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Autore: HarrynHermione    21/10/2005    29 recensioni
Hermione che si rifuta di parlare con Harry. Harry che la rincorre per tentare di rimediare. Nuove consapevolezze nell'analizzare ciò che li ha condotti a questo punto. E la biblioteca, teatro della rappresentazione.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Luogo e tempo non ben definiti

Luogo e tempo non ben definiti...direi sesto anno, fingendo che HBP non esista.
C’è però un riferimento ad una passata storia Ron/Hermione, ma nessun timore...è  iniziata e...finita.

Doveva essere una rapida one-shot, ma poi ci ho preso la mano...credo verrà fuori qualche  capitoletto in più.

Tanto per scribacchiare qualcosa in attesa di altri progetti (long fic...? Forse... vedremo...^^).

Buona lettura!!!

 

 

 

 

 

 

“Levati di mezzo, immediatamente!” Hermione affrettò il passo, tenedo i libri stretti contro il petto, senza mai voltarsi, uno sguardo truce e infastidito sul volto.

Harry le correva quasi dietro, cercando di affiancarla e di bloccarla, senza riuscirci.

 

“Hermione...aspetta...solo un attim-” Cercò di allungare un braccio, ma lei lo evitò.

 

“Harry! Ti ho detto NO! Non voglio parlare con te! E’ abbastanza chiaro?!” Continuò a camminare verso la porta della biblioteca. Pensò che avrebbe dovuto andarsene prima, invece Harry l’aveva preceduta e l’aveva incastrata nel Sezione Incantesimi, cercando in ogni modo di parlarle.

 

“Ti prego, fammi solo spiegare...” Questa volta Hermione si bloccò di colpo, tanto che per poco Harry non le sbattè contro. Si voltò furibonda, fulminandolo con lo sguardo.

 

“Oh, certo...non è come sembra, è successo per caso, o forse no, aspetta...ERI SOTTO IMPERIUS! Ecco la scusa perfetta. Tutto a posto Harry, ti risparmio la fatica, non devi inventarti nessuna scusa idiota! E ora, LASCIAMI IN PACE!”

 

Girò sui tacchi e ricominciò la sua pesante marcia verso l’uscita. Avrebbe potuto sbranare chiunque le si fosse parato davanti, tanto era nervosa e arrabbiata.

 

Harry restò immobile, seguendo Hermione con lo sguardo, senza sapere che fare. La vide deviare dalla sua traiettoria, probabilmente per riporre uno dei libri che teneva tra le braccia.

Harry si passò una mano tra i capelli e fece qualche passo impazientemente, come a cercare una risposta nel poco tempo che restava prima che lei uscisse. Sapeva quanto sarebbe stato difficile riuscire di nuovo a trovarsi faccia a faccia con lei. Lo odiava.

 

La biblioteca era ormai deserta, ma Harry aveva perso la cognizione del tempo; non sapeva che ora fosse, e non riusciva ad individuare Madama Pince. Era venuto lì unicamente per scusarsi con Hermione e per tentare di spiegarle le sue motivazioni. Sapeva bene che non sarebbe stato per nulla semplice, sia perchè non era mai stato molto abile nell’affrontare discorsi seri, sia perchè Hermione non sembrava avere alcuna intenzione di ascoltare le sue ragioni.

 

Le candele continuavano ad illuminare la stanza, che appariva però particolarmente spettrale e tetra per via del buio che proveniva dalle alte finestre. I vetri vibravano leggermente a causa delle forti folate di vento che provenivano dall’esterno.

Harry si avvicinò alla finestra, e guardò malinconicamente fuori. Un lampo attraversò il cielo, e dopo qualche istante il castello rimbombò totalmente in conseguenza di un fragoroso tuono.
Harry vide Hermione sussultare. Da quella posizione poteva di nuovo seguire i movimenti della ragazza, mentre in punta di piedi scrutava uno per uno i titoli di enormi tomi.

Harry sorrise tra sè. Sembrava così piccola e dolce, aggrappata allo scaffale, la sua testa piena di boccoli ambrati che si protendeva con sforzo verso l’altro per riuscire a distinguere i titoli dei libri.

La sua Hermione.


Fotografò nella mente quell’immagine così semplice e ordinaria, eppure così intima...così Hermione.

Restò a fissarla, mentre il ricordo del loro recente litigio ritornava prepotentemente a far capolino nella sua mente.

 

*****

 

“Harry!” Hermione agitò la mano in segno di saluto appena lo vide in fondo alla strada che conduceva ad Hogsmeade.

 

“Ciao! Allora, di cosa volevi parlarmi? Hai detto che era importante...”

Hermione si morse nervosamente il labbro e abbozzò un sorriso, avvicinandosi le mani alla bocca e soffiandovi sopra alla ricerca di calore.

 

“Sì...avevo davvero bisogno di parlarne con te... vieni, togliamoci dal rumore e dalla folla” e gli fece cenno di incamminarsi.

 

Harry la seguì senza parlare.

 

Hermione sentiva il cuore esploderle in petto. Non sapeva cosa avrebbe detto, non sapeva realmente dove voleva arrivare...ma doveva rischiare.

Ultimamente Harry si era allontanato da lei e Ron.

Forse era piuttosto prevedibile, visto che dopo enormi tira e molla, litigi e patimenti, lei e Ron si erano messi insieme.

Harry aveva lentamente preso le distanze, forse per non intromettersi tra di loro, o per non sentirsi il terzo incomodo della situazione.

 

Lei ne aveva sofferto enormemente.

Non che disdegnasse la compagnia di Ron, anzi...ma Harry era Harry.

E quando si trovava sola con Ron, non si sentiva più la stessa. Sentiva un vuoto dentro, provava un senso di nostalgia.

Non le ci era voluto molto per capire che era Harry, ciò di cui sentiva nostalgia.

Era Harry il pezzo mancante.

E con enorme orrore e rimpianto, si era resa conto che era anche Harry ad aver unito lei e Ron.
In qualche modo era Harry a tenerli insieme.

Quando Harry era con loro, lei aveva inconsapevolmente rivolto le sue attenzioni e la sua gelosia verso Ron fino a provare qualcosa per lui, perchè Harry era semplicemente la presenza costante che faceva parte di lei. Ron sfuggiva al suo controllo, Ron la mandava in bestia e la contraddiceva, Ron era capace di farle ribollire il sangue nelle vene...e lei aveva sentito il bisogno di avvicinarlo di più a sè, quasi fosse una sfida.

Harry le era già vicino...ma aveva così tanti pesi sulle spalle, così tante cose da affrontare e sopportare, che non le era mai apparso come un vero e proprio ragazzo da desiderare, da possedere...da amare.

 

Ma poi, appena lei e Ron erano goffamente riusciti ad ammettere i loro reciproci sentimenti, Harry pian piano le era scivolato via dalle mani.

E lei aveva iniziato solo allora a desiderarlo.

Ma non come Ron.

Per Harry non provava quell’attrazione leggermente infantile e di sfida, quel sentimento un po’ irrazionale. Quell’aspettativa e adrenalina nel momento della conquista che risulta più dolce di quanto poi sia la realizzazione.

Con Harry era diverso.

Provava per lui un affetto incondizionato e radicato, un bisogno profondo e disperato.

E se ne accorgeva solo ora, ora  che lui era distante.

 

Anche Ron si era accorto che qualcosa non andava.

Era come se, insieme, lui ed Hermione avessero perso tutto il gusto. Litigavano esattamente come prima, non erano mai d’accordo, ed era davvero difficile poter condividere scambi di tenerezze.
Semplicemente, non riuscivano ad essere spontanei.

Insomma, era tutto sbagliato. Dopo il primo bacio, non avevano avuto il coraggio di parlare delle loro reciproche sensazioni. Ma poi Ron aveva raccolto un po’ di forze, e balbettando le aveva confessato che gli sembrava di aver baciato sua sorella.

Hermione era scoppiata a ridere, una risata sincera e liberatoria.

Anche Ron, Ron dalla sensibilità di un cucchiaino da tè, aveva dovuto ammettere che non erano fatti per stare insieme. Ci era voluto un po’ di tempo per capirlo, ma alla fine non avevano potuto negare l’evidenza.


Harry ovviamente non sapeva nulla. Forse, pensò Hermione sorridendo, nessuno avrebbe saputo trovare la differenza tra lei e Ron come coppia o come amici, perchè questa differenza non c’era; quindi Harry non l’avrebbe mai capito spontaneamente.

Per questo gli aveva lasciato un biglietto dentro il libro di Pozioni e gli aveva chiesto di incontrarla ad Hogsmeade per parlare.

Voleva aggiornarlo sugli ultimi eventi, sperava che Harry si sarebbe di nuovo avvicinato a lei –a loro- appena avesse scoperto che non stavano più insieme.

In realtà, sperava di riuscire a dirgli quanto le era mancato, e di come si era accorta di avere un disperato bisogno di lui. Non era affatto sicura che sarebbe riuscita a confessargli queste parole, e appena lo vide arrivare si sentì mancare e per poco le ginocchia non le cedettero.

Ma voleva almeno fargli capire che lei non era innamorata di Ron, che tra loro non avrebbe potuto esserci nulla al di fuori di una bella amicizia. Forse era davvero stupido, ma voleva mettere subito le cose in chiaro.

Non era abitudine di Hermione illudersi e fare castelli in aria, però in cuor suo pensava che se in un remoto universo e in un lontanissimo futuro Harry avesse potuto interessarsi a lei, doveva essere sicuro che lei non fosse già impegnata.

 

Hermione scosse la testa per cacciare via l’ultimo assurdo  pensiero, e rallentò quando si trovarono davanti al recinto della Stamberga Strillante.

 

Si voltò verso Harry, che la fissava con uno sguardo interessato e curioso, il capo leggermente chino verso destra.

 

Hermione si accorse di un gruppo di voci che provenivano in lontananza dalla stessa direzione da cui erano appena arrivati, quindi tirò un profondo respiro e decise di iniziare a parlare prima di essere interrotta.

 

“Ecco...io...insomma, ultimamente non abbiamo più avuto occasione di parlare...”

 

Harry la guardò leggermente accigliato.

 

“Hermione, pensavo fosse abbastanza chiaro...non era nulla di personale...ma non mi andava di intromettermi tra te e Ron...voi...insomma...!”

 

Hermione scosse la testa.

 

“Si..si...lo so, non è questo il punto...io...volevo solo dirti che...io e Ron...ci siamo lasciati”

 

Harry si lasciò scappare un’espressione di stupore.

 

“OH...mi dispiace, sembrava fosse quello che volevate...stare insieme intendo...”

 

Hermione sorrise imbarazzata ed iniziò a torturarsi le mani.

 

“No, non preoccuparti...non devi dispiacerti...insomma, anch’io pensavo che fosse quello che volevo, ma poi sia io che Ron ci siamo accorti che non poteva funzionare...siamo solo amici, ed entrambi avevamo confuso quest’amicizia per qualcosa di più”

 

Harry continuò a fissarla, lo sguardo freddo ed immobile.

 

“Perchè mi dici questo, Hermione?”

 

Hermione sussultò, improvvisamente colpita dalla domanda così diretta e sprezzante. Cercò di non scomporsi, per quanto si sentì infastidita ed urtata dalla freddezza di Harry. Perchè doveva trattarla in questo modo? Aveva detto qualcosa di male?

 

“Ecco...volevo solo...insomma, sentivo di dovertelo dire, ho pensato che avresti voluto saperlo...eravamo- anzi siamo amici, io te e Ron...ora le cose potrebbero tornare come prima...lo so che queste cose non si possono decidere a tavolino, e so anche che in fondo non ci siamo mai separati realmente, però...vorrei davvero che tra noi tre ci fosse di nuovo quel rapporto speciale...prima che tu...ti allontanassi”

 

Hermione cercò di mantenere la voce calma e sicura, anche se iniziava a provare sempre più rabbia quando si accorse che Harry non la stava neppure guardando negli occhi, sembrava a malapena prestarle attenzione.

Inoltre le voci che prima sentiva, e che ora poteva distinguere appartenere ad un gruppo di ragazze, erano sempre più vicine.

Harry abbassò lo sguardo, evidentemente a disagio.

 

“Non è così facile”

 

Hermione sentì il cuore mancarle di un battito. Non capiva cosa stesse succedendo. Cercò un tono di voce più leggero e spensierato possibile.

 

“Harry...non c’è nulla di difficile...in fondo non ti sto chiedendo di forzare il tuo comportamento... in questi periodi, riuscivamo a vederci e trascorrere un po’ di tempo insieme...adesso non dovrai più cercare di evitarci e potremo di nuovo stare insieme...come in passato”

 

“Non puoi decidere come mi devo comportare. Tu e Ron avete fatto i vostri comodi e mi avete escluso dal ‘trio’ senza pensarci troppo su. E adesso, speri che le cose tornino come prima perchè tu hai deciso che dev’essere così?!”

 

Hermione rimase a bocca aperta.

“Harry! Nessuno ti ha mai chiesto di allontanarti da noi, e nessuno ti ha escluso! Anche un bambino avrebbe subito capito che io e Ron eravamo totalmente sbagliati insieme! Se tu non fossi sparito immediatamente ti saresti reso conto che non saresti mai stato di troppo tra di noi, perchè non c’era NULLA da cui essere escluso o in cui trovarsi in mezzo!”

Ora si stava arrabbiando.

Sapeva che Harry non pensava realmente quelle cose, ma era il solito Harry. Un ragazzo insicuro che perde ogni controllo e lucidità appena percepisce qualche cambiamento. Voleva farla sentire in colpa, era troppo testardo ed orgoglioso per cedere. Non gliel’avrebbe mai data vinta.

 

Il gruppo di ragazze ormai era visibile dalla strada, e anche Harry se ne accorse.

 

La ragazze si avvicinarono ed Hermione riconobbe tra loro un viso famigliare. Grace Hunningham.
L’aveva notata qualche volta con Harry: era una Serpeverde, il nuovo portiere della squadra di Quidditch, un vero portento. Durante una partita era stata colpita per sbaglio da un Bolide ed Harry l’aveva afferrata prima che si schiantasse a terra. Da allora Grace gli girava spesso intorno, ed Harry, che non poteva dire di avere molti amici al di fuori di Ron, Hermione e qualche Grifondoro, si intratteneva spesso con lei. Grace, oltre che piuttosto carina, era molto brillante ed espansiva. Harry non era precisamente l’immagine della loquacità e della sicurezza, soprattutto in compgnia di una ragazza, quindi si faceva trascinare dall’esuberanza di Grace. Hermione non sapeva in che rapporti fossero, ma nonostante questo non la sopportava. Ed era sicura che Grace non sopportasse lei.

 

Grace si separò dal gruppetto di amiche e diresse verso Harry, senza mai distogliere lo sguardo da Hermione. Aveva uno strano sorriso, tra il compiaciuto e lo strafottente.

 

“Harry! Finalmente ti ho trovato! Hai finito con quella ‘commissione’ di cui mi avevi parlato? Ora ti puoi dedicare a me?” e sorridendo ad Hermione lo prese a braccetto.

 

Hermione non era sicura di aver sentito bene.

Una COMMISSIONE?!  Era così che Harry la considerava? Le aveva concesso qualche minuto del suo tempo, ma in realtà non aspettava altro che lei si togliesse di mezzo per occuparsi di Grace?!

Sentì le lacrime pungerle agli angoli degli occhi, ma non voleva piangere davanti a loro, non poteva dar loro questa soddisfazione.

Si limitò a guardare Harry, quasi sperando che cacciasse via quella piccola intrigante attaccata al suo braccio e tornasse il solito Harry, Harry che avrebbe fatto tutto per lei.

Ma non fu così.

Harry non la guardò negli occhi neanche per un istante, ma con voce quasi impercettibile abbassò lo sguardo.

 

“Continueremo un’altra volta, Hermione. Ora devo andare”

 

Non si voltò a guardarla, nè la salutò. Semplicemente, se ne andò.

 

Hermione restò ferma, impalata, al freddo, lo sguado fisso nel punto in cui Harry era ormai sparito.
Non riusciva a piangere, tanto forte era la rabbia che provava. Harry non si era mai comportato in questo modo con lei, non sapeva spiegarsi quell’atteggiamento.

Pensò anche che prima di raccontargli di lei e Ron, era il suo Harry di sempre, non sembrava affatto infastidito di doverla incontrare...ma poi, appena era entrata nell’argomento, il suo sguardo si era fatto di ghiaccio. E poi era arrivata Grace...

Hermione decise che doveva capire cosa stava succedendo, e si avviò con passo deciso verso Hogsmeade, intenzionata a scoprirlo.

Entrò da Madama Rosmerta, e avvistò subito Grace ed Harry seduti ad un tavolo poco lontano. Le davano le spalle, così si avvicinò a loro, poco convinta, ma consapevole di dover chiarire ogni cosa con Harry al più presto.

Quando ormai era abbastanza vicina da sentire quello che stavano dicendo, fece per attirare l’attenzione di Harry, ma restò congelata appena si accorse che Grace stava parlando di lei.

“Oh, Harry, tu sei troppo buono! Dovresti imparare a dirle di no, una buona volta! E chissà cosa aveva di tanto importante da dirti...”

Hermione trattenne il respiro e pensò che forse sarebbe stato meglio parlare con Harry in un altro momento. Ma mentre si stava girando per fuggire, sentì distintamente la voce di Harry, un tono più alto di quello che aveva usato Grace.

“Hai ragione...Vorrei solo capisse che non può pretendere di correre da me appena ne ha bisogno...quei tempi ormai sono passati”

“Probabilmente si è presa una cotta per te!” e Grace rise , una risata cristallina e spietata.

Hermione si era girata verso di loro, non si accorgeva nemmeno delle lacrime che le scendevano a fiumi, dei singhiozzi che la scuotevano. Stava tremando dalla rabbia, ma era come se non fosse realmente lì, se fosse solo l’ombra di se stessa proiettata nel peggiore degli  incubi.

Vide Harry voltarsi, e guardarla fisso negli occhi. Lui sapeva che lei era lì, lo sapeva già da prima, ne era sicura. Non riuscì ad interpretare quello sguardo. Sembrava ferito, colpevole, ma anche estremamente distante.

Harry si voltò verso Grace.

“Forse è proprio così”

 

Harry dopo aver parlato guardò ancora Hermione, quasi a volersi assicurare dell’effetto delle sue parole.

Hermione restò paralizzata per qualche istante, totalmente smarrita.

Gli lanciò un’occhiata carica d’odio e corse via, alla cieca.

Quello che Hermione non vide fu Harry alzarsi di scatto per cercare di rincorrerla.

Lui stesso non capiva perchè avesse pronunciato quelle parole, lui non voleva ferirla. Ma l’aveva appena fatto, e di proposito.

Grace gli afferrò un braccio.

“Ormai è andata, in quello stato sarebbe totalmente inutile cercare di avvicinarla. Resta qui con me, ci stavamo divertendo” gli disse sorridendo.

Harry si divincolò con violenza dalla presa.

“Lasciami in pace”

E se ne andò assestando un poderoso calcio alla  sedia, prima di sbattere la porta e sparire.

 

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