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Autore: masayachan    22/08/2010    5 recensioni
Se Atem fosse Yugi e se Yugi fosse Atem, come sarebbe cominciato Yu-Gi-Oh? Io ho provato ad immaginarlo.
Genere: Malinconico, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Atemu, Joey Wheeler/Jounouchi Kazuya, Tea Gardner/Anzu Mazaki, Tristan Taylor/Hiroto Honda, Yuugi Mouto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti. Sono passati secoli dall'ultima volta che ho postato, vero? In realtà, questo capitolo ce l'ho pronto da diversi mesi, ma non l'avevo mai messo perchè incerta sul come proseguire questa storia. In verità, lo sono ancora...infatti in questo capitolo non succede nulla in particolare. Lol.(in pratica, l'ho solo sistemato)

In tutto questo tempo me ne sono capitate di tutti i colori, è proprio un momento nero in ogni ambito. Per non parlare che il mio cuoricino è in mille pezzi e non riesce a guarire. Ho pensato che magari, riprendendo a fangirleggiare avrei potuto distrarmi da certi pensieri...

Ringrazio tutti coloro che hanno letto lo scorso capitolo e che mi hanno incoraggiata e spero di aver migliorato il mio stile. Per consigli, idee, suggerimenti o critiche...sono qui =).

Buona lettura.




Atem uscì in corridoio allontanandosi di qualche metro dalla sua aula.

Si affacciò a una delle grandi finestre che davano sul cortile facendo un ampio respiro. L'aria del Giappone era così diversa da quella di casa sua.

Ricordava ancora quando sua madre lo portava al mercato. Quando abitava in Egitto non aveva mai dato molta importanza alla cosa, gli sembrava del tutto normale andare là, circondato da persone con gli abiti tipici del posto: svolazzanti tuniche bianche e turbanti che volteggiavano tra le bancarelle piene di spezie e tessuti, e poi...l'odore forte d' incenso e datteri che gli penetrava nei polmoni...

Adesso, a ripensarci, quel luogo doveva essere l'eden.

-Muran-kun!Muran-kun!-

Atem si voltò. Un ragazzo correva agitando le braccia verso di lui.

- Sei Atem Muran-kun della prima B, vero?- Disse questo con un sorriso da orecchio ad orecchio dopo averlo raggiunto.

Atem annuì soltanto.

Lo sconosciuto gli porse un volantino mettendoglielo quasi forzatamente in mano:-Muran-kun! Ti prego, iscriviti al club di atletica! Ieri ti ho visto a ginnastica e...sei grandioso! Stiamo cercando nuovi iscritti e...-

-Sono davvero spiacente, ma non posso iscrivermi ad alcun club. Ti ringrazio per l'offerta- Replicò Atem senza lasciare il tempo all'altro di finire la frase e smorzandogli così l'entusiasmo.

Il ragazzo lo guardò sconsolato:-D'accordo, ma se ci ripensi...noi ti aspettiamo Muran-kun!-

Non era certo la prima volta che i vari rappresentanti dei club scolastici lo prendevano di mira. Aveva avuto richieste dal club di kendo, karate, basket, pallavolo, football, baseball, calcio...e alcune ragazze gli avevano proposto persino quello del tè!

A dire il vero, se ci fosse stato un club su un qualche gioco di logica avrebbe potuto farci anche un pensierino, ma non avrebbe potuto comunque farne parte.

Il pomeriggio doveva andare a casa il prima possibile per aiutare suo nonno Shimon in negozio.

I suoi avevano sempre avuto un grande interesse per i giochi, che peraltro, gli avevano trasmesso fin da bambino.

Per loro era una vera e propria passione a trecentosessanta gradi. Amavano conoscerne le origini, la provenienza, il significato, le regole, e ovviamente, giocarci.

In particolare erano interessati ai giochi praticati dalle antiche civiltà. Andavano letteralmente pazzi nello scoprire i vari passatempi degli Egizi, Romani, Maya e via dicendo.

Suo nonno Shimon aveva sempre desiderato aprire un negozio di giocattoli per poter condividere la sua passione con i ragazzini, oltre che le sue conoscenze.

Ma l'Egitto non faceva al caso suo.

Diceva di voler andare in un posto dove le persone avessero mentalità più aperte, dove poteva far riscoprire il piacere della semplicità laddove si era schiavi della tecnologia. E così, si erano trasferiti tutti in Giappone.

Il piano del nonno non era andato proprio a buon fine:le vendite dei suoi giochi da tavolo, carte, e pezzi storici come il bao o il seneth, attiravano più i collezionisti che i ragazzini.

Le vendite non erano esattamente alle stelle, quindi, non potendosi permettere un commesso, toccava ad Atem dare una mano.

Probabilmente, se non fosse stato per il lavoro dei suoi genitori al museo della città, il negozio sarebbe dovuto chiudere da un pezzo.

Se fossero rimasti in Egitto sarebbe andato tutto bene, e invece...

Si strinse nelle spalle.

Oramai era andata così, non poteva farci nulla.

Diede una veloce occhiata ai suoi compagni di classe giocare in giardino, poi si allontanò dalla finestra per continuare a percorrere il corridoio vuoto.

Davanti a sé apparse la figura di un ragazzo-armadio che camminava nella direzione opposta alla sua.

Atem fece una smorfia: “ Dannazione! Ci mancava solo Ushio!” Pensò mettendosi le mani in tasca con fare seccato.

-Oh! Muran-kun! L'idolo delle folle! Quale onore!- Esclamò questo salutandolo con la mano.

-Buon giorno, Ushio-sama- Rispose Atem desiderando con tutto se stesso che la conversazione finisse lì.

Ushio era forse la persona che più detestava. Si autoproclamava “ la legge”, “colui che mantiene l'ordine scolastico”, ma sapeva perfettamente che in realtà non era altro che un bullo della peggior specie.

Gli si fermò davanti e Atem, dai suoi centosessantacinque centimetri, si sentì infinitamente piccolo al cospetto di un uomo alto almeno due metri.

-Muran-kun, era un po' che volevo parlare con te, finalmente abbiamo l'occasione di scambiare un paio di parole in tranquillità.-

Ok, le sue speranze erano definitivamente andate in fumo. Sperava almeno che non gliela tirasse troppo per le lunghe:-C'è qualche problema?- Chiese.

Ushio fece spallucce, mentre sul viso faceva capolino uno strano sorrisetto:-Dipende. Sai, ho notato che ci sono due individui che ti importunano spesso e volentieri. Parlo di Jonouchi Katsuya e Honda Hiroto, presente?-

“In effetti...” fu tentato di rispondergli Atem. Ma Ushio non era certo il tipo con cui lasciarsi andare a certe considerazioni; non si poteva mai sapere dove volesse andare a parare:-Cosa intendi dire, Ushio-sama?-.

-Bè...mi stavo chiedendo se tu avessi bisogno di protezione. Sai, con certi bulletti in giro, un bravo ragazzo come te può sempre contare sulla mia presenza, chiaramente.-

Atem sorrise ironico. C'erano delle volte in cui tutta la buona educazione del mondo non bastava per trattenersi:-Davvero, Ushio-sama? Sei gentile, ma forse le prime persone che dovrebbero venire sorvegliate sono proprio i sorveglianti.-

L'enorme ragazzo spalancò incredulo gli occhi davanti a tanta sfrontatezza nei suoi riguardi:-Stai forse cercando di insinuare qualcosa, Muran?- Il suo tono di voce era tutto tranne che rassicurante.

Atem si rimproverò mentalmente da solo mordendosi la lingua. Come aveva potuto lasciarsi andare in quel modo? Doveva evitare ogni tipo di coinvolgimento con quella persona.

-Nulla. Ora, se vuoi scusarmi, devo proprio andare...buona giornata, Ushio-sama.- Così dicendo si allontanò proseguendo il tragitto del corridoio per poi scendere dalle scale.




Jonouchi rigirò nella tasca il pezzo di puzzle che aveva ritrovato per terra sghignazzando tra sé e sé.

Quel gingillo poteva essere un'occasione d'oro per lui.

Ormai le lezioni erano finite, ma decise che il momento di restituire l'oggetto non era ancora giunto.

Honda gli aveva detto che il suo piano era alquanto subdolo, ma lui non era d'accordo.

Se quel puzzle era davvero importante per Atem, voleva aspettare che questo si accorgesse di averlo perso, così una volta riconsegnato al proprietario, in cambio avrebbe ricevuto la sua gratitudine, e stima, forse.

Diventare amico di Atem era uno dei suoi più grandi obbiettivi. Spesso i suoi compagni di classe si chiedevano perché un tipo come lui stesse sempre appiccicato ad uno degli studenti migliori del liceo, ma questo, solo lui e Honda lo sapevano.

Jonouchi e Honda stavano già per uscire dall'aula quando una presa ferrea li bloccò dal colletto dell'uniforme.

-Dove credete di andare, voi due? Oggi è il vostro turno, dovete portare fuori la spazzatura.-

A Mazaki Anzu non sfuggiva proprio nulla, eh? I due ragazzi rotearono gli occhi.

Potevano forse disobbedire a quella pazza ?

-D'accordo, Mazaki.- Sbuffò Jonouchi caricandosi uno dei sacchetti neri sulle spalle.

Dopodiché, i due si avviarono verso il retro del cortile con i loro carichi.






   
 
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