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Autore: FrannieCullen    07/05/2010    1 recensioni
Qualcosa di terribile sta per succedere a Forks. La ragazza nuova, appena arrivata da Phoenix, sta per scomparire in circostanze molto misteriose. Il componente più inquietante della famiglia Cullen ne sa qualcosa...
Genere: Romantico, Triste, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jasper Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La vita di Bella con i Cullen subì alcune fondamentali modifiche nei giorni successivi. Venne trasferita dalla cantina al piano superiore, ed Esme cominciò subito a lavorare alla sua nuova stanza. Carlisle le spiegò quello che doveva sapere sulla sua nuova natura e sulle regole che doveva rispettare, le raccontò dei lupi quileute e della loro missione, le spiegò la scelta che aveva fatto tanti anni prima e che cercava di far comprendere anche ai suoi figli. La esortò a non abbassare mai la guardia, a non fidarsi del suo autocontrollo: era convinto che fossero la tensione e la paura a renderla così docile. Le spiegò che Edward leggeva i pensieri, e come funzionava il dono di Alice. Il fatto che la sua testa fosse impenetrabile dai poteri di Edward poteva avere molte spiegazioni. Carlisle pensava che si trattasse del suo personale dono: aveva uno scudo naturale, che per adesso le serviva solo ad isolare la mente. La spronava a trovare interessi, a seguire una sua strada personale. “La nostra dannazione più banale è la noia, lo scoprirai presto”

Per il momento, annoiarsi era lontano anni luce da Bella. I suoi fratelli, accantonate le gelosie, si divertivano ad accompagnarla a caccia e a farle provare le sue nuove facoltà fisiche. Le giornate le finivano sotto il naso in un baleno, si accorgeva a malapena dell’alternanza fra giorno e notte. Poteva restare incantata, per ore, a osservare i riflessi del sole sulla sua nuova pelle.  Parlava poco ma osservava moltissimo, e pensava ancora di più. La sua vita passata le sfuggiva dalla mente come granelli di sabbia in una clessidra. Lo strazio dell’allontanamento dalla sua famiglia non la tangeva più, le sembrava il dolore di qualcun altro: si rendeva conto, sconvolta, che le erano bastati un paio di giorni per dimenticarsi dei suoi affetti più profondi. Anche in questo caso Carlisle le fu d’aiuto. Le spiegò che la distanza dai sentimenti e dalle passioni era uno dei tratti distintivi dell’essere vampiro. Che avrebbe continuato a provare emozioni, ma sarebbero state differenti. E che per quanto grande potesse essere stato l’amore per suo padre e sua madre, lo avrebbe dimenticato insieme a tutti i dettagli della sua vita da umana. “Noi siamo dei vampiri molto più ‘emotivi’ della norma, se capisci cosa intendo. Io non ho mai dimenticato la compassione verso gli esseri umani, e ho cercato di fare in modo che non lo dimenticassero neanche i miei figli. Vivere a contatto con loro ci aiuta. Quasi sempre” concluse Carlisle scoccandole un’occhiata contrita. Ma Bella non sentiva più di odiare Jasper. Anche quello le sembrava un sentimento remoto, umano. Era troppo concentrata su se stessa per percepire altro: viveva in isolamento, ma non se ne rendeva conto.

Nel frattempo i Cullen avevano infatti steso un’accurata rete di protezione intorno alla famiglia: le attività quotidiane continuavano regolarmente, ma la villa nella foresta era impenetrabile. Edward ed Alice erano all’erta, e furono pronti anche alla visita della polizia della Contea. Si presentarono in due, vestiti in abiti civili: benché i Cullen fecero del loro meglio per essere naturali ed umani, entrambe i poliziotti non vedevano l’ora di andare via dal momento esatto in cui erano entrati nella grande casa. Fecero qualche domanda di rito, ma la buona reputazione di Carlisle a Forks era troppo radicata per spingerli oltre le formalità. Bella non c’era, era stata mandata a caccia con Jasper molto più lontano del solito.

I fratelli Cullen avevano ormai accettato Bella Swan come una di loro. La ritenevano buffa e stranamente docile, ma si divertivano a mettere alla prova il suo autocontrollo. Bella era diversa dalle altre donne della famiglia: non era materna come Esme, né fanciullesca come Alice, tantomeno era una femmina fatale come Rosalie. Era uno strano vampiro maschiaccio, taciturno ma vagamente ironico, sempre pronta alla competizione.

 

Con le sorelle le cose non andavano altrettanto bene. Rosalie la ignorava bellamente, Alice le ronzava intorno ma senza mai approfondire la conoscenza. Bella era a suo agio solo fuori casa, quando scorrazzava tra i boschi, abbandonandosi alle sensazioni del suo nuovo corpo. A parte la forza fisica, il suo corpo le dava anche altro genere di grattacapi: si era guardata allo specchio da poco, ed era rimasta stupefatta da quello che vedeva: una giovane donna stupenda aveva preso il posto dell’adolescente imbranata che era stata. Il suo corpo aveva subito una sviluppo accelerato, e si era riempito dove doveva. Il suo volto, i suoi capelli, i suoi piedi perfino, erano diversi e meravigliosi. La sua nuova famiglia le aveva spiegato che la bellezza era uno dei ‘trucchi’ dei vampiri per attirare gli esseri umani, e tra di loro nessuno ci faceva più caso: non esistevano vampiri brutti, quindi l’avvenenza era semplicemente data per scontata. Bella si era scoperta però estremamente pudica, in una famiglia che sembrava non esserlo affatto. O meglio, i Cullen avevano atteggiamenti diversi riguardo al proprio corpo: Rosalie, Emmett e Alice, ad esempio, erano capaci di sguazzare nudi in piscina senza problemi.  A Bella era capitato di tornare a casa all’improvviso e di vederli, nudi e bellissimi, che giocavano ai gavettoni in cortile. Era rimasta così turbata da scappare via e fermarsi quasi al confine con lo Stato. In quel caso, era stato Edward a ritrovarla e a riportarla a casa, senza una parola di rimprovero né una domanda. Bella sapeva che i Cullen si consideravano fratelli, ma la loro unione sessuale non mancava di imbarazzarla costantemente: in questo era simile ad Edward, e se ne accorse subito. Capì che quel ragazzo silenzioso e un po’ saccente era il più solitario della famiglia, l’anima in pena, se questa definizione non le fosse sembrata ridicola. Anche se tutti la tenevano d’occhio, erano Jasper ed Edward a seguirla praticamente ovunque: non la mettevano a disagio, non la imbarazzavano ne la prendevano in giro. Contro ogni aspettativa, divennero i suoi fratelli prediletti.

“Ho trovato qualcuno che parla meno di me, è interessante”, la stuzzicò un giorno Jasper, sorprendendola vicino al fiume. “Il mio silenzio passa inosservato solo perché Alice parla per tutti e due”

“Com’è successo? Voglio dire, come ti sei innamorato di lei?” gli chiese a bruciapelo Bella, guardandolo fisso negli occhi d’ambra. “Bè – sospirò Jasper- è stato strano, e improvviso. Ci siamo incontrati, lei mi ha detto che mi aspettava da sempre, e anche a me è sembrato di essere arrivato alla fine di un… percorso. Mi trovavo al mio posto, non so se capisci cosa intendo” Bella non rispose, adesso fissava l’acqua, come ipnotizzata. “Ok. Capiterà anche a te, prima o poi. Hai un sacco di tempo davanti”

Bella si alzò, Jasper capì che la conversazione era chiusa. Mentre stava per precederla sulla via di casa, sentì la limpida voce di Bella chiedergli: “Sei pentito?”

“Di cosa?”

“Di avermi trasformata”

“Si, Bella. Assolutamente si. Te l’ho detto mille volte. Non avevo il diritto di mettere fine alla tua vita. Non me lo perdonerò mai e poi mai”

“Magari questo è il mio, di percorso”

Si fissavano, in piedi, faccia a faccia. “Magari si”, le concesse Jasper. “Vuol dire che mi hai perdonato?”

Ma Bella era già lontana.

  
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