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Autore: Lover    24/07/2010    2 recensioni
Leggendo alcune fanfiction su Carlisle, mi sono resa conto di come si sia sempre tentato di fare delle ipotesi sul suo passato. Ho notato anche che sono poche nella nostra amata lingua, perciò ho deciso di approfittare. Questa fanfiction tratta la storia di Carlisle prima e dopo Edward, piccoli problemi di cuore compresi! Prevalentemente yaoi, shounenai, slash, insomma omosessuale!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: Carlisle Cullen, Edward Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo primo

Una nuova vita


Carlisle diede altre due bracciate e lasciò che la corrente lo depositasse, come un fiore di sconosciuta provenienza e nordica bellezza, sulla sabbia di una spiaggia. Fortunatamente deserta, questa gli offrì il primo benvenuto in Europa. In Europa continentale, ovvio.

A malincuore aveva lasciato la terra che gli aveva dato i primi natali, sia di una vita che dell'altra. Delle due, rimpiangeva soltanto la prima: dalla seconda fuggiva sin dal primo suo nuovo respiro. Anche per questo era stato costretto a lasciare la Gran Bretagna, con le sue praterie verdi ed i giorni pieni di nebbia. L'aveva fatto anche perché aveva capito di non aver un futuro in quel posto, che lo teneva così saldamente ancorato al passato. Si mise in piedi e si scrollò di dosso l'acqua marina: il profumo del sale gli permase fra i capelli, ciocche di un biondo pallido su cui il sole si crogiolava di bellezza e non di calore. Si voltò e diede l'ultimo saluto alla sua terra natia, al di là delle onde, così come all'acqua stessa, che l'aveva cullato come un indesiderato figlio per giorni. Dal suo ventre era caduto sulla terra, quella terra che ora gli copriva la camicia e la pelle di milioni di granelli d'oro, pronto per rinascere ancora.

Si voltò ancora, verso la patria sconosciuta che gli si estendeva di fronte. Pronto per una nuova vita.

Non aveva bisogno di riposare, nemmeno dopo una nuotata simile, e quella caratteristica non smetteva mai di stupirlo. Nonostante si sentisse ancora fresco, quindi, e pronto per cominciare una nuova avventura, si lasciò scivolare sulla spiaggia e decise di godere del cielo azzurro per qualche istante. L'azzurro da sempre lo appacificava, ma da quando il suo cuore aveva cessato di battere gli dava una malinconia incredibile perché gli riportava alla mente il colore delle sue iridi. Ormai perduto. Quella malinconia e quel senso di perdita irreversibile lo riportarono a riflettere sul suo passato. Pensò che era l'occasione giusta per congedarsi dai ricordi, quella spiaggia abbandonata e quel cielo nuvoloso di pensieri. Là, dove la terra abbracciava il mare e veniva da questo baciata, avrebbe detto addio a ciò che era stato.

Un umano, era stato. Innanzitutto un umano, figlio di un pastore rispettabile e di una madre affettuosa ed amorevole. Un figlio docile, amato ed amante, che mai aveva pensato di tradire la fiducia dei suoi padri. Dover involontariamente deludere il loro affetto l'aveva ferito più di ogni altro morso.

I morsi, si. Era stato morso da una creatura tanto forte quanto spregevole, che l'aveva attaccato come un predatore fa con la preda e l'aveva reso vittima della sua gioventù. Immortalato in quell'attimo di fatale agonia, il suo volto era stato percorso dai brividi dell'immortalità ed ancora adesso sentiva gli spasmi di quel dolore.

Il dolore, giusto, ma mai intenso quanto la fame. Assetato, era stato, e si era fatto prima suicida e poi cacciatore a sua volta per sfuggire ad un destino più tremendo della morte. Aveva pregato nel folto dei boschi di morire, di svanire, di polverizzarsi nel nulla o semplicemente smettere di respirare. Che tipo di creatura era quella che riusciva a vivere senza il sole, senza l'aria, senza l'amore e senza un cuore funzionante? Che tipo di creatura era diventato?

Un fantasma, uno spettro di quel Carlisle che tanti avevano amato e chissà quanti avevano rimpianto, questo era stato.. Suo padre l'aveva rimpianto? Se lo chiedeva spesso. Non avevano mai trovato il suo corpo senza luce e senza vita sdraiato in qualche strada buia. Aveva capito, il pastore, che era stato morso e che non era più il figlio che aveva cresciuto.

Crescere. A furia di cercare di morire non era mai morto, a furia di pregare per la luce non era mai stato illuminato. Alla fine, però, la luna l'aveva colpito con raggi divini e gli aveva mostrato come uno come lui poteva essere moralmente e spiritualmente sé stesso. Si era fatto cacciatore, ma non di corpi umani inermi e deboli ma di animali. Selvaggina, come quella che era solito mangiare quando era piccolo e umano.

Umano, umano era stato. Ed ora non lo era più. Era un vampiro. Non lo considerava fortunato, quel gioco del destino, ma da qualche tempo aveva cominciato a vederlo sotto diversi aspetti.

Sfumature, le si potrebbe aver definite.

Da tante sfumature era nato un sospetto, da un sospetto un'idea, da un'idea un sogno, da un sogno un progetto e dal progetto la voglia di vivere ancora. E quindi scappare, scappare da quel paese che ormai lo soffocava e cercare pezzi di quel Carlisle dilaniato e diviso in un altro luogo. Aveva cercato ed approfondito, studiato fino a non capire più quale fosse la volontà e quale la realtà. Le sue ricerche l'avevano portato a nuotare fino al di là del canale, a toccare le sponde del continente. Da lì avrebbe raggiunto il suo obiettivo. Avrebbe ricominciato la sua esistenza da capo, senza costrizioni né ingombranti ricordi. A ricordargli chi era stato e chi voleva diventare ci sarebbe stata la croce del Padre, che stringeva fra le mani. Avrebbe tenuto per sé solamente gli insegnamenti che il tempo aveva scelto di donargli. Voleva votare la sua vita agli altri, voleva diventare un medico, voleva studiare come un qualsiasi altro studente ma essere il più bravo, voleva trovare compagnia.

Voleva illudersi, almeno su quella spiaggia deserta stesa sotto un cielo dove le nuvole viaggiavano pigramente come viandanti pensierosi, che avrebbe trovato il calore perduto. L'integrazione.

Sbatté i grandi occhi color ambra e si alzò, scuotendosi di dosso tutta la tristezza. Si dipinse sul volto un bel sorriso e concesse al vecchio Carlisle solo una lacrima. Si inchinò al suo passato e si rivolse al futuro. Il futuro che l'avrebbe visto completo e felice e, sperava, non più diviso fra realtà e volontà.

Una nuova vita.

Commenti dell'autrice

Ecco il primo capitolo! Come si è già intuito, introduzione e narrazione intendo, saranno per la maggior parte incentrati sul punto di vista di Carlisle! Vi prometto che aggiornerò il più frequente possibile.

Alla prossima, Love.

  
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