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Autore: Novelist Nemesi    09/05/2010    2 recensioni
Non era la pioggia. Non era il ticchettio dell’orologio. Non era la stanza spoglia. Non erano gli altri. Nessuno aveva colpa del fatto che lui avesse quel viso pallido e segnato da due righe nette che scendevano sulle guance. Era solo temuto da molti, rispettato da alcuni. Odiato? Qualcuno che portava rancore c’era. Il suo nome faceva in fretta a circolare e restare nelle menti. Ulquiorra Schiffer. Altisonante, vero?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Schiffer Ulquiorra, Un pò tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La notizia della “nascita” di Caliel aveva fatto presto il giro di tutta Las Noches. Era il primissimo caso in cui un umano veniva mutato in un arrancar; fino a quel momento Aizen aveva usato solo hollow molto potenti. La scelta di prendere degli umani e sottoporli al potere dell’Hougyoku, era stato un azzardo, che fece imbestialire lo scienziato di turno, Szayel Aporro Grantz.
« Signore, come avete potuto permetterlo?! L’Hougyoku è ancora in fase sperimentale! »
« Rilassati, Aporro. Abbiamo fatto un passo avanti. »
« Ma non conosciamo ancora le conseguenze che potrebbe subire il corpo! E se… »
« Se davvero ci tieni a controllare i rischi, vai a vederla di persona. » disse Aizen interrompendo l’espada. « Ma non ti preoccupare; presto tutti voi potrete ammirare la nuova creazione. »
Mentre ripercorreva con Ulquiorra la strada per tornare in camera, Wendy, anzi, Caliel, iniziò a passare le mani sul suo corpo, che non mostrava differenze rispetto al precedente. Ma sicuramente, se era diventata un arrancar, e quindi un hollow, doveva avere un buco da qualche parte. tastando così sommariamente, non ricavava nulla.
Rientrò in camera, e subito si precipitò davanti a uno specchio. Non era cambiata di molto, eccetto negli occhi; erano diventati dorati, con delle piccole strisce rosse intorno a gli occhi, come fosse ombretto. Il neo sul collo era ancora al suo posto.
Doveva solo vedere dov’era il buco. Iniziò a slacciarsi la giacca, ma ricordò di essere rientrata con un uomo.
« Ulquiorra, girati; devo controllare una cosa. »
Lui non disse nulla, voltandosi. La ragazza si denudò velocemente sul davanti. Ed eccolo lì; sull’addome, appena sopra l’ombelico. Riusciva a vedere cosa c’era dall’altra parte. avvicinò la mano e, con timore, la fece passare attraverso. Non riusciva a credere di poter respirare ancora nonostante quella cosa.
Si rivestì, e sospirò. Alla fine, era successo. Caliel Lenain Khethel, fracciòn di Ulquiorra. Chissà cosa ne pensava lui.
« Bene, donna, vieni qui. » disse. « Riprendiamo l’addestramento. Ora che sei un arrancar, dobbiamo vedere se è modificato qualcosa. »
« Ora che sono un tuo simile, non potresti chiamarmi Caliel? »
« Non vedo che differenza faccia; donna eri, donna rimani. »
Lei sbuffò. Era un tipo davvero incorreggibile.
Erano tutti curiosi di vedere questo nuovo essere. Aizen aveva indetto una riunione straordinaria proprio per mostrarla. Erano presenti gli espada con le proprie fracciòn, Aizen, Tousen, Ichimaru. Non era necessario che tutti gli arrancar partecipassero, gli espada erano sufficienti. Tanto, avrebbero sparso in fretta la voce.
Ulquiorra e la sua nuova fracciòn furono gli ultimi ad arrivare, lei che seguiva il passo di lui. Tutti si sporsero appena per osservarla meglio. Si sentiva a disagio, sotto tutti quegli sguardi, sviava più volte diversi sguardi, ma notava che le fracciòn di Halibel non ridacchiavano più, mentre Aporro la guardava sbalordito. Grimmjow aveva un espressione sbigottita, mista ad astio.
« Accipicchia! » disse Gin, facendo seguire un fischio. « Hai creato una bella bambolina, stavolta. Il suo potere spirituale è rimasto invariato. L’Hougyoku sembra averla modificata solo nel corpo. E io che pensavo che l’avrebbe peggiorata, quella sfera taroccata. »
Aizen sospirò. « Gin, dovresti avere più fiducia in me! Può darsi anche che la sfera l’abbia potenziata. »
« Dev’essere senz’altro così. » sopraggiunse Tousen. « Quella sfera ha un potere decisamente grandioso… »
Tutti restavano in silenzio a guardarla. Ma dopo un po’, Aporro si avvicinò, girandole attorno, dandole pizzicotti.
« Non sembra avere anomalie… E’ così normale da inquietarmi… Ehi, ragazzina, hai giramenti di testa? »
« E’ passato, grazie. »
« Quante dita sono? »
« Tre. »
« Sai dove ti trovi? »
« Nell’Hueco Mundo, e più precisamente a Las Noches, al cospetto dell’ex shinigami Sosuke SAizen. »
Aporro rimase stupefatto di fronte a tutta quella salute. L’Hougyoku stava diventando spaventosamente efficace anche sugli umani.
« Hai ancora ricordi della tua vita precedente? »
« Come? »
« Rispondi alla mia domanda! » disse innervosito.
« Ma è ovvio! Ero Wendy Stephenson, vivevo a Seattle e frequentavo l’ultimo anno del liceo della città. »
Aporro tornò al suo posto, sghignazzando da bravo scienziato pazzo qual era. Grimmjow ancora non proferiva parola; forse era rimasto senza parole, o forse non sapeva su cosa puntare. Effettivamente, ormai era un’arrancar a tutti gli effetti.
Nnoitra invece era in vena di parlare. « Ma guarda un po’ che cucciolo che è nato! Mi ricordo di te, ragazzina… Hai combattuto con Tesla. E così ora saresti la fracciòn di Ulquiorra? » guardò il quarto espada. « Anche il piccolo Ulquiorra ha la sua fracciòn, adesso! Siamo emozionati, eh? »
Ulquiorra, con calma, rispose « Sei sempre in vena di fare discorsi inutili, Nnoitra. Ma vedi, io rispondo soltanto a ciò che mi ordina Aizen. »
« Tsk, non si può mai scherzare con te! » fece spallucce.
« Stark, hai visto? »
« Sì, Lilynette; purtroppo, non riesco ad addormentarmi in piedi, soprattutto con te sulle spalle. »
Seguirono voci che si accavallarono su altre, e subito si creò la confusione da pettegolezzo. L’unico che stava zitto era Barragan, che la guardava dall’alto in basso, insieme alle sue fracciòn.
« Va bene, gentaglia, ora calmatevi. » disse Gin sorridendo. « Sosuke, per cortesia, mi imiteresti una musichetta imponente? Vorrei fare una cerimonia come si deve alla nostra nuova arrivata, e nominare il numero quattro come “Cavaliere del nichilismo”. Non trovi che sia divertente? »
« Non credo che sia giusto prendersi gioco così delle persone, Gin. » dichiarò Tousen, ma Ichimaru scoppiò a ridere, reggendosi addirittura la pancia.
Il suo sorriso non se ne andò nemmeno quando ci fu un esplosione che allarmò tutti quanti i presenti. E un’altra, e un’altra ancora.
« Queste forze spirituali…! » disse il cieco « Shinigami?! »
« Hanno fatto presto. » sibilò Aizen con calma. Si alzò dal trono, e con voce imponente diede direttive. « Gli espada dal primo al terzo posto rimangano qui con me. Le fracciòn dei rimanenti espada vadano a perlustrare l’esterno. Aporro, Grimmjow e Nnoitra vadano al lato est del palazzo. Tutti gli altri al lato ovest. Se notate dei nemici, fateci pure quello che volete, ma gradirei che li uccideste una volta finito. È tutto. »
Tutti si dileguarono, tranne Stark, che svogliato disse “Che seccatura…”, Halibel e Barragan.
Ulquiorra si mobilitò subito, senza guardare Caliel, alla quale però disse. « Andiamo, donna. Prima passeremo a prendere la tua spada. »
A dire il vero non era sua, ma di Yachiru. Comunque, se quello era un nuovo attacco degli shinigami, avrebbe dovuto ridargliela, ma sarebbe rimasta senza un’arma. Ci avrebbe pensato poi.
Inoltre, avrebbe incontrato dopo tanto tempo Orihime. Non si era preparata nessun discorso, niente che potesse giustificare la sua scelta di diventare arrancar. Ma anche a quello ci avrebbe pensato in un secondo momento. Ora aveva una battaglia da affrontare.
Quando arrivarono alla stanza numero quattro, scoprirono un gran polverone e un muro ridotto in pezzi. Fu difficile ambientarsi, ma Caliel riuscì a vedere la spada, e si precipitò a prenderla. Ma non vi riuscì; una specie da barriera la allontanava.
« Ma cosa…? Che le prende, adesso? » anche Ulquiorra rimase sorpreso a vedere la scena, mentre il polverone si diradava, e venivano allo scoperto i due che avevano fatto irruzione lì.
« Visto che ce l’abbiamo fatta, Kennino? Te l’avevo detto che era meglio girare a destra. »
« Infatti siamo arrivati qui girando a sinistra, Yachiru. » Kenpachi si crocchiò il collo, e si accorse della presenza dei “padroni di casa”. Fece un enorme sorriso e disse « Hai un potere spirituale non indifferente. Mi sa che la fortuna mi ha voluto dare un premio per la bella camminata che mi sono fatto. » poi osservò Caliel. « E ‘sta qua chi è? »
Yachiru, invece, le puntò il dito. « Ah! tu sei l’umana dell’altra volta! Sono venuta a riprendermi la spada! Me la ridai, per cortesia? »
La ragazza cercò di prenderla nuovamente, ma il risultato fu come prima; una specie di barriera la respingeva.
Yachiru, con un po’ di amarezza, constatò « Oh, capisco. » notò lo sguardo sorpreso della ragazza. « Non potevi saperlo, ma la mia zanpakuto ha un sortilegio speciale; può essere toccata solo da shinigami e esseri umani. Così i nemici non possono starle vicino. Geniale, vero? » sorrise. « E, se tu non riesci a toccarla, significa che non sei più un umana. Che peccato. »
Kenpachi sbuffò « Yachiru, si capiva che non è umana; non hai visto che ha un teschio in testa? »
« Che facciamo, Kennino? La ammazziamo? » chiese il luogotenente con innocenza.
Zaraki sorrise, sguainando la spada. « Naturalmente. »
Per Ulquiorra non poteva andare peggio; praticamente era da solo contro quei due, visto che Caliel rimaneva senza un’arma.
Si precipitò tempestivamente su di lei, nel momento in cui vide lo shinigami fondarsi su di lei. Riuscì a parare il colpo, e anche a respingerlo, facendo allargare il sorriso di Kenpachi, che fischiettò.
« Avevo ragione, sei una persona interessante. »
La neo arrancar sobbalzò, davanti a un Ulquiorra serissimo e concentrato ad analizzare tutto sul suo avversario. E lei, che poteva fare, senza un’arma?
« Come ti chiami, arrancar? » chiese Zaraki.
L’espada si rialzò, rimanendo serio in viso e slacciandosi la giacca, mostrando il buco sul collo. « Ulquiorra Schiffer. »
« Cercherò di ricordarmelo. » rispose lo shinigami, riprendendo la carica contro di lui « Cerca di farmi divertire, okay? »
Istintivamente Caliel creò un campo di forza davanti ad Ulquiorra. Kenpachi non se l’aspettava; vide la sua spada malandata farsi rovente e scatenare scintille sullo scudo posto davanti all’espada.
Non poteva saperlo, ma Zaraki Kenpachi, capitano dell’undicesima divisione del Gotei 13, non sopportava le intromissioni. Ignorò Ulquiorra e si fiondò nuovamente su di lei, che creò ancora una volta un campo di forza.
« Allora non sei del tutto inutile. » disse serio, e facendo più pressione sulla spada annullò quel campo di forza, con gran stupore della ragazza, e le diede un calciò che la fece sbattere al muro. Appena in tempo per parare un attacco del numero quattro dalle spalle.
« Non è leale, sai? » disse ridendo, ma Ulquiorra rimase impassibile, aumentando la sua velocità.
Caliel riuscì a rialzarsi, ma aveva capito che contro quello shinigami non poteva fare nulla; e lei che pensava che l’essere diventata arrancar le avesse dato qualche possibilità in più! Ma avverti una presenza. Anzi, cinque. Una la conosceva bene; Orihime.
Non fece in tempo a dire nulla, che una nuova esplosione squarciò il muro dietro di lei, creando un varco con l’esterno, dal quale fecero capolino Kurosaki Ichigo, con Orihime, un ragazzo con gli occhiali e vestito di bianco, una shinigami con una spada e bianca e un suo compagno coi capelli rossi raccolti in una coda.
Orihime, nonostante il cambiamento della ragazza, la riconobbe, e non seppe cosa dire dallo stupore. Lei, invece, non era cambiata affatto. Non indossava più le vesti che le aveva dato Ulquiorra, però; indossava invece la classica uniforme giapponese.
« Wendy… Sei… Sei davvero tu?! » disse, in preda all’agitazione.
Lei non sorrise, non pianse, non fece nulla. Annuì solamente.
« Ma cosa ti hanno fatto? »
« Non dare conclusioni affrettate, Orihime. Le cose stanno così; ora sono l’arrancar Caliel Lenain Khethel, fracciòn di Ulquiorra Schiffer. Nemico naturale tuo e del tuo Ichigo Kurosaki. »
A Orihime uscirono le lacrime. « No! Ci dev’essere una spiegazione! Una soluzione! Non è mai troppo tardi per tornare indietro! Torna con noi, sai che il tuo posto non è qui! »
« Orihime… » disse seria Caliel « Sai bene che non è possibile tornare indietro. Adesso il mio posto è questo. »
« No… Come… Come hai potuto, Wendy…? »
Le faceva male vederla così, ma non poté fare altrimenti. « Mi dispiace, Orihime. Ma questa è la strada che ho scelto di percorrere. »
Il ragazzo coi capelli rossi si fece avanti, con impazienza. « Insomma, saresti un nemico? »
« Renji. » disse a quel punto la ragazza shinigami. « Non fare mosse azzardate. Non hai sentito il suo potere spirituale? »
« Capirai che roba! Sarà anche alto, ma guardala; non ha neanche una spada! » sorrise, sicuro di riuscire nell’impresa di batterla con poco. « Per una come lei, basto e avanzo io! Voi andate pure a dare man forte al capitano Zaraki! »
Caliel era pronta; sapeva che doveva combattere, anche senza armi, ma non era scoraggiata. Quando Renji le arrivò davanti, non creò il solito campo di forza come uno scudo, ma cercò di fare qualcosa di diverso. Un qualcosa di simile a un raggio che potesse impedirgli di farsi troppo vicino. Probabilmente Renji non se l’aspettava, ma si fece comunque spavaldo.
« Pensi forse di fermarmi così? » le arrivò alle spalle, pronto a trafiggerla con la sua zanpakuto dalla strana forma, ma Caliel, con precisione, si voltò, abbassandoci in modo da mettere una mano sul braccio che teneva la spada, e provocargli una notevole bruciatura. L’addestramento con Ulquiorra aveva dato i suoi frutti.
« Non mi prendere troppo alla leggera, shinigami. » disse Caliel. Poi sorrise « A quanto pare, per uno come te basto e avanzo io. Anche senza una spada. »
Fu allora che la ragazza shinigami la sorprese alle spalle. Nemmeno loro si facevano scrupoli con le “slealtà”, a quanto sembrava.
La cosa che davvero la sorprese, però, fu vedere che Orihime creava barriere a favore degli shinigami. In una situazione normale forse non sarebbe stato così incredibile, ma possibile che non faceva altro?, si chiese la giovane arrancar. Guardo la giapponese, senza dire nulla. Poi tornò all’attacco dei due shinigami.
Il ragazzo con gli occhiali, invece, sfoderò un arco spirituale e si rivolse a Ichigo.
« Kurosaki, andiamo. Dobbiamo aiutare Zaraki. »
Ichigo si tenne pronto, ma assisteva alla scena. I due avversari si erano ritrovati coi vestiti strappati e qualche graffio, ma Ulquiorra riusciva a stare al passo di Kenpachi, il quale si stava divertendo un mondo.
« Vedo che hai il fiatone, Schiffo o come ti chiami. » e aveva ragione. « Vuoi fare una pausa? »
« No. » rispose lui, puntandogli la spada. « Sono ancora in grado di combattere. »
« Meno male. »
Ichigo si fece avanti. « Ishida, andiamo! »
Ma a fermarli fu Yachiru, piombandosi davanti a loro.
« Dico, ma siete matti? Non vedete che Kennino sta combattendo? »
Il ragazzo occhialuto che rispondeva al nome di Ishida spalancò gli occhi, mentre Ichigo sospirò con un sorriso. Effettivamente, c’era da aspettarselo.
E comunque a lungo andare Ulquiorra iniziò a trovarsi in difficoltà; Zaraki era riuscito a tagliargli un braccio, e Caliel aveva assistito alla scena. Si deconcentrò, e subì un violento attacco congiunto dei due shinigami. Sputò un po’ di sangue, ma si rialzò. Con gran stupore, vide che il braccio di Ulquiorra si rigenerò a una velocità sorprendente, e anche lo shinigami suo avversario era sorpreso.
L’espada, invece, riprese la spada e ripartì all’attacco.
« E così questo bastardo può rigenerarsi. Davvero divertente! »
Forse la ragazza non aveva tutte queste ragioni per preoccuparsi; notò che Ulquiorra si era ripreso alla grande, tant’è che riuscì a causare diversi tagli sull’addome del nemico. Quello che non era normale era la risata isterica di quest’ultimo; possibile che trovava divertente essere affettato?
Caliel cercò di schivare un nuovo attacco di Renji e si allontanò, cercando di prendere tempo. Quando vide che Zaraki stava approfittando di un attimo di distrazione dell’arrancar per sferrargli il colpo di grazia, lo difese con uno dei suoi campi di forza, più potente dei precedenti; la spada dello shinigami sembrava quasi essere inghiottita da quelle scosse rosse.
Tirò un sospiro di sollievo, quando vide che l’operazione era andata a buon fine. Orihime, invece, la guardava delusa.
« Lo difendi? » chiese.
Ma lei sorrise. « Sì. » rispose, senza vergogna. « Tu, invece? Non difendi Kurosaki? » notando che Orihime stava zitta, continuò a parlare. « Tu combatti per l’umanità, per l’uomo che ami… Per uno strano senso di responsabilità nei confronti di chissà chi. Anch’io sto combattendo per qualcosa; ho accettato il mio destino di essere un arrancar, Orihime. » disse, facendo riferimento ad Ulquiorra. « E nonostante abbia questo nuovo corpo, non posso dimenticare quello che è successo prima. Non riesco a rinnegare ciò che mi ha insegnato. E anche se per te questo è un tradimento… Per me non lo è. La mia morale è diversa dalla tua. Mi stupisce che tu abbia rinnegato così facilmente ciò che lui ha fatto per te. Per amore di Kurosaki. Hai fatto una scelta, e la rispetto. Ma non venirmi a fare la predica per ciò che io mi sono scelta per me stessa. Te lo chiedo per favore. »
Non la prese più in considerazione, dandole le spalle. Forse Orihime aveva avuto l’impressione di avere tutta un’altra persona, invece della Wendy che aveva conosciuto, ma lo stesso poteva dire lei di Orihime; non si aspettava quella delusione negli occhi. Credeva che un minimo di comprensione gliel’avrebbe concessa. Ma non fu così.
Andò di corsa da un Ulquiorra stanco e provato dal combattimento, sanguinante. Anche Kenpachi lo era, ma continuava a ridere e non sembrava così segnato.
Si caricò l’espada su una spalla e scappò, velocemente. Diventare un arrancar le aveva aumentato la velocità, mica male.
« Donna. » disse Ulquiorra sorpreso. « Che stai facendo? »
« Cerco di salvarti la pelle. »
« Perché? » chiese, ancora più sorpreso.
Caliel restò in silenzio per un po’, cercando di trovare la scusa più adatta. Ma la spiegazione era una sola.
« Perché io sono la tua fracciòn, Ulquiorra. »
Quella fu una delle poche volte in cui Ulquiorra non riuscì a trovare una risposta convincente.
« Devo trovare qualcuno che ti rimetta in sesto. » disse Caliel, svoltando velocemente l’angolo. « Di sicuro Barragan ha più esperienza; andremo da lui. I suoi baffi alla Einstein la dicono lunga. »
Ulquiorra riuscì a ritrovare le parole. « Non aspettarti un mio ringraziamento, donna. »
« Lo so benissimo. »
Dopo un altro momento di silenzio Ulquiorra disse « A proposito, donna. »
« Che c’è? »
« Chi sarebbe Einstein? »

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SPECIAL THANKS.
Liar Sander
, grazie infinite per le recensioni!
Gaara4, Goddess of water, Hoshimi, Lovely neko, Liar Sander; grazie infinite per aver inserito la mia fan fiction tra le seguite!
Namine23 e Liar Sander; Grazie per aver inserito la fan fiction tra le preferite!
Ludoangel, grazie per aver inserito la fan fiction tra le ricordate!
Vi ringrazio di cuore e spero che la lista aumenti!
P.S.: ho già detto che scrivere questa storia mi sta facendo divertire un casino? Che bello, che bello!

  
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