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Autore: su_dama    09/09/2010    1 recensioni
A proposito del crack velato di emo. Letteralmente.
[Lavi/Kanda, Allen/Lenalee?; AU ambientata in Gran Bretagna; Breve one-shot della serie: “Keep Calm & Carry On”]
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allen Walker, Lenalee Lee, Rabi/Lavi, Yu Kanda
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Keep Calm & Carry On'
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Nuova fic della serie “Keep Calm & Carry On”! Per non confondervi e seguire meglio il tutto, la storia che precede questa è Smells Like Teen Spirit, mentre la prima storia dal punto di vista cronologico è Wanna Be My Lover?, dove a piè di pagina potrete trovare anche maggiori informazioni che vi invito a leggere.
Qui trovate tutta la serie.





[In addendum, Lenalee entrò pienamente nel giusto ordine di idee (ovverosia ‘attivismo al top del top’) solo quando Walker decise di mettersi a tirare le cuoia.]

Ecco i fatti secondo l’alquanto estraneo ai fatti il sostanzialmente imparziale Kanda.



È mattina tardi, e dopo essere stato svegliato dal colpetti gentili di Tiedoll che bussa prima di entrare a spegnergli l’umidificatore, Kanda non si sente troppo bene, poco ma sicuro. Gli borbotta una sfilza incomprensibile di vocaboli francesi, si contorce e si rigira.

“C’è un amico che ti cerca,” gli spiega Tiedoll. “E io non sono la tastiera di un computer, Yu-kun.”

Lui apre gli occhi e si liquefa in tante pozzanghere (malaticce) quando suo padre gli apre le tende. Sibilo. “Hai ragione. Quella vecchia l’ho buttata dalla finestra.”

Tiedoll si accarezza i baffi con un dito, passando probabilmente (ingannevolmente) al vaglio i modi migliori per cacciare fuori di casa i figli. O i metodi per obbligarli a diventare persone mattiniere senza DNA umano. “È quello con i capelli rossi-” gli basta dire perché Kanda schizzi giù dal letto e si fiondi sulle scale, i pantaloni del pigiama che gli scivolano un po’ sul sedere.

Inciampa su qualche schizzo piazzato contro un muro (“Yu! Sono ancora freschi!”), slitta nelle pantofole, e sente una voce parlare a intermittenza al di fuori dell’ingresso principale. Essendo già aperta, la spalanca con uno scricchiolio, svelando un Lavi girato di schiena, cellulare all’orecchio. L’altro suo orecchio si solleva di scatto e il ragazzo si volta verso di lui, con SPASTICO praticamente scritto in fronte.

Lavi sta diventando sempre più facile da decifrare.

“Oh eeeehi ma è casa tua!”

Beh, di certo lo prende in contropiede. “Uh. No. Vivo qui per caso,” risponde in tono piatto.

Lavi si lascia scappare una cosa nervosa a metà tra una risatina e un soffio d’aria deglutita. “Devo proprio. Andaaare. Già. Hnn.”

Ora, in ogni altra circostanza o ragionamento, Kanda sarebbe stato lieto di liberarsi di lui. Tuttavia, tutto ciò è Molto Strano e merita di essere approfondito.

È anche vero che però non sono affaracci suoi.

Perciò segue senza farsi vedere la figura in corsa di Lavi nella parte meno popolata di Londra, dolorosamente consapevole delle strisce di pittura che gli si asciugano come squame sui pantaloni del pigiama. (Prima si è dovuto procurare i viveri dal barattolo a forma di rana sul bancone, perché non si sa mai.)



Pedinare Lavi si rivela più difficile del previsto, sul serio. È un vero coniglio a quattro zampe.

Decide quasi che d’ora in avanti comincerà a prenderlo in giro su questa somiglianza.

Ma poi pensa, merda, sono uno stalker. Proprio. Come. Lui.



La destinazione è la loro scuola. Chilometri dopo. Fuuu- un attimo. Ma che diamine…?

Lavi sta scavalcando i cancelli, riportando il cellulare all’orecchio. Kanda già suda da sotto la canottiera. Cazzo, ha corso per tutto il tempo in canottiera. Ossignore cosa deve aver visto Londra. Domani lo sbatteranno in prima pagina.

Lavi si sta avventurando nell’erba fitta, verso gli alberi.

Tutto ciò è Molto, Molto Strano. Strano è un Brutto Segno.

In un momento di panico rivelatore, Kanda perde l’equilibrio sulla tana di una marmotta o quellocheè, maledicendo le sue- un attimo macheccazo dove diamine sono le scarpe?

Merda, dimenticate i giornali; stasera lo sbatteranno sulla BBC.

Si ridà un contegno, pantofole eccetera, mettendosi in posizione eretta per riuscire a scorgere la testa e la parte superiore del torso di Lavi, con la giacca nera di pelle che svanisce nel fogliame.

Lo chiama, ma lui non se ne accorge.

Quindi è costretto a sporcarsi, il dolore nelle piante dei piedi estremamente evidente ora che sa di avere ancora i vestiti di casa.



Ha l’impressione di aver perso una banconota da qualche parte lungo il tragitto. Dovrà a suo padre dei-

“Lenalee, devi smetterla di piangere così,” sta dicendo Lavi.

“Non mi perdonerà mai!”

Kanda spezza un ramoscello (di proposito) e loro, ovvero soltanto Lenalee e Lavi, girano la testa nella sua direzione. Lui incrocia le braccia. “Spiegatevi.”

“Allen ha preso qualcosa,” sputa il rospo Lavi, il volto arrossato. Si soffia via i capelli dagli occhi.

“Che ci fai tu qui?” urla Lenalee. “Avevi detto che non glielo avresti detto,” si rivolge poi a Lavi. Si avvinghia con più forza alla testa di Walker, chinando la testa come per dire voi non potete aiutarmi.

Col cazzo. “Chiamate un’ambulanza.” Tende la mano per confiscare il telefonino di Lavi.

“Non possiamo,” gli dice lui in tono grave, guardando dritto verso Lenalee. Lei si abbassa per mormorare qualcosa all’orecchio di Walker. Inutile dire che lui sembra un po’ malaticcio.

Okay, tutto ciò è Molto Preoccupante.

“Cosa cazzo gli hai dato?” dice Kanda. Avrebbe dovuto saperlo. Quella Lee.

“Yu, rilassati, lei si sta già rincoglionendo di suo.” Si squadrano torvamente; Lavi sta per coprirsi il viso con le mani in segno di sconfitta, o almeno così sembra. Una sconfitta derisoria. E Kanda non sopporta di essere deriso. Afferra comunque il cellulare di Lavi, tagliandosi con uno di quei suoi anelli di bigiotteria. “Ho già risolto, Yu.” Kanda cancella il numero di emergenza. E come? “Il vecchio viene con i rifornimenti.” E questo dovrebbe migliorare tutto quanto. Ma certo. “Lascia stare il cellulare, Yu! Solo – aspetta – no-!”



Quando Bookman entra in scena, possono congratularsi a vicenda per non essersi annoiati troppo con tutta l’attesa e l’apprensione che c’erano di mezzo. Davvero, ci vogliono uomini d’acciaio per aspettare con calma la morte di qualcun altro. (Uccidersi tra loro nel frattempo probabilmente [forse] non risolverà le cose.)

Soprattutto quando ti senti particolarmente nel giusto.

Lavi lo prende da parte mentre Bookman si mette subito al lavoro senza preliminari, interrogandoli burberamente su quale idiozia stessero combinando e sproloquiando su quanto straordinariamente svampiti debbano essere per aver interrotto la sua riunione, e su come sono proprio degli eccetera eccetera mocciosi. Kanda avverte il sudore nella stretta della mano di Lavi. Grugnisce col naso e il suo volto torna ad essere la solita e più dolce maschera di allegra vivacità. Eeeehm.

“Dimmi cos’è successo-” Starnutisce.

“Mi ha detto di non dirtelo,” sussurra, togliendosi la giacca. Kanda s’inalbera quando gliela fa scivolare sulle spalle nude.

“Dimmi cos’è successo, Bookman.” ruggisce ora.

Bookman non dà segno di averlo sentito neanche per sbaglio. È intento a conficcare pinze e aghi dentro Walker, aggiungendo qua e là una palla di polistirolo. Vabbè. Basta che funzioni.

Lavi lo porta ancora più lontano, dietro un salice, dove si scambiano un paio di sguardi eloquenti circa le predisposizioni di Walker e le avvenenti manie di Lenalee. “Erano completamente su di giri – una cazzata del genere, prima che lei mi chiamasse.”

“Non voglio ascoltarlo.”

“Ma hai appena detto-”

“So cos’ho detto. Cazzo.”

“Silenzio!” li riprende Bookman gridando. Per ragioni di sicurezza si mimetizzano con la corteccia.

Dopodiché non si dicono molto, oltre a un che situazione di merda. Diventa più difficile parlare ad alta voce, e rimangono quindi completamente in silenzio, fissandosi l’uno il petto dell’altro. Kanda infila finalmente le braccia nella giacca di Lavi, sentendo sempre più freddo al pensiero improvviso della morte imminente di Walker. Lenalee, tutta singhiozzante dov’è ora, non la supererebbe mai. Sarebbe costretta a fare ancora più terapia, e poi finirebbe in manicomio, e poi suo fratello impazzirebbe non appena scoperto della pazzia di sua sorella. Come se scorresse nella famiglia. Vivrebbero in due stanze separate e adiacenti dello stesso manicomio, senza mai sapere di essere fianco a fianco. Non appena i fondi per il loro vitto e alloggio si fossero esauriti, sarebbero stati buttati fuori in strada a badare a se stessi. Inevitabilmente, avrebbero trovato Kanda.

“Yu, hai i capelli tutti…”

Lui trae un lungo respiro. “Già,” conclude penosamente.

Lavi si dà da fare con i suoi capelli, allentando i nodi per lui. Una ciocca si rompe in maniera udibile, e Bookman dice blablablabla? e Lavi risponde blablablabla in russo.

Poi dice a Kanda di restare qui mentre lui va a fermare un taxi.



A Kanda tocca l’ardua impresa di trascinare Walker attraverso i giardini per arrivare al traffico. Lenalee non riesce a tener ferme quelle cazzo di mani e continua a toccare Walker.

E allora le fa una sgridata che in realtà non avrebbe voluto farle. Bookman, non molto in confidenza con lui, non dice niente.



Qualunque cosa sia il trattamento su cui Bookman si è arrischiato, ha funzionato. Walker si è svegliato diverse ore fa, benché in uno stato di estrema sonnolenza e paranoia, e ha cominciato a vomitarsi addosso senza preavviso come se posseduto da uno di quei cazzo di demoni del Vecchio Mondo di cui Kanda ha letto nella mitologia. Vecchio Mondo o no, Kanda sa che non avrà la meglio, e preferisce aspettare con calma nel letto di Lavi per un altro po’.

(Al momento Walker è nella vasca, sotto la supervisione di Lenalee che si è rifiutata di lasciarlo da solo.)

Comunque, stare sul letto di Lavi è considerato un passo pantagruelico.

“Rannicchiati, Yu.”

“Sto riposando. Non pensare che sono qui per te. Sto solo riposando.”

Lavi sogghigna alla luce fioca del pomeriggio. “L’hai già detto. Capelli arruffati.”

“Preferisco il termine zombie ambulante, se non ti dispiace.”

“No, non mi dispiace,” rassicura lui, tremendamente appagato.

“Già che ci siamo, nella tua vasca da bagno c’è un teenager mezzo morto.”

Lui emette un sospiro logoro. Ricade contro la schiena di Kanda e lui si volta a guardarlo. Lavi gli appoggia le dita sul viso, come per leggerlo, come per scovare le imprecisioni che possono essergli sfuggite tanto tempo fa. Silenzio. Torpore. Sonnooo-

“Kanda.”

Apre gli occhi. “Sono sveglio.” Ack. È sveglio.

Lavi aggrotta le sopracciglia. “Lenalee ne ha passate tante, vero? Mi ha raccontato un po’ dei casini in cui è finita. Il resto l’ho un po’ immaginato oggi – quando mi ha categoricamente vietato di dirti nulla. Boh. La vita è sempre un casino, eh?”

“No, è lei. È lei che si incasina.”

“Allen è andato in overdooose,” dice seccamente Lavi, con un brontolio senza allegria. Kanda si sente quasi come se avesse ricevuto una frustata, anche se l’aveva capito già. Grazie al cazzo.

Ma Lavi l’ha finalmente detto, allo scoperto (nel letto, poi), e forse a questo punto fa la differenza. Dà a Kanda abbastanza combustibile per odiare Walker e per, in una maniera molto corrotta e dissociata, far ricadere la colpa su Lenalee.



Il mistero sulla sostanza per cui Walker era andato in overdose non venne mai risolto. Tornarono alle loro vite di tutti i giorni come se nulla fosse mai successo. Nulla aveva mai trasformato Kanda in uno stalker; nulla aveva mai trasformato segretamente Lavi in una carcassa umana. ‘Quel giorno non è successo nulla’ è il loro motto collettivo. ‘Non pensarci’ è quello che si ripetono tutti in privato. A parte Lenalee che, come già detto, operò alcuni cambiamenti.

Nessun altro saprà mai cos’è successo. In questo modo la vita è bella. Nanetti che piombano all’improvviso a risolvere i tuoi errori come ninja nella notte – non esiste cosa più giusta (dice Lavi).

Oggigiorno, non sollevano neanche il fatto che Kanda avesse voluto aiutare Walker, che avesse veramente voluto aiutarlo in pantofole e pigiamino e zero biancheria sotto suddetto piagiamino.

Questo non si chiama che sopravvivere (e avere tanta, tanta fortuna).



Omake:

“Mi hanno sbattuto nelle rubriche del cazzo!” aveva latrato nel telefono il giorno successivo.

“A me piace,” proclamò Lavi a voce notevolmente alta. “È la perfetta miscela di chiappe e intrigo. Grazie a Gesù leggo il giornale.”

Kanda era in lutto. “Mi hanno oscurato la faccia.”

“Mi stai dicendo che tu volevi che Greater London sapesse a chi apparteneva quel culo?”

“Ma per chi mi hai preso? È ovvio!”

Okay, beh. Lui aveva avuto tanta, tanta fortuna meno un tanta. Tsk. Nessun’opportunità, che mesto giorno. E aveva pure fatto una faticaccia.



NdT: Allen non ha neanche detto una parola e già è perseguitato dalla sfiga cosmica, lol.
Dunque, ora che ho inserito anche il riassunto della serie, credo di dovere un paio di spiegazioni. Le storie che sto postando ora sono state scritte in un secondo momento, come dei prequel, ma l’autrice mi ha chiesto di pubblicare in ordine cronologico per evitare che qualcuno si confondesse (e anche perché cercare di rintracciare l’ordine in cui le ha pubblicate sarebbe un po’ da masochisti). Anche per questo sono così brevi. In un certo senso, quindi, il riassunto si riferisce principalmente (ma non solo, of course) alla seconda parte, con storie più lunghe e deliranti che mai in cui altri personaggi, ma soprattutto Allen e Lenalee, avranno molto più spazio. C’è persino una storia dal punto di vista di Allen che è una delle cosa più assurdamente folli e lol che abbia mai letto.
La prossima comunque sarà lunga (infatti dovrete aspettare di più per averla :D), e ci sarà anche un cameo di Komui. Chi vuole preoccuparsi si preoccupi perché ne ha tutto il diritto. xD

Vai alla prossima storia della serie, Just Want Your
   
 
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