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Autore: CowgirlSara    24/05/2010    4 recensioni
"Sapeva che a lei ci pensava, ogni tanto, si domandava come stesse e se pensasse a lui." Sono passati più di sei mesi, da quel caldo autunno, ma c'è ancora qualcosa di irrisolto... Seguito di "Autumn Song"
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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thunder road
Beh, non che ci sia molto da dire: questo è l’epilogo.
Un po’ mi dispiace, un po’ sono contenta di aver finito questa storia, perché è durata veramente tanto. Spero che apprezzerete quest’ultimo breve capitolo.
Aspetto i vostri commenti.
Saluti e ringraziamenti, alla fine.

Buona lettura!
Sara

Capitolo 9 ~ By your side
Epilogo


I will provide for you
And I'll stand by your side
You'll need a good companion for
This part of the ride
 (Land of hope and dreams – Bruce Springsteen)

Era stato un anno difficile.
Solo dopo alcune settimane dall’incidente Tom era stato in grado di provare a mettersi in piedi, ma non era stato piacevole.
Le ultime date del tour erano state annullate e i Tokio Hotel erano tornati in Germania; lì, per Tom, era iniziato un doloroso e difficoltoso cammino di riabilitazione.
La fisioterapia era stata una sfida, ogni passo gli era costato dolore, fisico e morale, umiliazione e sacrificio. Era stato come imparare di nuovo a camminare.
C’erano stati momenti di depressione in cui aveva pensato di non farcela, ma l’incrollabile ottimismo di Bill non lo aveva lasciato andare. Ogni volta che Tom stava per cedere, la mano di Bill lo aveva ripreso, il suo carattere autoritario lo aveva spronato, il suo sorriso gli aveva risollevato l’umore.
E poi c’era Claudia. Che non se n’era mai andata, anche quando era oltreoceano. Il contatto era stato continuo, la fiducia illimitata. La tenerezza, ai loro incontri, era stata enorme. E anche lei non gli aveva mai permesso di lasciarsi andare.
E c’era anche la musica. Perché se Tom non poteva camminare, poteva suonare. E quando l’anima si faceva cupa, non c’era niente di meglio che imbracciare la chitarra e darle voce. Così i Tokio Hotel, quasi senza volere, soprattutto per dare motivazioni a Tom, si erano ritrovati ad incidere un album acustico, intimo e intenso, che avevano pubblicato sottovoce, senza pretese, e che, invece, ora stava vendendo più del previsto, grazie anche ai fans che non avevano abbandonato la band in quel momento di difficoltà, dimostrando in ogni modo il loro sostegno.
Ci erano voluti, comunque, quasi nove mesi perché Tom potesse ricominciare a camminare, anche se con l’aiuto delle stampelle.

Il giorno in cui era riuscito a fare qualche passo davanti a Claudia senza nessun ausilio, le aveva chiesto di sposarlo.

Oggi era il gran giorno. Si diceva così, no?
E Tom non riusciva a contenere l’emozione.
Impalato, nel suo elegante completo scuro, circondato dalle persone che amava, in quel bellissimo giardino.
La brezza profumata e il canto degli uccellini non lo aiutavano a rilassarsi. Anzi, non c’era modo per zittire quei maledetti volatili del cazzo?!
Sussultò, quando qualcuno gli toccò la spalla; aveva ogni muscolo teso. Si girò e vide Bill sorridergli dolcemente. Tom si ricordò che suo fratello, il giorno del proprio matrimonio, era a dir poco isterico ed era stato lui a doverlo rassicurare. Ora, quindi, apprezzava ancora di più il suo sostegno. Gli sorrise nervoso, la mano di Bill si strinse appena sulla sua spalla, accompagnando uno sguardo incoraggiante.
Tom, allora, si guardò intorno. Vide, in prima fila, sua madre, chiaramente emozionata ma sorridente e poi Gordon, che lo incoraggiò con un gesto del pugno chiuso. Accanto a loro Gustav, Silke e i loro due bellissimi bambini, Georg e Stephanie, tornati insieme dopo un periodo di crisi. Tutti gli sorrisero per sostenerlo. Si sentì più sicuro, avvertendo la loro vicinanza.
Quando partì la musica che annunciava l’arrivo della sposa, Tom sentì lo stomaco contrarsi dolorosamente e deglutì a vuoto.
La prima ad apparire, in fondo al corridoio ad arco ricoperto di rampicanti fioriti, fu Annika. Bellissima, nel suo abito azzurro scuro, più piena in viso e orgogliosa del suo pancione almeno quanto lo era Bill.
La ragazza camminò verso Tom, sorridendogli con tenerezza, come una vera sorella. Dopo un ultimo sguardo rassicurante, la ragazza si spostò di lato e il chitarrista alzò gli occhi.
Claudia incedeva leggera verso di lui, nonostante l’ingombrante abito color avorio e sorrideva con evidente tensione. Doveva essere molto nervosa lei.
Ma Tom riusciva solo a pensare che, adesso che lei era arrivata, sarebbe andato tutto bene.
Perché era Claudia. Perché quel vestito tutto sbuffi era proprio da lei. E quel bouquet di rose gialle che le tremava tra le mani, non avrebbe potuto essere più perfetto.
Quei boccoli dorati, quel sorriso tremulo, quegli occhi grandi e pieni d’emozione, stranamente, lo rassicuravano e Tom fu pronto ad andare avanti.

Bill si sedette pesantemente su una sedia, sospirando.
Era ormai sera, il sole stava tramontando. Sul tavolo erano rimasti solo i bicchieri, qualche bottiglia, il centrotavola e i tovaglioli abbandonati.
Il cantante si accomodò meglio, mentre riavviava i capelli, poi prese un lungo respiro.
“Oh, sono distrutto! Questo ricevimento mi sta sfiancando!” Proclamò drammatico, poi si girò e sorrise dolcemente ad Annika. “Tu come ti senti, Pippi?”
“Beh, sai… Starei molto meglio se non fossi incinta di otto mesi e non avessi i tuoi piedi sulle ginocchia…” Rispose lei, ironicamente retorica.
“Quindi non mi farai un po’ di coccole?” Piagnucolò lui deluso sfarfallando le ciglia.
“Che ruffiano irrecuperabile che sei!” Protestò divertita Annika. “Dovresti essere tu a farle a me!”
“Uh, dai…” Insisté Bill, facendo gli occhioni da cerbiatto.
“Sarà una gran fregatura se questo bambino avrà gli occhi da Kaulitz.” Commentò arresa, ma tranquilla la ragazza. “Dai, tira giù questi piedoni e avvicina la sedia.” Gli disse poi.
Bill non si fece pregare, si avvicinò alla moglie, attaccando la sedia alla sua e avvolgendole la vita con un braccio. Annika sorrise, accogliendolo. Lui le posò il capo sulla spalla e le circondò con delicatezza la pancia con la mano destra.
“Che bella che sei.” Le sussurrò dolce all’orecchio, accarezzando il pancione. Annika sorrise felice e gli baciò la fronte.
“Oh, ma quanto siete carini!” Esclamò una voce davanti a loro. I due alzarono gli occhi e videro Tom sedersi accanto a loro.
Bill fissò il fratello con uno sguardo emozionato e lucido, sorridendo estasiato, a mani giunte.
“Sarò papà.” Affermò poi, quasi commosso.
“La cosa ha un che d’inquietante.” Ribatté cinico Tom, sorridendo storto.
“Beh, anche il fatto che tu ti sia sposato è abbastanza inquietante.” Commentò Bill piccato.
“Hai ragione, infatti, ancora non ci credo…”
“Faresti meglio a cominciare a crederci, perché sta arrivando la sposa.” Gli disse Annika, indicando una direzione alla sinistra di Tom.
Lui guardò, intercettando subito Claudia che si dirigeva verso di loro; indossava ancora l’abito della cerimonia.
Lo sguardo di Tom si addolcì immediatamente e, quando lei fu abbastanza vicino, allungò una mano perché la prendesse. La ragazza la strinse, sorridendo con tenerezza, poi si abbassò e scambiarono un bacio dolce, sotto lo sguardo felice e soddisfatto degli altri due.
“Ti siedi un po’ con noi?” Chiese Tom a Claudia, quando si allontanarono; lei annuì.
“Prendo una sedia.” Dichiarò poi, il chitarrista la trattenne per il polso.
“Mettiti sulle mie ginocchia.” L’invitò tranquillo.
Claudia corrucciò la fronte. “È meglio di no, dai. Ti sei stancato abbastanza, per oggi.” Affermò quindi. Lui fece per replicare, ma la ragazza lo zittì con un gesto severo ed andò a recuperare una sedia dal tavolo vicino.
“Già mi da ordini…” Commentò lamentoso Tom.
“Io te lo avevo detto che lo fanno.” Soggiunse Bill con aria saggia.
Il gemello ridacchiò. “Non vorrei fartelo notare, fratellino, ma Annika ti dava ordini anche prima…”
“Infatti è una despota!” Si lamentò lui.
“Ma stai zitto!” Lo rimproverò subito la moglie. “Non sono io ad essere una tiranna, sei tu che vai instradato.” Aggiunse pratica.
“Pippi, sei perfida!” Commentò divertito Bill, mentre tutto scoppiavano a ridere, anche Claudia che, nel frattempo, si era seduta accanto a Tom.
Annika, però, nel bel mezzo di una risata, sentì una fitta improvvisa e più forte del solito alla pancia. Si bloccò, facendosi seria e portò le mani al ventre.
“Annika, che succede?” Le chiese immediatamente Bill, sporgendosi preoccupato verso di lei.
“No, niente.” Rispose lei, ancora concentrata nel capire cosa combinava il suo bambino. “È passato, credo…”
“Sicura che è tutto a posto?” S’informò Claudia.
Annika preso un lungo respiro, raddrizzandosi sulla sedia, poi ascoltò le sue sensazioni, confortata dal sentire la mano gentile di Bill sulla schiena. Lo guardò, lui sembrava in apprensione, cercò di rassicurarlo con un sorriso e una carezza sulla guancia.
“Va tutto bene, Bill, tranquillo.” Gli disse, anche se lui aveva ancora una faccina incerta. Il cantante la fissò ancora un attimo, poi azzardò un sorrisino tirato. “Sono solo un po’ stanca, è stata una giornata lunga.”
“Va bene, allora adesso torniamo in hotel e ti riposi.” Affermò deciso lui, pronto a partire. Annika gli sorrise riconoscente.
“Sì, Annika, credo sia meglio, sei pallida.” Rincarò Claudia e l’amica sorrise anche a lei.
“Io non me ne intendo…” Intervenne Tom. “…ma la tua pancia ha una forma strana, oggi.” Occhieggiava il pancione con sguardo clinico.
“È perché il bambino si muove continuamente, negli ultimi giorni.” Spiegò Annika. “Dall’altro ieri non mi da pace nemmeno la notte…”
“È colpa mia.” Fece Claudia colpevole. “Ti ho stressato troppo con il matrimonio…”
“No, dai.” Replicò dolcemente l’amica. “L’ho fatto volentieri, ora ho solo bisogno di stendermi un po’.” Aggiunse sorridendole.
“Andiamo via, allora?” Le domandò Bill, già in piedi; lei annuì.
“Ci vediamo domattina, ragazzi.” Disse Annika a Tom e Claudia, girandosi verso di loro, prima di alzarsi. “Voglio salutarvi, prima che partiate per la luna di miele.”
“Ok, a domani!” La salutò Claudia, mentre Tom annuiva e sventolava la mano.
Annika e Bill andarono via, uscendo dalle tende che ospitavano i tavoli del banchetto. Claudia e Tom li seguirono con lo sguardo, mentre attraversavano il prato e si allontanavano in direzione dell’hotel.
Loro due, gli sposi, rimasero seduti sulle due sedie vicine, mentre la musica della tenda del ballo li raggiungeva attutita. Tom si piegò in avanti, poggiando i gomiti sulle ginocchia, guardava avanti, il via vai degli ospiti, Silke e uno dei suoi bambini vicino al tavolo della torta. Sentì Claudia emettere un lungo sospiro e gli parve di vederla rilassarsi contro la spalliera.
“Siamo sposati.” Affermò il chitarrista serio.
“A quanto pare.” Replicò sarcastica lei.  
“Immagina cosa si diranno gli altri.” Fece Tom con tono ilare. Claudia lo guardò con occhi allegri. “Credo pensassero che non ce l’avremmo mai fatta!” Continuò lui ridacchiando.
“Non gli avevamo dato grandi speranze.” Confermò lei, facendo lo stesso.
“Beh, tu scappavi continuamente!” Replicò Tom con divertito rimprovero.
“Io?! E tu che non volevi impegnarti, che mi dici?” Ribatté piccata la ragazza, ma sempre con una luce felice nello sguardo.
Tom si girò verso di lei, gli occhi dolcissimi e caldi, un sorriso flebile ed emozionato. Claudia si meravigliò di come quella sua espressione riuscisse ancora a suscitarle un bellissimo vuoto allo stomaco. Lui alzò una mano e le carezzò i capelli, lo zigomo, fino alla nuca.
“Non conta niente, quello che è successo prima.” Le disse, sicuro e tenero, continuando a guardarla negli occhi. “L’importante è ora.”
Claudia gli sorrise. Tom era sempre stato capace di farla sentire tanto bene con così poco. O, forse, era tanto, perché lui non era il tipo che elargiva emozioni a piene mani.  Per questo erano speciali momenti come quello. Gli prese la mano con cui l’accarezzava.
“Il presente è nostro.” Disse la ragazza, ricambiando lo sguardo.
Il sorriso con cui la ricambiò Tom avrebbe potuto ripagarla di qualsiasi cosa, per quanto era meraviglioso. La prese delicatamente per la spalla, tirandola verso di se.
“Baciami, moglie.” Le intimò con un sorriso storto.
“Non vedevi l’ora di darmi un ordine, vero, marito?” Ribatté Claudia ironica, mentre posava il capo contro il suo collo.
“Nel bene e nel male, hai giurato.” Le sussurrò Tom sulle labbra, sempre con il suo sorrisetto sensuale. Claudia ridacchiò, prima di baciarlo.
“Sposini.” Li chiamò qualcuno; loro si staccarono, per alzare gli occhi e vedere Georg e Gustav fermi a qualche passo di distanza.
“Ci dispiace disturbarvi.” Continuò il batterista. “Ma gli invitati stanno cominciando ad andare via e vorrebbero salutarvi.”
Tom sbuffò scocciato, grattandosi la testa, prima di appoggiarsi mollemente alla spalliera della sedia. Claudia lo guardò, sorrise e poi tornò a dedicarsi agli amici.
“Veniamo subito.” Gli assicurò tranquilla.
“Sì.” Confermò Tom, dopo essersi stiracchiato. “Salutiamo, tutta questa gente mi ha già stufato.” Aggiunse alzandosi.
“Hey!” Esclamò Georg. “Ti abbiamo stufato anche noi?!”
“Oh, sì!” Rispose beffardo Tom. “Anni fa, direi!”
“Non dire cazzate!” Sbottò Gustav, con suo solito tono burbero. “Saresti perso, senza di noi!”
“Già!” Rincarò il bassista, prendendolo per le spalle. “E non pensare di svignartela con la tua bella, perché la festa non è ancora finita.” Lo ammonì poi.
“Ti faremo tirare avanti in orrende danze folkloristiche, bevendo birra.” Gli garantì l’altro.
“Così passerai la prima notte di nozze russando come un tricheco!”
Claudia, che era rimasta un po’ indietro, li guardava allontanarsi ridendo e tenendosi per le spalle. La ragazza sorrise felice. Perché lei e Tom erano cambiati, maturati, ma si amavano ancora. E, per fortuna, non era l’unica cosa che rimaneva sempre uguale.
“Claudia.” La voce di Tom la riportò al presente. Lei alzò gli occhi e lo vide guardarla da sopra la spalla, fermo in mezzo ai suoi amici sorridenti. “Sbrigati, che sulla torta manca la sposa.”
Claudia sorrise e scosse il capo: non cambiava mai, il suo sarcastico amore. Fece una corsetta, ridendo, e s’infilò nell’allegro gruppetto. Il sole tramontava davanti a loro.

I canti, i balli, le risate e le bevute si erano prolungate davvero, sotto i grandi gazebo bianchi del giardino ed era abbastanza tardi, quando finalmente gli amici lasciarono andare via Claudia e Tom.
Il ricevimento era stato organizzato in uno splendido ed antico castello tedesco, che era anche un prestigioso hotel. Gli sposi, come il resto degli ospiti più intimi, avrebbero passato lì anche la notte.
Tom e Claudia sarebbero partiti per la loro esotica luna di miele solo il giorno dopo, con calma, dopo essersi goduti in pace la prima notte di nozze.
E, tutti e due, nonostante la stanchezza, il troppo alcol e cibo, non vedevano l’ora di stare un po’ da soli.
Claudia girò la chiave nella grossa serratura del portoncino e lo scostò appena. Non sapeva cosa aspettarsi da quella camera, non l’aveva vista, ma Annika le aveva detto che era stupenda e sicuramente le sarebbe piaciuta.
Fece per entrare, ma Tom, fermo accanto a lei, la bloccò. La ragazza alzò la testa e lo guardò interrogativa. Lui le sorrideva tranquillo.
“Non ti fai prendere in braccio?” Le chiese allegro.
Claudia aggrottò le sopracciglia, facendosi seria. Tolse la mano dalla chiave, abbassò gli occhi e sospirò.
“Tom, non mi pare il caso.” Gli disse poi, tornando a guardarlo. “La tua schiena…”
“Sto bene, Claudia.” L’interruppe il chitarrista, prendendole le mani.
“Bene.” Annuì lei. “Quindi non facciamo danni, sono pesante con questo vestito.”
“Voglio farlo e so che ci tieni.” Ribatté deciso Tom, fermo nella sua idea.
“Tengo più alla tua salute.” Replicò immediata Claudia.
“Basta.” La bloccò lui. “Ti sollevo solo un po’ e ti faccio passare la soglia.” Aggiunse duro. “Fammelo fare, piccola…” La pregò infine, con occhi ruffianamente supplicanti.
Claudia sospirò e mise le mani sui fianchi. “Sei subdolo.” Lo rimproverò debolmente. “Ma come faccio a dirti di no, se mi guardi così…”
“Non puoi.” Affermò sicuro Tom, afferrandola per la vita, con sul viso uno dei suoi sorrisi storti. Claudia sorrise languida.
“Portami dentro, su.” Gli ordinò poi, dolcemente, mentre gli avvolgeva le braccia intorno al collo. “Questo vestito non lo sopporto più.”
“Nemmeno io.” Sottolineò Tom, con una scintilla maliziosa negli occhi.
Claudia rise piano, stringendosi a lui, mentre la sollevava appena da terra e le faceva passare la soglia della camera.
Tom la fece tornare giù quasi subito. Avrebbe voluto portarla fino al letto, ma sapeva che lei lo avrebbe rimproverato, e poi la stanza era troppo buia. Depositò Claudia e si mise a cercare l’interruttore.
La luce rivelò ad entrambi la bellezza della camera che li avrebbe ospitati nella loro prima notte di nozze.
“Annika aveva detto che era bella.” Mormorò Claudia entusiasta, facendo qualche passo all’interno, sul pavimento di cotto.
I muri erano ricoperti fino a metà dell’altezza da pannelli di legno che rendevano l’ambiente caldo e accogliente; il resto del muro era dipinto di rosso scuro. Il soffitto era a cassettoni di legno. Un grande camino di pietra occupava il centro della parete sulla sinistra, in mezzo a due grandi finestre coperte da pesanti tende di broccato e più leggere bianche. Davanti al camino un ampio tappeto morbido e due eleganti poltroncine di stoffa bianca trapuntata di piccoli gigli d’oro.
Il letto era sulla destra, un grande baldacchino di legno scuro, alleggerito dalle coperte chiare, simili al rivestimento delle poltrone. Claudia si avvicinò e accarezzò il copriletto.
“Bah, un po’ troppo antica, per i miei gusti.” Commentava nel frattempo Tom, gironzolando vicino al camino.
“Non dire scemenze, è bellissima!” Replicò divertita lei.
Tom si girò e, sorridendo sornione, le lanciò un’occhiata piuttosto esplicita.
“Basta che il letto sia comodo.” Mormorò poi.
“Vogliamo provare?” Suggerì maliziosa Claudia; lui sorrise seducente.
S’incontrarono più o meno al centro della stanza, catturandosi subito in un bacio voluttuoso.
I primi abiti a cadere furono la giacca e la cravatta di Tom, mentre continuavano a baciarsi sulle labbra, la mandibola, il collo e le spalle nude di Claudia. Lui riuscì ben presto ad aprire il corpetto dell’abito da sposa e, mentre lei se lo sfilava, lui tolse camicia e pantaloni.
In pochi istanti erano sul letto, già affannati e un po’ sudati, pronti a strapparsi di dosso quello che rimaneva, mentre si mangiavano di baci a vicenda, ma…

Bussarono alla porta.
La prima volta nemmeno sentirono, impegnati com’erano in quello che stavano facendo, ma poi, al bussare concitato si aggiunse un’imbarazzata voce familiare.
“Ragazzi, sono io…” Annunciò titubante Bill. “Vi disturbo?”
“Nooo, Bill! Ma cosa dici!” Rispose esasperato Tom, il respiro veloce, ancora steso sopra Claudia, interrotto nell’atto di sganciarle il reggiseno. “Assolutamente no!”
“Scusate, ma… sarebbe una faccenda piuttosto urgente…” Continuò il cantante da fuori.
Tom si sollevò, scostandosi dalla moglie e sbuffando. Claudia era perplessa, ma anche curiosa, si alzò sui gomiti.
“Fa che sia una questione di vita o di morte Bill, o stavolta ti uccido sul serio.” Minacciò feroce il chitarrista.
“Eh, direi di sì…” Rispose l’altro. “Annika ha le doglie.”
Tom, incredulo, balzò in piedi. Claudia si sollevò seduta, mentre lui si dirigeva alla porta e l’apriva, spalancandola in faccia al fratello.
“Mi stai prendendo in giro?” Gli chiese accigliato.
“Magari…” Rispose mesto Bill ed il suo viso cereo confermava le sue affermazioni.
“Hai chiamato l’ambulanza?” S’informò Tom.
“Sì…” Ma si vedeva che era proprio impaurito, così il gemello addolcì lo sguardo e gli fece una rassicurante carezza sulla guancia.
“Va tutto bene.” Gli disse poi. “Torna da lei.”
“Noi ci vestiamo e vi raggiungiamo.” Aggiunse Claudia, che aveva già recuperato un paio di jeans e se li stava infilando.
Bill gli sorrise tremolante, con gli occhi pieni di gratitudine, poi annuì e si allontanò nel buio del corridoio.
Tom chiuse la porta e si girò verso Claudia, sospirando e scuotendo il capo. Si guardarono negli occhi, rassegnati, ma, poco dopo, dei piccoli sorrisi divertiti gli spuntarono sulle labbra. Bastò poco perché scoppiassero a ridere.
“Oh, questa sarà una prima notte di nozze molto originale!” Commentò Claudia ridendo.
Tom chinò il capo, sorridendo in quel suo modo bellissimo e speciale, poi andò a raccogliere i propri vestiti. Prima di uscire si fermò davanti a Claudia, la guardò con gli occhi pieni di tenerezza, le carezzò la nuca e la baciò piano.
Era stata una lunga strada, quella fatta insieme, iniziata molto tempo prima, piena di difficoltà, fughe, silenzi. L’avevano percorsa, nonostante l’asperità della via. Entrambi sapevano che l’avrebbero rifatta tutta, pur conoscendone gli ostacoli.
Perché non c’era niente di più speciale di essere lì, ora, a guardarsi negli occhi con gioia, anche se dovevano rinunciare alla loro notte per assistere Annika e Bill in un momento critico, ma anche così importante. Erano pronti a questo passo da fare in comune, il primo del loro matrimonio.
“Andiamo, zietta.” L’incitò dolcemente Tom; Claudia sorrise e lo prese per mano.

FINE

E siamo arrivati alla fine di un’altra storia, adesso spero di potermi dedicare a qualcosa di nuovo, perché ammetto che, anche se ho molto amato questi personaggi, mi hanno un po’ stufato! Ci sto dietro da troppo tempo, ho bisogno di rinnovare!
Spero davvero di aver fatto un buon lavoro, anche se non credo sia una delle migliori cose che ho scritto… Beh, ad ogni modo sta a voi dirmi cosa ne pensate.

Io, per ora, voglio ringraziare di tutto cuore quelli che hanno letto questa storia, anche se temo di essermene persi un bel po’ per strada. Grazie, comunque, per aver letto, aver messo la storia tra i preferiti ed aver continuano a seguirla nonostante i miei tempi così lunghi.
Un ringraziamento particolare a chi non ha mai smesso di spronarmi, come la mia cara Princess (amora, mi manchi, dove sei?!), kit2007 (baciotti!) e Irina (aspetto gli aggiornamenti!), la Cioppy (e scusami se ogni tanto sono un po’ brusca!), Picchia (finalmente ti ho anche conosciuto!) e tutte le fantastiche ragazze del forum delle AdulTh, anche se qualcuna la storia non la leggerà mai, ma vi voglio bene lo stesso!

Un ringraziamento anche per quelli che hanno commentato il capitolo precedente, scusandomi se sono un tantino sbrigativa, ma giuro che vi ho tutti nel cuore: Raffuz, Picchia, Pulse, titti09, Antonellina, Princess e Irina89.

Infine, un pensiero tenero per i miei bambini. Più crescono più diventano stupendi, restando sempre i soliti bischeri e ispirandomi ogni giorno di più. Sono schifosamente orgogliosa di loro e gli voglio un bene dell’anima, li amo ancora di più da quando li ho visti suonare dal vivo. E, siccome senza di loro questo non ci sarebbe: grazie di esistere Tokio Hotel!
   
 
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