Immagino sia poco –
anzi, il minimo – dirvi quanto mi dispiace per questo immenso ritardo. Odio il mio computer, lo odio davvero. Potrei
stare qui ad elencarvi tutti i problemi che mi ha dato ma farei notte, e in
più non voglio annoiarvi con queste cose. Forgive
me. ç__ç
Però, beh, rieccomi! ^-^ Decimo capitolo, e stavolta si parla di Pokémon. Anche stavolta è una delle mie ‘prime
volte’, ossia si tratta della mia prima Drew x Vera *-* Aw, spero di non aver fatto casini. In realtà ho
seguito pochissimo l’anime nel corso della sesta serie (e ho smesso del
tutto a partire dalla settima, ma è un dettaglio u.u),
dunque di Drew non è che sappia poi così tanto; spero di non
essere andata troppo OOC. Comunque il prompt mi
sembrava proprio giusto per questi due. xD
Riguardo le due note nel
capitolo precedente: la shot su Kuroshitsuji
ci sarà, almeno spero xD Il prompt più adatto c’è; mi occorre solo
un po’ di sana ispirazione, che mi auguro di non perdere strada facendo. E
riguardo il modo di pubblicazione di questa raccolta, beh, ho pensato che fosse
meglio continuare così – magari più in là
posterò qualcuno dei capitoli che reputo migliori (uhh,
non che siano tanti, eh xD) come shot
singole. Il fatto è che, come giustamente osservato da Akachi, non
voglio perdere il senso originario di questa raccolta.
Grazie per le vostre
opinioni, mi hanno aiutato molto! ^^
Grazissime a tutti coloro che stanno leggendo
queste parole, e grazie soprattutto a:
Elos: Ti dirò, anche a me piace il threesome RiSoKai xD E in realtà è da poco che mi sono
appassionata al Riku x Sora. Riku
è un personaggio un po’ ermetico per me o__ò Con questo non
intendo dire che non capisco come la pensa, ma mi riesce stranamente difficile
raccontare qualcosa dal suo punto di vista. Perciò sono ancor più
felice che la precedente shot ti sia piaciuta! *-*
Akachi: Kyah, una
nuova lettrice! Sono onorata di fare la tua conoscenza! *si inchina profondamente*
Ti ringrazio, sei davvero gentilissima ^^ Spero che continuerai a seguirmi e
che anche i prossimi capitoli ti piacciano! A presto!
Dany92: Naaa, c’erano (e ci sono) tutti i motivi per
infierire xD Ma davvero ti è piaciuta? Davvero-davvero?! *////* Ossantoelle,
ti confesso che avevo il terrore che non ti piacesse, ricordavo bene che non
eri un’appassionata dello shounen-ai… Ma
ora che ti ho fatto piacere anche la mia stupidissima Riku
x Sora posso dire di sentirmi realizzata *__* xD
Grazie davvero, Dany-chan, ci tenevo tanto al tuo
parere!
Vi lascio al capitolo.
Buona lettura a tutti! <3
Ad un soffio
Fandom: Pokémon
Personaggi: Vera, Drew
Genere: Commedia, Romantico
Rating: Verde
Ambientazione: Sesta serie
dell’anime
Prompt: #3. Stuck together
(Appiccicati)
Solitamente,
quando si ritrovava in una situazione spiacevole, Vera stilava con diligenza
dentro di sé tutti i lati negativi del contesto e se li analizzava per
bene, uno alla volta. Diceva a se stessa che quello era l’unico modo per
trovare una via di scampo nei problemi; di fatto, però, la cosa
risultava più utile per arrabbiarsi
meglio – per maledire un problema alla volta.
Dunque, cominciamo.
In
primo luogo, era evidente che il Team Rocket aveva
deciso di cambiare stile. Che avessero capito che una buca più piccola avrebbe
limitato i movimenti dei suoi occupanti o che avessero semplicemente voluto
risparmiare sul lavoro di vanghe, poco importava; il risultato invariabile era
quello di un cubicolo minuscolo in cui a malapena passava ossigeno sufficiente
a respirare. Perciò, maledetti loro, come sempre.
In
secondo luogo c’era il fatto che tutti i suoi pokémon
erano rimasti al Pokémon Center, sotto le cure
dell’infermiera Joy di turno, il che costituiva già di per
sé una catastrofe – perché senza le liane di Bulbasaur non vedeva proprio come avrebbe potuto uscire di
lì. Andando ad aggiungervi l’evidente intenzione del Team Rocket di dirigersi proprio al suddetto Pokémon
Center, c’era già di che disperarsi. Perciò, maledetto Team
Rocket, di nuovo.
In
ultimo, ma non per importanza, Ash non l’aveva
vista uscire, e sicuramente ci avrebbe messo un bel po’ ad accorgersi
della sua assenza e di ciò che le era successo. Perciò, maledetto
A…
«
Potresti smetterla di agitarti tanto, per cortesia? È già la
terza volta che mi pesti un piede. »
Ah,
già. E c’era anche lui.
«
Si può sapere perché continuo ad incontrarti ovunque? Non mi
starai pedinando, per caso? »
«
Oh, no, tranquilla. Se mai mi verrà voglia di pedinare una ragazzina che
non sa nulla su come si diventa coordinatori, te lo farò sapere. »
«
A chi hai dato della ragazzina?! »
Lui aveva
attraversato le porte di vetro con un sorrisetto di scherno, e lei aveva
piantato in asso i suoi compagni e gli era corsa dietro.
«
Povero principino viziato, la mamma non ti ha detto che bisogna essere gentili
con le ragazze? »
«
Ma guarda un po’. Pare che ora sia tu a seguire me. »
«
Sì, certo, ti piacerebbe, eh? Guarda che ti perseguiterò
finché non mi avrai chiesto scusa. »
«
Che tecnicamente equivale a ciò che ho detto io. Mi stai seguendo. »
«
… Invece no! »
«
Lo dicevo. Sei solo una ragazzina. »
«
E tu sei un essere insopportabile! »
Si erano fermati a
scrutarsi, torvi, l’uno di fronte all’altra, e all’improvviso
la terra sotto i loro piedi era franata.
Sopra
di loro, tre voci li avevano esortati a prepararsi a passare dei guai.
Guai molto grossi, appunto.
Vera
si scostò quel tanto che lo spazio ristretto le consentiva, ma era
ancora – e suo malgrado – incastrata lì, tra la parete di
terra ed il petto di una delle persone più irritanti dell’universo
dopo quella peste di fratello che si ritrovava sempre appresso.
«
Oh, scusami tanto, signorino ‘sono-intoccabile-mantengo-sempre-il-sangue-freddo’,
ma ti faccio notare che siamo finiti in una trappola. »
A
poca distanza dal suo viso, Drew inclinò la testa da un lato e le
indirizzò un sorriso ironico.
«
Ma dai? Non ci sarei mai arrivato da solo. Allora sei intelligente, qualche volta. »
Se solo avesse potuto
muovere appena un po’ di più le braccia lo avrebbe ammazzato.
«
Invece di sprecare tempo ed energie prendendomi in giro, perché non
provi a fare qualcosa per farci uscire? »
«
Mi rincresce molto, ma ho ancora qualche problema con la levitazione. »
«
Parlavo di usare i tuoi pokémon, genio. »
«
Ero al centro medico come te, nel caso avessi dimenticato. Anch’io ho
lasciato i miei pokémon lì. »
«
Oh, no, non è possibile! » Vera perse tutta la voglia di
lanciargli frecciatine. Disperata, sollevò le mani e prese a tastargli i
vestiti, in cerca di una qualsiasi pokéball,
di una qualsiasi speranza. «
Non può essere, non può essere… Non
posso trovarmi davvero in questo pasticcio con te. »
Questa
volta Drew non rispose. Vera ci mise un po’ a rendersi conto che, fin da
quando lei lo aveva toccato, si era irrigidito nervosamente. Sollevò lo
sguardo e, ad un soffio dal suo viso – era una sua impressione, o era arrossito? – si ritrovò
a pensare che non aveva mai notato quanto i suoi occhi fossero…
verdi… quanto fossero intensi.
Poi
si ricordò di aver lasciato le mani inerti sul suo addome, e
scattò indietro con uno squittio sconvolto. Neanche a dirlo, il colpo
della parete della trappola sulle sue scapole fu tanto forte da farla ritrarre
di nuovo, sbilanciandola in avanti; soltanto allora Drew si mosse, alla
velocità del fulmine, circondandole la vita con le braccia perché
non gli precipitasse addosso in tutto il suo peso.
Vera
rimase immobile contro di lui, gli occhi [terrorizzati]
all’altezza dell’incavo della sua spalla, le guance che sfioravano
il tessuto della sua maglietta, il respiro affannoso. Per qualche motivo
assolutamente illogico, il cuore prese a batterle all’impazzata, e
sembrò fermarsi di botto quando Drew chinò la testa per parlarle
direttamente nell’orecchio.
«
Possibile che tu debba essere sempre così goffa, ragazzina? »
Il
fremito che le provocò quel sussurro tra i capelli fu tale da impedirle
persino di aggredirlo.
A
quale punto era arrivata? Il quarto, giusto? Bene. Maledetto Drew.
Ora
non poteva fare altro che aspettare con ansia che Ash
e gli altri sventassero i piani del Team Rocket e li
trovassero. Già, aspettare… con ansia… che…
Drew
fece scorrere una mano sul suo fianco, su, su lungo la schiena, mentre la sua
bocca si spostava verso il suo viso.
… ma anche no.