Fanfic su attori > Johnny Depp
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Autore: Iurin    08/09/2010    2 recensioni
Come la vita di una comune ragazza americana subisce un cambiamento dopo aver vinto uno straordinario concorso...spero vi piaccia! =)
Oltre a Johnny Depp sono presenti Tim Burton, Helena Bonham Carter, Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Dustin Hoffman, e il grande, incommensurabile Alan Rickman :)
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Davis!” mi fece l’insegnante di storia non appena entrai in classe “Finalmente sei quasi puntuale! Hai quindi finalmente deciso di unirti a noi comuni mortali?”
Tutti gli occhi dei miei compagni di classe vennero puntati su di me, facendomi diventare tutta rossa e facendomi sentire uno scarafaggio.
“Io…” mormorai “Credo di essere solo in ritardo di dieci minuti, ma…”
“Ma niente! Vai al tuo posto prima che ti metta una nota!”
“Agli ordini!”
E filai più veloce che potei al mio banco, posando la borsa con delicatezza per cercare di fare il meno rumore possibile.
Eccomi qua. Salve, sono Julia Davis, una comune ragazza perennemente in ritardo, come avrete sicuramente capito. Frequento l’ultimo anno di università e quello che avete appena conosciuto è il mio diabolico prof. di storia, il signor Krinkle o qualcosa del genere. Non sembra un nome da elfo? Ma comunque, bando alle ciance, ritengo che non sia opportuno annoiarvi con la mia lezione di storia e passare direttamente a quando suonò la campanella, perché c’è molto da raccontare, e il signor Krinkle non fa parte di questa piccola storia.
Insomma, quando la campanella suonò mi alzai come se avessi avuto le molle e filai fuori dalla classe per incontrare la mia amica Emma: ci conoscevamo dalle medie, ed eravamo ormai inseparabili, e nonostante il fatto che ci trovavamo in due classi diverse riuscivamo comunque a frequentarci con regolarità.
“Allora,” mi disse lei non appena ci salutammo “Che ti ha detto Krinkle stamattina?”
“Ma niente…” feci io vaga “le solite cosucce…anzi, oggi ha minacciato di mettermi una nota.”
“Uuh, allora è una cosa seria! Ti conviene regolarla di tanto in tanto quella tua maledetta sveglia!”
“Ma io mi sveglio in tempo tutti i giorni!”
“Sì, e quella volta che sei arrivata alla fine dell’ora?”
“Eh…lì sono arrivata in ritardo a causa di forze maggiori…”
“E cioè?”
“Ehm…” feci un po’ imbarazzata “In televisione c’era un’intervista di Johnny e…”
“Ah, allora è tutto chiaro.”
“Volevo guardarne un pezzetto piccolo piccolo, lo giuro, ma il tempo mi è sfuggito di mano, e allora patatrac.”
“Eh, capisco…come si fa a resistere, vero?”
“Io rimarrei incollata ai suoi occhi tutto il santo giorno…non è l’uomo perfetto?”
“A proposito dell’uomo perfetto, quando andiamo a vedere Public Enemies?”
“Non lo so, oggi devo lavorare…che ne dici di Domenica prossima?”
“Okay, non vedo l’ora!”
E detto questo ci separammo di nuovo, a meno che non volevo sentirmi rimproverata persino dalla professoressa Mitch, quella di italiano.
Tornai in classe euforica come non mai al solo pensiero di andare al cinema a vedere Johnny Depp.
“Mi sembro scema.” Pensai “Sono così contenta che tra un po’ svengo. Se lo incontro che faccio, muoio direttamente?”
L’unica cosa che mi dispiaceva era che avrei visto Public Enemies Domenica, e quel giorno era Mercoledì. Il punto era, come avevo detto ad Emma, che il pomeriggio lavoravo. Esatto, dopo la scuola, per 4 giorni a settimana, prestavo le mie grandissime abilità a preparare caffè e cappuccini vari nel bar più frequentato del centro, che era sempre zeppo di gente come i polli nel pollaio, e io tornavo sempre a casa stremata dalla punta dei piedi alla punta dei capelli, naturalmente dopo aver combinato qualche disastro come al solito. Mi ricordo di una volta che la macchina del caffè mi era esplosa in faccia: vi assicuro, è un’esperienza da non consigliare a nessuno, senza considerare che tutti i vestiti praticamente li avevo presi e buttati.
Quindi, come avrete capito, le mie giornate passavano così, tra tremendi giorni a scuola e tremendi giorni a lavoro; unica consolazione? I miei amici, con i quali ci vedevamo ogni weekend per sparlare di tutto e di tutti e divertirci come dei matti.
Insomma, alla fine di quella giornata iniziata con la ramanzina di Krinkle, tornai a casa stanchissima e mi buttai sul divano senza voler saperne niente di nessuno. Fino a quando, ovviamente, non mi squillò il telefono…
“Pronto?”
“Ohi bella, sono Jack.”
“Ciao, come ti va?”
“Alla grande e te?”
Jack era uno degli amici del mio gruppo, sempre pronto in imprese pazze: era lui quello che ci spronava ad andare da una parte e dall’altra. Certo, a volte le sue idee avevano un finale tragico, tipo quella volta che ci ha costretto a fare i gavettoni durante il mercato, e come conseguenza sono arrivati i vigili. Bella figura…ma comunque il nostro caro Jack non lo cambieremmo con nulla al mondo.
“Senti,” mi disse Jack “So che Domenica vai al cinema.”
“Sì…”
“E ci dai buca così? Per vedere quello là?”
“Ih! Sacrilegio!” gli urlai nella cornetta “Quello là?! Bada a come parli, bello!”
“Ok, ok, mi dichiaro colpevole.” disse.
“Ti perdono solo perché hai lo stesso nome di Sparrow.” Gli feci io “Ma in ogni caso non credo che la tua telefonata sia per avere la conferma di quello che faccio Domenica.”
“No, hai ragione.”
“E allora?”
“Stavo pensando…” disse Jack “Dato che ci darai buca che ne dici di incontrarci la sera?”
“Beh, per me va bene…”
“A casa tua?”
“A casa mia?”
“Sì, a casa tua.”
“Ok…” feci ignara di quello che Jack stava architettando.
“Perfetto!” esclamò “Vedrai che bello…”
“Vedrai che bello? Jack, che vuoi fare?”
“Io? Niente.”
“Sicuro?”
“Sicuro. Ma preparati perché ci divertiremo.”
“Ok, mi predispongo psicologicamente.”
“A presto, bella!”
Riattaccai il telefono e ripresi a spaparanzarmi sul divano, pensando a cosa volesse fare Jack, ma con tutta la stanchezza che avevo, pensare mi risultò così faticoso che mi addormentai quasi subito, manco avessi avuto il timer.

   
 
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