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Autore: Human_    20/04/2010    7 recensioni
Piccoli estratti di una storia senza volti né nomi. Perché l'amore non ne ha bisogno.
La ragazza si voltò verso il ragazzo e si ritrovò a sorridere.
Le ispirava
fiducia.
«Pensavo» rispose allargando il sorriso.
«Anche tu?» fece allora lui «Che coincidenza. Anche io penso spesso»
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Piangeva, la ragazza. Piangeva singhiozzando come una bambina.

E forse era proprio così che si sentiva: piccola ed indifesa come una bambina.
Era corsa al mare a sedersi sul suo scoglio preferito, quello nascosto agli occhi di tutti, per potersi sfogare senza alcuna interferenza da parte di sconosciuti curiosi o conoscenti ipocriti.
A che sarebbe servito, in quel momento, farsi dire che tutto andava bene? A nulla.
Piangeva con la sola compagnia della sua musica, quella musica che non l'aveva mai abbandonata.
Nonostante i singhiozzi che la scuotevano, le sue lacrime scendevano in modo delicato, quasi avessero paura di ferirla cadendo troppo violentemente dai suoi occhioni azzurri.
Sembrava non sapesse fare altro se non piangere, e restò lì, immobile, ad osservare il mare in tempesta, per chissà quanto tempo.


La cercava, il ragazzo.
Avevano appuntamento al solito posto, ma lei non si era presentata. E non era da lei.
Soprattutto, non era da lei non rispondere alle sue chiamate o non avvertire con un sms.
La preoccupazione era troppa per restare anche solo un altro minuto seduto su quella panchina. Si alzò di scatto, spaventando un paio di piccioni lì vicino, ed iniziò a camminare mentre estraeva il cellulare dalla tasca dei pantaloni della tuta.
Compose il suo numero di casa, dove sperava di trovarla, ma non rispose nessuno.
« Accidenti » sbottò, calciando una lattina abbandonata sul marciapiede.
Pensa, maledizione. Pensa! ..in positivo, magari.
Scartò a priori l'opzione dell'ospedale. Non poteva.. non doveva esserle accaduto niente.
Non poteva essere fuori con le sue amiche, perché aveva già un appuntamento con lui.
Quindi era fuori da sola, d'accordo, ma dove? C'erano solo due posti in cui era solita andare quando stava sola, e lui si trovava in uno di questi.
Iniziò a correre.


Quando la vide, credette di essere scivolato in acqua.
Sì, era sicuramente così, altrimenti non si sarebbe potuto spiegare perché l'ossigeno faticasse così tanto a raggiungere i polmoni.
Aumentò l'andatura, se possibile, rischiando di perdere l'equilibrio nel fare salti troppo lunghi sugli scogli bianchi, troppo bisognoso di abbracciarla, di farle sentire la sua presenza.. di farla smettere di piangere.
Fortuna che ho messo la tuta, pensava.
Quando la raggiunse, fu più forte di lui, la strinse.
La ragazza sobbalzò spaventata e portò una mano al petto, tentando di rallentare i battiti.
Non che fosse possibile, vista la combinazione vincente di paura ed emozione nel vedere chi l'aveva colta così di sorpresa.
« M'hai fatto prendere un colpo! » lo accusò, con la voce rotta, mentre tentava di asciugare le lacrime ed infilava l'ipod in tasca.
« Senti chi parla » rispose, sedendosi accanto a lei ed affondando il volto nei capelli lunghi che tanto amava ed ispirandone l'odore.
Sollievo, ecco cosa provava il ragazzo. Ma anche un'immensa preoccupazione. Forse più di prima. Cosa la tormentava?
« Scusa » mormorò flebilmente lei.
« Non importa. È passato » mentì. E lei se ne accorse.
Riprese a piangere e nascose il viso nell'incavo del collo del suo.. angelo.
Arrossì un po' al suo pensiero, ma fu un attimo. Erano altre le emozioni prevalenti, purtroppo.
« Ehi, ehi.. shh.. ci sono io, te lo giuro. Non sei sola, te lo prometto.. shh, non piangere ».
Tremava, lei. E di certo non per il freddo.
Tremava e piangeva, nonostante cercasse con tutte le sue forze di smettere.
Evidentemente, le sue forse non erano abbastanza.
Stava perdendo il controllo del suo corpo, lo sapeva. Anzi, lo sapevano entrambi.
Come li aveva chiamati il medico? Oh, già: attacchi di panico.
« Ehi, barbabietola, guardami » la chiamò « Guardami ».
Obbedì, e nonostante la vista appannata riuscì a trovare i suoi occhi. E come non trovarli? Erano un richiamo, quegli occhi.
« Va tutto bene, ci sono io. È tutto passato. Qualsiasi cosa sia successa, si aggiusterà, chiaro? Non sarai mai sola, capito? Non ho intenzione di lasciarti neanche un momento. Adesso concentrati. Ci sono io con te, okay? ».
La ragazza chiuse le palpebre, tentando di bloccare le lacrime, e ce la fece. O quasi. Perlomeno, aveva bloccato i singhiozzi ed il corpo aveva smesso di tremare.
Quando riaprì gli occhi, sorrise. Adesso che vedeva i suoi occhi.
« Scusa » sussurrò.
« Se lo dici un'altra volta di strozzo » scherzò il ragazzo, palesemente sollevato.
« Va bene, non lo dico più » rispose lei, accoccolandosi meglio contro il suo petto.
« Ecco, brava la mia barbabietola ».
« Bisogna che m'impegni a trovarti un degno soprannome » borbottò.
« Con comodo » rise lui, baciandole la fronte.
Lei sospirò, e pensò che forse era il momento giusto per dirglielo.
Si staccò un poco e fece in modo che i loro sguardi s'incatenassero, come spesso accadeva.
« Voglio.. vorrei dirti una cosa » iniziò.
« Sono tutt'orecchi ».
« Sappi che con tutto il tempo che ho usato per pensarci, non ho ancora trovato il modo di dirlo senza sembrare un'idiota, però ti prego di non ridere ».
« Non potrei ridere di ciò che dici neanche volendo » la rassicurò lui sorridendo.
Sorrise anche lei, e ricominciò il suo discorso.
« Ecco.. io.. io credo che tu mi abbia.. catturato l'anima, e non penso ci sia modo per riprendermela. Adesso è tua, ti appartiene, è proprio qui » posò la mano sul cuore del ragazzo « e.. e sono un po' preoccupata, perché non so cosa tu voglia farci, ma ho deciso che non m'importa. Perché ormai è tua e puoi anche calpestarla, non m'importerebbe più comunque. Solo che sento la voglia, il bisogno di dirti che.. anche quando ti vedo ridere, quando ti vedo parlare serio con quella ruga che si forma sulla fronte, con gli occhi che ti brillano.. non posso fare a meno di pensare che.. ».
S'interruppe. Non capiva perché gli occhi del ragazzo luccicassero con quell'ardore che non aveva mai visto prima.
Lui, d'altro canto, era sbigottito. Ma aveva bisogno che lei continuasse.
« Che..? » la incitò.
« Per me sei un angelo » finì lei, sospirando.
E fu un attimo: le loro labbra s'incontrarono, finalmente, e nonostante fosse la prima volta, fu come se non avessero fatto altro per tutta la vita se non baciarsi in quel modo dolce ed irruento allo stesso tempo. Gustarono l'uno il sapore dell'altro, staccandosi solo il minimo indispensabile per prender fiato, maledicendo il loro corpo che pretendeva ossigeno.
Quando furono sazi, rimasero a guardarsi negli occhi.
« Grazie di avermi donato l'anima, e sappi che l'accudirò con tutto l'amore che posso dare. In cambio, ti chiedo solo di prenderti cura della mia. Non so se te ne sei accorta, ma la stai custodendo da un sacco di tempo ».
Sorrise felice, la ragazza, e pensò che infondo, a volte, il paradiso è più vicino di quanto si pensi.




Se vi state chiedendo cos'è 'sta roba, sappiate che non lo so nemmeno io.
Però l'ho sognato. E non avevo neppure mangiato pesante ù_ù
Sarà perchè prima di andare a letto ho ascoltato "Forse un angelo" degli Studio3.. Bah, mistero.
Non che mi sorprenda far sogni strambi, eh. Però in genere non li ricordo così bene xD
Vabbè, bando alle ciance. Passiamo alle cose serie (per quanto serio possa essere un discorso fatto dalla sottoscritta).
Qui c'è tanta gente che passa e non dice niente nessuno ._. Ora, tanto per rassicurarvi, io sono vegetariana u.ù Quindi state tranquilli che non vi mangio ù.ù
Sono contenta anche se mi dite che quello che scrivo funziona meglio dell'EvaQ, ma fatemi sapere qualcosa T.T
Bòn. Finite le suppliche, un THANK YOU grande grande a ily27 che con il coraggio di un concorrente di CiaoDarwin ricoperto di bistecche in una gabbia di leoni ha messo 'sta storiella tra le seguite. Mercì cara *O*
Ora, se andate giù giù giù, c'è una scritta blu. "Inserisci una recensione".
Fatemi contenta ç.ç xD
Un bacio grande,
Human_
   
 
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