Capitolo 1: Ritorno a casa: mattinata 'normale' a casa Trager
Jessi’s POV
2
giorni prima…
Mi svegliai, lui
accanto a me, che dormiva. I suoi capelli neri che gli accarezzavano il
viso.
Era così bello, così carino, e non volevo che il
mondo cambiasse il suo modo di
essere così vivace e spensierato, ingenuo, come lo sono
tutti i bambini. Ma lui
era il mio bambino, e di nessun’altro. Fin dal giorno in cui
avevo scoperto di
essere incinta avevo deciso di tenerlo, di proteggerlo. Una parte
mia…e di suo
padre, da cui l’avevo sempre tenuto lontano per paura che lo
facesse soffrire
come aveva fatto con me.
Avevo diciotto
anni
quando diedi alla luce il piccolo Adam, all’insaputa di
tutti, tranne che di
Nicole e Lori, che erano le uniche due a cui lo avevo detto. Ormai mi
ero
trasferita nell’appartamento di Sara, per nascondere la
gravidanza e avevo
tagliato i ponti con lui…il padre del bambino. Ancora oggi
pensare a lui mi
faceva stare male. Era stato l’unico che avessi mai amato,
l’unico che
continuassi ad amare e che non potessi scordare.
E ora a 22 anni
lavoravo come ricercatrice chimica in una casa farmaceutica oltre che
all’università dove tenevo qualche corso , abitavo
in centro Seattle con il mio
bellissimo bambino, e status: single.
Bussarono alla
porta e
mi alzai per andare a rispondere: era Nicole.
“Jessi!”
mi abbracciò
“Nicole!”
risposi con
equivalente entusiasmo al suo abbraccio
“Come
sta andando?” mi
chiese curiosa
“Benissimo.
Adam
dorme.” mi staccai dal suo abbraccio “Aspetta vado
a svegliarlo.”
“No.
Aspetta. Devo
parlarti.” mi prese la mano
“Di
cosa?” finsi di non
saperlo, ma era chiaro di cosa volesse parlarmi
“Jessi
diventa sempre
più difficile. Io e Lori non possiamo più
continuare così. Ormai anche Stevenn
e Josh lo sanno, e Kyle, bè…diventa sempre
più insistente. Sa che ci teniamo in
contatto con te e che c’è qualcosa che non va.
Devi dirglielo.”
“Nicole,
non capisci—“
“Capisco,
Jessi, ma lui
ha il diritto di sapere. Adam è anche suo figlio.”
“Non
voglio che si
senta obbligato a nulla, e poi io e Adam siamo felici
così.”
“Dio,
Jessi. So che
prova ancora qualcosa per te, e credimi ogni giorno si incolpa per
quello che è
successo, perché ti ha fatto soffrire così tanto,
e ci sta male….”
“Ma..”
“Senti,
facciamo così.
Vieni a casa con me e porta Adam.” la guardai preoccupata
“Jessi, non
preoccuparti, Kyle non ci sarà, è a New York per
una conferenza, e comunque non
vive più con noi.”
Feci un sospiro
di
sollievo. Nicole mi strinse la mano in segno
di conforto e mi abbracciò e lasciò
che mi sfogassi
Ore dopo eravamo
nella
sua auto, destinazione: Casa Trager. Ero molto nervosa. Nonostante
vedessi Lori
minimo una volta a settimana dato che stava studiando in centro Seattle
e aveva
l’appartamento vicino al mio; l’ultima volta che
avevo visto Josh e Steven
erano passati diversi mesi, anche se li sentivo continuamente per
telefono.
“Mamma,
dove stiamo
andando?” mi chiese curioso Adam guardandomi curioso dal suo
sedile nel retro
della macchina
“Stiamo
andando a casa
della nonna.” mi girai e gli mandai un bacio
“Ok”
esclamò
continuando a giocare con il squadernino che si divertiva a riempire di
numeri “Mamma…”
mi guardò serio
“Sì?”
gli sorrisi
“Io ce
l’ho un papà?”
la sua domanda mi prese in contropiede
“Come
mai me lo
chiedi?”
“I
miei amici a scuola
mi hanno chiesto chi è il mio papà, quindi
mamma..io ce l’ho il papà?”
Mandai a Nicole
un
messaggio d’aiuto
“Certo
che c’è l’hai.”
rispose lei per me
“E
perché non lo
conosco?” chiese ancora più curioso
“Tesoro
ti va del
gelato? Nicole hai il gelato a casa?”
“Certo
che c’è l’ho!”
esclamò Nicole
“Ok.”
sorrise tutto
contento prima di ritornare con quell’espressione seria che
assumeva tutte le
volte che si concentrava su una cosa
“Hai
bisogno, amore?”
gli chiesi un po’ preoccupata
“Non
riesco a finire la
serie di numeri…” sbuffò prima di
mettere su il muso
“Vuoi
che ti dia una mano?” chiesi divertita dalla sua espressione.
Scosse la testa
“Dai che fra poco arriviamo a casa.” gli feci un
sorrisino prima di girarmi e
fissare lo sguardo fuori dal finestrino…avevo paura, paura
che lui tornasse
prima, paura di vederlo, paura di ritornare in quella casa piena di
ricordi di
lui, di me, di noi…Dovevo trovare il coraggio prima o poi di
affrontarlo.
Sapevo che non potevamo continuare così, e che prima o poi
Adam avrebbe
cominciato a fare domande ma non pensavo così
presto…
“Mamma,
perché sei
triste?” mi chiese preoccupato il mio piccolo adorabile
bambino
Gli sorrisi
mentre lo
mettevo sotto le coperte “Va tutto bene, tesoro, non
preoccuparti, sto
solamente pensando…”
“A
cosa?” m’interruppe
curioso. Mi sdraiai accanto a lui e presi ad accarezzare i suoi capelli
“Al
passato.”
“Mamma,
non essere
triste. Ci sono io qui con te che ti faccio compagnia.” mi
diede un bacio sulla
guancia. A quel suo piccolo gesto la mia tristezza se ne
andò completamente e
mi addormentai poco dopo stringendo tra le braccia Adam. Prima o poi
avrei
parlato con Kyle, ma non adesso
Kyle’s POV
La mattina
seguente mi
svegliai tutto tranne che tranquillo. Non avevo chiuso occhio che per 2
orette
5 minuti e 36 secondi. Il pensiero di lei mi aveva tormentato per ore e
ore, e
quando finii per chiudere gli occhi e a dormire un po’ aveva
invaso anche i
miei sogni, più del solito. La consapevolezza di averla
sotto lo stesso tetto
mi faceva battere il cuore all’impazzata, e soprattutto mi
faceva ritornare un
adolescente. Nonostante avesse la notte prima dichiarato implicitamente
che non
voleva saperne di me, non riuscivo a crederci, il mio ottimismo mi
diceva di
mettere da parte quella possibilità. Eravamo comunque nella
stessa casa, perciò
non poteva evitarmi per sempre…anche se nei cinque anni
precedenti l’aveva
fatto. Sospirai ancora, la mia mente adesso rivolta ad Adam, il figlio
di
Jessi. Forse era lui la ragione per cui aveva smesso di vedermi?
Perché si era
rifatta una vita e non voleva che m’intromettessi?
Decisi di
smetterla di
continuare a pensare. Mi alzai dalla vasca, e aprii la porta della mia
stanza.
Immediatamente sentii la voce di Jessi, la sua voce ansiosa.
“Ok…va
bene, devo stare
calma…”
“Mamma…”
entrai in
cucina e vidi davanti a me Jessi che versava una tazza di cereali a suo
figlio
“Hai
un'altra possibilità.”
gli disse rivolgendogli un sorriso un po’ forzato
“Non
volevo farti
arrabbiare.” mormorò Adam coprendosi il faccino
Smise di versare
la
ciotola di cereali “No, no, amore non piangere, non mi sono
arrabbiata, è che…è
difficile per me accettare che qualcuno sbagli in chimica.”
gli si avvicinò e
lo abbracciò. Alzò lo sguardo e mi vide. Il suo
volto si irrigidì
immediatamente e lasciò Adam prima di versare in un'altra
ciotola degli altri
cereali
“Ciao
Kyle.” sorrise
Adam “Vuoi giocare con noi?”
“A
cosa?” chiesi curioso
“Riconosci
il composto!”
disse tutto entusiasta “Mamma, vero che può
giocare?”
“…va
bene.” acconsentì
fredda “Allora sei pronto, ometto?” lo
guardò allegra. Era bipolare o cosa? Adam
annuì “Bene. Cao.”
“Ossido
di calcio…?”
aggrottò le sopracciglia
“Esatto.”
gli sorrisi
“Acido
solfidrico.”
“H2S
“Valenze
azoto.” chiese
lei divertita
“3
rispetto all’idrogeno,
3,5, ma anche 2,4 rispetto all’ossigeno.”
“Bravo
il mio bambino!”
gli mandò un bacio “Kyle…fagli una
domanda.”
“Ehm…Okay?”
ero
scioccato, mi aveva rivolto la parola “Na2SO4
“….solfato
di sodio,
oppure tetrossisolfato, valenza 6, di sodio”
Rimasi
sbalordito “Quanti
anni hai?”
“4 e
mezzo, perché?”
“No,
niente.” Non potei
fare a meno di pensare che anche il padre doveva essere intelligente, o
aveva
ereditato tutto da Jessi
“Kyle,
Jessi, Adam?” ci
guardò stranamente Nicole
“Ah,
eccoti, dobbiamo
parlare.” constatò Jessi dura
“Di
che cosa?” chiese
mia madre tentando di fare la finta ingenua
“Perché
mi hai mentito?”
le guardai confuso, su che cosa aveva mentito Nicole? Spostai lo
sguardo su
Adam, e aveva la mia stessa identica espressione dipinta sul volto
“Perché
Kyle deve
sapere…”
“Cosa
devo sapere?”
cosa c’entravo io? Perché mi stavano mettendo in
mezzo
“Devi
sapere una cosa
che Jessi ti tiene nascosta da 5 anni.”
“Nicole,
non dirglielo!”
esclamò Jessi esasperata
“Deve
sapere!” rispose
Nicole con un tono altrettanto esasperato “Adam
è---“
“E’
mio figlio, Nicole,
mio figlio, permettimi di decidere chi voglio nella sua vita.”
“Te ne
pentirai per
tutta la vita, quando sarà adulto e verrà lui a
cercarlo.”
“Non
me ne pento ora, e
non me ne pentirò in futuro.” rispose ferma
La ignorò “Kyle, Adam è---“ non fece in tempo a parlare che Jessi mi venne in contro e mi baciò con tutta se stessa.
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Angolo dell'autrice:
Spero vi piaccia, quanto è stato bello scrivere questo capitolo per me
Per favore lasciate una recensione, almeno mi faccio un idea di quello che pensate.
Grazie mille per aver letto
Channy