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Autore: RoseScorpius    25/08/2010    34 recensioni
Hermione Granger, nonostante i suoi quarant’anni, era ancora una bella donna. E per quanto schifo potesse farmi l’idea di mia madre che si rotolava su un letto con un uomo che non fosse mio padre (bhe, anche con lui… insomma, credo che a tutti i figli farebbe piacere credere alla storia della cicogna), avrei dovuto immaginare che dopo il divorzio non avrebbe preso un voto di castità. A volte capitava addirittura che mi parlasse dei tizi con cui usciva, e generalmente sopportavo l’idea di lei e un altro piuttosto bene, a patto che non portasse nessuno dei suoi ammiratori a casa. Dio, magari li portava comunque, ma come si dice, occhio non vede, cuore non duole. E figlia non s’incazza.
Di una cosa, comunque, ero sempre stata sicura: mia madre non si sarebbe mai risposata.
… E quando mai io avevo avuto ragione su qualcosa?

STORIA IN REVISIONE
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La vita è un biscotto ma se piove si scioglie' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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1. 

Cominciamo bene…

 

Scorpius Malfoy aveva certamente un mare di difetti, come la mania di portare gli occhiali anche quando non ce n’era bisogno, la passione per qualunque attività si potesse svolgere con il sedere saldamente piantato su una poltrona e la convinzione che qualunque indumento meno costoso di una camicia di seta tessuta dai Goblin non fosse alla sua altezza, per citarne alcuni. 

Ma se c’era un pregio che, in cinque anni di odio reciproco, ero stata costretta a riconoscergli, era la sua cavalleria: generalmente con me non la sfoggiava, ma avevo avuto molte occasioni di notare come fosse l’unico essere di sesso maschile esistente sulla faccia della terra che apriva le porte per far passar prima le donne. 

Ovviamente avrei dovuto saperlo che la galanteria era solo un’altra delle tante ipocrisie di facciata dei Malfoy…

 

***

 

Ci smaterializzammo tutti assieme, come un’allegra famigliola: mamma e Malfoy Senior al centro che si tenevano felicemente per mano, io e Malfoy Junior ai lati, ognuno aggrappato al braccio del proprio genitore, che sibilavamo insulti all'idiota che aveva deciso che, fino ai diciassette anni, i figli dovessero vivere con i propri genitori. 

Quando comparimmo davanti a una graziosa villetta in mezzo alla campagna avevo lo stomaco completamente rivoltato, non so se per le mani intrecciate di mamma e di quell’individuo o se per la materializzazione congiunta. Lanciai uno sguardo critico all’edificio: sembrava piuttosto recente, ma non era molto grande. Mi voltai verso Malfoy Senior, alzando un sopracciglio. 

« Beh, tutto qui? » chiesi, acida. « Credevo che voi Malfoy non accettaste di vivere in qualcosa di meno lussuoso di un castello ».

Dalla faccia che aveva Scorpius, come se gli avessero ficcato un manico di scopa in un certo posto, indovinai che anche lui si stesse ponendo la mia stessa domanda. Mamma mi tirò una poderosa gomitata nelle costole e poi, voltandosi verso Malfoy con aria apprensiva, sussurrò. 

« Draco, non sei obbligato a… »

Malfoy, con mia somma soddisfazione (e, quel che è più importante, con somma irritazione di mia madre), la ignorò completamente e si rivolse direttamente a me, con voce pacata.

« Mio padre mi ha diseredato, quando ha scoperto che volevo convivere con Hermione ».

Beh, mi sembra il minimo!

Scorpius aprì e chiuse la bocca a vuoto un paio di volte, fissando Draco con un’espressione incredula e profondamente tradita, come fino a pochi minuti prima avrebbe potuto fissare lui e mia madre che si tenevano per mano.

« Sai, penso che io e tuo padre andremmo molto d’accordo » dissi, ironica. « Peccato, però. L’unico lato positivo di convivere con dei Malfoy sarebbe stato che voi siete ricchi sfondati… ma forse dovrei dire eravate ».

« Rose! » esclamò mamma, scoccandomi un’occhiataccia. « Non ti azzardare mai più a parlare così a Draco, o… »

« Oh, azzardati, invece! » sbottò Scorpius e poi, voltandosi verso suo padre con l’aria di chi ha intenzione di uccidere, ringhiò. « Ti deve aver completamente dato di volta il cervello! Porco Merlino, hai venduto la nostra villa con parco di sedici ettari per questa catapecchia? Ma con tutti i soldi che sarà costata quella casa, avresti almeno potuto comprare qualcosa di meglio di questa capanna! »

« Tecnicamente la nostra villa apparteneva a tuo nonno, quindi… » 

Cominciò Malfoy Senior, ma Scorpius lo interruppe.

« E si può sapere come cacchio ti è saltato in mente di farti diseredare per lei? Insomma, almeno ne fosse valsa la pena! Con tutte le donne di cui potevi innamorarti, perché hai dovuto andarti a trovare proprio una Mezzosangue saccente e imparentata con i Weasley? »

Ah, e così mia madre era una Mezzosangue saccente e imparentata con i Weasley? Beh, potevo concedergli che fosse saccente, ma questo non lo autorizzava a parlare in quel modo di lei. E poi insomma, che guardasse suo padre prima di lamentarsi di mia madre.

Malfoy Senior, con la mia più profonda approvazione, lanciò al figlio uno sguardo omicida e replicò freddamente. 

« Sono più che convinto che ne valesse la pena. E la prossima volta che userai quelle parole per definire Hermione, ti sequestrerò il pianoforte per un mese ».

Scorpius lanciò al padre un’occhiata degna di una vipera pronta a sputare veleno e sibilò.

« Sei un ipocrita della peggior specie, lo sai? Cos’era che mi dicevi prima che cominciassi il primo anno? “Non socializzare con i Grifondoro, in particolare con i figli di Potter e Weasley. E che non ti venga in mente di innamorarti della ragazza Weasley, altrimenti giuro che ti mando a studiare a Durmstrang!” E adesso cosa fa lo stronzo? Se la fa con la madre, certo! Merlino, tu non puoi essere mio padre! »

E con quelle ultime parole si voltò e cominciò a marciare lungo vialetto che portava alla villetta, pestando il terreno come se sperasse di sprofondarvi dentro e sbucare dall’altra parte del mondo, lontano da quei due idioti che poi erano anche i nostri genitori.

Beh, non sarebbe una cattiva idea se almeno tu sparissi.

Mamma sospirò pesantemente, lanciando uno sguardo dispiaciuto a Malfoy Senior, che aveva tutta l’aria di uno che sta per suicidarsi. Forse potevo prestargli la mia cintura, se aveva intenzione di impiccarsi a un albero… 

Naturalmente ritenni necessario infierire. 

« Caspita… non l’ho mai visto così incazzato in cinque anni. Probabilmente non vorrà palarti mai più ».

Scorpius poteva anche essere un intellettuale asociale del cavolo, ma era un tipo piuttosto calmo: non si arrabbiava quasi mai. Le rare volte in cui ci parlavamo, ovviamente, rientravano nel quasi. Ma anche quando era arrabbiato, difficilmente si metteva ad urlare e faceva quel genere di scenate e soprattutto non lo avevo mai sentito dire due parolacce in una stessa frase. Doveva essere stato davvero un brutto colpo, per lui…

« Penso che seguirò il suo esempio… » borbottai, e mi avviai verso la casa. « E spero per voi che ci siano le stanze separate, perché in caso contrario domani vi ritroverete con un figlio in meno ».

Prima di voltarmi, ebbi la soddisfazione di vedere le facce desolate di mia madre e di Malfoy, che probabilmente stavano cominciando a rendersi conto che la convivenza Weasley-Malfoy non sarebbe stata tanto facile. E sicuramente io non avrei mosso un dito per migliorare la situazione (per peggiorarla, d'altro canto, ero pronta a muoverne anche undici).

L’interno della villetta non era male: il trasloco non era ancora completo e c’erano un sacco di scatoloni in giro, ma sembrava che il mobilio di base ci fosse. Diedi un’occhiata frettolosa al salotto e alla cucina, dopodiché mi fiondai al piano di sopra: non avrei permesso a Scorpius di accaparrarsi la stanza migliore. Grazie al cielo c’erano due bagni (non avrei sopportato di usare lo stesso bagno dei Malfoy), poi c’era quella che presumibilmente sarebbe stata la camera di mamma e Malfoy Senior (a meno che Scorpius non fosse così viziato da pretendere un letto a due piazze tutto per sé). Mi sforzai di non pensare a cosa avrebbe fatto mia mamma su quel letto (e soprattutto con chi) e uscii dalla stanza matrimoniale con l’orribile sensazione del porridge che mi tornava su per la quindicesima volta in quella giornata. Sul corridoio si aprivano ancora due porte: ne spalancai una a caso e quasi mi prese un colpo quando mi trovai davanti a una ripida scala su cui inciampai. 

« Ma che cazz…? »

Mi rialzai, sbattendo la testa sulle assi di legno del soffitto, e mi arrampicai su per la scala, sbucando in una piccola mansarda con il tetto spiovente pericolosamente basso lungo le pareti. Tutto ok, sono finita in soffitta – avrei potuto pensare, se non fosse stato per il letto che era addossato a una parete, in un punto in cui il soffitto era a poco più di un metro di distanza dal pavimento.

Mi fiondai al piano di sotto e feci irruzione nell’ultima stanza dove, com’era prevedibile, Scorpius stava svuotando il proprio baule.

« Oh no, signorino! » sbottai, lanciando per terra una pila di camice che aveva appoggiato sul letto. « Col cavolo che ti prendi la stanza bella! »

Malfoy alzò un sopracciglio, guardandomi come se fossi un fastidioso insetto che si era messo a ronzargli nelle orecchie. 

« Weasley, respira, sei tutta rossa » disse, continuando tranquillamente a sistemare i suoi vestiti nell’armadio. « E raccogli quelle camice ».

Per tutta risposta calpestai le sue camice del cavolo con le scarpe sporche di terra, guardandolo con aria di sfida. Malfoy continuò imperterrito a mettere in ordine le sue cose, ignorandomi. 

« Io non ci dormo in quella cavolo di soffitta polverosa, hai capito, Malfoy?! » sbraitai, schiacciando per bene le sue camice sotto la suola delle scarpe. 

Malfoy si degnò di spostare lo sguardo dall’armadio appena il tempo necessario per rivolgermi un’occhiata ironica. 

« È una scusa perché vuoi stare in stanza con me? »

« Piuttosto dormo in mansarda » ringhiai. 

« Perfetto, siamo d’accordo allora » concluse, voltandomi le spalle per sistemare alcuni libri su una mensola.

Lasciai perdere le camice e mi avventai su di lui, afferrandolo per un braccio e costringendolo a voltarsi verso di me.

« Merlino, Malfoy, ti dai tutte queste arie da grande intellettuale e poi non hai neanche un briciolo di cavalleria? Sono una donna, per Morgana, dovrei avere la precedenza! »

Lui alzò gli occhi al cielo, palesemente annoiato. 

« Tu sei prima di tutto una rompipalle, Weasley, e comunque il soffitto della mansarda è troppo basso, ci sbatterei la testa ».

« Ci sbatto la testa anch’io! » sbottai. 

« Pensa se arrivassi al metro e sessanta, allora » replicò lui, ridacchiando sotto i baffi dall’alto del suo quasi metro e novanta.

Mentre cercavo qualche parola adeguatamente volgare per rispondergli, Scorpius si voltò nuovamente verso l’armadio e ricominciò a mettere in ordine i suoi vestiti, tutti stirati e piegati alla perfezione. Certo che quel ragazzo era davvero incredibile: qualche minuto prima stava mandando a quel paese suo padre, premurandosi di farsi sentire da tutto il vicinato, e adesso si comportava con la sua solita calma glaciale, come se non fosse successo niente. E per di più mi ignorava, la qual cosa mi dava alquanto fastidio.

« Sei un viscido, schifosissimo verme, lo sai? » sibilai, rivolta alla sua schiena, mentre lui continuava tranquillamente a fare la casalinga felice.

Scorpius scosse la testa, sempre senza guardarmi. 

« Weasley, se dobbiamo vivere sotto lo stesso tetto, puoi almeno farmi il favore di non starmi appiccicata tutto il tempo? »

Io non sono una bambina appiccicosa e rompiscatole! Pensai, con rabbia. 

Accidenti a lui, non poteva ignorarmi in quel modo, e con quella faccia tosta per giunta! 

« Malfoy, se entro il tre non sei evaporato dalla mia stanza, giuro che finisci male » minacciai. « Uno… »

Scorpius continuò tranquillamente a sistemare le sue giacche sulle grucce, stando attento a non sgualcirle. 

Ah, e così non mi prendeva sul serio, eh? Tanto peggio per lui…

« … due… »

Malfoy si esibì in uno sbadiglio da Oscar e sistemò un paio di boxer in un cassetto. 

E va bene, se l’era voluta. 

« Tre! » esclamai. 

Dopo un paio di secondi, Scorpius si voltò verso di me con un sorrisino sarcastico. « Beh, tutto qua? Credevo che… »

Bam! 

Gli colpii la mascella con la punta del piede, con la forza e la precisione che avevo acquisito dopo anni di Karate. Scorpius si afflosciò a terra senza emettere un gemito e rimase immobile sul pavimento. 

« Accidenti! » esclamai. « Malfoy, tutto bene? »

Non avevo intenzione di fargli troppo male. Cioè, insomma, essendo alta trenta centimetri meno di lui, non credevo che sarei riuscita a stenderlo con un solo calcio. E poi non ci avevo messo nemmeno troppa forza…

« M-Malfoy? » balbettai, vedendo che non si muoveva. 

Miseriaccia! L’ho messo KO! Adesso mamma mi ammazza!

E visto che si parlava del diavolo, la voce preoccupata di mia madre mi giunse alle orecchie dal piano inferiore. 

« Rose, cos’è stato quel colpo? »

« Ehm… niente… » mentii. « Mi è caduto il baule sul piede, tu… tu resta dove sei! »

Afferrai Scorpius per le braccia e cercai di incastrare il suo corpo dentro l’armadio: avevo la netta impressione che, se mamma e Malfoy Senior avessero scoperto che lo avevo steso, non sarei arrivata ai diciassette anni. Incastrai le sue lunghe gambe tra i suoi vestiti perfettamente puliti e ordinati, spiegazzandoli e imprecando contro la sua statura esagerata. Se fosse stato un tappo pelle e ossa come Al sarebbe stato molto più semplice occultare il suo cadavere.

Stavo per chiudere l’anta dell’armadio, dopo essere finalmente riuscita a incastrare braccia, gambe e tutto il resto tra i vestiti, quando una voce alle mie spalle mi fece sobbalzare.

« Rose, cosa stai facendo? »

Mi voltai di scatto, trovandomi davanti al volto per nulla amichevole di mia madre. 

« Uhm… niente… io, cioè lui ha… ehm… ha battuto la fronte sull’anta dell’armadio… A quanto pare non ha la testa dura come sembra… »

Gli occhi di mamma, stretti in due fessure minacciose, si posarono sul corpo di Scorpius, incastrato alla bell’e meglio nell’armadio. 

« Credevo che ti fosse caduto il baule sul piede » osservò, scettica. 

« Sì, ehm, quello è successo prima » mentii. « Malfoy ha preso paura per il rumore e… e ha battuto la fronte sull’anta dell’armadio ».

A giudicare dalla faccia ostile di mamma, la mia non doveva essere una balla molto credibile.

Il volto pallido e affilato di Malfoy Senior comparve dietro la spalla di mia madre, con gli occhi color ghiaccio sgranati in un’espressione di totale confusione.

Perfetto, ci mancava solo lui a completare il quadretto...

« Che sta succedendo? » chiese l’ossigenato fidanzatino di mamma, fissando con preoccupazione il corpo di suo figlio, incastrato nell’armadio. 

« È  quello che stavo appunto chiedendo a Rose » sbuffò mia madre. 

In quel momento capii perché mamma era uno degli Auror più temuti del ministero: trovarsela davanti con quella faccia, durante un interrogatorio, avrebbe convinto anche il più accanito dei criminali a confessare i propri reati.

« Ehm… ok, gli ho tirato un calcio » ammisi, evitando accuratamente di incontrare gli occhi grigi di Malfoy. « …Ma piano… »

Probabilmente mamma, conoscendomi, si aspettava una risposta del genere, perché non sembrò arrabbiarsi più di prima. Anche perché dubitavo che fosse umanamente possibile essere più arrabbiati di quanto già era. Malfoy, invece, strabuzzò gli occhi, guardandomi come se fossi un Troll in tutù. Mi sentii in dovere di difendere la mia posizione, facendo alcune precisazioni di cruciale importanza. 

« Accidenti, non guardatemi in quel modo! È alto trenta centimetri più di me, cacchio, dovrebbe essere capace di difendersi da una ragazza! Insomma, non potevo mica sapere che era effeminato fino a questo punto! E comunque voleva mandarmi a dormire in mansarda e non mi sembra affatto gentile da parte sua: sono una ragazza, no? Quindi dovrei avere la precedenza, non vi pare? »

A giudicare dalle loro espressioni, non si trovavano molto d’accordo con me. Malfoy si voltò verso mamma ed ero talmente convinta che le avrebbe chiesto il permesso di Cruciarmi che rimasi sconcertata quando si limitò ad osservare, con voce piatta: « Non sapevo che tua figlia fosse una pugile ».

« Non sapevo che tuo figlio fosse una checca » replicai, a muso duro.

« Benissimo » concluse mamma, con voce assurdamente calma. Decisamente troppo calma. « Dal momento che a quanto pare Scorpius è una femminuccia e tu insisti a comportarti come un bulletto di periferia, direi che Scorpius ha tutto il diritto di scegliere la stanza per primo ». 

Ecco, appunto. 

Lo dicevo che la sua calma non prometteva nulla di buono.

« Ora fila in mansarda. E restaci ».

« Perfetto! » sbottai, avviandomi a passo marziale verso la porta della mia nuova, orrenda stanza. « Ci resterò finché non morirò di fame! Per quanto mi riguarda, è meglio morire di inedia che vivere in questa casa con voi! »

 

***

 

Quella sera, alle otto e mezza, ero ancora intenzionata a restare chiusa nella mia soffitta polverosa finché non fossi morta di fame. A peggiorare ulteriormente il mio umore, avevo scoperto che la mia Passaporta funzionava solo da e per la vecchia casa di mamma e quindi non potevo neanche scappare da papà e Hugo. Mi sentivo letteralmente intrappolata. 

Raccolsi il cellulare dal fondo del baule, ringraziando silenziosamente i Babbani e le loro invenzioni più tecnologiche: io e Hugo da piccoli passavamo sempre un po’ di tempo dai genitori di mamma, durante l’anno, e così avevamo imparato a conoscere il mondo Babbano. Digitai il numero di mio fratello e schiacciai il pulsante di chiamata con rabbia: c’erano solo due tacche di campo, ma miracolosamente il cellulare prendeva.

Hugo rispose quasi subito, come sempre. 

« Rose, accidenti, cos'è successo? Hai scoperto cosa vuole Malfoy da nostra madre? E perché non sei venuta? Ti aspettavamo per cena… e beh, anche per il resto dell’estate, a questo punto ».

« La Passaporta non funziona e sono in punizione » sbuffai, lasciandomi cadere pesantemente sul materasso cigolante del letto.

« In punizione? Che hai combinato? » 

« Ho steso Scorpius » grugnii. Nonostante tutto, non ero minimamente pentita di averlo picchiato. Anche perché avevo deciso che non gli avrei mai più rivolto la parola in vita mia e mi sembrava giusto che il nostro ultimo confronto si fosse chiuso con una mia schiacciante vittoria.

« Se ti può consolare papà ti avrebbe fatto una statua » scherzò lui. « Ma come mai la Passaporta non funziona? Non abbiamo mai avuto problemi, fino ad ora ».

« Mamma ha venduto la casa vecchia e ora viviamo tutti insieme appassionatamente con i Malfoy » ringhiai. 

Mi prudevano le mani solo a pensarci…

« Cosa?! » esplose Hugo « Stai scherzando? »

« Neanche per sogno » risposi, cupa. « La situazione è molto peggiore di quanto pensassimo… cioè, vivono assieme, capisci?! È una cosa da pazzi... e dire che mamma dovrebbe essere intelligente! »

Gli descrissi gli spiacevoli eventi di quel pomeriggio con abbondanza di particolari (e di insulti, principalmente rivolti ai Malfoy, ma nemmeno mamma si salvava), sottolineando con disgusto ogni minimo contatto fisico che c’era stato tra mamma e quell’individuo. Alla fine del mio resoconto, Hugo era parecchio sconvolto. 

« Non credo che dovremmo dirlo a papà… » disse. « Insomma, sarebbe meglio omettere la parte della storia in cui mamma e Malfoy vogliono fare la famigliola felice e voi ve ne andate a vivere assieme… sai com’è fatto papà: farebbe irruzione in casa vostra con una squadra di Auror e arresterebbe Malfoy con qualche falsa accusa ».

« Appunto » approvai, immaginando papà che veniva a casa, si caricava mamma sulla spalla in stile “Io Tarzan, lei Jane, lei mia” e schiantava Malfoy. « Io dico che dovremmo dirglielo ». 

« Non sei tu quella che dovrà convivere con il suo muso lungo, dopo » mi fece notare mio fratello. « E papà è capace di arrabbiarsi per molto meno. L’ultima volta che i Cannoni di Chudley hanno perso ho dovuto imparare a cucinare, altrimenti sarei morto di fame ».

« O per intossicazione alimentare ». 

Aggiunsi, ricordando gli immangiabili pranzi del sabato a casa di papà. In quel momento, comunque, sarei stata capace di mangiare e trovare delizioso persino il tacchino carbonizzato alla Ronald Weasley: non mangiavo da quella mattina e il mio stomaco stava emettendo dei cupi brontolii di protesta. Non pensavo che morire di fame fosse così complicato…

Hugo, dall’altro capo della cornetta, sbuffò. 

« Non posso credere che a mamma piaccia Malfoy… »

« Io continuo a sperare che sia tutto un incubo » convenni.

« Dobbiamo assolutamente fare qualcosa per dividerli. Magari è la volta buona che riusciamo a far rimettere assieme mamma e papà… »

« Lo spero proprio » grugnii. « Ne va della mia sanità mentale… e della mia fedina penale… » Due colpi secchi battuti alla porta della mia mansarda mi fecero sobbalzare. « Devo andare, adesso, c’è mamma che rompe. Ti chiamo appena posso » sussurrai. 

« Ci conto » rispose lui. « Intanto comincerò a sondare il terreno con papà e a tenerlo lontano da possibili nuove ammiratrici ».

« Fantastico, ti voglio bene fratellino ».

« Anch’io, sorellina ».

Pigiai il tasto rosso del cellulare mentre mamma bussava nuovamente, e con più forza, alla porta. 

« Mamma, vattene! » urlai. « E avrei anche un piccolo suggerimento su dove… » aggiunsi tra i denti, a voce troppo bassa perché mi potesse sentire.

Un’odiosa voce maschile e leggermente strascicata replicò: « Non sono tua madre ».

Draco Malfoy. Fantastico, cosa voleva lui adesso? Forse aveva intenzione di vendicare l’umiliazione subita da suo figlio.

« Già. E non sei neanche mio padre, quindi vattene comunque » risposi seccamente. 

« Tu invece sei tutta tuo padre » sbuffò lui. 

« Grazie ». 

« Non era un complimento » precisò. « Comunque, puoi aprire la porta, per favore? Vorrei parlarti ».

Certo, non vedevo l’ora di farmi una bella chiacchierata con Draco Malfoy, soprattutto dopo la fantastica giornata che avevo avuto fino a quel momento. E dopo che avevo steso suo figlio. Merlino, mi sembrava strano che non si fosse arrabbiato, prima…

« Il massimo di conversazione che ti posso concedere è con una porta chiusa in mezzo » ribattei. « Prendere o lasciare ».

Anche perché una porta chiusa in mezzo mi dava più garanzie di sopravvivenza, nel caso avesse deciso di vendicare il figlio con qualche Maledizione Senza Perdono.

« Se a furia di urlare mi verrà il mal di gola e non potrò andare a lavorare sarai costretta a sopportare la mia presenza in casa ventiquattr’ore su ventiquattro e in assenza di Hermione dovrai prepararmi la tisana » disse lui, con la sua solita voce altezzosa, e non capii se stesse dicendo sul serio o se il suo fosse solo un patetico tentativo di sembrare spiritoso. 

« Sì, contaci » sbuffai, sarcastica. 

Avrei preparato una tisana a Draco Malfoy solo quando Scorpius Malfoy mi avrebbe battuta in un incontro di Karate. 

E cioè, fatemici pensare… mai.

Sentii un sospiro pesante provenire dall’altra parte della porta e, cercando di non far scricchiolare le assi del pavimento, mi alzai dal letto e andai a sedermi sul gradino in cima alla scala, alla base della quale c’era la porta.

« D’accordo Rose… » 

« Weasley » lo corressi. 

« Weasley » borbottò. « So che non ti sto esattamente simpatico… »

« Dillo che mi stai sul cazzo » sbuffai. « O se vuoi te lo dico io ».

Dall’altra parte della porta provenne un lungo silenzio e mi chiesi quale delle numerose facce schifate/altezzose/da schiaffi presenti nel suo repertorio avesse messo su Malfoy. 

« A tua madre non piacciono le persone che dicono tante parolacce » mi rimproverò alla fine. 

Ah, certo, eravamo già passati alla fase “in quanto fidanzato di tua madre mi sento in dovere di rimproverarti come se fossi tuo padre”. Fui tentata di aprirgli la porta sul naso e prendere a calci pure lui, come avevo fatto con Scorpius, ma poi decisi che una settimana di punizione mi bastava, per il momento. 

« E infatti guarda com’è venuta su sua figlia » ironizzai. 

Non avevo mai avuto un linguaggio particolarmente forbito: a sette anni i miei amici mi consideravano una specie di professoressa in materia di parolacce e ogni volta che ne sentivano una nuova venivano a chiedermene il significato.

« Magari dipende dal fatto che tuo padre è Ronald Weasley » insinuò Malfoy e non ebbi bisogno di vederlo per sapere che le sue labbra si erano arricciate nella sua solita espressione da “io sono figo, tu sei una cacca di drago”. 

Mi morsi le labbra per non tirare Merlino in mezzo alla nostra conversazione (in modo molto poco lusinghiero, tra l'altro) e sibilai: « Non permetterti mai più di insultare mio padre, o giuro che ti Schianto ».

« Vedo che non condividiamo la stessa opinione di tuo padre » commentò lui, sarcastico. 

« Noi non condividiamo niente » precisai. 

« A parte la casa dove viviamo » mi ricordò, ridacchiando con malcelata stronzaggine.

Storsi il naso. 

« È solo una situazione provvisoria » gli assicurai.

Malfoy, dall’altra parte della porta, continuava a ridacchiare. 

« Certo, il prossimo anno sarai libera di andare a vivere dove vorrai ». 

« Molto più provvisoria di quanto pensi » chiarii. 

Col cavolo che avrei aspettato di raggiungere la maggiore età prima di andarmene da quel posto.

Draco sbuffò. 

« Senti, Weasley, neanche tu mi stai simpatica, ok? Anzi, per dirtela tutta se dipendesse da me a quest’ora saresti già a casa di tuo padre ».

« Anche se dipendesse da me » borbottai.

Malfoy ignorò il mio commento e continuò con la sua ramanzina: « ...Ma dovremmo cercare di instaurare un rapporto civile, per fare contenta tua madre ».

« Tu sei quello che deve fare contenta mia madre » lo corressi. « E se per farlo devi convincermi a sopportarti… beh, buona fortuna ».

Mi alzai e andai ad accendere lo stereo, mettendo una canzone Babbana a tutto volume, che pose definitivamente fine alla nostra pseudo-conversazione. 

   
 
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