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Autore: SereILU    20/07/2010    5 recensioni
Che posso dire… parlerà di Sirius Black. Ok, è poco così? Mmmm… Parlerà di un amore di Sirius Black. Meglio? Ma si dai, non voglio anticipare altro. Ah si, la protagonista femminile è un personaggio originale creato da me. Quindi buona lettura... "Mi chiamo Cassandra Light e al tempo in cui conobbi Sirius Black avevo 17 anni e frequentavo Hogwarts.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Hola a todos! Allora… mi dispiace che in pochi abbiano letto il prologo, ma so che era corto e che non può aver interessato molti. Ma ci riprovo, perché la speranza è l’ultima a morire u.u.

La storia in sé, come credo abbiate capito è ambientata nel 1977, quando Sirius Black e i suoi amici erano a Hogwarts.

Buona Lettura!

 

Capitolo 1

The Beginning

 

Il banchetto di inizio anno.

Nella sala grande c’era un gran baccano tra chiacchiere, risate e posate poggiate sui piatti. Era sempre stata la mia parte preferita del ritornare a scuola, perché tutto questo significava un nuovo anno, tante avventure e purtroppo anche tanti compiti.

E quell’anno sarebbe stato l’ultimo ad Hogwarts. Il settimo anno. L’inizio e la fine di tutto. Avrei sostenuto i M.A.G.O e poi il mondo si sarebbe aperto davanti a me e agli altri studenti dell’ultimo anno.

Ma in quel momento non mi importava.

Avevo i miei amici, e loro erano la cosa più importante. Avevo l’amore? No, ma avevo smesso di cercarlo. Avevo preso un sacco di porte in faccia, come tutti gli adolescenti.

Sta di fatto che per il settimo anno mi ero ripromessa di impegnarmi, finire gli studi con buoni voti e cercare un buon lavoro al Ministero come mia madre, da tempo a capo dell’Ufficio Internazionale della Legge sulla Magia. Ci sarei riuscita? Non lo sapevo. Ma la speranza è l’ultima a morire.

Quando ormai il banchetto stata giungendo alla sua conclusione il preside si alzò. Silente incuteva un certo timore reverenziale, ma nei suoi occhi c’era sempre tanta indulgenza. Era diventato preside l’anno in cui io arrivai a Hogwarts e si era sempre comportato in modo impeccabile, anche se avevo sentito dire che non tutti i maghi erano suoi sostenitori. Mi chiedevo come fosse possibile, aveva anche sconfitto il mago Grindelwald, che da quello che mi avevano raccontato, aveva portato un sacco di scompiglio fuori dai confini inglesi.

Istantaneamente calò il silenzio. Pochi sapevano catturare l’attenzione come Silente.

“Innanzitutto” cominciò “un benvenuto agli studenti del primo anno e un bentornato a tutti gli altri! Oggi comincia un nuovo anno ad Hogwarts e sono sicuro che tutti voi vi impegnerete fino in fondo, perché come saprete, viviamo in tempi difficili, dove il male rischia di prendere il sopravvento su tutti noi. E una mente libera e organizzata ci permetterà di scegliere la via migliore”. Il suo sguardo vagò sulla sala grande, soffermandosi su ognuno dei tavoli. Notai che si soffermava di più al tavolo dei Serpeverde. Non me ne stupii, tutti conoscevamo la loro fama. Pochi istanti dopo il preside riprese.

“Vorrei quindi augurarvi la buonanotte, sperando che domani siate tutti freschi e riposati per un buon inizio di lezioni. Naturalmente per qualunque domanda potrete rivolgervi ai Prefetti e ai Caposcuola che saranno sempre a vostra disposizione.” Si interruppe, pensieroso. Lanciò un altro sguardo alla sala, come se cercasse qualcuno, anche se il suo sguardo sembrava concentrato su qualcosa che noi non potevamo vedere.

“Ho solo un’ultima cosa da dirvi” riprese, “state attenti. Con la magia non si scherza, non si gioca. C’è gente che crede che possederla equivalga a possedere il mondo. Ma non è così. È un dono. Meritiamocelo. Buonanotte!”.

E con quella frase enigmatica e un sorriso leggero tornò a sedersi al tavolo degli insegnanti.  

 

Rimasi perplessa e guardandomi in giro notai altri sguardi interrogativi come il mio. Sapevamo che giravano voci su un mago che tentava di prendere il potere, ma sapevamo anche di essere al sicuro. Al mio fianco Elena, la mia migliore amica si alzò e si stiracchiò. Eravamo amiche fin dal primo anno ed era sempre stata al mio fianco.

“Dai andiamo” mi disse sbadigliando, “ho così tanto sonno che mi stenderei su una panca e dormirei qua in Sala Grande”. Sorrisi, sarebbe davvero stata capace di farlo. Feci per alzarmi anche io quando all’improvviso sentimmo una grande esplosione dal tavolo dietro il nostro.

Ci voltammo tutti. Un denso fumo rosso e oro si stava alzando dal tavolo di Grifondoro e, in mezzo a quello, era comparsa un’enorme testa di leone. Tutti i Grifondoro lanciarono urla orgogliose e di scherno, non avevo dubbi, verso i Serpeverde che dall’altra parte della sala avevano cominciato a fischiare sonoramente.

Mi voltai verso il tavolo degli insegnanti e vidi la McGranitt alzarsi e dirigersi a passo svelto verso il tavolo della sua casa. La seguii con lo sguardo e la vidi puntare il dito verso quelli che secondo lei dovevano essere i colpevoli. In quel momento mi accorsi anche io dei quattro ragazzi che erano piagati in due dalle risate e che continuavano a far uscire fumo colorato dalle bacchette.

“Esibizionisti!” mormorai.

Erano Potter e i suoi compari. C’era da immaginarselo.

 James Potter, cercatore della squadra di Quidditch, mente brillante e allo stesso tempo gran combinatore di guai. Capelli sempre spettinati, sguardo superbo e fiero di essere un campione di Grifondoro. E dove c’era lui c’era anche Sirius Black, fiera eccezione di un’orgogliosa famiglia di purosangue Serpeverde. Anche lui era uno studente sveglio e intelligente, in contrasto con la sua “fedina penale” non proprio pulita, almeno secondo Gazza. Era bello, non si poteva negare, con quegli occhi grigi e l’aspetto quasi trasandato che faceva sospirare tutte le ragazzine del primo anno.

Con loro, nella speranza forse di calmare le loro inclinazioni casiniste, c’era anche Remus Lupin. Di lui sapevo poco o niente, solo che aveva una salute cagionevole e si ammalava spesso, cosa che, avevo sentito, aveva preso da sua madre, anche lei spesso malata. Ma era stato un Prefetto e era un ragazzo che non voleva grane, molto tranquillo. E infine il piccolo Peter Minus. Non mi piaceva, era un viscido adulatore e stava con Potter e gli altri solo per poter brillare di luce riflessa.

Sta di fatto che ne avevano combinata un’altra. Beh, avevano stile, questo dovevo ammetterlo. Ma erano solo degli esibizionisti in cerca di gloria.

Elena mi guardò e qualcosa nella mia espressione la fece scoppiare a ridere. Aspettai che si riprendesse prima di chiederle cosa diavolo avesse da ridere. Quando smise mi rispose. “Nulla… sembra solo che tu abbia appena ingoiato qualcosa di orribile… sei leggermente schifata per caso?”.

“Si nota così tanto?” le chiesi, leggermente imbarazzata. Lei rise di nuovo. Alla fine, senza rispondermi scosse la testa e mi prese per un braccio iniziando a trascinarmi su per la scalinata di marmo. La sala comune di Corvonero si trovava in una delle torri del castello, opposta a quella di Grifondoro. Arrivate davanti alla liscia porta nera la trovammo già aperta, con gli studenti che si affrettavano ad entrare per poter andare a letto.

“Uffa, non abbiamo sentito la parola d’ordine!” si lamentò Elena. Io le battei una mano sulla spalla. “Non fa niente dai…” le dissi, “tanto sai che le indovino sempre io!”. Mi lanciò un’occhiataccia e scoppiai a ridere. Entrammo insieme agli altri.

Mi sentii a casa. Gli arazzi blu e bronzo, il soffitto e il pavimento stellato. E la bellissima Priscilla Corvonero che salutava il nostro ingresso con la sua espressione dura e bella allo stesso tempo.

Un ingegno smisurato per il mago è dono grato.

Salimmo verso i dormitori. All’improvviso tutto il peso della stanchezza mi rovinò addosso e lentamente ci infilammo a letto, senza la minima voglia di parlare.

“Buonanotte” disse la voce di Elena da qualche parte alla mia sinistra.

“’Notte” mugolai io in risposta prima di scivolare nel sonno.

Quella notte sognai un’enorme testa di leone che mi inseguiva.

 

La mattina dopo al tavolo della colazione il professor Vitious ci distribuì i nostri orari.

“Oh perfetto” disse Elena “Rüf alla prima ora di lunedì!”.

“Beh, almeno possiamo aumentare le nostre ore di sonno” le risposi “e poi conosci benissimo l’utilità di Storia della Magia no? Ci aiuta a capire il passa..”.

“Sì, capire il passato per cambiare il futuro! Me l’avrai ripetuto centinaia di volte in sei anni che ci conosciamo!”. Mi piacevano le frasi fatte e ne usavo un sacco. E mi piaceva leggere e studiare. Forse il mio cervello funzionava male.

Mangiammo e ci dirigemmo verso l’aula di storia della magia.

Naturalmente la lezione di Rüf fu noiosa come tutte le altre e anche se ero più che sveglia mi limitai a prendere solo qualche appunto sulla Rivolta dei Folletti del 1612. Uscimmo dall’aula stiracchiandoci e sbadigliando. Non era possibile che un professore riuscisse a mantenere lo stesso tono di voce per più di un’ora. Mi fermai a controllare l’orario, che già avevo dimenticato. Pozioni. Bene, lezione nei sotterranei super impegnativa per cominciare bene l’anno scolastico. Mentre rimettevo la scheda nello zaino sentii un gran trambusto alle mie spalle e mi voltai appena in tempo per vedere Severus Piton e James Potter con le bacchette a pochi centimetri dai rispettivi nasi. Vedevo Lupin indeciso se intervenire e Sirius Black che se la rideva apertamente, probabilmente già pregustando un bel duello. Fortuna volle che il Professor Lumacorno passasse là in quel momento, probabilmente anche lui diretto alla sua aula per la lezione ed evitò la rissa. Arrivati nei sotterranei il professore fece l’appello. Non eravamo rimasti in tanti a sostenere i M.A.G.O in Pozioni.  Oltre me ed Elena c’erano Potter e la sua banda e Lily Evans per Grifondoro e un gruppetto di Serpeverde tra cui Severus Piton. Quel giorno Lumacorno aveva preparato l’Amortentia e noi dovevamo semplicemente cercare di farne un imitazione decente per la fine della lezione. L’Amortentia era una delle mie pozioni preferite. Amavo gli odori che sprigionava per me: libri nuovi, rosa e albicocca. Ci mettemmo subito a lavoro e per la fine della lezione avevamo quasi tutti ottenuto una pozione che secondo il libro doveva essere color “Lilla scuro”. Tutti tranne Peter Minus, che non si sa come era riuscito a fondere il suo calderone e a trasformarne il contenuto in una massa solida. Naturalmente il migliore era stato Severus Piton. Era l’unica cosa per cui lo invidiavo. Era davvero bravo.

Uscendo dal sotterraneo notai Sirius Black e Potter confabulare indicando Piton. Mi facevano venire il nervoso, erano sei anni che non facevano altro che tormentarlo. Magari non era un tipo molto raccomandabile, avevo sentito che lui e i suoi amici Mulciber e Avery si divertivano un mondo a fare dispetti molto pesanti. L’anno prima non pochi ragazzi erano finiti in infermeria per colpa loro. Ma non lo avevo mai visto infastidire davvero Potter e gli altri, forse perché in quattro contro uno sapeva di non avere chance. Mentre poi attraversavamo la sala d’ingresso capii il perché di quel confabulare. All’improvviso Piton finì a gambe all’aria, come se dei ganci invisibili fossero attaccati alle sue caviglie. Tutti scoppiarono a ridere tranne i Serpeverde e Lily Evans che raggiunse in fretta la sala grande senza voltarsi. Anche se era difficile non ridere alla vista del corpo scomposto di Piton che galleggiava a mezz’aria cercai di non farmi prendere dall’ilarità. Avevo un senso di giustizia troppo forte per starmene a guardare senza far nulla. Tirai fuori la bacchetta e mormorai “Liberacorpus”. Piton cadde a terra con un tonfo sordo e si rialzò velocemente con la bacchetta puntata contro Potter.

“Non dovevi farlo…”.

James per tutta risposta scoppiò a ridere.

“Perché sennò che fai? Mi tiri addosso il calderone?”.

Al suo fianco Sirius iniziò a ridere sguaiatamente, anche se ogni tanto notai che aveva cominciato a lanciarmi occhiate di sbieco. Fortunatamente anche il professor Lumacorno aveva deciso di pranzare nella sala grande e ancora una volta il suo arrivo evitò una lite.

Mi diressi di nuovo verso la sala per pranzare ma all’improvviso qualcuno mi afferrò per un braccio. Mi voltai scocciata, non mi andava di perdere tempo. Sirius Black mi fissava con sguardo d’accusa.

“Perché l’hai liberato? Non erano affari tuoi!”.

“Tu vieni a farmi la predica? Non mi pare che attaccare alle spalle sia molto corretto, no?”.

“Quello che facciamo non sono affari tuoi!” ripeté, ma non sembrava arrabbiato, solo scocciato.

“Senti, bell’imbusto. Tutti sono capaci di attaccare qualcuno alle spalle. Io sono intervenuta perché mi danno fastidio i bulletti come voi che non hanno nulla di meglio da fare che rompere le scatole alla gente”. Feci per voltarmi di nuovo ma Sirius mi fermò ancora.

“Credi che Moccios ehm Piton sia un angioletto per caso?”.

“No, ma io non giudico nessuno e non sto dalla parte di nessuno. Siete stati dei codardi ad attaccarlo alle spalle in quel modo. Questo è quello che penso”.

All’improvviso nei suoi occhi comparve qualcosa che interpretai come rabbia. Istintivamente feci un passo indietro. Probabilmente se ne accorse perché sorrise gentile.

“Scusa, è che non mi piace che la gente mi chiami codardo, mi sembra di aver dimostrato in più di un occasione che la paura non fa parte della mia varietà di emozioni”.

Mi venne da ridere ma riuscii a trattenermi. Certo, mandare Gazza fuori dai gangheri era una grande impresa di coraggio.

“Si va bene, hai ragione” dissi per levarmelo dai piedi, “ora dovrei davvero andare, oggi pomeriggio avrei lezione e vorrei mangiare”.

Sirius sorride leggermente e con un inchino ironico mi fece segno di entrare nella sala grande. Io per tutta risposta sbuffai e gli voltai le spalle dirigendomi a passo svelto verso il tavolo di Corvonero.

“Cosa voleva Black?” mi chiese Elena che aveva visto la nostra conversazione da lontano.

Nulla… solo darmi una lezione di vita...” borbottai sarcastica.

“Cosa?”.

“Nulla. Una roba di Pozioni”.

 

Credo che quel giorno cambiò il corso degli eventi che mi aspettavano nel corso del mio settimo anno ad Hogwarts.

 

 

Writer’s Corner:

Meglio? Beh, da critica quale sono di me stessa, credo che possa essere piaciuto molto di più dello stiracchiato prologo u.u

Quindi si accettano tutte le recensioni, positive e negative!

SereILU

   
 
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