Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: April Marywever    05/08/2010    0 recensioni
Questa storia è il continuato della One-Shot "Combattere per la vita".
"Oddio, quanto mi manca…
Non riesco più a vivere senza di lei.
Mi manca una parte di me stesso, una parte del mio cuore."

SOSPESA
Genere: Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Eccomi qui con una nuova storia!

Mi dispiace molto che non abbiate apprezzato la One-Shot: Fight for Life visto la carenza di recensioni..

Vabbhe, vediamo se questa vi piace di più!

Il titolo è "Crystal Drops: La mia Vita Senza Te" e racconta la vita di Alex dopo la morte della sua amata.

Specifico che per capire la storia, è necessario leggere anche la prima (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=547269&i=1)

Beh.. Buona lettura!

 

Il Fedele Diario

 

03 Settembre  07.00 AM

Caro Diario,

Oggi dovrebbe essere il giorno più felice della mia vita: ho finalmente 18 anni.

Ma, chissà perché, non riesco proprio ad essere felice. Beh… forse è perché lei non è qui a condividere la mia felicità.

Dalla sua morte non sono più il vero me stesso: il vecchio Alex è scomparso, lasciando me al suo posto.

È proprio da quel giorno che ho iniziato a scrivere qui, a te. Perché volevo che qualcuno ascoltasse i miei lamenti, il mio dolore…. E perché avevo un assoluto bisogno di sfogarmi: tutti i pensieri che mi hanno attanagliato la mente fino ad oggi, erano divenuti improvvisamente troppo insopportabili.

Mi manca. Non sai quanto.

Sai la poesia che le ho scritto? L’ho incisa su di una piccola lastra in bronzo e messa accanto alla sua foto, sulla sua tomba.

Mi ricordo ancora di quella foto, come fosse ieri. Come potrei dimenticarlo? Gliel’ho scattata io…

Era Natale e avevamo pensato di festeggiare insieme quella bellissima festività.

Nella foto, lei era vicina al piccolo caminetto posto addosso alla parete del mio salotto, ma ovviamente, tutti questi dettagli che ti sto fornendo, non ci sono stati nella cornice dorata che ora racchiude il suo volto.

Era splendida quel giorno, una vera e propria Dea.

Indossava un abito rosso, concorde con quel periodo dell’anno. Aveva i capelli raccolti con una fascia del medesimo colore del vestito. Mi aveva raccontato che la indossava per non far notare che stava perdendo i capelli. Era terrorizzata da quel pensiero. Una paura tanto banale in confronto alla mia fobia più grande: la sua  morte… ma per lei, quelle parole, ossia: perdita di capelli, facevano un male atroce. Osava persino affermare che, se fosse diventata calva, avrei smesso di amarla. E forse era quello il motivo per cui era sempre impaurita ed ansiosa quando si spazzolava dolcemente i capelli.

Ma in fondo… la amo anche per questa sua stupidità.

Oddio, quanto mi manca…

Non riesco più a vivere senza di lei.

Mi manca una parte di me stesso, una parte del mio cuore.

Ora scusami ma devo andare a scuola.

Ormai ho quasi finito il liceo e quindi i profe ci riempiono di compiti e ci sottopongono a verifiche su verifiche.

Beh… ora vado.

Ti scrivo più tardi

Ciao, Alex

 

Misi il tappo alla penna, chiusi il mio fedele diario e mi preparai a quella noia che viene più comunemente chiamata “scuola”.

Ormai ogni studente dell’A. Fantoni sapeva che Smile non c’era più. Dopo la sua morte io e i suoi genitori avevamo deciso di rendere pubblica la triste notizia.

Mi ricordo ancora di quel giorno…

 

Avevo chiesto al professore di lettere se potevo annunciare una cosa a tutti i miei compagni e, ricevuto l’“Ok” da egli, mi alzai dalla mia sedia e raggiunsi il centro della classe.

Tutti sapevano che qualcosa non quadrava. Avevano notato il mio aspetto smorto e i miei occhi rossi per le troppe lacrime versate.

Mi schiarii la voce ed iniziai a raccontare, partendo dalla triste verità:

«Smile… se n’è andata.» speravo che avessero sentito perché non riuscivo a ripetere quelle parole.

«Come “andata”? Ha cambiato scuola?» chiese Sara, la sua migliore amica.

Neanche lei sapeva niente.

«No.» pronunciai  «Smile è… morta.»

La mia voce si ruppe sull’ultima parola. Tutti mi guardarono stupefatti mentre assimilarono la dolorosa notizia.

«Come “morta”?» Sara aveva le lacrime agli occhi. Glielo dovevo per caso sillabare?! Non capiva che ci faceva soffrire entrambi a ripetere quella parola?

«Era malata di leucemia.»

Ormai piangevo anche io.

«Non ha detto niente a nessuno perché non voleva essere trattata da malata, voleva vivere i suoi ultimi giorni come se non fosse successo niente. E in più non voleva far preoccupare le persone a cui voleva bene e teneva di più.» Singhiozzai per tutto il mio discorso.

Sara si mise ad urlare e piangere, tremando convulsamente.

Io caddi in ginocchio, tenendomi la testa tra le mani.

«È morta l’altro ieri.» mormorai: «I funerali saranno celebrati il 30 gennaio, questo sabato.»

Dopo quelle ultime parole uscii di fretta dalla classe.

 

Ritornai con la mente alla realtà.

Automaticamente, chissà come, come un automa mi ero diretto verso la scuola. Dopo cinque minuti suonò la campanella e mi affrettai a raggiungere la mia classe, come sempre.


Allora?

Fatemi sapere cosa ne pensate.. Anche un: bello o disgustoso, mi basta! xD

Un bacione, alla prossima

SarettaCullenWriter

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: April Marywever