L’ultimo atto
L è giunta la tua
ora. Presto la falce della morte ti colpirà e ti porterà via, per sempre da
questo mondo dove io sarò il padrone assoluto! Il dio di un nuovo mondo senza
criminali o qualsiasi insulso verme viscido che cercherà di rovinare la pace
che mi creerò con le mie mani. Tutti sogniamo un mondo migliore, un mondo in
cui vivere, no? Io posso farlo. Io posso
crearlo. Io, diversamente dagli altri che lo comunicano solo a voce, posso
renderlo realtà. Perché io, si esatto proprio,
io posseggo il Death Note. La mia fonte di potere indiscussa. Al mio
fianco ho lui, Ryuk, uno Shinigami e ,ancora più importante, lei. Misa Amane.
Lei possiede ciò che io non ho. Gli occhi del dio della morte. Lei mi segue,
lei mi venera, lei mi ama. Povera sciocca. Perché non si rassegna all’evidenza,
perché non capisce che la sto solo sfruttando? Perché è così dannatamente
infantile, che ti fa venire voglia di abbracciarla e proteggerla tra le tue
braccia, per poi amarla dolcemente? No, io non posso farlo. Perché sono Kira e
porrò su chiunque mi ostacoli la falce della morte. E tu sarai il primo vero
ostacolo da eliminare, si tu. Proprio tu, Ryuzaki.
Tu non potresti mai
capire questa mia voglia, questo desiderio indiscusso di avere ciò che ho a
portata di mano. È male cercare un mondo
migliore per i nostri figli? No, non credo. Gli uomini non cambieranno mai, lo
sai bene. Sempre e solo egoisti, presuntuosi, schiavi dei beni materiali,
invidiosi e lussuriosi.
Io sono Kira, il giustiziatore! Renderò questo mondo migliore, davvero.
Sono stanco di parole a vanvera e quindi è ora di iniziare a
fare sul serio.
Elle, io e te, a volte tanto simili, a volte diversi, a
volte ci capiamo al volo, ma non so chi tu sia in realtà e nemmeno tu sai chi
io sia in realtà. Anche se non me ne sono mai accorto, quello che ti dissi era
vero. Sei il mio più caro amico, se non l’unico, se non il migliore e mi lega a te un affetto
incredibile, ma dopotutto sei Elle e io devo ucciderti per regnare.
Ora il tempo fuori diluvia, mi ritrovo a guardare la
pioggia. Chissà, forse si sta preparando a lavare con me i peccati
dell’umanità. Guardo fuori e li ti trovo, Elle. Li su un terrazzo, bagnato
fradicio e nonostante il freddo che dovrai provare, li sotto la pioggia hai un
volto rasserenato. Non ti ho mai visto così . È strano… e sorridi. Un sorriso
felice, di gioia, di un uomo che ha trovato la pace. Già, la pace… chissà se la
troverò mai... potrebbe avvenire per il mondo, ma chissà se io la troverò. Apro
la porta e la luce che ti invade, mi annebbia la vista. Ti parlo. I tuoi occhi
si aprono e senza perdere quella luce mi guardano sorridenti. Risplendi di una
luce strana, intensa, un po’ troppo forte per appartenerti da sempre. Non mi
senti e così mi avvicino. Ti ripeto la domanda e tu rispondi, come se fosse
ovvio
- per le campane-
Ecco cosa non capirò mai di te. Immagini cose che non
esistono… non sei pazzo ma allora perché
affermi cose senza senso? Stare li fuori per sentire campane inesistenti,
oppure esistono, ma son troppo sordo per sentirle? Così ottusamente immobile
nella mia ferma convinzione che la realtà sia quella che si vede.
Ora, ti riporto all’asciutto e ti ci fai portare senza
resistere. A volte mi sembri ancora un bambino che ha bisogno delle premure
della mamma, ma invece hai bisogno solo di affetto da parte di un amico o
chiunque sia. Mi asciughi i piedi, non so a che serve ma anch’io ti aiuto. Tu
sembri stupito da questo gesto e alzi lo
sguardo. Hai bisogno di affetto, lo cerchi, lo vuoi, lo desideri, ma
soprattutto so che vuoi…Me. Questa
consapevolezza scaturisce emozioni dentro forti, troppo forti per uno col cuore
di pietra come me. Non merito, questo tuo ultimo desiderio perché è di questo
che si tratta. No e poi no, ma non faccio nulla per evitare il contatto della
sua bocca con la mia. Che dolce
sensazione… sto impazzendo, voglio altro, non mi accontento. Lo baciai per la
smania che c’era tra noi, per il desiderio di lui che ne scaturiva dentro da
quelle labbra, da quella lingua che si appropriò della mia bocca,
prendendosela, facendola propria. L’attirai prendendolo per i capelli, con una
stretta forte e salda. Poi una lacrima
cadde dal suo volto e finì sul mio. Lo guardai e lui tramutò quella tristezza,
quell’amarezza in baci violenti e lussuriosi. Anche lui voleva di più. Gemevo
di impazienza e di desiderio sotto quei baci roventi che mi ustionavano la
pelle di ghiaccio. Stavamo per varcare
le soglie dell’irrazionalità quando quel singhiozzo ruppe tutto ciò che c’era
tra noi. Seppi subito chi era e per questo mi allarmai. Misa era li. Ci aveva
visti e piangeva. No, non doveva piangere, non lei, non doveva farlo, non doveva soffrire. Il suo
cuore immaturo non doveva sanguinare ancora, non poteva. Già una volta
pugnalato dalla perdita dei suoi. E non doveva più avvenire. Ma ora era
successo di nuovo. Ora dell’amore, della venerazione e di tutto il resto
nemmeno l’ombra. Era arrabbiata con me.
L’avevo tradita, ferita a morte e
l’avevo sfruttata, ora lo sapeva. Mi odiava… lo vedevo in quegli occhi di fuoco
che lanciavano ferite mortali al mio cuore ghiacciato, scheggiandolo più del
dovuto. E poi per completare il tutto arrivarono, loro, quelle parole.
- me la pagherai Light. –
Non osai oltre guardarla e lei andò via. Non serviva
scusarsi, non serviva parlare, per quanto mi amava lei aveva ragione, io torto.
Andai via da li, da
quelle scale , da quella debolezza che avevo
lasciato trasparire all’esterno e da Ryuzaki. Non saremo mai più stati insieme. Tutto era
finito con quel singhiozzo.
Tutto.
Era giunta la sua ora. Watari era morto così come Rem,
mancava solo lui… L…
Scavalcare quell’ostacolo ora diveniva realtà. I quaranta
secondi erano iniziati e si erano manifestati con quella caduta dalla sedia.
In quel momento, lo presi tra le braccia. Oramai stava
morendo.
Già, stava accadendo davvero quello che agognavo da tempo.
Elle… il mio rivale, il mio migliore amico, colui che più di
tutti mi aveva capito stava perdendo, si stava spegnendo la luce dei suoi occhi . E per la prima volta
dopo un mare di bugie che erano fiottate dalla mia bocca, ecco le prime vere
parole sincere dopo tanto.
-mi dispiace-
Era vero, venivano da un cuore inesistente fino ad attimi
prima.
Ora capisco cos’era quella luce. Lui sapeva della morte
imminente e li nella pioggia aveva trovato la pace per la sua anima.
E mentre questi pensieri prendevano forma nel mio cervello,
Ryuzaki sorrise.
Fu il suo ultimo atto.
Ora era felice.
Post Scrittum: era giusto dare a voi, lettori e lettrici una
seconda versione della morte di Elle, quindi secondo Kira. In ogni cosa c’è una
seconda versione quindi anche in questa. Vi ringrazio per essere giunti fino a
qui, e soprattutto rendo grazie e omaggio a RosaWhiteAngel, per aver commentato entrambi i capitoli. Non so chi ha fatto
in tempo a leggere la prima versione di “l’ultimo atto” dato che l’ho cancellato
perché mi sono resa conto, grazie a RosaWhiteAngel, che non era all’altezza di
“la pace prima della tempesta” e quindi l’ho riscritta. Purtroppo è un mio
difetto e problema accorgermi successivamente dell’obbrobrio che ho scritto e
quindi le vostre recensioni mi aiutano a capire che quello che ho scritto fa
schifo. Quindi dato che so che posso fare di meglio, lo cancello, lo miglioro e lo ripubblico , quindi finché
non avrò soddisfatto qualcuno di voi, il capitolo sarà sempre cancellato e
modificato, ok? Aspettatevi queste pazzie per i successivi capitoli. Dato che ora vi ho svelato la mia piccola
debolezza, scrivete recensione per farmi capire se è un obbrobrio o meno.
Aiutatemi a migliorarmi. Non sono in grado di giudicare le mie storie, quelle
degli altri si ma le mie no. è mai possibile? Vabbè aspetto la vostra
recensione. Forse ora non sono più tanto sicura che saranno solo 5 capitoli . Sayonara !
Un abbraccio per salutare la morte e un bacio per richiamare
la vita
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