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Autore: YumikoEdogawa    06/07/2010    0 recensioni
Ho passato la mia vita ad allenarmi, rinchiusa in una specie di gabbia, questo era il nome che davo alla stanza dove ho passato almeno una parte della mia vita, sono i sotterranei del palazzo dell’Hokage, dal quale non posso uscire per nessun motivo.
Genere: Generale, Triste, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2 CAPITOLO
 

 
Occhi rossi come il sangue.
Mani bianche come la neve.
Vestito nero come la morte.
Si avvicina, ed io non posso muovermi.
Mi guarda. Sorride.
I suoi occhi rosso sangue sono tristi e vuoti.
Cosa vorrà da me? Questa è l’unica domanda che riesco a pormi.
I suoi passi sono lenti e calcolati.
Una macchina pronta a uccidere.
Pronta ad uccidermi.
«C-cosa…vuoi da…me?»
Finalmente riesco a dire qualcosa, con quel poco di voce che mi è rimasta. Ho paura. In questo momento ho davvero, davvero paura. E’ lui lo sa, se n’è accorto. A lui sta bene così, perché vive di questo.
E’ sempre più vicino.
Io rannicchiata contro la parete, tremo.
«Hai paura?» Lo guardo. E’ serio e triste allo stesso tempo.
«S-sì. Perché non mi lasci in pace?» Ormai mi sento persa.
«Non posso e non voglio lasciarti in pace.»Si ferma. Sembra stia riflettendo su qualcosa.
«Perché non puoi?» Sono molto più tranquilla, adesso che si è fermato, anche se la cosa che più incute timore sono i suoi occhi che non smettono di fissarmi.
«Perché ti voglio. E’ da tanto che ti sto cercando.» Ricomincia a camminare.
«Vieni con me Michiyo, non voglio farti del male. Non potrei mai» Ora è proprio davanti a me. Ci separano solo pochi centimetri e potevo sentire il suo respiro. Freddo.
«C-come…» Vengo interrotta da lacrime che lente scendono lungo il mio viso.
«Come fai a sapere il mio nome?» Ormai non riuscivo a contenermi, la paura era tanta, ma dentro provavo anche pena. Pena per lui.
Avvicina una mano al mio viso e…
******

 
 
«Aaaaaaaaaaaaah» Il mio grido insieme al rumore incessante che faceva la sveglia erano così forti che sicuramente tutti li avevano sentiti e si erano svegliati.
Mi alzo, per mettermi comoda sul letto. Dalla finestra potevo notare i primi raggi di sole. Faceva caldo o forse ero io troppo sudata, il mio respiro era affannato e le coperte tutte per terra. Qualsiasi persone, entrata in questa stanza, avrebbe detto “Qui c’è stata una guerra”. Bhè a dire il vero ci avrebbe azzeccato e non poco.
 
Cercai di capire cosa era successo. Mi do uno scappellotto in fronte. Ma certo, il sogno o forse dovrei dire incubo. Poi di routine sempre le solite domande. Chi è, cosa vuole e soprattutto perché cerca me?. Ovviamente erano domande a cui non sapevo dare risposta e tutto ciò inoltre mi turbava parecchio. Sempre lo stesso sogno e si interrompe sempre allo stesso punto. Qualcosa che inizia ma non finisce mai, un circolo vizioso. Guardai la sveglia aspettandomi ormai di vedere le lancette segnare le otto in punto e quindi di essere in ritardo.
«Oh No!» Nervosa più che mai spensi la sveglia e mi sdraiai un attimo nel letto.
«E’ ancora prestissimo! Sono le sei, potevo dormire un altro po’!» Detto questo con astio provai a riaddormentarmi, ma niente non ci riuscivo così decisi di prepararmi.
 
Mezz’ora dopo uscita dal bagno ero già pronta per il mio primo giorno completo di ritrovata libertà, ma era anche il primo giorno di allenamento con il Team 7, che da ora in poi sarebbe stata la mia famiglia, la mia casa.
Senza perdere tempo decisi che armi portare, preparai il tutto e feci colazione.
 
Mi preparai una tazza di latte con cereali. Dovevo mangare qualcosa di leggero o crollavo prima di arrivare al palazzo dell’Hokage.
Sistemai tutto per non lasciare l’appartamento in disordine e soprattutto per perdere tempo dato che erano le sette. Appena finii mi sedetti sul letto ad aspettare magari cinque minuti, ma non resistetti nemmeno un minuto così decisi di scendere e andare giù in strada a passeggiare e a vedere i primi negozi che aprivano.
 
Il sole si faceva sentire già di mattina presto ed immaginai l’allenamento a mezzogiorno come doveva essere. Scossi la testa per non pensarci e continuai a camminare.
La prima cosa che vidi fu la bellezza del villaggio, pieno di allegria i bambini che scendevano a giocare, gioiosi e felici che un altro giorno sia arrivato. Era bello, estremamente bello. Tutta questa allegria nella mia vita non l’avevo mai conosciuta e mi domandavo se mai l’avrei conosciuta, tutto ciò che conosco e che nella mia vita c’è, sono morte, desolazione e solitudine. Soprattutto MORTE.
 
Decisi che era meglio non pensarci e dopo aver girato non dico tutto ma quasi tutto il villaggio, ritornai sui miei passi e andai verso le porte del palazzo dell’hokage. Non vidi nessuno quindi molto probabilmente era presto o forse loro erano in ritardo, mi lascia al beneficio del dubbio e mi appoggiai ad una colonna ad aspettare.
 
Non aspettai molto devo dire, la prima persona che vidi fu Yamato che mi sorrideva affabile come sempre. Lo salutai con la mano sorridendo di ricambio.
«Ehy Michiyo, ci siamo svegliati presto oggi? In ansia per il tuo primo giorno con il Team 7?» disse, facendomi l’occhiolino.
«Veramente non sono in ansia» mentii, ma non dovetti essere molto convincente, perché se ne accorse e rise.
«Suvvia non devi preoccuparti ti troverai benissimo. Anzi è strano che non siano già qua, sicuramente Naruto sta ancora dormendo.» Dalla voce poteva sembrare arrabbiato, ma dall’espressione che aveva si capiva altro.
Arrivarono pochi minuti dopo, Naruto, Sakura e Sai.
«Giornooooo!» Gridarono all’unisono.
«Come mai così tardi?» Domandò Yamato
«No anzi lasciatemi indovinare, Naruto si è svegliato tardi.»
«No non è vero! Bhè ecco in realtà si… E’ vero.» Naruto rispose dispiaciuto.
«Bhè comunque poco importa, passiamo alle presentazioni, lei è Michiyo Kurokawa… Michiyo loro sono Naruto, Sakura e Sai»
Si girarono tutti e tre verso di me, e mi guardarono attentamente. Di sicuro, per guardarmi così non gli starò molto simpatica, pensai tristemente.
«Piacere di conoscerti, non vedo l’ora di conoscerti meglio e di allenarmi insieme a te.» La prima a rispondere fu Sakura, che mi sorrise dolcemente, ma nel suo sguardo come in quello di Naruto c’era qualcos’altro.
Yamato si girò verso di me e mi lanciò un intenso sguardo che significava “Non farti scappare niente”.
«Piacere di conoscerti.» Quella invece era la voce di Sai. Fece un sorriso che a me sembrò forzato. Mancava solo..
«Assomigli a qualcuno che conoscevo…» Questa volta fu Naruto a parlare, ma fu interroto da Sakura.
«NARUTO!» Sakura lo colpì alla testa con un pugno e naruto gemette di dolore.
«Ahi! Perché mi hai colpito?»
«Questa è l’accoglienza che si dà a un nuovo membro dei Team?» la voce di Sakura era quasi del tutto tranquilla, ma i suoi occhi la tradivano.
«Ehm, non c’è bisogno di fare così, è tutto a posto.» intervenni io per salvare la situazione che stava diventando anche imbarazzante.
«Scusa. Mi spiace ho il vizio di dire quello che penso ad alta voce. Comunque benvenuta nel Team!» Naruto subito si scuso e parve più calmo e tranquillo.
Diciamo che la situazione si era tranquillizzata.
«Bene, dopo le presentazioni e le imbarazzanti accoglienze possiamo andarci ad allenare.» Yamato già si era messo in cammino.
«Ehi, magari dovresti stare attenta a non farti male durante l’allenamento.» Naruto stava ridendo, si capiva che mi stava prendendo in giro.
«Oh. Grazie di avermi avvisata, vedrò di stare attenta allora.» risposi di ricambio.
«Naruto smettila di fare il presuntuoso, sicuramente sarà più brava di te!» Sakura lo rimproverò di nuovo.
Andò avanti così finché non arrivammo sul campo di addestramento.



SPAZIO AUTRICE:
Eccomi qua dopo 3 mesi xD spero che il capitolo piaccia, mi è piacito troppo descrivere la parte del sogno XD..
Ora devo proprio andare. Ringrazio chi ha commentato e chi commenterà^^
   
 
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