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Autore: Xenebe    30/08/2010    10 recensioni
Isabella è una maestra soddisfatta del proprio lavoro. Ma la sua vita sentimentale è rimasta come bloccata. Ha 30 anni ed è ancora ossessionata da una storia mai nata ai tempi del liceo, e da quel ragazzo dai capelli bronzei e gli occhi verdi. E se inaspettatamente incontrasse il dottor Edward Cullen?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ossessione'
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Ossessione 1



Lo so! Alzo le mani! L'ho fatto di nuovo! Mi sono fatta travolgere di nuovo dalla mia vena creativa-lampo!
Ebbene sì! Ho scritto una nuova storia in meno di 36 ore! Voi direte: se hai tanta ispirazine perchè non la usi per le ff già in corso? Bella domanda!
Ad ogni modo questa storia è completamente scritta ... più o meno ... mi spego: la storia è già scritta,  sono 4 capitoli + epilogo, ma ci sarebbe un seguito che non inizierò finchè non avrò terminato almeno ""l ragazzo perfetto".
Spero che la storia sia leggibile ... è la prima volta che mi cimento in qualcosa di meno "innocente", quindi spero di non aver fatto un flop!
Che altro dire: cercherò di aggiornare velocemente, ma cancellerò la storia in caso di riscontro negativo.

La storia sarà tutta dal POV di Bella, il personaggio di Edward, come anche qualcun altro, potrebbe apparire poco caratterizzato ... è una scelta  voluta proprio per permettere il seguito e non appesantire la storia, che  descriverà poco più di 24 ore della giornata di Bella.
(P.S.: l'immagine iniziale è una mia creazone, spero vi piaccia!)






Capitolo 1


Con ancora lo spazzolino in bocca raggiungo il piccolo soggiorno del mio appartamento, per controllare l’sms appena arrivato.
In realtà sono due. Il primo è di Rose e mi chiede a che ora dovrei essere da lei. Le rispondo brevemente spiegando che ho preso un impegno con la mia anziana vicina, la signora Carmen, e quindi posso raggiungerla già dopo le 11, avendo preso un giorno di permesso.
Torno in bagno e intanto controllo il secondo sms: è il mio operatore telefonico che mi avverte di un numero che mi ha cercato mentre il cellulare era spento. Riconosco subito il numero come  quello di Reneè.
Termino di lavare i denti e la richiamo.
Mia madre inizia a parlare … le solite cose, le solite raccomandazioni, le storie sulla vita di Nessie, la mia sorellastra (abbiamo più di diciotto anni di differenza, potrebbe essere mia figlia!).
Poi la solita parentesi sul bisogno che avrei di trovarmi un uomo (secondo lei).
-Hai trent’anni ormai tesoro! È giusto che tu ti sistemi, ti sposi, che tu abbia dei figli … sei così brava con i ragazzini!-
-Lo so mamma … Ed è per questo che faccio l’insegnante!-
Parliamo ancora un po’, finché passando di fronte all’orologio digitale in corridoio noto l’ora: le 9,00.
Velocemente tento di chiudere la chiamata e, dopo esserci miracolosamente riuscita, sono dalla mia dolce vicina.
È una simpatica ottantacinquenne, oggi aspetta una visita del suo nuovo medico, quello che la seguiva da quando aveva la mia età, Aro Mc Volturi, è morto una settimana fa mentre … beh … mentre “visitava” la nuova moglie ventiduenne!
Roba da barzellette!
Il nuovo medico è giovane e, dicono, molto attraente .
A quanto pare dopo aver “ereditato” i pazienti dal vecchio Aro, il dottore ha voluto incontrare ogni suo assistito, fissando appuntamenti al suo studio; ha fatto eccezione solo per Carmen, vista l’età, per la quale ha optato per una visita a domicilio, chiedendo espressamente la presenza di un familiare.
Purtroppo però la signora è sola: suo marito Elazar è scomparso tempo addietro e sua figlia Kate con il marito Garrett vive in Italia, non credo quindi avesse potuto fare un salto a Seattle, anche se conoscendola l’avrebbe fatto volentieri. Spesso viene a trovare sua madre, perché soffre incredibilmente la lontananza da lei, ha la mia età ed è una ragazza molto dolce ed allegra, mentre suo figlio Alec è una vera peste, ormai ha quasi 4 anni e ancora vorrebbe stare sempre in braccio alla madre!
Ad ogni modo Carmen ha insistito col dottore affinché sia presente io alla visita, ma lui inizialmente non era molto entusiasta della cosa … avrebbe preferito ci fosse qualcuno che potesse rintracciare in ogni occasione, come un altro dei suoi assistiti.
Nel mio quartiere a dire la verità sono quasi tutti suoi pazienti. Io ho il mio medico di fiducia: Emmett McCarty, il marito di Rose.
Conosco entrambi dal primo anno di liceo. Rosalie è diventata subito la mia amica più fidata, lui invece era l’eterno bambinone, quello che sembrava sempre e solo voler scherzare, ma che invece c’era sempre per chiunque avesse bisogno. Proprio questo lato così altruista fece sì che in seconda liceo riuscisse a portare al ballo Rose, che era già la ragazza più popolare della scuola.
Stanno insieme da allora!
Mentre io e Carmen chiacchieriamo veniamo interrotte dal citofono.
-Sono il dottor Cullen!-
-Prego salga.-, rispondo.
La sua voce ha una nota conosciuta, così come il suo cognome, mi ricorda qualcosa … ma probabilmente è solo un’impressione.
Suonano alla porta e aprendola rimango immobile di fronte agli occhi verdi del mio compagno di liceo (liceo troppo affollato!NDA =P).
- Edward … -, il mio  sussurro incredulo sembra richiamare dopo pochi istanti il suo:
-Isabella … -
-Bella, cara è arrivato il medico?- è la voce un po’ stridula di Carmen a ridestarci entrambi.


Oddio! Non può essere seriamente lui … Eppure Edward Masen è proprio qui davanti a me!
Mentre lui visitava Carmen ho collegato … o meglio ricordato … Edward Masen, adottato dai Cullen, quindi Edward Cullen, il dottor Cullen … sapevo che aveva studiato medicina!
Lui è nell’altra stanza, lo sento parlare amichevolmente con la mia vicina.


 
Non lo vedevo da anni …
Due anni  fa ci siamo rivolti la parola per l’ultima volta … il giorno del matrimonio di Rosalie ed Emmett … lui non doveva esserci, aveva avuto un brutto litigio con Emmett,il suo miglior amico di sempre, anni fa e da allora i loro rapporti si erano deteriorati tanto da non meritare nemmeno un invito al matrimonio.
Invece fuori la chiesa mentre lanciavamo il riso ai novelli sposini avevo sentito il suo tocco caldo sulla parte superiore della schiena lasciata nuda dal vestito.
L’avevo riconosciuto già prima che parlasse.
-Bella,tesoro-, stava sussurrando al mio orecchio, mi imposi di non farmi ammaliare dai suoi modi da seduttore.
-Edward, che vuoi?- gli davo ancora le spalle per non attirare l’attenzione.
-Così mi ferisci! Sai oggi sei davvero incantevole: una visione! Sono stato abbagliato!-
-Edward ti prego! Da quanto tempo ci conosciamo? 13, 14 anni? Non hai ancora capito che non attacca? Perché non mi dici quale favore ti serve?-
-Come fai a sapere che ho bisogno di un favore?-
-Edward!-, mi stava esasperando quel suo tergiversare.
-Ok, ok! Uff quando decidi di non lasciarti andare sei più rigida di una tavola da surf!- stavo per interromperlo ancora quando sentii le sue mani posarsi sui miei fianchi:- Shhh! Sai che non sono stato invitato, vero?-, annuii,-Bene .. avrei bisogno che tu dessi una cosa agli sposi da parte mia.-, così dicendo fece scivolare le braccia lungo i miei fianchi fino a posare le mani sul mio ventre,- Questa.- soffiò sulla mia nuca riferendosi alla lettere che aveva tra i polpastrelli.
Io ero immobile, troppo shoccata … sorpresa … eccitata … per potermi muovere.
Un bacio sul collo.
Allungai la mano e misi la missiva nella mia borsetta.
-Grazie.-, il suo corpo ancora vicinissimo al mio, - Ti adoro!-, altro bacio sul collo,lieve e le sue braccia che scivolano via.
-Ciao Edward.-, soffio sperando che mi abbia sentito.
Un momento e sento le sue mani girarmi e stringermi in un caldo abbraccio.
-Sei diventata bugiarda Isabella?-, sussurra contro la mia guancia-Sai bene che io non ti sono indifferente …-
In quel momento ricordai perché adoravo quel ragazzo: aveva la capacità di farmi perdere la cognizione del tempo e dello spazio con una sola frase, conficcai le unghie della mano destra nel palmo, cercando di ricordare ai miei ormoni che in quel momento eravamo davanti ad una chiesa, attorniati da tutti gli invitati di Emmett  e Rosalie … dovevo tenergli testa , come avevo sempre fatto … anche se in quel momento per la prima volta in 14 anni avrei voluto cedergli sul serio, invece:
-Sbruffone!-, lo sentii ridacchiare.
-Adoro la tua determinazione!-, poi sentii un lieve bacio dietro l’orecchio.
Trattenni a stento un gemito , e con la mano sinistra gli tirai un po’ i capelli per ammonirlo.
Non si mosse, ma lo sentii ridacchiare … sbuffai.
Un momento irrigidito si staccò da me … lo sguardo malinconico e spento.
-Ti prego Bella! Mi fido di te!- i suoi occhi ardevano di preoccupazione.
Mi avvicinai al suo volto e gli lasciai un lieve bacio sulla guancia.
Quando gli tornai di fronte aveva un’espressione stupefatta  sapevamo entrambi perché: solitamente evitavo il contatto fisico, soprattutto con lui, ma avevo visto il suo bisogno di essere rassicurato e avevo agito d’istinto. Abbassai il capo imbarazzata, arrossendo.
Con il suo indice sotto il mento mi costrinse ad alzare il volto e mi sorrise … un sorriso dolce, emozionato, così differente dai suoi soliti sorrisi sarcastici o ironici … questo era un sorriso che non gli vedevo addosso da quando c’eravamo conosciuti ed era solo un ragazzo timido, generoso e naturalmente carismatico.
Arrossii ancora di più e il suo sorriso stavolta divenne malizioso.
-Sai Isabella … devi essere punita … -
-Cosa?-
-Sì, sì! Come hai osato sfuggirmi?-, rimasi spiazzata e intanto lui si allontanò. Sapevo a cosa si riferiva …

Sono bruscamente chiamata alla realtà dal campanello, vado ad aprire: è Angela, una delle più care amiche di Carmen, abita in questo stesso palazzo, al piano di sotto, ed ha “solo” 74 anni.
-Salve Angela, mi spiace ma Carmen non ha ancora terminato la visita … vuole attenderla in soggiorno finché non avrà finito? Le preparo una tazza di tè. -
-Non vorrei disturbare, cara.-
-Si figuri! Entri.-
Proprio mentre faccio accomodare Angela sento la voce di Edward che si avvicina, insieme con quella della sua anziana paziente.
-Bella, cara, chi era alla porta?-, prima che possa rispondere, Carmen ha già individuato la sua amica  e la raggiunge.
- Carmen stavo preparando del tè!-
-Brava, ragazza!- , mi sorride grata con una buffa espressione dolce e orgogliosa in volto.
-Dottore vuole anche lei una tazza di tè?-, non so bene il perché ma decido di mettere distanza tra di noi e trattarlo come un estraneo … credo di aver … paura … di lui!
È sorpreso, lo vedo, conosco tanto bene i suoi occhi da poter individuare ogni mutamento del suo sguardo, anche se solo ora noto che è più spento, meno vitale; e non dipende dal mio comportamento freddo.
-Sì, la ringrazio signora.-, la sua voce calda per un momento assume una nota che sembra essere delusa o offesa.
-Ma come dottore? La nostra Bella non è mica sposata! E poi ha solo 30 anni! -, ridacchia Angela.
-Piuttosto lei, dottore? È impegnato? Quanti anni ha?-, oddio! Mi sembra di essere in uno di quei reality show in cui la propria nonna sceglie il ragazzo giusto per te.
-Ho trent’anni, anch’io! Che coincidenza!- dice ironico lanciandomi un’occhiata.
Ok, ho capito mi hai riconosciuta! Applauso prego! (Del resto non credo potesse aver perso la memoria improvvisamente)
-Che coincidenza, davvero!-, esclama Angela e la sa degna compare invece ripete la domanda sulla situazione sentimentale. Edward sta per rispondere, quando intervengo.
-Signore, direi che avete torchiato abbastanza il dottore! È qui per lavoro, non per allietarvi con i dettagli della sua vita privata!-, il mio tono leggermente alterato ha bloccato ogni eccesso delle due anziane.
Un imbarazzante silenzio però è calato nella stanza … silenzio che decido di interrompere.
-Allora dottore … deve comunicarmi qualcosa riguardo le condizioni della signora Denali?-, Denali è il cognome di Carmen.
Edward inizia a tempestarmi di informazioni, senza fornire nessuna spiegazione, ben conscio di come per me sia una passeggiata seguirlo.
Appena termina, le due donne sono frastornate.
-Dottore, ma non crede di dover spiegare quello che ha detto? Bella non sarà riuscita a seguirla!-
-Non si preoccupi, Isabella ha capito tutto quello che le ho comunicato!-, conclude sorridendo, poi si alza ed annuncia di dover andare via.
Lo accompagno alla porta, seguita con lo sguardo dalla padrona di casa.
-Dottore …  non dimentica qualcosa?-, lo esorta Carmen.
-Ha ragione!,- le sorride, poi si volta verso di me e mi scruta attentamente con il suo sguardo penetrante, -Signorina Swan lei sarà quindi il riferimento della signora Denali?-
-Beh, certo!-, rispondo guardinga, riconosco lo sguardo che ha ora … anni fa precedeva quello furbo che sembrava volerti dire “ti ho messo nel sacco!”.
-Avrei bisogno quindi di un suo recapito … il numero del telefono cellulare o di casa, andrà bene.-, conclude allungandomi una penna prima che io risponda. Lo guardo scettica:
-Scusi ma non dovrebbe lasciare LEI il suo numero a noi? Per le emergenze?-, eccolo … eccolo … lo sguardo da furbastro … mi si avvicina … e con la vicinanza arriva anche l’attrazione fisica   … Inutile sperare che si fosse sopita negli anni!
-Non si preoccupi per questo! La signora ha già memorizzato il mio numero personale sul suo telefono!-
Nessuno può vederlo in viso tranne me … e beh, non sono mai stata una persona violenta … ma gli darei una sberla in questo momento per cancellare quel sorrisino divertito!
Ignoro la sua mano e dalla tasca estraggo uno dei miei bigliettini da visita, ne ho sempre con me … me li ha voluti fare a tutti i costi Alice, la socia di Rose nella cartolibreria che gestisce.
In effetti ne avevo bisogno: lavoro con bambini dai 5 anni in su  … i genitori devono avere sempre il mio numero, quindi molto meglio dei biglietti da visita che dei pezzettini di carta spiegazzata.
Rapido Edward afferra il piccolo cartoncino dalle mie mani e lo infila in tasca.
Torna indietro a salutare le due anziane signore e poi è di nuovo davanti a me , lo accompagno alla porta.
La sua mano ancora in tasca sul biglietto da visita. Lo guardo, interrogativa, ma lui mi ignora, solo sento un borbottio simile a :- Ci ho messo 16 anni per aver questo numero … -
Apro la porta, lui si volta ancora per salutare tutti, poi mi passa accanto e nel farlo con i polpastrelli accarezza il dorso della mia mano.
Paradiso ed inferno insieme in quell’attimo.
È fuori dalla porta, mi da le spalle, si volta, mi sorride sghembo … poi sparisce nelle scale.
Guardo l’orologio …  dovrei andare da Rose, meglio aspettare, non vorrei reincontrarlo in strada.






Cosa mi dite?
E' un completo disastro?
Vi è mai capitata un'attrazione del genere?
Fatemi sapere cosa ne pensate ...
Intanto, nella mia somma bontà ( XP) vi lascio un piccolo mix di spoiler per il prossimo cap!



"
[...]

  • Si abbassò e posò la mano sulla mia guancia, una scarica elettrica mi fece ritrarre come scottata.
[...]
  • Seppi da Emmett che era stato affidato ad una cugina di sua madre, che insieme col marito aveva deciso di adottarlo, non avendo loro figli: Esme e Carlisle Cullen.
[...]
  • Le devo molto più che una visita ogni tanta, ma il mio lavoro mi assorbe in pieno.
[...]
  • Ma Bella! Sono passati nove anni … nove!Sei un’altra persona … spigliata, felice, hai avuto le tue esperienze … e hai  molto successo con gli uomini…
[...]"



Sono stata brava? O ho solo stuzzicato di più la vostra curiosità? XD
A presto,
Serena
   
 
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