Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: eclinu    26/05/2010    2 recensioni
dopo ben due anni di assenza dalla sezione dedicata ad Inuyasha, ritorno a scrivere sulla mia coppia preferita in assoluto, Inuyasha&Kagome. Chissà, forse sono migliorata o peggiorata rispetto a due anni fa, sta di fatto che ho sentito il bisogno di riscrivere qualcosa sulla mia serie anime preferita. Ho seguito Inuyasha per sei anni e arrivata all'ultimo episodio ho sentito come un senso di malinconia, dovevo dedicare qualcosa all'ultima puntata e al finale e finalmente, dopo due mesi, mi sono decisa a scrivere.
Ho messo la tag di spoiler per chi non avesse letto/visto il finale, anche se credo sia inutile...
_____
Le lacrime che avevo versato perchè avevo ritrovato i miei parenti, adesso venivano coperte da altre più dolorose.
Stavo perdendo colui che amavo più della mia stessa vita. Stavo perdendo colui per il quale il mio cuore aveva cercato a lungo.
Ci eravamo finalmente trovati e stavamo per essere di nuovo separati.
La sua immagine svanì del tutto e non rimase più nulla della sua esistenza.
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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It is you (I have loved) 1/2

Disclaimer: i personaggi di questa raccolta non sono inventati da me, ma sono presi in prestito dalla serie di Inuyasha creata da Rumiko Takahashi.
Personaggi: Inuyasha/Kagome
Genere: Generale, spoiler
Note: Raccolta, one-shot
Rating: verde
Writer's corner: vi avverto: questo capitolo non mi piace per niente. Davvero. Lo vedo... direi che non lo vedo e_e
Però! Vorrei ringraziare le due persone che hanno commentato il capitolo precedente, ryanforever e oltre che ringraziarla, vorrei rassicuare vitti: nah, Inuyasha non finisce così ;D 
Ecco a voi l'ultimo capitolo di questa breve ed orribile raccolta.
Sara.

It is you (I have loved)
Inuyasha
(2/2)

Tre anni dopo. Epoca Sengoku.
Mi guardavo furtivamente intorno, cercando di captare il minimo odore familiare; non volevo che qualcuno mi vedesse così debole.
Non mi piaceva mostrare quel che sentivo e per tale motivo visitavo furtivamente il pozzo mangiaossa ogni tre giorni.
Andavo lì da tre anni con la vana speranza di rivederla, con quella piccola luce chiusa nel mio buio del cuore che aspettava di uscire e per farlo aveva bisogno di quegli occhi color nocciola, un colore tanto comune ma che solo lei possedeva.
Ogni suo singolo particolare era impresso nella mia mente: i suoi capelli, i suoi occhi, il suo profumo, la sua voce e... la delicatezza delle sue labbra, il sapore di quelle sulle mie.
Arrivato al pozzo, sospirai e mi lasciai cadere incrociando le gambe e poggiandomi al vecchio bordo di legno.
Il suo odore era svanito come la sua presenza accanto alla mia.
Mi mancava. Troppo.
Quando finalmente ci eravamo incontrati, siamo stati separati; prima una, poi l'altra, erano entrambe svanite.
Passare da solo l'eternità, ecco cosa mi riservava il domani.
Sapevo che non sarebbe tornata mai più, eppure mi ostinavo ad aspettarla; dall'altro lato c'era un mondo che amava, il mondo dov'era cresciuta, il mondo dove c'erano le persone a cui voleva bene.
Non potevo pretendere che lei tornasse solo per me.
Mi alzai e tornai da coloro che grazie a lei avevo imparato a considerare come miei amici.
Quando vedevo Miroku e Sango li invidiavo quasi: mi resi conto che per gli altri il mondo andava avanti, tutto camminava; per me, invece, il mondo si era fermato tre anni prima. Quel giorno smisi di camminare.
Miroku e la sua Sango avevano messo su famiglia ed io fungevo da giocattolo/cane da compagnia per le loro gemelle.
Mentre quelle due piccole pesti mi tiravano i capelli e le orecchie, assunsi la mia espressione burbera ed annoiata: dovevo fingere che non fosse cambiato nulla rispetto a tre anni fa. Dovevo fingere che la mia vita non si fosse fermata a tre anni fa, ma che continuavo a camminare come continuavano a farlo loro.
Dovevo mostrare la mia maschera liscia e perfetta. Ma la mia maschera, al suo interno, presentava graffi, incrinature e piccole crepe.
Una dolce folata di vento portò con se un vecchio profumo e quasi credetti di immaginare.
Il dolore che provai all'istante all'altezza del petto mi fece mancare un battito; stavo forse impazzendo o quel profumo era reale?
Annusai meglio l'aria e mi resi conto che la fragranza c'era sul serio: senza pensarci due volte, scaricai le gemelle a Shippo e mi fiondai al pozzo con un unico pensiero nella mia mente: Kagome.
Mi avvicinai titubante a quella struttura di legno antico da dove affiorava  quell'odore tanto familiare quanto nuovo e timoroso allungai la mano al suo interno.
Un calore improvviso avvolse il mio palmo e a quel punto il mio cuore esplose: ma fu solo quando incontrai il nocciola dei suoi occhi che la luce nel mio cuore si liberò e dopo anni mi sentii di nuovo sereno.
L'aiutai ad uscire e pronunciare il suo nome mi fece quasi paura, come se quella reale illusione potesse svanire.
«Scusa Inuyasha. Mi stavi aspettando?» Domandò sorridendomi.
La sua voce mi toccò l'anima e fu come se l'ascoltassi per la prima volta.
«Stupida» pronunciai in un soffio anzichè urlarle che è lei che ho sempre amato.
E quando la strinsi al mio corpo, tutto riprese a camminare.
   
 
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