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Autore: Fe85    11/07/2010    8 recensioni
Tutto questo era molto strano, ma Yuriy era sicuro che prima o poi avrebbe chiarito questa faccenda, dopotutto uno dei suoi migliori pregi (o difetti, dipendeva dalle situazioni) era proprio la testardaggine.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Rei Kon, Yuri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il calore emanato dalle coperte era troppo invitante per essere abbandonato cosi' presto. Tuttavia, Yuriy Ivanov, ormai ventunenne, era consapevole che anche quel giorno doveva adempiere al suo dovere e non poteva permettersi di poltrire ulteriormente: il suo costante rigore era «merito» della ferrea disciplina inculcatagli da Vorkoff durante la sua adolescenza. Con un gesto stizzito, si alzo' a sedere sul letto e si sistemo' lentamente i capelli rossi come rubini, non mancando di lanciare un'occhiata fuori dalla finestra: pioveva a dirotto. Cosa perfettamente normale durante la stagione delle piogge in Giappone.

Ormai erano trascorsi due mesi dal suo arrivo nella terra del Sol Levante e la sua vita aveva preso una piega del tutto inaspettata. Inizialmente non aveva programmato di stabilirsi a Tokyo, la sua doveva essere solo una breve visita a Boris Huznestov, il suo migliore amico, che invece risiedeva nella metropoli gia' da un anno. Ogni volta che Ivanov chiedeva all'amico la ragione per la quale avesse deciso di abbandonare la Russia (e soprattutto i suoi ex-compagni), Boris diventava sfuggente e dribblava abilmente l'argomento.

Forse il  motivo del suo trasferimento ha dei lunghi capelli neri raccolti in un codino, due occhi ambrati e si chiama Rei Kon penso' il Wolborgblader leggermente seccato. Rei faceva parte dei Bladebreakers, la squadra che durante i vari campionati mondiali aveva dato loro maggior filo da torcere, e da un po' di tempo (impossibile quantificare quanto) era diventato il compagno di Boris. D'altro canto, competizioni sportive a parte, Rei e Boris non avevano avuto altre occasioni per frequentarsi, anzi, visto quello che era successo durante la finale del primo torneo, il cinese non avrebbe dovuto nemmeno rivolgere la parola al blader russo che aveva quasi attentato alla sua vita.

Tutto questo era molto strano, ma Yuriy era sicuro che prima o poi avrebbe chiarito questa faccenda, dopotutto uno dei suoi migliori pregi (o difetti, dipendeva dalle situazioni) era proprio la testardaggine. Finalmente, decise di alzarsi e dopo aver preso dal cassetto della biancheria un paio di boxer puliti, si trascino' in bagno e si concesse una doccia. Chissa', forse avrebbe lavato via l'insolito senso di inquietudine che lo perseguitava quella mattina; percepiva che a breve sarebbe accaduto qualcosa e di solito il suo istinto faceva sempre centro. Effettivamente il getto di acqua calda ebbe il potere di tranquillizzarlo, nonostante il suo cervello continuasse incessantemente a riproporgli il volto di Boris. Gli mancavano le loro conversazioni senza senso, gli mancavano i loro battibecchi, gli mancava la loro quotidianita', gli mancava quell'idiota di Boris. Dopotutto ne avevano passate tante insieme e si erano sempre sostenuti l'un l'altro, condividendo sia i momenti felici che quelli tristi. Poi Rei si era frapposto tra loro e aveva rovinato tutto, come quando nei libri o nei film il cosiddetto terzo incomodo si insinuava nelle vite dei due protagonisti, scombussolandole.

Devo smetterla di pensare a queste sciocchezze, non sono abituato a piangermi addosso si sgrido' deciso Ivanov, una volta terminata la doccia. Torno' nuovamente nella sua camera, evitando di prestare attenzione ai risolini provenienti dalla cucina. Senza ombra di dubbio Rei aveva passato la notte con Boris e adesso si stavano scambiando delle tenere effusioni, come una coppietta innamorata. Certe smancerie gli davano il voltastomaco, oppure il suo stomaco era rivoltato a causa della gelosia? Meglio non chiederselo. Preferi' invece concentrarsi sul completo giacca e pantaloni color grigio fumo appeso all’armadio di mogano: odiava vestirsi come un damerino, ma non aveva altra scelta. La sua datrice di lavoro, Sachiko, era molto puntigliosa sull'abbigliamento, come tutte le donne del resto, aveva aggiunto mentalmente Yuriy la prima volta che l'aveva incontrata durante il colloquio per l'assunzione. Era una donna sulla quarantina che portava i capelli castani a caschetto e che amava il suo lavoro; lo dimostrava l'impegno che riversava in esso e il russo l'aveva colpita immediatamente.

« Sono sicura che sarai un valido elemento, Yuriy. Potresti diventare una delle punte di diamante del nostro team » queste erano state le parole di Sachiko, accompagnate da una cordiale stretta di mano.

Una volta vestito, il rosso rifece il suo letto e raggiunse la cucina, permeata da un'invitante profumino di brioche appena sfornate. Se non altro, Rei se la cavava bene tra i fornelli e grazie a lui mangiavano dei pasti decenti al posto dei deprimenti take away.

« Ciao Yu! » lo saluto' allegramente Boris con la bocca piena, mentre Rei si sedeva al suo fianco e si versava nella tazza del latte e dei cereali.

Ivanov ricambio' con un cenno del capo, spalmando su una fetta biscottata della marmellata d'arancia e sentendosi aspro come l'agrume, specialmente nei confronti del suo amico, bevve un sorso di caffelatte.

« Pronto ad un altro giorno di tortura, Yu? » continuo' Huznestov, strizzandogli un occhio e cingendo con un braccio le spalle di Rei.

« Piu' o meno » rispose l'altro con fare pressapochista e indifferente, mentre si allentava il nodo della cravatta che lo stava soffocando.

Dov'e' finito il Boris crudele di un tempo? penso' sarcasticamente Yuriy, pentendosi subito dopo. Il Boris plasmato da Vorfkoff era scomparso anni fa, lasciando posto a quello vero, che era decisamente migliore sotto tutti i punti di vista. Anche il capitano dei Neoborg non era piu' il cyborg costruito dal loro ex-allenatore, anche se aveva mantenuto perfettamente il suo carattere freddo e schivo. Era infatti molto difficile avvicinarlo e ottenere la sua fiducia, l'unico che aveva conquistato questo onore era Boris. Anche un'altra persona stava quasi per riuscirci, ma Yuriy si era accorto in tempo del grosso sbaglio che stava facendo e fortunatamente non aveva mai piu' avuto a che fare con lui.

« Vi saluto, non tubate troppo » li scherni' sarcasticamente Ivanov, uscendo velocemente di casa dopo aver recuperato un ombrello e lasciando Rei vagamente interdetto; Boris invece scosse la testa divertito, abituato al comportamento asociale del suo amico.

Solitamente, quando pioveva la metro era piena zeppa di gente e quella mattina non fece eccezione: Yuriy si trovo' praticamente incollato ad una liceale che stava ripassando matematica con un libro aperto tra le mani. A giudicare dalla sua espressione preoccupata, doveva avere un compito in classe o un'interrogazione. Per un attimo, Yuriy inividio' quella ragazza, lui e gli altri suoi compagni non avevano mai potuto avere una vita normale dato che al Monastero la pressione psicologica regnava incontrastata. Gli venne da chiedersi come avevano potuto essere cosi' ingenui da fidarsi di Vorkoff che aveva riempito loro il cervello di promesse fasulle. Fortunatamente quel periodo apparteneva ormai al passato e nel presente Yuriy si era trovato un lavoro pressoche' stabile e una casa da condividere con Boris.

Anche se credo che presto dovro'  cambiare alloggio a causa di quel gatto randagio. Si riferiva indirettamente a Rei.

Il viaggio, se cosi' si poteva definire, duro' circa mezz'ora, dopodiche' Yuriy scese alla sua fermata e cammino' per altri cinque minuti, giungendo poi a destinazione. La ditta in cui lavorava, la Honō Corporation, era un complesso enorme e moderno, che si occupava dello sviluppo  dei beyblade.  Yuriy sorrise tra se' e se' : non ce la faceva proprio a stare lontano dal suo sport preferito. Ad un tratto noto' una limousine nera parcheggiata davanti all'entrata dello stabile e si chiese a chi potesse appartenere, probabilmente a qualche loro illustre cliente. Scrollo' le spalle e poi supero'  le porte scorrevoli che si aprirono automaticamente al suo passaggio.

Successivamente sali' al secondo piano con l'ascensore, mentre ammirava il panorama sottostante: diverse decine di giovani ragazzi si allenavano con i prototipi da loro creati nei beybladestadium per testare le loro effettive capacita'. Tra di loro noto' il professor Kappa che dava istruzioni e raccoglieva dati: finora non avevano avuto molte occasioni di parlarsi, anche perche' entrambi erano due stakanovisti e soprattutto perfezionisti, immersi completamente nel loro lavoro. Inoltre, tutti i macchinari erano all'avanguardia grazie all'impareggiabile tecnologia giapponese.

« Ehila', chiappe d'oro! » lo accolse scherzosamente Sachiko, la sua capa, intenta a masticare un chewingum all'aroma di limone. Chissa', forse era quella una delle ragioni per cui Yuriy era stato assunto al volo.

« Buongiorno» ribatte' lui educatamente, ma con distacco. I ghiaccioli non si scioglievano mai, nemmeno con la pioggia.

« Il presidente vuole parlarti, si trova nel suo ufficio che e' l'ultimo sulla destra dove c'e' la porta aperta  » lo avviso' lei mentre si soffiava sulle unghie laccate di uno smalto color lilla'. Nonostante la sua eta', Sachiko era una donna piuttosto frivola.

Yuriy la fisso' sorpreso, puntandole addosso i suoi occhi da husky per qualche istante: era la prima volta che aveva l'onore di vedere il presidente da quando era li' e si chiedeva come mai volesse discutere proprio con lui. Gli sembrava di non aver commesso errori e di aver tenuto un comportamento impeccabile.

« D'accordo, grazie » furono le uniche parole del russo che si diresse immediatamente verso l'ufficio in questione, intanto la donna si era nuovamente concentrata sul suo portatile. Mentre percorreva il corridoio, Yuriy cerco' di farsi un'idea di come potesse essere questo famigerato presidente che, a detta di Sachiko, era quasi sempre assente. Se lo immagino' anziano, con dei lunghi baffi bianchi e piuttosto burbero. Un merito pero' doveva concederglielo: aveva creato un impero del beyblade.

Il ragazzo raggiunse in poco tempo il luogo indicatogli dalla sua datrice e busso' lievemente alla porta anche se era gia' aperta.

« Avanti » lo invito' una voce che proveniva da dietro una poltrona di pelle bianca. Una voce che Yuriy conosceva benissimo.

Il capitano dei Neoborg avanzo' di qualche passo, faticando a trattenere lo stupore che aveva suscitato in lui il sentire quella voce. Non ci credeva, anzi non voleva crederci. Mosse le labbra come a voler dire qualcosa, ma le parole gli morirono in gola.

La poltrona si giro' di scatto, mostrando un Kei Hiwatari che esibiva un sorrisetto strafottente in direzione del suo ospite, anzi del suo dipendente.

« Yuriy, ne e' passato di tempo »

Yuriy si ritrovo' improvvisamente con la gola secca e a dover ostentare la solita impassibilita'.

Caro il mio amico istinto, hai fatto nuovamente bingo, ma stavolta preferivo che ti sbagliassi.

 

FE SCRIVE…

Ciao a tutti, e' da tanti anni che non pubblico su questo fandom e spero che questa storia sia di vostro gradimento o perlomeno di aver stuzzicato la vostra curiosita'. Questo primo capitolo e' introduttivo, e man mano verra' svelata ogni cosa, a partire dal significato del titolo che puo' apparire insolitoXD

Ho messo l'avvertimento OOC  per sicurezza, ma cerchero' di fare il possibile per lasciare intatti i caratteri dei personaggi, nel limite del possibile. Tre precisazioni importanti: il termine che ho usato per il nome della ditta di Kei, honō, significa fiamma in giapponese. Inoltre, i pairing definitivi non sono ancora stati scelti. Last but not least, probabilmente ogni capitolo verra' narrato dal punto di vista di un personaggio diverso, stavolta ad esempio e' toccato a Yuriy.

Non ho altro da aggiungere, se non un grazie grande come lo stomaco di Takao a chiunque voglia commentare (sia positivamente che negativamente) e a chi legge soltanto.

Ciao ciao

Fe

 

 

 

 

   
 
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