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Autore: ENS    02/08/2010    0 recensioni
Una piccola raccolta di brevi momenti della vita dei personaggi. Verterà su tutti, anche i "cattivi", indiscriminatamente. Metto rating arancione e spoiler per sicurezza.
Genere: Generale, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Le tre anime immortali

 

I rumori della foresta erano musica per le sue orecchie. Ascoltò gli uccelli preparare il nido, scoiattoli saltare da un ramo ad un altro degli alberi in cerca di cibo, gioiosi di quelle presenze.

Gli animali si sentivano al sicuro, lontani da ogni male. Sapevano che quelle curiose creature non avrebbero fatto loro alcun male. Erano estremamente simili a quegli esseri malvagi che li cercavano e li uccidevano, per mera fame. Ma l’aura di pace e benessere emanata dai nuovi arrivati non lasciava alcun dubbio. Elfi.

“Guardate gli animali, ci guardano come se fossimo Dei scesi in terra, pronti a salvarli da ogni male.” Uno degli elfi era divertito.

Una donna elfica, al suo fianco, sbuffò. “Faolin, silenzio” lo rimbeccò “Galbatorix avrà certamente sguinzagliato i suoi servitori per catturarci.”

Il volto di Faolin si adombrò. “ Certo” sospirò “Scusami, Arya.”

Gli elfi erano tre. Cavalcavano cavalli dal pelo fine e le gambe agili, perfetti per lanciarsi al galoppo. Gli occhi lucenti ed intelligenti delle fiere cavalcature guizzavano placidi da una parte all’altra del sentiero tracciato nella foresta. La donna aveva disposti sui due lati gli altri due compagni di viaggio. Essa aveva una fine cascata di splendidi capelli corvini, luminosi alla luce lunare. Il viso perfetto e sottile rivelava una ragazza, forse da poco divenuta donna. Ma, si sa’, spesso l’aspetto degli elfi è ingannevole. I suoi due occhi brillavano come smeraldi. Il corpo flessuoso e sottile, dalle forme dolci e proporzionate nulla rivelava della sua enorme e sovrannaturale forza. Cavalcava con fare imperioso, come se lei fosse la regina di tutto ciò che si potesse vedere fino all’orizzonte ed oltre. I due cavalieri non erano da meno: quello alla destra della dama (non credo infastidisca nessuno se utilizzo il termine di Cristopher Paolini. ndA), Faolin, era giovane, come la dama, snello e robusto. Portava una larga tunica, arrivantegli fin sotto le ginocchia. I capelli, lunghi fino alle orecchie a punta, erano castani. Cavalcava con impeto, a stento represso dalle occhiatacce che la donna gli lanciava. Il cavaliere di sinistra era il più alto. Raramente gli elfi potevano considerarsi massicci. Costui poteva: la grandezza, robustezza e forza del suo busto venivano rivelati dalla pesante armatura grigia che portava. Il pettorale era un unico pesante pezzo, con l’allacciatura su un fianco. I proteggi-spalle erano enormi e mobili, per lasciare una media possibilità di movimento. Una falda rossa di semplice velluto gli cingeva i fianchi. Il suo cavallo era estremamente massiccio in confronto a quelli degli altri due elfi, per sostenere quel peso. I tre erano armati. La dama portava una spada sottile ad una mano al fianco sinistro ed un arco con relativa faretra piena agganciata alla sella. Faolin una spada ad una mano più massiccia di traverso sulla schiena, assieme ad uno scudo rotondo di legno di quercia di media grandezza. L’elfo corazzato portava di traverso sulla schiena una pesante spada lunga.

L’enorme elfo si accigliò. “Silenzio, entrambi.” poi la sua espressione si addolcì, ed un sorriso benevolo apparì su quelle labbra precedentemente corrucciate in una smorfia di disappunto “Litigate come due sposini.”

L’elfa avvampò fino alle lunghe orecchie, poi ribbattè irritata: “Glenwing, come ti permetti?  Non sarebbero affari tuoi, se la tua affermazione fosse vera, inoltre” prese un lungo respiro “ il matrimonio non rientra nelle tradizioni elfiche, sei per caso rimasto troppo a contatto contatto con gli umani a tal punto da dimenticare una cosa del genere?”chiese l’elfa, con una punta di acidità.

Intanto il giovane Faolin non aveva neppure avuto l’ardore per controbattere, ed era rimasto con il viso rosso dall’imbarazzo affondato nella criniera del suo palafreno.

“Sarà, Arya” Glenwing si era rivolto all’elfa “ma vi conosco entrambi da parecchio tempo, e non è la prima volta” evitò volutamente l’argomento del matrimonio, conscio che non l’avrebbe aiutato in quel discorso “Inoltre, non crediate che io non abbia notato che Faolin, quando crede che io stia dormendo da un po’, sgattaioli nell’unica tenda dell’accampamento” i due uomini dormivano avvolti dalle coperte sotto le stelle “Che, curiosamente, è proprio dove tu dormi.” L’uomo terminò il discorso compiaciuto.

Arya stava già per ribattere che quelle erano tutte calunnie, ma Faolin, rosso in viso, cedette all’eloquenza del compagno e la battè ul tempo: “Va’ avanti da trentatré anni.” Un sussurro, solo un sussurro nella notte.

Glenwing si sorprese. “Arya, e non sei ancora rimasta incinta? Comunque,dobbiamo festeggiare!

Arya, che fin dalla rivelazione del suo amato era rimasta in silenzio, con la bocca spalancata ed estremamente sioccata dal fatto che Faolin avesse ceduto così facilmente, riuscì a fatica a smozzicare una domanda del perché festeggiare. Glenwing, come se non si stesse rendendo conto che aveva costretto al mutismo i due giovani, spiegò. “Bhè, non è forse tradizione fra gli elfi festeggiare l’amore di due individui con un banchetto in loro onore? O forse tu hai dimenticato le tradizioni degli elfi?” Non c’era cattiveria nella sua voce, solo gioia.

Arya, recuperata la proverbiale calma, disse: “D’accordo, ma lo faremo in privato, solo noi tre” precisò, non voleva che la gente sapesse “Quando saremo arrivati dai Warden e avremo consegnato loro l’uovo di drago per l’ennesima volta.” Tagliò corto.

Il giovane elfo sembrò rasserenarsi, e si limitò a fissare diritto davanti a se’, ignorando i due compagni.

Glenwing fu’ felice della decisione, a tal punto che si zittì.

Cavalcarono nella foresta per qualche altro minuto, con il silenzio che regnava sovrano. Ed il vento cambiò direzione. I cavalli percepirono un odore a loro non nuovo, e voltatisi, partirono al galoppo.

 

Angolo dell’Autore

 

Ringrazio i recensori e chi si limita semplicemente a leggere. Un avvertimento, io non scrivo d’Estate, difatti questo capitolo è un evento raro. Però, per farmi perdonare da chi non lo sapeva, ho scritto un “Momento” più lungo del solito. Un’ultima precisazione: i personaggi non sono affatto OOC, perché i tre si conoscono da più di cinquant’anni, essendo ambasciatori. Naturale che avessero raggiunto un livello d’amicizia e complicità elevato. Inoltre mi sono preso la libertà di inventare i caratteri di Faolin e Glenwing, non essendo minimamente caratterizzate del Ciclo dell’Eredita. Nota: ricordate in Brisingr (per chi l’ha letto) quando Arya dice che prima della sua cattura rideva e combatteva come tutti quelli della sua razza? Appunto. E per finire: i tre sono vissuti in bilico fra due civiltà, era naturale che assorbissero un poco di sana “umanità”. Inoltre credo che gli elfi con gli ospiti siano cortesi e gentili, ma che fra di loro, se si conoscono bene, siano così, basti pensare a Vanir, che offende implicitamente Eragon in continuazione anche se non lo conosce ed è un Cavaliere dei Draghi; E a Runon, anche se per un motivo del tutto diverso.

Come sempre, dedico questo “Momento” ai miei recensori.

 

  
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