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Autore: kenjina    08/09/2010    5 recensioni
Hanamichi ripiegò la lettera, dopo averla riletta più volte, articolo compreso, anche se non capì chi fosse quel signore che la sua dolce Haruko aveva citato alla fine - forse era un giocatore di NBA? - e con un po' meno fatica del solito, si alzò, ripulendosi i pantaloncini dalla sabbia.
Alzò i pugni al cielo e gridò al sole, senza preoccuparsi della poca gente e delle occhiate stralunate che gli riservarono.
«Sì, Harukina, io amo il basket... ed è veramente tutta la mia vita!»
«Ehi, Do'aho. Devi sempre farti riconoscere.»

[Quinta classificata e Premio Citazione al Contest Multifandom for Albert Einstein‏, indetto da NonnaPapera!]
Genere: Introspettivo, Slice of life, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hanamichi Sakuragi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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19-La differenza fra la gloria reale e quella fittizia sta nel sopravvivere nella storia o in una storia

Per montarsi la testa ci vuole genialità.

 

 

* * *

 

 

 Se qualche mese prima gli avessero detto dove sarebbe arrivato non ci avrebbe creduto.

Anzi.

Avrebbe sedato tutti con qualche sana testata delle sue e il discorso si sarebbe chiuso tra lamenti e lente agonie.

Basket.

Neanche voleva sentir nominare quello stupido sport, ancora troppo scottato dall'ennesimo picche in amore. Non bastavano quegli idioti scassa scatole dei suoi amici, ci mancava che sentisse quell'odiata parola in bocca a chiunque.

E dire che, invece, era iniziato tutto unicamente per un suo capriccio: conquistare il cuore della sua dolce Haruko.

 

- A te piace il basket? Oh, come sei alto! Forse anche più di Rukawa... Waa! Che muscoli! E che gambe lunghe! Sei proprio un atleta! Gli uomini atletici sono stupendi! Allora, ti piace il basket?

- Ma certo! È tutta la mia vita! Poiché sono un atleta!

 

Nel ripensare a quel giorno, Hanamichi sorrise. All'epoca - sembravano passati anni! - neanche sapeva tenere in mano il pallone, lui! Ma non avrebbe potuto deludere la ragazza che gli aveva rubato il cuore, lui doveva diventare un atleta, solo per lei! Non aveva messo in conto, però, che la sua infatuazione lo avrebbe portato verso un amore inaspettato e profondo.

Una palestra, un canestro, il pallone e lui.

Un connubio perfetto.

Seduto sulla lunga spiaggia davanti alle cliniche dove faceva fisioterapia, il suo posto preferito ormai, con la salsedine che gli inebriava le narici e il venticello fresco che veniva dal mare, il rossino aprì voracemente la lettera della sua musa, l'ennesima da quando era lì.

 

"Caro Hanamichi,

spero che la tua schiena stia migliorando. Ormai son passate tre settimane e qui non aspettiamo altro che il tuo ritorno - anche se i ragazzi non lo ammetterebbero nemmeno sotto tortura, sai bene quanto siano orgogliosi!"

 

I ragazzi... quegli stessi ragazzi che, tra litigi, risse e momenti da cestinare, erano arrivati insieme così lontano. Quanto avrebbe voluto essere lì con loro, ad allenarsi, a ridere e a disperarsi per le sventagliate di Ayako, a pestarsi con il Volpino, ad allearsi con Ryo-chan, a sfottere l'ex-teppista... Gli mancavano, addirittura, i pugni del Gorilla, il che era tutto dire! E pensare che Akagi aveva mollato tutto per lo studio; come diavolo avrebbe fatto senza quel bestione?

 

- A te piace il basket?

- È tutta la mia vita!

 

"Il Capitano Miyagi-kun mi ha detto di avvertirti che al tuo rientro dovrai subito darti da fare. I Campionati Invernali si avvicinano e prima di essi ci sono alcune amichevoli che nessuno è intenzionato a perdere. Contiamo tutti su di te, Hanamichi!"

 

Era iniziato per gioco, senza serietà, senza passione. Si recava agli allenamenti convinto di poter giocare seduta stante, trovando odiosi i fondamentali che era costretto a fare, seguito da quel gendarme fatto a donna.

Poi tutto era cambiato.

Ricordava ancora l'emozione della sua prima partita, quell'amichevole contro il Ryonan in cui neanche riusciva a reggersi in piedi per l'adrenalina.

E gli allenamenti supplementari con il Gorilla per la difesa, per i rimbalzi, la sua specialità!

Andava in giro a gridare ai quattro venti quanto fosse geniale, quanto fosse il Re indiscusso dei Rimbalzi, del Basket in generale! Quando in realtà stava solo iniziando e i risultati si vedevano... Ogni partita significava un'espulsione assicurata, il che era un bene per le scommesse dei suoi amici, un male per il suo ego.

Rukawa, quel maledetto volpino addormentato, non perdeva mai occasione di riportarlo con i piedi per terra; ma lui, ostinato, vedeva già la sua faccia splendente di gioia nel giornalini sportivi, mentre sollevava trofei e riceveva medaglie, con la dolce Haruko a congratularsi con lui per le splendide partite, vinte solo grazie alla sua innata bravura di cestista. E lì, in un angolino buio e polveroso, la Volpe si rosicchiava le zampe per la rabbia e l'invidia.

Un quadro perfetto, certamente, se non fosse stato frutto della sua fervida mente bacata. Era sempre stato molto bravo a lavorare di fantasia, ma la vita gli aveva insegnato che non sempre i propri sogni, per quanto desiderati, si avverano.

 

- A te piace il basket?

 

"Ne approfitto per allegarti qualcosa che ti farà sicuramente piacere, avresti dovuto vedere la faccia di mio fratello appena lo ha visto... Era così fiero di te, Hanamichi! Ma non dirglielo, potrebbe arrabbiarsi, sai com'è fatto!

Spero di risentirti presto, ora devo andare a compilare alcune schede... Ayako è su di giri e non vorrei avere ritorsioni anche io!"

 

Incuriosito, il ragazzo cercò tra i fogli della lettera e un articolo di giornale ritagliato cadde sulla sabbia.

Rimase paralizzato nel vedere la foto del suo incredibile punto allo scadere del tempo contro il Sannoh, la partita più difficile di tutta la sua breve carriera di cestista, ma anche quella più emozionante.

Il titolo diceva già tutto: Alt! Quando c'è il rosso non si passa!

Hanamichi scoppiò a ridere sguaiatamente. Lo diceva sempre anche Yoehi!

Lesse febbrilmente l'articolo a due colonne e non poté fare a meno di commuoversi.

 

«Con il semaforo rosso non si passa, è molto pericoloso, e tutti gli automobilisti lo sanno.

Ma quando si tratta di un ragazzone alto 189 cm comparso dal nulla, su cui nessuno avrebbe mai scommesso uno Yen, vale l'identico cartello di pericolo. Con il rosso non si passa!

E infatti il Sannoh, una delle squadre più forti del Giappone e tra le favorite per vincere il Campionato Nazionale di Basket, non è passata, nemmeno quando sembrava ci fosse il verde del via libera.

Hanamichi Sakuragi, matricola dello Shohoku dagli improbabili capelli rossi, non è uscito illeso da quella partita che probabilmente comprometterà la sua carriera cestistica, ma non si è arreso nemmeno davanti al forte dolore alla schiena, dovuto ad una brutta caduta. Su uno splendido passaggio dell'altra matricola d'oro, Kaede Rukawa, Sakuragi ha eseguito un tiro perfetto proprio sullo scadere del secondo tempo, quando chiunque avrebbe gettato la spugna.»

 

«Ehi, quel narcolettico  non è la matricola d'oro! Io lo sono!», s'inalberò come sempre, parlando da solo. Ma decise di proseguire la lettura e di lasciare gli improperi contro Rukawa per la prossima volta che l'avrebbe visto.

 

«Sarebbe un vero peccato che il giocatore più imprevedibile di tutto il Campionato smettesse proprio ora, dopo pochi mesi di formazione in cui ha compiuto passi da gigante. Lo abbiamo conosciuto come un esibizionista e pieno di sé da far scoppiare ogni palestra per il suo egocentrismo, si è sempre definito il Genio e il Re di questo splendido sport, e nessuno gli ha mai dato retta.

Ma possiamo ancora lasciargli dare aria alla bocca? Io credo di no. Hanamichi Sakuragi diventerà un grande campione, ne ha già dato dimostrazione quest'anno. Incrociamo solo le dita affinché possa tornare presto a giocare allo sport della sua vita.»

 

- A te piace il basket?

 

Sì, la fantasia non avrebbe mai smesso di farlo sognare, ma per tutti i Kami... quello non era un sogno, quella era la realtà, la pura semplicissima realtà. E gli sembrava di essere in paradiso dalla gioia!

 

- A te piace il basket?

 

Hanamichi ripiegò la lettera, dopo averla riletta più volte, articolo compreso, anche se non capì chi fosse quel signore che la sua dolce Haruko aveva citato alla fine - forse era un giocatore di NBA? - e con un po' meno fatica del solito, si alzò, ripulendosi i pantaloncini dalla sabbia.

Alzò i pugni al cielo e gridò al sole, senza preoccuparsi della poca gente e delle occhiate stralunate che gli riservarono.

«Sì, Harukina, io amo il basket... ed è veramente tutta la mia vita!»

«Ehi, Do'aho. Devi sempre farti riconoscere.»

Il suo momento di gloria andò in frantumi appena il Volpino gli si parò davanti - non aveva altro da fare se non andare a correre proprio su quella spiaggia, il maledetto!

«Certo, Kit! C'è il mio bel faccione su questo giornale, mica il tuo! Tiè!»

Kaede sbuffò, indicandosi la maglia della Nazionale Juniores che indossava, per ricordargli chi fosse il migliore tra i due.

«Non mi hanno chiamato perché sono infortunato, ecco cosa!», esclamò il rossino. Poi aggiunse, con un sorrisone da orecchio a orecchio e una strizzata d'occhi: «Ricordati le mie parole, Kit: l'anno prossimo indosserò anche io quella maglia e allora vedremo chi sarà il migliore!»

Hanamichi era talmente perso nei suoi ennesimi deliri mentali - oltre che i vari inneggiamenti alla sua rinomata genialità, stava blaterando qualcosa anche su autografi e foto che le sue numerosissime ammiratrici gli avrebbero chiesto dalla mattina alla sera per avere un ricordo della sua gloria, beata innocenza! - che non sentì la preghiera in aramaico di Kaede affinché gli dèi lo fulminassero seduta stante, giusto per evitare che fosse lui a sporcarsi le mani di sangue.

Ma chi poteva saperlo, d'altronde? Magari se lo sarebbe ritrovato tra i piedi anche lì, in Nazionale; ormai tutto era possibile, con l'Idiota in circolazione.

«Poiché sono un genio! Ahaha!»

 

"Prima di salutarti ti lascio una perla di saggezza di Einstein, un genio, proprio come te! Egli disse: "La differenza fra la gloria reale e quella fittizia sta nel sopravvivere nella storia o in una storia."

Ho sempre creduto in te, Hanamichi, e son sicura che se terrai duro come fai da quando ci conosciamo entrerai nella storia. La tua la stai già scrivendo!

A presto, con affetto

Haruko."

 

* * *

 

Spazietto dell'autrice.

Come avrete potuto leggere dalla presentazione, questa one shot è in concorso per un contest su Albert Einstein, che potete trovare QUI. Appena ho letto la citazione che Haruko scrive nella lettera (e no, Hanamichi, non è un giocatore di NBA!), ho subito pensato al nostro adorato numero 10 dello Shohoku. Insomma, Hanamichi ne è l'incarnazione! Si glorifica da sempre e, anche se all'inizio nessuno ci credeva, sta andando avanti e sta rimanendo aggrappato alla sua storia in un modo o nell'altro. :)

Ne approfitto per ringraziare chi mi segue con Bar America, sono un po' in ritardo con l'aggiornamento, ma ho i miei buoni motivi: un esame in preparazione! T_T Prometto che appena me ne libererò aggiornerò subito! :)

A presto!

Marta.

   
 
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