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Autore: Natalja_Aljona    10/06/2010    2 recensioni
George stava per dire qualcosa, ma un urlo squarciò la quiete di Arnold Grove.
-PAPYYYY!!-
-Cosa vuoi, Raymond??- domandò George, cercando di mostrarsi paziente, ma visibilmente scocciato.
-C'è una lucertola!- gridò Ray, eccitato.
-E CHE CAVOLO ME NE FRE... Fantastico, Raymond! Si vede che sei mio figlio! Ce l'abbiamo nel sangue, noi Harrison! Semplicemente, spacchiamo!- George modificò provvidenzialmente il suo tono di voce, conseguentemente all'occhiataccia di Lucy.
Poi diede un lieve bacio sulla fronte di quest'ultima, posandola finalmente a terra.
-E adesso va a quel paese, Harrison- borbottò tra se e se Lucy, fingendo di spolverarsi i vestiti, per darsi un contegno.
George raggiunse a grandi falcate la camera del figlio, pensando tra se e se:
Se quella lucertola è entrata nella MIA chitarra, giuro che le stacco la testa!
Gennaio 1972.
Dodici anni dopo "Revolution".
La storia di Ray, Jim e John Harrison, ovvero...i figli di George Harrison e Lucy Richards.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Harrison
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Lucy is a Rainbow'
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The girl does what she wants to do


Appena finita la scuola, Ray si trovava davanti alla vecchia libreria di Cin Song, esitando, incerto.

Quel pomeriggio stesso Lucy avrebbe partecipato a un consiglio di classe, e il che non lo tranquillizzava affatto.

Avrebbe rivisto la maestra Yells, con cui non era affatto in buoni rapporti, oltre a metà delle mamme dei suoi compagni di classe, che non si rispiarmavano mai sul farle certe poco simpatiche battutine sulla sua giovane età e il suo carattere, ribelle di natura, che poco si addiceva a una probabile madre di famiglia, che, in teoria, avrebbe dovuto starsene in casa a badare alla casa e alla famiglia.

Probabile, perchè Lucy era più che altro improbabile, come madre di famiglia e come quasi-moglie del chitarrista dei Beatles.

Perchè lei, in poche parole, viveva di quella sua improbabilità.

Forse, chissà, invidiavano proprio quella sua spensieratezza, quella sua tranquillità nell'essere madre di tre figli tutt'altro che tranquilli(e solo il loro cognome lo dimostrava), quel suo modo assai strano di approcciarsi ai ragazzi, che la rendeva sempre più simile a una sorella che a una madre, quel suo non aver bisogno di litigare ogni due per tre per farsi accettare. Forse invidiavano quel suo quasi marito fin troppo sexy(l'ho già detto e continuo a ripeterlo, io non sono di parte), invidiavano quella sua fama di “arcobaleno vivente” che si era portata dietro da Dartford e che, ovunque andasse, continuava ad avere.

Invidiavano la singolare adorazione che George aveva per lei, che nessuna di loro poteva vantare parlando del proprio marito, invidiavano il suo essere a sue agio tra le più grandi star del rock di quegli anni, perchè lei ci era cresciuta insieme.

Invidiavano il suo coraggio di fare in un attimo tutto quello che loro, mai in tutta una vita, si sarebbero mai sognate di fare...perchè per lei era naturale.

Lei forse non se ne rendeva conto, ma, almeno per la maggior parte di loro, era così.

Era anche perchè, tutte ne erano, loro malgrado, consapevoli, nonostante tutta questa invidia, sotto sotto loro la ammiravano, che si comportavano così.

Lei, semplicemente, era l'esatta corrispondenza, l'esempio vivente del concetto di “Fakin' It” di Simon & Garfunkel:

The girl does what she wants to do.

She knows what she wants to do”.

Tutto quello che a loro era sempre mancato.

Ed era anche quella sua ostinazioni nel comportarsi da ragazza normale ad aumentare la loro irritazione nei suoi confronti.

Lei aveva quasi ventisette anni, ormai, ma continuava a comportarsi come una quindicenne.

Lei aveva ancora i pensieri, il modo di ragionare e il cuore, appassionato e fragile, di una quindicenne.

Punto secondo, lei era la maledetta, adorabile, odiata padrona del cuore di George Harrison, da ben dodici anni.

Punto terzo, se proprio vogliamo mettere anche un punto terzo, lei era la madre dei suoi figli.

La madre dei suoi tre figli.

Ed era anche per questo che, sebbene fosse un'ingiustizia addirittura intollerabile, Hannah Yells aveva indetto un consiglio di classe speciale, proprio per parlare di quello.

E, prima ancora, aveva fatto girare una circolare.

Cari genitori dei miei meravigliosi alunni di quinta...

Già sarete a conoscenza della sgradevole situazione che da ben cinque anni turba la nostra meravigliosa classe.

Un solo ragazzo.

Raymond Harrison.

Con il suo scarso rendimento e il comportamento eccessivamente ribelle e spericolato, è la rovina della nostra classe da fin troppo tempo.

Ma soprattutto, è sua madre.

Non ha neanche ventisette anni, non ha un minimo di vita vissuta su cui basarsi per poter insegnare a suo figlio nemmeno l'educazione basilare, ed è una costante vergogna.

Stiamo pensando seriamente di escluderla dal consiglio di classe...siamo stanchi di essere costretti a metterci sullo stesso livello di una ragazzina.

Penso che questo sia un pensiero comune.

Ed è un vero peccato per suo marito, un uomo così gentile, raffinato, bello...

La mia, ovviamente, non è che una proposta, basata su un semplicemente presentimento.

Non mi sono mai fidata delle cosidette “madri bambine” e la madre in questione non si può certo definire una donna.

Il mio vuole essere solo un appello alla giustizia.

Cordiali saluti,

Hannah Margaret Yells



Il labbro inferiore di Lucy incominciò a tremare.

Non era giusto, non era semplicemente giusto.

Se tra lei e la Yells era stato odio a prima vista, questo non la autorizzava a mettergli contro tutta la classe.

L'aveva insultata pubblicamente e spudoratamente, lei e Ray, che pure non aveva fatto niente.

Era un'ingiustizia.

Ma Hannah Yells era la vicepreside, lei, in quella scuola, purtroppo, aveva potere.

Il tutto la riportava ai tempi di Manchester...tempi che avrebbe preferito non ricordare.

Tempi di illusioni, di sciocchi pregiudizi, che erano svaniti del nulla esattamente come erano nati.

Se ci fosse stato George, con lei, probabilmente l'avrebbe stretto a se fino a dimenticarsi completamente quelle parole, e lui l'avrebbe consolata in tutti i modi possibili del mondo.

Ma George non c'era, e Lucy si sentiva persa.

Si sentiva uno straccio. Un vero schifo.

E non aveva mai rimesso piede in quella stanza...fino a quel pomeriggio.



Ray esitava ancora davanti alla libreria, quando il signor Song richiamò la sua attenzione, distraendolo dalla contemplazione semi-assorta di un massiccio tomo di poesie.

Ray lesse brevemente il nome dell'autore, prima di spostare lo sguardo su Cin Song.

Socrate.

-Non è possibile!-

-Cosa non è possibile, Raymond Harrison?- gli chiese Song, con un sorriso amichevole.

Sicuramente, Cin poteva dirsi l'unico a chiamare Ray con il suo nome completo, nome e cognome.

Faceva così con tutti, lui... ed era anche per questa caratteristica che risultava sempre simpatico a tutti.

-Socrate non ha mai scritto poesie!-

-Lo dici tu!-

Dire che la risposta del libraio lo sorprese, era dire poco.

Chanel Song si poteva anche dire uno dei genitori più giovani del consiglio di classe, ovviamente dopo Lucy e George.

Aveva solo trentun'anni.

-Dimmi un po', Raymond Harrison. Mark Grimaldi ha mai scritto poesie?-

Ray sgranò gli occhi.

-Mark Grimaldi?!-

-Non sai chi è, vero?-

-Beh...no!-

-Non lo so nemmeno io-

A quelle parole, Ray sollevò la testa con uno scatto repentino, inarcando un sopracciglio e squadrandolo con quel modo di fare che era sempre stato un classico degli Harrison, da Harold al piccolo John, di Briangeorge e forse anche prima, sgranando gli occhi talmente scuri da sembrare una notte senza luce, ma dotati della più potente e inimmaginabile luce mai vista.

Un continuo controsenso.

-Ma sei bacato?!- non riuscì a trattenersi dal ridere.

Cin scoppiò a ridere.

-Probabile. Anche Socs lo era- affermò, indicando il libro di poesie.

-Socs?!-

-Ritorniamo al precendente concetto su Mark Grimaldi- insistette Cin, sempre più convinto, mentre Ray non faceva che chiedersi chi diavolo fosse quel Mark Grimaldi.

-Tu sai chi è Mark Grimaldi? No. Io lo so? No. Mia moglie? Nemmeno! Va bene, lo ammetto, me lo sono inventato al momento.

Appunto perchè Mark Grimaldi rappresenta la persona qualsiasi, tu che ne dici, Raymond Harrison, una persona qualsiasi scrive poesie?-

E notando lo smarrimento più totale negli occhi di Ray, aggiunse:

-Nel senso che gli può capitare di scrivere poesie, Raymond-

-Beh...penso di si-

-Tuo padre scrive poesie, Raymond?-

A quelle parole, Ray s'illuminò.

Finalmente una domanda a cui sapeva rispondere!

-Non sai quante! E sono tutte per la mamma!-

-Sicuro?-

-Beh, no. Forse non tutte. Parla un po' di tutto, papà... Ma sono molto belle, ne sono sicuro.

La mamma...la mamma sorride sempre. E papà adora vedere la mamma sorridere. Penso che sia l'unico motivo per cui le scrive...forse l'unico per cui vive-

-Visto? Anche tu hai l'anima del poeta, Raymond! Sei anche tu un piccolo poeta, in fondo. Sei in gamba, Harrison!-

-Lo so!- rispose Ray, con un sorriso soddisfatto.

-Allora, ti ho convinto?-

Ray dilatò gli occhi in un'espressione esageratamente contrariata, ma proprio per questa buffissima.

-Più o meno...-

Cin gli indicò il tomo di poesie.

-Te lo incarto?-

-Ma...non credo di avere i soldi- ammise Ray, annegando le mani nelle tasche dei pantaloni, con un espressione sinceramente dispiaciuta che avrebbe intenerito una pietra.

-Ma io te lo voglio regalare!-

Ray sembrava stupito.

-Ah...ehm...ah. A me?-

-Perchè no? Te l'ho già detto. Mi sembri in gamba, Raymond Harrison-

-Le apparenze ingannano...-

-Ma dai! Quanti anni hai?-

-Boh...undici, credo-

-Credi, eh?-

-Sì- bofonchiò Ray, già stufo delle stranezze del signor Song, che lo stupivano e incuriosivano al tempo stesso...così come lo incuriosiva la porta costantemente serrata nell'angolo più buio della libreria.

La porta che nessuno aveva mai oltrepassato.

Un cartello, affisso in alto e anche storto, recitava, severo:

DANGEROUS”

Qualcosa gli suggeriva che forse nemmeno Chantal Song stesso vi era mai entrato.

-E lei?-

-Quello è il bagno, Raymond-

Ray sgranò gli occhi.

Gli sarebbero usciti dalle orbite, a furia di sgranarli.

Cin Song non avrebbe mai smesso di stupirlo.

Qualcosa gli suggerì che forse, semplicemente, non aveva capito la domanda.

-Trentuno. E quello è il bagno-

Oh.

Raymond scosse la testa.

Non solo aveva capito benissimo, ma aveva anche notato il suo sguardo.

-E...perchè c'è scritto “DANGEROUS”?-

Il tono di Cin Song si fece improvvisamente più basso, quasi confidenziale.

-Nessuno è mai uscito da quella porta, Raymond...-

-Dalla porta del bagno?!-

Chissà perchè, la cosa non gli sembrava molto credibile.

-Oddio. Immagino che qualche ratto sia anche uscito, talvolta... Di solito nel periodo delle pulizie di primavera. In primavera, appunto-

-Ratti?-

-Ma neanche tanti!-

-E allora...voi Song non andate mai in bagno?!- gridò Ray, scandalizzato.

Cin sorrise.

-Ci andiamo, ci andiamo...in casa nostra. D'altra parte, dove si è mai vista una libreria con un bagno??-

-E Linds?- domandò Ray all'improvviso.

Cin sembrò essere piacevolmente sorpreso dalla domanda.

-Lei non ci viene quasi mai, qui- rispose, nella voce una certa sfumatura di malinconia.

-Papààà...ho portato le pizze!- gridò a un certo punto una voce che a Ray sembrava di conoscere.

-Linds!-

-Rayyy!!!- gridò la ragazzina, lanciando le pizze sul bancone del padre e correndo dall'amico.

All'ultimo momento, però, il giovane Harrison sembrò cambiare idea.

-Cosa vuoi?-

Lindsay si fermò.

-Come?? Sei stato tu a salutarmi per primo!!-

-Aaah...ehm. Certo, giusto-

Lindsay sollevò un sopracciglio.

-Raymond!! Questo significa forse che l'unica utilità della sottoscritta, ai tuoi occhi, sta nel suggerirti nelle interrogazioni di geografia?!- esclamò all'improvviso la ragazzina, incrociando le braccia al petto.

Improvvisamente anche per Ray, che indietreggiò.

-Ma se non mi suggerisci nemmeno! E' a Dylan che suggerisci, non a me-

-Ti piacerebbe!! Macchè, Dyl ce l'ha già, la fidanzata. Tu no-

-Aaaah...- il secondo(o terzo?) “aaaaah” della giornata.

La situazione gli piaceva sempre meno.

-No, e allora?-

-Solo che tu sei scemo e non te ne accorgi, quando ti suggerisco. Forse solo perchè ti vergogni di essere amico della figlia dello strambo del paese- solo in quel momento Lindsay si rese conto di aver attirato su di se gli sguardi non proprio amorevoli del padre e di Ray.

-Vabbè, non tanto scemo...Solo un pochino. Tanto così!- concluse, giocherellando con una ciocca di capelli ramati.

-Oh...ok, io vado. Ci si vede, scemino!-

-Come mi hai chiamato?!- le gridò dietro Ray, prima che Linds si girasse a rispondergli:

-Ah...dimenticavo. Se papà ti ha detto che di là c'è il bagno...non gli credere. E non ci sono nemmeno i ratti. Le pulizie di primavera le fa la mia mamma!-

-Va bene...-

-Mentre per le poesie di Socrate...ne riparleremo. Magari alla prossima interrogazione di geografia!- concluse, girandosi a fargli l'occhiolino.

Raymond annuì, quasi meccanicamente.

Ma lei come faceva a sapere...??

Ancora prima che Ray se ne accorgesse, Lindsay era tornata indietro, rossa in viso, spettinata e più sorridente che mai.

Chissà dov'era stata, in così poco tempo! Si chiedeva Ray.

-Tua madre ci va, al consiglio di classe, oggi?-

-Certo! Papino non può...-

-E' una grande, tua madre! Da grande, forse, sarò come lei...- aggiunse Lindsay, ridendo.

-Davvero??-

-Voglio sposare anch'io un chitarrista! E anche mio figlio si chiamerà Ray. Anzi, no, non avrò figli. Magari insegnerò geografia!-

La prospettiva di vedere l'espressione esterrefatta dell'amico sembrava divertirla assai.

E infatti, quell'espressione non mancò di arrivare.

-Geografia?!-

Niente. Linds era già sparita nel nulla.
-Ma dove...??-

Cin Song allargò le braccia.

-A saperlo!-

Poco dopo, Ray lanciò un drammatico sguardo al libraio.

-Oh...ma perchè proprio geografia?? Io odio geografia!-


Uscendo dal negozio del signor Song, Ray intravide un'ombra scura seguirlo.

Per un po' fece finta di niente, ma quando si accorse che l'ombra seguiva proprio lui, decise di fermarsi su una panchina all'ombra di un platano, poco lontano da dove aveva lasciato la sua bicicletta.

-Ciao, Raymond-

Il ragazzino fece un balzo, e per poco non cadde all'indietro.

-Chi...chi...-

L'uomo allungò una mano verso di lui, accarezzandogli una guancia.

Era una strana carezza.

Molto diversa da quelle di George e di Lucy, o da quelle che aveva visto George fare a Lucy.

Quelle erano carezze piene di dolcezza, carezze che sarebbero potute durare per tutta la vita.

Quella non era una vera e propria carezza.

Era...fredda, come la lama di un coltello.

-Quanto sei carino... proprio identico a tuo padre-

A Ray non piacque il modo in cui l'uomo pronunciò quelle ultime due parole.

Tuo padre.

Cos'aveva contro suo padre?!

E, soprattutto, era possibile avercela con suo padre?

-Non sono carino. E mio padre è bellissimo- ribattè, calcando sulla parola “bellissimo”.

-E' questo che pensa anche tua madre??- il tono dell'uomo si fece improvvisamente cupo, serio.

-E a te che importa?!-

-Mi importa-

-Beh...no! Lei pensa che mio padre sia fenomenale, straordinario, fantastico, bellissimo e...insomma, lei lo ama!! Alla follia- aggiunse poi, con un sorrisetto.

-Ma che bella storia...e cosa mi dici, invece, dei tuoi fratellini??- continuò l'uomo, in tono sempre più famelico.

-Stupidi. Incredibilmente stupidi. A volte simpatici. A volte- rispose, cercando di essere il più vago possibile, senza lasciar trapelare niente.

-Era una bellissima ragazza, sai, tua madre??-

-Lo è ancora!!-

-Non stento a crederlo-

-Ma chi sei tu, per avere il diritto di crederlo?? E, soprattutto...chi sei tu per poter rivolgere la parola al mitico Rayban Harrison senza appuntamento ne colloquio con il mio manager!!- gridò, furioso per i commenti dello sconosciuto su sua madre.

-Manager. Proprio questo. Tua madre era la sua manager-

-Ma chi sei?!-

-Un tipo simpatico-

-Sì, simpatico quanto un calcio nel...insomma. Se tu sei simpatico io sono Art Garfunkel-

-Come vuoi, Art. D'altra parte...nemmeno tua madre mi trovava simpatico. Ma lei si ricorda bene di me, sai?? Ma non chiederle niente. Forse se lo ricorda anche troppo bene...-

-Come ti chiami?- chiese a un certo punto Ray. -Data di nascita, codice fiscale, targa dell'auto, gruppo sanguigno, carta di credito...

-Ehi, ehi, calma! Sappi soltanto che mi chiamo P...Potamak. Vincent Potamak-

-Russo?- chiese, d'istinto.

-Indiano- e già questa parola, da sola, avrebbe dovuto dire molto.

Ma prima di allontanarsi pedalando con quanta forza aveva in corpo, sussurrò, più a se stesso che a altri:

-Sei un persecutore, Vincent Potamak. Ma non avrai mai mia madre. Nemmeno se dovessi rinunciare alla mia carriera come insegnante di geografia...con Lindsay- e con quelle parole, rimaste sospese nel vento, sfrecciò via.

Buonasera a tutte!!

Ed eccoci arrivati al terzo capitolo...

In questo capitolo ho parlato un po'più diffusamente della situazione di madre di Lu', non benvista da tutti...ma non credo che mi sia venuto un granchè bene xD
Dal prossimo capitolo invece vi annuncio che entreranno in scena gli Stones... anzi, i primi due incogniti;)

Con Revolution, stranamente, sono a un punto fermo, e da due giorni che vado avanti a fissare quella pagina e mezza che ho scritto, aggiungendo circa una riga all'ora...xD

Ed è strano, perchè non mi capita spesso...ma vabbè, sarà soltanto un blocco momentaneo, probabilmente sabato aggiornerò...sabato, perchè domani ho il saggio di pianoforte e poi sono fuori quasi tutto il giorno...e sabato avrò già finito la scuola!!

Finalmente...xD

Ho contato quattordici giorni a Londra...xD

A proposito...qualche idea sull'indiano Vincent Potamak??

Rispondo brevemente alle recensioni e vado a farmi la doccia prima che arrivi mia mamma e mi strangoli(gran bella prospettiva...xD):

Zazy:Esatto!! Hai indovinato tutto!! Ed è proprio Ray il mio preferito xD Sisi, è proprio tutto suo padre. XD

Mi dispiace per l'esame...massì, dai, recupereremo tutte!! Forza e coraggio, che abbiamo il pirataccio Keith dalla nostra parte! XD (che però dubito che sarà molto d'aiuto...pigrone che non è altro!! xD)

Thief:Essì, sono sempre gli stessi...un po' meno dolci e innocenti xD Già già, Ray ha una spasimante...ma, d'altra parte, come poteva essere altrimenti?? E' un Harrison!! Degno figlio di quel benedetto ragazzo...il nostro caro Georgino xD

Caspita, vi danno già domani i risultati?? Io devo aspettare ancora fino al 16...ma so già più o meno tutti i voti, dal momento che ho continuato a calcolare le medie negli ultimi due giorni xD

Per scienze...uhm, si anch'io quest'anno sono peggiorata...diciamo che mi aveva beccata per due volte di seguito impreparata(o preparata a metà), ma poi credo di aver recuperato...credo xD

La speranza è l'ultima a morire...xD

Marty:Finisci già domani?? Beata te...noi finiamo sabato alle undici e il preside ha pure fatto girare una circolare con cui ha proibito qualsiasi tipo di festa in classe...vecchio imbecille!! xD

Oddio, ma veramente ti ha interrogata il giorno prima della fine della scuola?? Come fa sempre la mia prof di scienze...xD

Ma io non lo so, è mai possibile interrogare due giorni prima della fine?? Bah... a me forse toccherà domani xD
Dovremmo proprio aprire il circolo "Contro le Interrogazioni di fine quadrimestre" xD

Dai, ancora un giorno e è finita per tutti!! *fa patpat*...speriamo xD

E beata te che non hai il debito...xD Ma vabbè, recupererò(si spera) xD Il tuo gatto è disposto a farmi lezioni?? (il mio è troppo pigro xD)

O magari...Fido xD

Eh lo so, la maestra è proprio irritante...e lo sarà sempre di più xD Ma è ovvio che ne Ray ne Lucy si fanno mettere i piedi in testa...sono Harrison, loro! XD

The:Theeeee!! Bentornata!! Non preoccuparti per l'assenza, ti capisco, il periodo prima della fine della scuola è sempre il più tremendo...recupera quando vuoi ;)

E sono contenta che la storia ti piaccia ;)

Per la tesina dell'esame...no, non ce l'hanno ancora fatta fare, sono io che mi porto avanti xD

Lo so, non è molto normale, ma il mio compagno di banco ha cominciato a parlarne e, visto il suo argomento, non ho resistito a fargli la traccia xD

Anche se poi probabilmente in terza dovremo rifare tutto...destino infame xD

E poi, non so perchè, mi gasa troppo il fatto di dover scrivere una tesina xD

(Continuano gli scleri serali...xD)


A presto!!

Marty

  
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