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Autore: Yumi_Slyfox483    06/07/2010    4 recensioni
Due gemelli separati in classi diverse, nuove amicizie, nuovi professori, ma sempre gli stessi identici problemi.
Ma Bill e Tom, di 14 anni, conosceranno due nuovi amici che li aiuteranno a superare i problemi con gli altri: Georg e Gustav. Ma anche loro, come i gemelli, nascondo segreti e storie mai raccontate.
Bill cercò di cacciare indietro le lacrime. Le parole appena pronunciate dal ragazzo lo avevano ferito. "Dovevi pensarci prima di inziare a importunarmi!" riuscì ad esclamare sotto voce con un coraggio e una forza che non sapeva neppure di avere.
Sperò che il ragazzo non lo avesse sentito, ma a giudicare dal suo sguardo, lo aveva capito fin troppo bene.
"Io non sapevo fossi suo fratello! E anche dopo che l'ho saputo non ti ho lasciato stare, perché sei uno sfigato e non meriti neppure di portare il suo stesso cognome!"
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il Prezzo Dell'Amore



Prologo

Bill Kaulitz corse in bagno e si chiuse velocemente la porta alle spalle. Il suo esile corpo tremava dalla paura, mentre con lo sguardo cercava un bagno dove potersi nascondere dal ragazzo che lo inseguiva. Lo trovò e si chiuse dentro spaventato.
Il trucco sul viso era colato fino alle guancie e il graffio sul labbro continuava a sanguinare.
Ti prego, ti prego, fa che non mi trovi! continuava a supplicare più spaventato che mai.
Dopo qualche minuto di interminabile silenzio, la porta principale del bagno si spalancò e la voce del ragazzo rimbombò arrabbiata e cupa.
"Kaulitz!" ulrò "lo so che sei qui, esci fuori!" cominciò ad aprire tutte le porte fino a quando trovò quella di Bill chiusa a chiave. Il moro mise le mani sulla maniglia e tirò a sé con forza.
"Apri questa cazzo di porta!" gridò Rubens furente.
"NO!" rispose Bill con il timore nella voce. Non ebbe neppure il tempo di riaprire gli occhi che la porta di fronte a lui si spalancò di colpo e lo trascinò fuori ancora stretto alla maniglia.
"Come hai fatto?" urlò il moro spaventato.
"Bastardo!" gridò Rubens, ignorando la domanda. Afferrò l'esile corpo del moretto e lo sbatté al muro.
"Glielo hai detto!" continuò, tirandogli un pugno proprio nel punto in cui il labbro sanguinava ancora.
"Io... non ho avuto scelta!" si difese il moro toccandosi il labbro sanguinante.
"Non me ne frega un cazzo! Dovevi fare in modo di deviare i suoi sospetti, ma hai fallito! Non meriti neanche di avere il suo stesso viso e osi definirti suo fratello!"Rubens lo lasciò andare e si diresse ai lavandini.
Bill cercò di cacciare indietro le lacrime. Le parole appena pronunciate dal ragazzo lo avevano ferito. "Dovevi pensarci prima di inziare a importunarmi!" riuscì ad esclamare sotto voce con un coraggio e una forza che non sapeva neppure di avere.
Sperò che il ragazzo non lo avesse sentito, ma a giudicare dal suo sguardo, lo aveva capito fin troppo bene.
"Io non sapevo fossi suo fratello! E anche dopo che l'ho saputo non ti ho lasciato stare, perché sei uno sfigato e non meriti neppure di portare il suo stesso cognome!"
Rubens aveva infierito ulteriormente con quelle parole e Bill non riuscì più a resistere. Due grossi lacrimoni scivolarono dalle sue guancie e si mischiarono al trucco e al sangue sul viso.
Rubens lo guardò e rise. "Ma la pagherai.." aggiunse disegnandosi un sorriso maligno sul volto.
"Girati!" ordinò e tirò fuori un coltellino tascabile che portava sempre con sé.
"NO!" urlò Bill in preda al terrore "No, ti prego, non di nuovo, lasciami stare!" Cercò di scappare, ma invano. Rubens lo afferrò per un braccio e lo costrinse a voltarsi, mentre gli tirava su la maglietta scoprendo la schiena bianca e piena di graffi non ancora del tutto rimarginati.
"GIù LE MANI DA MIO FRATELLO!" urlò una voce d'improvviso, che Bill riconobbe immediatamente.
Un ragazzo biondo con dei corti rasta raccolti in una coda, identico al ragazzo che Rubens teneva sotto stretta minaccia lo afferrò per le spalle e con una mossa lo allontanò da Bill, facendolo cadere sul pavimento.
"Stai bene?" esclamò osservando i graffi sulla schiena del gemello, che vedeva per la prima volta, e tirandogli giù la maglietta.
"Tomi.." sussurrò il gemello voltandosi per abbracciarlo. Desiderava solo lui e ogni timore sarebbe stato soffocato tra le sue braccia. Ma sul suo viso si disegnò una smorfia di terrore. "TOM ALLE TUE SPALLE!"
Il rasta si voltò e schivò appena in tempo un pugno che lo avrebbe colpito dritto in volto.
"TOM!" Il rasta si allontanò da Bill, che rimase con la schiena contro la parete piangendo, mentre il gemello cominciava a picchiare il suo avversario senza proferire parola, con tutta la forza che aveva in corpo.
"Ha un coltello, Tom! Fa attenzione!" gridava Bill terrorizzato. Il rasta udì l'avvertimento del gemello e riuscì ad afferrare il coltello dell'avversario e gettarlo a terra lontano da lui. Si trovava cavalcioni su Rubens, lo fissò per qualche istante e tornò a picchiarlo senza pietà. Il sangue colava già copioso dal suo viso.
Il coltellino andò a finire ai piedi di Bill che lo guardò confuso e impaurito.
Il combattimento fra i due continuava. Tom alzò lo sguardo per fissare il gemello e Rubens ne approfittò per capovolgere la situazione e avere la meglio. Ora era lui cavalcioni sul rasta.
Bill, ancora dolorante e sanguinante, si chinò e raccolse il coltellino ai suoi piedi.
"SMETTILA!" gridò, puntando l'arma contro la schiena di Rubens. Sarebbe stato pronto a far pagare a Rubens tutti i dolori fisici che gli aveva inferto in quei mesi e i pugni che stava dando al suo gemello.
"Bill!" urlò Tom "Non fare cazzate! Allontanati e posa il coltello!"
Bill guardò il gemello piangendo. Non riusciva a emettere un solo suono. Tutto quello che voleva era vendetta.
"Bill!" urlò di nuovo Tom, ma il moro non lo aveva neppure ascoltato.
"Ha ragione lui!" commentò Rubens "Posa il coltello, Bill.."
"No..." sussurrò Bill "T-Tu.. tu la pagherai.." sibilò tra i signhiozzi con il coltello nelle mani tremanti di fronte a lui.
In un attimo Rubens fu su di lui e prese in mano il coltello puntandolo alla pancia di Bill. Lo teneva fermo stringendogli un braccio.
"BILL! NOOO!" urlò Tom "lascialo andare!" il rasta si alzò avventandosi sull'avversario.
Ma fu troppo tardi.
Accadde tutto in pochi secondi.
Velocemnte, senza via di scampo.
Bill si accasciò a terra, il volto paonazzo e il sangue che scorreva copioso dal suo addome.
"BILL!" urlò Tom disperato. Non si era accorto che Rubens aveva gettato il coltello a terra ed era fuggito.
"no... Bill... no..." Tom toccò la ferita del gemello e poi gli prese la testa tra le mani ormai sporche di sangue.
"Tieni duro... non morire, Bill!" urlò chinandosi a baciargli la fronte e dando sfogo al suo dolore.

***

Eccomi tornata con una nuova Fan Fiction. Faccio una premessa. La storia è nata nella mia testa mentre cercavo di dormire qualche giorno fa a mezzanotte, quindi per ora esiste solo il prologo ^^ ovviamente il resto è nella mia testa ^^ ditemi che cosa ne pensate, se è scritta bene, male, se è bella, fa schifo, insomma quella che volete e io inizio a buttare giù i capitoli che ho in testa.. e saranno tanti ^^
Un bacio a tutte e spero che vi piaccia <3
   
 
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