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Autore: Herm735    03/07/2010    12 recensioni
Aveva avuto una giornata molto dura. Ma avere giornate molto dure era entrato a far parte della sua routine. Ormai i metodi magici non erano più sicuri. Potevano essere quelli a farti beccare.
Era paranoica, ecco la verità.
Certo, se loro non avessero continuamente tentato di uccidere la sua gente, forse non lo sarebbe stata.
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Hermione, Luna/Ron
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Da Epilogo alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'WANTED'
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Wanted
Parte Prima - I ricercati







Aveva avuto una giornata molto dura.
Ma ormai avere giornate molto dure era entrato a far parte della sua routine.
Quando fu davanti alla porta di casa si guardò intorno, poi apri la porta quel tanto che bastava per permetterle di infilare una mano attraverso la fessura e staccò il nastro adesivo che teneva un pezzo di spago legato al muro. Poi entrò e richiuse la porta. Esaminò lo spago. Era intatto.
Ne aveva legata un'estremità sulla porta e l'altra sul muro. Così facendo si sarebbe accorta se mai qualcuno fosse entrato in casa sua durante la giornata.
Ormai i metodi magici non erano più sicuri. Potevano essere quelli a farti beccare.
L'unico inconveniente era la precisione.
Una volta era rientrata a casa dimenticandosi di staccare un'estremità del filo prima di aprire la porta. Era rimasta una settimana con il dubbio se fosse stata lei a romperlo entrando o se qualcuno fosse sul serio entrato in casa sua.
Ovviamente chiamare la polizia era fuori discussione.
Così si era fatta forza, aveva preso tutte le precauzioni possibili, ed alcune anche inutili, come chiudere tutte le tende e accendere tutte le luci per coprire il lampo, insonorizzare la stanza manualmente, usando dei contenitori per uova da sei lungo tutte le pareti della stanza. E poi si era decisa a pronunciare l'incantesimo.
Nessuno era entrato in casa sua. E nessuno ebbe il minimo sospetto che avesse fatto un incantesimo.
Era paranoica, ecco la verità.
Certo, se loro non avessero continuamente tentato di uccidere la sua gente, forse non lo sarebbe stata.
Tutto ciò che sapeva era che non c'erano dubbi sul fatto che fosse al sicuro, ma voleva tenersi la sua vecchia vita e la sua vecchia casa.
Certo, se anche un giorno o l'altro l'avessero beccata sarebbe sempre potuta scappare con facilità.
Però era affezionata a quel posto.
Preferiva di gran lunga i suoi metodi babbani, anche se di tanto in tanto creavano qualche strano problema.
Ad esempio, per buttare tutti quei contenitori da sei di uova le ci erano voluti tre mesi. Ne buttava solo un paio o al massimo tre al giorno.
Per non farsi beccare.
Ok, si, era diventata paranoica, su questo non c'era il minimo dubbio.
Ma doveva essere pronta a tutto.
Nell'eventualità di dover fare una magia, per mesi aveva messo da parte quei contenitori, rendendosi solo dopo conto che erano totalmente inutili, visto che lei non pronunciava gli incantesimi da quando aveva compiuto sedici anni.
E poi li aveva buttati, rendendosi conto che erano inutili tutte quelle precauzioni se poi le avessero trovato in casa circa duecento scatole per le uova.
Avrebbero capito lo scopo insonorizzante.
E avrebbero di conseguenza capito che l'irruzione era stata senza dubbio utile.
E ne avrebbero schedata un'altra.
Senza contare di tutte le sue impronte che erano in casa sua.
Erano ovunque, ovviamente. Neanche la magia poteva evitarle questo.
Ma assolutamente non poteva permetterlo, perché se mai fosse stata schedata, la sua vita sarebbe finita.
Sarebbe diventata come loro, tutti loro.
Una fuggitiva.
Una prigioniera della sua stessa libertà.
Avrebbe dovuto dire addio a quella casa, a quella città. E non era pronta a farlo. Né mai lo sarebbe stata.
Non la spaventava così tanto l'idea di dover abbandonare tutto, però, quanto in realtà la spaventava l'idea di ritrovarsi con loro due.
Insieme.
Il male ed il bene.
L'odio e l'amore.
Il tradimento e la fiducia.
Colui che aveva dato inizio alla guerra e colui per cui valeva la pena combatterla.
Insieme.
Amici.
A dispetto di ciò che lei diceva.
Nessuno l'aveva ascoltata, quando, cinque anni prima, lo aveva predetto.
Perché nessuno voleva ascoltare una diciottenne. Nemmeno i suoi coetanei.
Però quei cinque anni le avevano fatto bene.
Era diventata migliore. Fredda e calcolatrice.
Come si supponeva che dovesse essere in tempo di guerra una qualsiasi persona volenterosa di sopravvivere.
Si lasciò anche quella sera cadere sulla poltrona con un piatto di maccheroni al formaggio appena scongelati ed accese la televisione.
Ormai era sua abitudine ascoltare ogni sera il notiziario locale per sapere cosa succedeva tutto intorno a lei. Nella parte invisibile della città.
La cronista era una giovane donna babbana sulla trentina. I suoi capelli biondi, probabilmente non naturali, erano impregnati di così tanta lacca da essere evidente anche attraverso lo schermo. I suoi occhi spenti riflettevano il tempo in cui si trovavano. Le sue labbra erano celate sotto del rossetto molto appariscente e il suo abbigliamento non poteva che essere molto formale.
“Buonasera. Iniziamo con i fatti di cronaca. Oggi a Londra sono state schedate e catturate tre persone che vivevano nella stessa casa, due uomini ed una donna. La polizia sospetta che almeno uno dei tre sia in possesso di poteri magici, nonostante nella casa non sia stato rinvenuto alcun oggetto in grado di farli condannare. Tuttavia il fatto che nessuno dei tre abbia opposto resistenza ha fatto sorgere dei dubbi negli agenti, che adesso stanno prendendo in considerazione l'ipotesi di rilasciarli.”
Sulla sua poltrona lei si limitò a scuotere la testa, mentre prendeva un'altra forchettata di maccheroni.
“Sempre a Londra, ma in periferia, oggi ci sono stati due morti.”
Ecco la notizia che ogni sera aspettava. Leggeva i nomi.
Quei nomi che tutto o niente potevano voler dire.
Era successo che li conoscesse, a volte.
Altre volte era successo che il numero era così alto che anche se non li conosceva si sentiva morire. Due? Due era sotto la media. Due era poco. Due era niente.
Ogni sera si sentiva di cinque o sei morti, a volte anche una decina. La metà di solito babbani innocenti che si trovavano nel luogo sbagliato al momento sbagliato.
E questo le faceva venire i nervi a fior di pelle.
“I due ragazzi sulla ventina sono stati trovati da due agenti mentre cercavano di comprare degli ingredienti magici al mercato nero. I due agenti hanno cercato di arrestarli, quando uno dei due ha estratto la bacchetta. Ovviamente i nostri coraggiosi ragazzi non hanno esitato a sparare. I due maghi, che sono stati dichiarati deceduti dal medico legale intorno alle quattro di questo pomeriggio, sono stati identificati come Dean Thomas e Seamus Finnigan, presenti nell'elenco degli studenti della scuola di Hogwarts, che come ricorderete è stata trovata e chiusa da...”
Spense la televisione all'istante.
“Dio, no...”
Il sangue le si era gelato nelle vene.
Non poteva essere vero.
Dean e Seamus. Dannazione.
Perché diavolo non erano scappati? Perché non si erano smaterializzati?
O perché non evocare uno scudo o...al diavolo!
Avrebbero avuto un milione di modi per vivere.
In tutte quelle morti c'era qualcosa che non la convinceva. Sapeva che c'era qualcosa che ai telegiornali non dicevano, ma cosa?
Come potevo dei semplici soldati essere capaci di uccidere dei maghi?
E non dei semplici maghi.
Erano suoi amici. Suoi coetanei.
Ed erano stati stupidi a scoprirsi in quel modo.
Dannazione.
Posò il piatto nel lavandino e guardò sul tavolo tutti i ritagli di giornale che aveva.
“Dannazione!”
Li scaraventò a terra.
Anche lei si era scoperta.
Ma da allora non lo avrebbe più fatto.
Crollò in ginocchio, mentre qualche lacrima scendeva dai suoi dolci e disperati occhi.
“Dannazione...” sussurrò.
Prese in mano quei ritagli di giornale, sentendosi ferita, violata.
Da quel giorno niente più indizi, niente più prove.
Avrebbe raddoppiato le misure di sicurezza. Avrebbe messo il filo anche alle finestre.
Si odiava. Si odiava per l'attaccamento che aveva verso la vita.
Per l'attaccamento che non poteva evitare di avere.
E da quel momento, si rese conto di quanto per gente come lei la vita fosse fragile.
Ma lei non lo era, no. Avrebbe combattuto per la sua vita.
Fino alla morte stessa.





Ok, questa storia è evidentemente fuori dagli schemi.
C'è un po' di tutto, guerra, amore, amicizia.
Sono ancora molto indecisa, non so se continuarla o meno...quindi, fatemi sapere che ne pensate! A presto!!



  
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