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Autore: AlessiaFFWriter3    23/07/2010    1 recensioni
E' la notte della liberazione del mondo dei maghi dalla minaccia di Lord Voldemort e un uomo abbandona una neonata di fronte ad una casa di Hogsmeade. E se ventidue anni dopo Harry e i suoi compagni di sempre dovessero scoprire che la lotta contro il male non è affatto finita? E se poi una ragazza sconosciuta venisse a bussare alla loro porta dicendo di volerli aiutare? Siate clementi, è la mia prima FF!
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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- L'erede dei Riddle -


PROLOGO

La neonata piangeva nella sua culla.
Non aveva casa e non aveva famiglia, ormai.
L'uomo ferito fece un passo sbilenco nella sua direzione e la prese con il braccio tatuato. Gli occhi assenti vagarono per un momento sul piccolo collo della bambina, dove scintillava una catena d'argento che sosteneva un pesante medaglione.
Le strade di Hogsmeade erano popolate da maghi in festa quella sera. Ma non c'era nulla da festeggiare  per lui, né per la bambina, perché, se avessero saputo chi erano, non ci sarebbe stato scampo per nessuno dei due.
Guardò ancora una volta la neonata e un paio di occhi neri e brillanti le risposero intelligenti. Lui le spostò un ciuffo di soffici capelli dalla fronte e lei gli afferrò il dito con la mano, sorridendo per mostrare una bocca rosea e sdentata.
L'uomo non rispose al sorriso.
Doveva scappare e non essere visto.
Ma le urla di gioia erano dappertutto e non poteva incamminarsi per le strade principali. I segni del suo schieramento erano ben visibili su di lui e lei avrebbe corso dei rischi.
Gli ordini erano stati chiari: proteggi la bambina a costo della vita. Sistemala in un luogo sicuro, dove potrà crescere sviluppando i suoi poteri, e un giorno la troveremo e torneremo a prenderla.
Non si discutevano gli ordini.
La sua scelta era caduta sul villaggio di Hogmeade: un posto così vicino al luogo per loro più pericoloso del mondo in quel momento non sarebbe mai stato sospettato.
Girando l'angolo, vide un orfanotrofio e il suo primo impulso fu quello di abbandonare il fagotto ad una strega e di fuggire il prima possibile. Ma ricordava cosa gli era stato detto: Evita gli orfanotrofi, e così fece.
Le voci si fecero più vicine e il panico si impossessò di lui.
Vide una casa vicina, nascosta a sguardi indiscreti, e lasciò la bambina, assicurandosi che il medaglione piegato e rotto fosse ancora al suo collo. Sarebbe stata l'unica cosa che li avrebbe potuti condurre a lei.
Si affrettò a scrivere il suo nome su un pezzo di carta e pregò chiunque la trovasse di prendersi cura di lei, perché la sua famiglia era morta.
<> Disse, abbandonando sulle scale la piccola, che, infastidita dal gelo del pavimento, si mise a piangere.
Quando l'uomo fu colpito al petto da una maledizione era già lontano, ormai.

*                    *                    *

VENTIDUE ANNI DOPO

Il treno si fermò sbuffando e cigolando al binario di King's Cross.
Era giugno e Hogwarts chiudeva come ogni anno per le vacanze estive, riportando i giovani maghi alle loro famiglie.
Harry e Ginny Potter sorrisero mentre guardavano i loro i loro figli scendere dal vagone trasportando dietro di loro i pesanti bauli.
James stava stuzzicando il fratello Albus, mentre Lily, l'aria molto scocciata a causa dei loro continui litigi, camminava dritta per dritta in direzione dei genitori: le erano molto mancati durante la lunga assenza dalle vacanze natalizie ad ora.
Harry sorrise ripensando ai giorni in cui era stato lui a salire su quel treno: certo, ne aveva passate di avventure.
Anche Ron ed Hermione erano lì con lui ad aspettare che i figli arrivassero.
<> Urlò Ginny abbracciando i loro figli.
Harry sorrise e li abbracciò a sua volta, ma mentre lo faceva una sensazione strana lo avvolse e, per la prima volta dopo anni ormai, la cicatrice bruciò.
Si ritrasse spaventato: nessuno, per fortuna, se ne era accorto e si era trattato solo di una fitta momentanea.
Eppure, c'era stata.
Gli occhi, involontariamente, scivolarono alla sua destra, come richiamati da una forza sconosciuta.
La folla era in movimento, ma lei era ferma in mezzo al flusso.
In un attimo, fu come se niente attorno a lui avesse più colore. C'era solo la ragazza in mezzo alla strada.
Un sorriso malizioso sul bel viso e una scintilla negli occhi neri tanto quanto i capelli lunghi, che le ricadevano morbidi e mossi sulle spalle.
I suoi occhi erano fissi su di lui e Harry si sentì all'improvviso scoperto, inprotetto e sussultò.
La bocca della ragazza si piegò in un sorriso divertito e il dito indice si posò sulle labbra, intimandogli di mantenere il silenzio.
Poi tutto riprese a scorrere e Harry distolse lo sguardo.
In quella frazione di secondo lei era scomparsa.
Nessuno se n'era accorto tranne che lui, a tal punto che, se non fosse stato per un insignificante particolare, avrebbe pensato fosse stato tutto frutto della sua immaginazione. Dopo ventidue anni, la cicatrice bruciava di nuovo.
  
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