sua spalla, Josephine sfogava la sua malinconia.

“Ho paura..." mormorò la giovane "Non voglio perderti, James…” mormorava stringendosi a lui. “N-non per la seconda volta, ti prego…”

“E non succederà Jo.” le rispose l’uomo all’orecchio. “E’ una promessa.” E detto questo si scambiò un’occhiata d’intesa con Sputafuoco Bill.

Moooolto bene! Le cose si complicano!

Ciao! Dopo più di due mesi sono riuscita ad aggiornare: scusate il grande ritardo, è un periodo un po' pieno :D 

Lo so che ancora non capite cosa stia succedendo, ma prometto che nel prossimo capitolo tutto sarà spiegato, e i mille dubbi e perplessità che attanagliano la vostra mente, verranno soddisfatti!

Rebecca Lupin: è esattamente di questo che parlo! Quale oscuro segreto si celerà dietro le parole de nuestro amigo Beckett? Aspetta e vedrai!

QueenLilly: hola mi querida! Como estas? Il mio spagnolo va perdendosi, sigh... Mi mancano le lingueeeee!!! Tra l'altro, sei ancora a Sevilla o sei già tornata? Salutami il suo barbiere :P Scusami se non mi sono più fatta sentire ma l'Uni mi porta via un po' di tempo, sai com'è :P Tornando a noi, in effetti non ho mai pensato ad un ritorno dell'amico mangia-navi... uhm, ci penserò su: magari riesco ad infilarcelo da qualche parte... grazie dell'idea! :D

Muy bien! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, recensite in ogni caso, bla bla bla, sempre le solite storie! Vi aspetto nel prossimo capitolo che, magari, arriverà un po' prima di quanto lo è stato questo.

Alla prossima! Baci e abbracci!!!    monipotty

  
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