Anime & Manga > D.Gray Man
Ricorda la storia  |      
Autore: su_dama    09/12/2010    3 recensioni
Lavi insegna a Kanda come si bacia. Kanda farnetica.
[One-shot della serie: “Keep Calm & Carry On”]
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Komui Lee, Lenalee Lee, Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Keep Calm & Carry On'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nuova fic della serie “Keep Calm & Carry On”! Per non confondervi e seguire meglio il tutto, la storia che precede questa è Coddled Creatures, mentre la prima storia dal punto di vista cronologico è Wanna Be My Lover?, dove a piè di pagina potrete trovare anche maggiori informazioni che vi invito a leggere.
Qui trovate tutta la serie.


NdT: SÌ SONO VIVA SO CHE SONO IN RITARDO SORRATEMI. DX Non posso promettervi che non succederà più, ma luv?
Per quanto riguarda la fic di stavolta… Buona fortuna. xD
Linguaggio che non renderebbe fiera sua maestà la Regina, sexual situations tra due ragazzi (ma niente di spinto), notevole uso di tag i e s, la mente in stato confusionale di Kanda e la sua terrificante resa: se una di queste cose può infastidirvi è inutile e anzi nocivo leggere oltre. Ho cercato di rendere tutte le battute e di rispettare i tempi comici, ma stavolta è stato veramente un parto; ovviamente una traduzione strettamente letterale sarebbe stata assolutamente improponibile.
Comunque per “arco di Cupido” si intende questo.
In ogni caso, buona lettura *wink wink*





Kanda aveva fatto voto, quello che gli sembra solo un’ora – no, pochi secondi fa, di non permettere ad anima viva di avvicinarsi alle sue labbra, mai più e poi mai.

E poi mai!

Semplicemente, intendeva: mai-ma-proprio-mai-perciò-tappati-il-cesso-lurido-idiota-sei-pessimo.

(Le palle quasi gli si imbronciano al pensiero. Però poi… poi si rinvigoriscono, poco ma sicuro!)

Già. Deve ripetere? Perché lo strillerebbe volentieri ai quattro venti trotterellando di tetto in tetto fino al Galles. Si arrampicherebbe sul tetto del palazzo anche ora, in questo preciso istante, se solo Lavi la finisse di stuzzicarlo con quegli occhi lu(ssuriosi)centi. Kanda ha una voglia atroce, forse pure disperata, di dirgli, ora non mettermi il muso, babbeo mignotto e scheletrico che non sei altro.

Però ha un po’ fifa a dirglielo sul serio. Davvero, non gli piace tentare il fato. (Come quando ci sono troppi avversari contro uno, per esempio.) Potrebbe giurare di essere stato, in una qualche vita precedente… beh. Diciamo solo che Kanda non è mai stato una persona troppo aperta con i propri sentimenti, se non ovviamente per avvisare gli altri di quando sta per sclerare in senso prettamente ascetico. Spaccare un polmone potrebbe essere un avvertimento troppo blando, in questo caso.

“Tu. Bookman. Non lo farò.”

“Fare cosa? Yu.”

“Te l’ho già detto. Io non rispondo a quel nome.”

Lavi smette di soccorrere i vestiti (di carne) con le mani. “Allora perché ti ho chiamato così nell’ultimo paio di mesi?” ribatte in tono palesemente sarcastico.

Già, perché hai chiamato così Kanda nell’ultimo paio di mesi? Questo sì che è un enigma in sé e per sé. Dovresti piantarla. Dovresti crepare. Preferibilmente la seconda.

Lavi è stato un egregio bastardello privo di scrupoli: gli ha teso qua e là trappole che lui, con suo profondo rammarico, ha riconosciuto come tali solo quando era ormai troppo tardi. Adescandolo con la scusa di discutere di oscure leggende popolari giapponesi davanti a una tazza di tè ai frutti (della passione). Convincendolo a fare i compiti insieme. Seducendolo sopra i suddetti compiti che, scusate tanto, non avrebbero certo dovuto essere usati come cuscini per i loschi fini che si annidavano quel giorno nella testa di Lavi. Tsk.

Dicendo stronzate tipo ho un artefatto che nessuno si caga; ce n’erano anche altri dove l’ho trovato; svelto, io ti dico il mio nome di battesimo e tu mi dici il tuo?

Appare perciò comprensibile come attualmente Kanda trovi un pochino difficile cadere preda dell’ennesima trappola. Un pochino. Si contorce sul letto e Lavi soffoca una risata sulla sua clavicola.

“Allora.” Allora cosa? Cosa sta cercando di dire per evitare molestie vere e proprie? Cosa dovrebbe dire? “Non sono dell’umore.” Beh. Questo la dice lunga. Non era mica ovvio. Affatto. Ack, era tremendamente ovvio, vero?

“Tu ti sei accorto che poco fa ti ho posato la mano lì sotto, giusto?” domanda Lavi, un po’, uh, disorientato.

Porca miseria altro che accorto ma per chi l’hai preso certo che lo sente quando il cazzo gli si riempie di fluidi corporei fuck you very much vogliamo parlare del tuo-?!

Grazie ad Alma, Kanda è perfettamente in grado di tenere sotto massima segretezza questo filo di pensieri. Più o meno. Forse. Un poco sì.

L’unica via di scampo che gli è rimasta è un pestaggio in grande stile. Affonda immediatamente la faccia nel cuscino di Lavi e non cede. La buona notizia è così le sue labbra sono ben protette. La cattiva notizia è che così gli offre altri gravissimi spunti.

“Yu.”

Merda, si è messo in una posizione sfavorevole! Merda, panico, panico – no, un attimo. Il panico era già venuto prima. Ora deve soltanto espellerlo.

Neanche bofonchia qualcosa in risposta tanto è preso dalle sue tremende ovvietà.

“Tu non sai baciare, è questo?” chiede Lavi, e come se non bastasse in tono serissimo e sommesso. Agh.

Perché ti è venuto in mente proprio questo? Perché? Nonchemifreghima perché? A tanto arriva la tua intelligenza, stupido bastardello?!

Bofonchia qualcosa in risposta e non si capisce nemmeno lui.

Le mani di Lavi vagano sulle sue spalle prima di tirarlo via dal cuscino. Kanda già sente la mancanza di quell’odore.

“Io so baciare. Tutti ne sono. In grado.” Solo che lui non è in grado di parlarne in tutta tranquillità come se dovesse parlarne ogni minuto di ogni singolo giorno. Questa è una questione superfluerrima! Si passi alla successiva!

L’altro ragazzo rimane in silenzio. Si limita a rigirarlo sulla schiena e lui si limita a permetterglielo. Agh. È allo sbando. Lavi è tutto un sorriso e lui è pateticamente allo sbando.

“Il tuo cuscino ha un buon odore,” osserva per prevenire il. Hm. Per prevenire qualcosa che ormai non conta più visto che Lavi viene colto da piccoli accessi di risa d’agonizzante gioia. E forse di una specie di compassione dal manto (molto) sottile?

Che sia una gioiosa agonia. E che gli faccia tanto, tanto male.

Prima che Kanda possa mettersi a strillare nel cuscino, Lavi si zittisce e lo fissa con uno sguardo languido. “Yu. Yu. Posso insegnarti io. Sì?”

Capperi ci ha messo un po’ troppo sentimento.

“Io me ne vado,” sbuffa lui, scappando verso il pavimento. Il pavimento? Beh, sempre meglio il pavimento del letto, dai. E per salvare la faccia, aggiunge: “Puzzi.”

Almeno Lavi la ritiene una provocazione seducente. Un secondo dopo Kanda si ritrova faccia a terra con Lavi seduto sopra di lui. Si lecca le gengive per saggiare l’eventuale fuoriuscita di sangue. (Senza sarebbe una scena meno nobile.)

“Eddai, ti insegno io,” ripete Lavi, probabilmente con quel suo sorrisetto compiaciuto.

(Che ne è del proclama dei tetti? Ehi, tu, guarda che Kanda ha ancora una vita davanti, quindi scendi e fatti ammazzare – dopo una lunga e prolungata parentesi di torture, ovvio.)

“E se io non volessi i tuoi insegnamenti?”

“A-ha! Avevo ragione!”

“Non ci voleva una laurea in fisica quantistica per capirlo.”

“L’ho notato la prima volta che ti ho baciato,” gli mormora all’orecchio. Col respiro molto caldo. All’orecchio. Molto. “Mi ero detto, wow, ragazzi, finirei a terra morto stecchito se quelle labbra dovessero toccarmi.”

Sbagliato. Se così fosse a quest’ora saresti morto. Non te ne staresti lì dietro a farmi una puntura lombare.”

“Nah.” Si muove (e fa di tuuuutto per farglielo sentire). “Tu non mi hai toccato bene.”

Kanda fissa i granelli di polvere sul pavimento. E se poi in qualche modo finissero incastrati l’uno nell’altro per l’eternità più di quanto sia umanamente possibile e non riuscissero più a scastrarsi e avessero pertanto uuungh tutto il tempo del mondo tanto che prima o poi Kanda sarebbe troppo stanco anche solo per rizzarlo? Sarà pure permaloso ma non per questo è un asociale senza speranza anche in quelle cose che gli esseri umani fanno con altri esseri umani in quelle zone lì. Ehm. Gli pare di riuscire a vedere la vecchia impronta di un piede, testimone di umidità. Testimone o di una rara giornata di sudore o di una doccia molto bagnata.

In realtà, sta solo tentando di ritardare l’inevitabile. Prima che sia seriamente costretto a malmenare qualcuno.

Kanda vuole morire vergine, capite. Non si mandano a puttane di questi progetti. Non. Non si fa? E intende proprio tutte le parti del corpo.

Tuttavia, i progetti sono spesso destinati alla distorsione. E alla distruzione. “Stai forse dicendo che non ho una forza micidiale nelle labbra?”

Lavi espira una risata. “Dimostramelo.”

Certo che glielo dimostra! Ma per chi l’ha preso? Per quel deficiente di Walker?

Dopo questo pensiero ampiamente gratuito, Kanda si rannicchia e flette i pugni chiusi contro il pavimento.



Una volta tornati (e magari piegati) sul letto, Kanda comprende che quello in cui si sta impelagando, forse, non è un semplice caso giudiziario. Non gli piace essere costretto a dimostrare qualcosa, ma odia ancora di più quando si lascia scappare un'opportunità del genere. Logica stringente.

“Se mi chiami tuo ‘compagno’ dopo questa cosa, io ti giuro. Ti giuro che ti dovrai ricucire le palle,” dice semplicemente e logicamente Kanda.

“D’accordo. Solletichiamo qualche fantasia.”

“Anche questo è fuori questione.”

“Sei un uomo lunatico.”

“È quello che sto cercando di dir-”

Lavi gli si butta addosso, e non per stuprargli le labbra (che è quello che avrebbe dovuto fare), ma il naso.

Il naso. Lavi gli sta baciando la punta del naso e glielo fa sembrare…

“Ilmionaso,” dice Kanda, stropicciandoselo col palmo della mano.

“Sorpreso?”

Sì. “Ma figurati.”

“Che mi dici di questo?” Gli posa un dito sul labbro inferiore. Preme tanto da abbassarglielo, e Kanda non sa bene dove voglia andare a parare. Per la tremillesima una volta, è spaesato.

“Non capisco. Questo cosa c’entrerebbe con…”

Il dito di Lavi gli esplora il labbro e poi va giù, in direzione del mento, prima di spostarsi parallelamente alla mascella. Capperi. Uh. Sensazioni del cazzo.

“Lavi.” Arriva al sodo. Non è carino. Anzi, è proprio meschino. Di più, crudele!

“Sto aspettando. Eccome se c’entra.”

“Come?”

Lavi gli mostra un sorriso di sbieco, dimenando le sopracciglia come un demonio. “Piega la testa di qua.”

Invece di ascoltarlo, Kanda solleva il labbro e serra denti e bocca. Ecco qua. Risolto il dilemma dell’anno.

“Oh, ’n fare cooosììì.”

Invece sì, è stato bello. Stazzitto. I baci, quelli sono belli. Stazzitto. Si morderà fino a farsi uscire il sangue!

“Yu, vieni qua. Sei molto problematico, spero tu lo sappia. Estremamente carino, ma anche estremamente… problematico.”

È a questo punto che Pensieri Arcani Assai decidono di attaccarlo in un momento sì cruciale, causandogli una paralisi totale e una spossatezza esorbitante. Morirebbe piuttosto che cedere e cadere! O giù di lì. Merda. Lenalee gli è entrata in testa, a sollevare un putiferio con tutti i casini che combina pur non essendo fisicamente presente quella stramaledettissima str-

Kanda chiude ermeticamente gli occhi e Lavi non lo tocca dove più se lo aspetta. E neppure dove meno se lo aspetta. Fermi tutti. Un secondo. Hanno finito?

Lavi gli poggia una mano dietro la schiena, sulla vita, e poi gli passa l’altra attorno al collo (sempre più teso). Sulla nuca.

– kiss, boy, kiss, boy, kiss, boy, I just want your –

Apre gli occhi, sconcertato dall’abominevole canzoncina che gli ronza per la testa. Ehm. Che caso, davvero. Forse ha l’influenza. Magari qualche linea di quella febbre polmonare?

Si spiegherebbero tante cose.

No, evidentemente non hanno finito, non se le mani di Lavi sono lì e lo stanno avvicinando a lui più di quanto sia umanamente possibile. Ah che buon odore cos’è bisogna chiederglielo cos’è agh quello è stato un colpo di genio senza la lampada-

No! Nonono! No! Tipo. No? (Sì!)

Lavi gli sfiora l’angolo della bocca con le labbra, e gli ci vogliono tutte le terminazioni nervose del suo corpo per non fare delle Cose Molto Brutte. Atroci. Che ne è dei suoi voti-?!

“Lenalee,” controbatte, guardando le labbra di Lavi schiudersi appena.

“Uh, Yu, io sono Lavi. O almeno credo che sia quello il nome con cui mi sono presentato stavolta?”

Corruga la fronte e spiega: “Molto tempo fa lei mi ha baciato.” E lui non ha mai elaborato il trauma, va bene, arrivederci, giù le mani, grazie. Lavi ride. Kanda no. “Vaffanculo, pure tu. Mi ha traumatizzato in maniera irreparabile.” Il danno era stato fatto un pomeriggio di pioggia… In effetti, identico a questo. Eccellente, la storia si ripete, per favore che qualcuno abbia pietà di lui e ponga fine alle sua misera esistenza del cazzo prima che sia costretto a ricorrere al seppuku.

“Dovrei correre tardivamente in tuo soccorso?”

“Tsk.”

“Capisco. Le sue labbra muliebri hanno colto le tue di sorpresa come uno stupefacente gnu e le tue labbra non sono riuscite a sostenere il ricordo blasfemo di quella fedifraga fanciulla! Ehi, ancora convinto che Lena sia un sacro calice? Andrò a minacciarla con la mazza da baseball, se necessario.”

“Non ti azzardare, coglione. Ti sto solo dicendo il perché. Piantala. Ma quello che c’entra. Cosa stai- ehi. Mi.” Fa il solletico. Le dita gli si intrufolano sotto la cintura. “Non la stai prendendo seriamente.”

“Oh no, sono mortalmente serio! Serio come un feticcio! È solo che non riesco a resistere alle tue chiappe.”

Ah. Okay.

Lavi continua a giocare con le sue natiche. Sembra tentato di combinare un giochino con la fessura lì in mezzo con un bacio nella fessura tra le labbra di Kanda. Nel frattempo Kanda rimugina.

Hmmm. Si può conversare mentre si fanno 'ste cose, no? Non gli pare che esistano leggi che lo vietino.

“Le ho detto che non doveva toccarmi mai più in quel modo. Mai più. E poi non ci siamo parlati per tutto il mese dopo.”

Lavi sbuffa e si ritrae ancora. “Siamo ancora a quello?”

Kanda corruga la fronte, di nuovo. E già.

“Bambolo, stai bloccando il gran finale.” dice, e fa una smorfia.

Cosa. “Sei già lì?” Cos’è il gran finale? Chi? Cosa?!

“Ma no, zuccherino,” lo rassicura lui, spostando la bocca sul labbro superiore di Kanda, su quella dip qualcosa. Beh, dipolo non è, almeno questo lo sa. Una cosa con Cupido. Una stupida cosa con Cupido.

Forse è fuori strada?

Hm, saliva. Salivosa. Scivolosa, eccitante e- “Che fai?”

“Si chiama lingua. Serve per un sacco di belle cosine.”

“Tipo entrarmi in bocca.”

“Sì, quello è lo scopo di base, sì.”

Hmmm. Alza una mano per dargli un pizzicotto sul naso (e tagliargli così i rifornimenti d’aria), ma Lavi non ci sta e preferisce la rotta chiaramente perversa, spingendolo giù per farlo ricadere con la testa a penzoloni dal bordo del letto, il corpo a disposizione. Vulnerabile, ack. Lavi gli si incunea tra le gambe alzate. Gambe che gli fasciano prontamente il sedere. Mais quel dommage, il suo corpo sta saltando alle conclusioni.

Chissà se è questo che si intende per ‘posizione’. Ma così mi andrà tutto il sangue alla teeeesta, vorrebbe piagnucolare.

Ad ogni modo, questo potrebbe impedire che infauste, uhm, circostanze si creino in tempi di, uhm, crisi. Come questi.

La mano di Lavi è ancora premuta sulla sua schiena, dalle parti dei fianchi. È ovvio, quindi, che si scateni il Panico Più Totale. Le sue dita strisciano pianissimo sulla pelle. E poi c’è l’altra mano, che gli fa ombra sul viso con una delicatezza eterea che dovrebbe veramente essere riportata nei libri di testo, se ancora non c’è. Qualcuno non dissimile da Kanda potrebbe essere incuriosito da queste cose, e verrà il giorno in cui aprirà un libro di testo e vi troverà dentro quest’esatta informazione (e istruzione), come con un biscotto della fortuna. A quanto pare, ‘Non è solo una questione di baci’; il titolo dovrebbe essere questo.

“Ungh,” dice Kanda, in un’esternazione di senso palesemente compiuto.

Lavi si ferma, ma odora ancora di. Del. Com’è che si chiama? Succo di carota? Con un pizzico di lime e cazzo se quella non è soba. (Ormai possiamo asserire con cognizione di causa che la testa di Kanda è un posto incasinato.)

Un posto oscuro bisognoso d’affetto e tanto tanto gioioso.

Kanda per un momento si perde nell’odore di Lavi che profuma così anche nella sua bocca. Tiene la testa piegata come gli è stato insegnato. Apre ulteriormente le labbra e sente la lingua di Lavi pizzicargli la sua, troppo morbida e al contempo troppo solida. Inesorabile. O inesorata? Questa potrebbe essere la controversia più urgente che l’abbia mai stuzzicato. E accarezzato. Cazzo, perché ha evitato questi verbi magnifici finora?

Oh. Le-na-lee. Ecco perché.

Allontana la bocca, una striscia di saliva che gli cola sul mento. Sbuffa dalle narici, stizzito, e Lavi ride, leccandoglielo. (Gli piace leccare le cose, comunque. C’è da preoccuparsi sul serio.)

“Probabilmente aveva intenzione di violarmi.”

“Oggesù, Kanda. Sei così,” Fa una smorfia. “teso. Rilaaaassati. Ontspan. Boh. Però dai.”

“Smettila di parlarmi in ostrogoto e mi rilasserò,” mente.

“È africano.”

“Chi se ne frega.”

“Bravo, bravo. Dimentica quel benedetto trauma.” lo incoraggia lui, sorridendogli di nuovo pigramente e trascinando una mano sotto la sua maglia. Già liberata dalla cintura, la maglia non fa nulla per intralciare il sentiero che porta alle sue costole – e più su. Kanda geme, e molto probabilmente Lavi lo scambia per un suono di piacere. “Visto? È stato facile.” Tocca tasta tocca tocca stringeuncapezzoloignaro!

Dopo qualche istante di indeciso (diciamo) silenzio, Kanda mugugna: “Credo che l’abbia fatto per vendetta. Tsk.”

“Ommerda. Okay! Sai una cosa?” Il tuo pene è incazzato? Cosa. “Caro compagno mio, ho proprio la soluzione che fa per te!” Lavi gli scende di dosso e va a frugare nella pila sulla scrivania. Sembra un po’ scoraggiato da…

“Stai cercando qualcosa? E ti ho detto di non chiamarmi così.”

“Sì. Ma non la mazza da baseball. C’ho una foto, qui, da qualche parte…” Si muove distrattamente tra le sue cose e poi pare gettare la spugna. Anche Kanda getta la spugna e smette di guardarlo da una posizione brutalmente malsana con la testa all’ingiù. Si raddrizza appena in tempo per vedere Lavi infilarsi il poncho mimetico.

Oh oh. Oh no. Lui. Lui non. Non fa mica sul serio?!

“Dove cazzo credi di andare?” pretende di sapere, lo pretende.

Lavi gli fa una linguaccia e dice, “Accorro in tua difesa, ovvio!”



Ma Lavi deve prima rimanere in piedi un altro po’ a far smontare la tenda nei suoi pantaloni.



Coff. Kanda lo imita. Ma solo perché Lavi lo informa che mostrandosi in questo stato sconveniente al pubblico generale potrebbe finire un po’ in galera.

Tsk. Inutile erezione!



“Tra l’altro come fai a sapere dove vive?” gli domanda, scansando una ragazza in monociclo che si trucca stendendo delle schifezze sugli occhi.

“Eh? Ho i miei metodi.” è l’enigmatica risposta.

Kanda odia gli enigmi. Odia anche i pervertiti che ficcano il naso nella vita privata di Lenalee. “Tu sei un lurido figlio di-”

Lavi ferma un taxi, fischiando con due dita in bocca, e Kanda diventa di colpo invidioso e ritroso. Vorrebbe prendere quelle dita e ficcarsele in bocca, e costringere Lavi a insegnargli come fare. Il fischio, non come ficcarle. Anche se potrebbe essere una lezione accettabile se gliela impartisse sul bordo dei sedili posteriori del taxi-

“Da quelle parti c’è un silenzio tremendo,” fa Lavi chiassosamente. “Strano ma vero.”

Ahr ahr Kanda ti farà delle cose molto cattive dopo ahr ahr fottuto figlio di…

Accavalla le gambe sulla poltrona e desidera con tutte le sue forze che ricominci a piovere prima che raggiungano casa di Lenalee.



Capperi. A quanto pare gli Dei hanno di meglio da fare che venire incontro alla pessima salute della vegetazione dell’umidissima Gran Bretagna.

Fanculo le norme della società. Kanda fa il voto di diventare meteorologo, un giorno. Magari oggi. Farà un assalto alla stazione meteorologica dopo questa cazzatina con Lenalee. Li costringerà anche a ballare.



Sciagura. A casa di Lavi deve essersi tolto l’orologio.

Senza contare che quel povero affarino era già in condizioni critiche. Nel senso che l’aveva fracassato.



L’espressione sul volto di Komui – dopo che hanno bussato e rotto il campanello (Lavi, ha fatto tutto Lavi) e hanno bussato ancora e hanno praticamente sfasciato la porta a calci (e va bene, qualcosa ha fatto pure Kanda) – è schifosamente pensosa e grave. Magari pure un po’ severa, e perché no, bramosa di caffeina. Uh, smodatamente.

“Questo me lo ripagate?” chiede tanto severamente. Perché? Boh.

(D’accordo, ha fatto tutto Kanda, ora andiamo a prendere un tè e dimentichiamo gli squallidi soldi, sì? Offre Lavi.)

“No,” risponde Kanda, strattonando Lavi per il poncho come se stesse staccando una verruca.

Lui gli dà un buffetto sulla testa e poi si rivolge a Komui con un largo sorriso. “Lenalee è in casa? Passiamo di qui solo per aggiornarci con la nostra fantasmagorica amicona.”

Komui riduce gli occhi a due fessure. Per poco non rompe gli occhiali con il potere del suo sguardo.

Lavi continua a sorridere e Kanda pensa, Devo comprare una trapano. Anche una sega potrebbe andare bene.

“Eh, se ti riferisci a Lenalee, la mia adorata sorellina, no. È alle prove di danza. O forse è a quelle della psicoterapeuta? Hmm, perdo sempre il conto delle tante, tante cose che fa, ultimamente. È così vispa, così attiva. Non riesco ad accettare il fatto che sia cresciuta tanto!” Bla la mia rispettosa sorellina che forse sì forse no fa le cosacce da sozzona che mal si addicono a una signora alle mie spalle bla che poi secondo voi cos’è che starà facendo hmmm bla imbracciate i fucili e diventate guardie armate bla.

A proposito di militari, Kanda prende l’iniziativa di ritirarsi.

I piani di Lavi mirano più in alto, però. (E Kanda non può proprio lasciarlo, oh no. Non prima di avergli tagliato le appendici preferite.)

“Ti spiace se entriamo? Potremmo cazzeggiare e diffondere la nostra civiltà.”

Komui sbatte le palpebre, grattandosi il mento contro la (piuttosto traballante) porta. Kanda sente una certa nostalgia.

Ma anche no.

“Prego,” accetta Komui, invitandoli d’improvviso a entrare. Kanda si chiede per un attimo se sia il caso di mettere Lavi in guardia sulle sottili capacità ingegneristiche dell’uomo, ma poi si ricorda che Lavi è nello sterco fino al collo e verrà sicuramente punito più tardi per i suoi tanti, numerosi crimini (e misfatti)!

Ehm. “C’è una puzza strana.”

“Su, su, Kanda, non esageriamo.”

“Quello non è lubrificante per motori? Non è infiammabile?”

“Sono lieto che tu l’abbia chiesto! Ho inventato un altro aggeggio che ancora deve essere compreso dal parlamento! Quei vecchi della vecchia scuola!” Che si perdono un raro genio e via discorrendo, bla bla bla. “Sbrigati, Lavi, accedi al loro network.”

“Al lavoro, signore!”

In stato confusionale, Kanda osserva Lavi correre al telefono di casa. Oh, questa la vuole vedere. O sentire. Quello che è.

Lavi commette un atto assimilabile a tradimento nazionale e copre il ricevitore con la mano. “Ho il vecchio in linea. Lui conosce il codice. Conferma?”

Komui sorseggia il suo caffè, ingolla una pastiglia antiacido, e annuisce solennemente.

“Log-in tra cinque, quattro, tre-”

Kanda afferra la cornetta e la sbatte amabilmente sull’apparecchio telefonico. Si prende un momento per rimettere in sesto la sua tempra. Acchiappa dunque Lavi per la collottola per strangolarlo per fargli vedere come ci si diverte sul serio.



Chissà come, Lavi ha imparato a distrarlo.

Non chiedete come sia successo.



Lavi e Komui si ingegnano su questa presunta invenzione. Tanto innovativa non sembra.

“Quindi questo coso riflette i pensieri delle persone e li risputa per aiutarti nel tuo stupido piano maniaco di occuparti della tua sorella errante?” geme Kanda. Dà un’occhiata all’orologio e scopre che è stato rivestito (e oltretutto intasato) di etichette con gli orari di Lenalee. Ed è un orologio digitale.

“Risposta esatta!” replica Komui, gongolando, con gli occhi che mandano scintille pericolose.

Argh. La vita di qualcuno finirà molto, molto presto.

“E cioè?” chiede Lavi, lo screanzato del cazzo. “A cosa serve? Serve per stupr- per la lettura superiore della mente?”

“Momento di silenzio! E poi vi rivelerò i miei più mortali segreti,” li informa lo scienziato, zelante.

Mortali è la parola giusta, perché Kanda ti ucciderà a mani nude.

Lavi fa il saluto militare. “Qualunque cosa lei dica rimarrà con me fino alla tomba, Komuandante!”

Lui annuisce e annuisce, dandosi una pacca sulla spalla. “Daresti la vita per questo genere di conoscenza? Saresti disposto a rischiarla dietro le linee nemiche? Sei pronto a cadere martire del mio sublime genio che supera i confini dei nostri amici universi?!”

“Naaah,” risponde semplicemente Lavi, e Komui sussulta, incrociando le braccia come un bambino che viene costretto a mangiare piselli all’ora di cena.

Rimangiatelo, Lavi, per il bene della natura tutta, rimangiatelo. Oppure ammazzalo, anche quello dovrebbe funzionare.

Kanda sospira, flagellando mentalmente i due.

“Oh moe, purtroppo, questo non è il prodotto perfezionato,” illustra Komui, entusiasta. “Ti piacerebbe vedermi perfezionare questo prodotto e portarlo da giocattolino a strepitosa, sensazionale invenzione del secolo?”

Ti Prego Di’ Di No.

“Ooocchèi!” urla Lavi, e si mettono a fischiare e a strillare, compiendo i rituali generali dei raduni dei culti. Cioè, senza i forconi e gli dei che sputano fuoco.



Hanno pure i forconi.



E gli dei erano già morti per lui.



Essenzialmente, Kanda ha girovagato fino alla camera di Lenalee che non è chiusa a chiave, incredibile ma vero, e incredibile ma vero è anche sgradevole alla vista.

Atterrito, non ha il cuore di guardare al disordine insensato. Cos’è successo alla tanto declamata devozione all’arte rifinita del feng shui di Lenalee? Scava una trincea (sforzandosi con tutto se stesso di evitare le raccapriccianti mutandine da donna sul pavimento) verso il letto, che poi sgombera tanto da non lasciarci quasi più niente, come se qualcuno ci avesse sganciato sopra una bomba atomica. C’è un bello spazio abbastanza grande per lui e-

Ooooehm, allora è questo che Lenalee si mette per andare a dormire.

Solleva il coso con la punta di un dito, ma poi cade vittima del tessuto fine di cui è composto. Quasi ci gioca, allungandolo e rendendosi conto che non è esattamente fatto per essere allungato. Quando una cucitura si spezza Kanda trasalisce e scaraventa il cosino dall’altra parte della stanza perché non sarà lui a prendersi la colpa dell’accaduto.

Forse si è appena procurato uno shock, il cuore ancora martella furiosamente. Spaventoso, quello che indossano le ragazze. Assolutamente nocivo per la sua salute.

Un colpo di tosse proveniente dalla porta lo riscuote dai saggi pensieri, quindi esordisce: “Qui non c’è puzza.” Non come lì fuori, almeno. Qui c’è puzza di polvere di donna, non di polvere da sparo. “Preferirei restare qui.”

“Ottima idea,” dice fastidiosamente Lavi.

E però Kanda l’ha cambiata! Perché? Perché Kanda dice ostrogotaggini? Perché? Perché è come una grossa macchina (cesellata) sistemata sul suo liar’s chair bed?

Lavi si esibisce nella sua ottimistica versione del moonwalk lungo la trincea prima di saltare sul letto, i piedi sistemati attorno ai fianchi di Kanda. Kanda è convinto che sia cosa buona e giusta togliergli le gambe da sotto il sedere finché non lo fa. Queste cose non vanno mai a finire bene.

“Scendi giù. Da me.” aggiunge.

“Sono o non sono intelligente? Hai visto come ho distratto Wei Boyang lì fuori? Credo di essermi meritato il mio premio alla carriera.”

“Erigerò un monumento in tuo onore,” garantisce Kanda in tono piatto. (Che poi chi cazzo è questo Boyang?)

“Oh, ma non ti disturbare, davvero…”

Kanda piega la testa preparandosi a… Forse sta seguendo l’istinto. In attesa di succhiare bocche. Quelle cose lì. Quelle cose instabili che in quanto tali farebbero meglio a essere instabili in mezzo a-

“Così non straparlerà della purezza di Lenalee. Sai che non sono neanche sicuro che funzioni, quel coso? L’ho provato.” La mano tanto, tanto calda di Lavi trova l’inguine tanto, tanto caldo di Kanda. “Ha detto che sono un infedele, in tutto e per tutto.”

Allora funziona, in tutto e per tutto.

Cazzo allora non smettere mai di fare quello che stai facendo, brutto segaiolo illegittimo molto stupido e molto intelligente!

Lavi inghiotte la sua erezione con la mano e poi la laaascia. L’erezione di Kanda si sente maltrattata. Usata e maltrattata, anzi.

Non è una bella sensazione. (No, non leggete i pensieri di Kanda. È una bellissima sensazione, adesso tu continua.)

“Komui pensa che stiamo solo aspettando qui, che stiamo aspettando lei,” dice Lavi sfacciatamente, sorridendo della paura generata sul viso di Kanda dalla catastrofe imminente. “Continuiamo la lezione, ma vierge locusta rocciosa.”

“Non chiamarmi…” brontola Kanda, dimenticando i capisaldi (rocciosi?) del linguaggio quando Lavi comincia praticamente a staccargli la bocca a slinguazzate raffinate.

Oh no, non va bene. Non può competere sulla bravura!

Pertanto, competerà sul candore. “Devi spiegarmi tutto altrimenti te lo farò rimpiangere.” Giusto! Kanda te lo farà rimpiangere! Non pensare di poterti sottrarre alle responsabilità proprio adesso! Tu gli devi tanti irrazionali brividi organici! Eccetera.

Chiaramente la cosa peggiore che potesse dire, visto che Lavi lo sta guardando con gli occhioni sbirluccicanti. “Va bene.”

Gli mostra la mano e la mette da qualche parte-

Kanda geme. (MaquantohaidistrattoveramenteKomuielaportalhaichiusa?)

“Vedi, sto usando la mano destra.”

“Non ho detto che dovevi diventare asettico.” mormora.

Lavi sussurra una risata. “Sto usando la mano destra e l’ho messa dove ci sono molte terminazioni nervose. Diciamo, il perineo.”

“Il pericosa.”

“Non sai cos’è il perineo?”

Lui aggrotta la fronte. “Non sono iscritto a medicina.”

“A cosa sei iscritto? Sto usando la mano destra per toccarti qui e poi tanto per la cronaca le mie labbra scenderanno sulle tue, te lo dico in anticipo nel caso tu ti voglia far venire un attacco di panico.”

Io non sono iscritto a niente stu-” Fanculissimo. Merde. Di più, tonnellate e tonnellate de merde! “E poi tu sei un verme. Nel senso che sei uno smidollato.” Oui.

Lavi schiocca la testa in risposta alla voce completamente nascosta di Kanda. Anche se sembra abbastanza imperturbato dai rumori di martelli e seghe che provengono dall’ufficio di Komui. Quasi mellifluo. Uniformemente distribuito?

“Cosa vuoi?” gli chiede.

Te, stupido, te. “Tutto quello che un corso per principianti come questo comporta.” gli esce invece. (L’anima di Kanda sta cantilenando ripetutamente cretino senza cervello cretino senza cervello, e quindi concentrarsi sta diventando una gran rottura di, uh, scatole.

Un ‘ah’ per la Seduzione e Distruzione di Kanda Yu.)

“Ma guarda un po’, il mio più caro tirocinante di sollazz,” tuba Lavi, stringendogli i testicoli. “erie.”

Kanda si chiede per un secondo se adesso Lavi non si stia semplicemente inventando le cose. Vorrebbe domandarglielo quando all’improvviso la sua erezione rende la vita un po’ più, hm, dura? Sì, talmente dura che Kanda teme che morirà per i capricci di quella puttana di Lavi. Sia quel che sia.

Anche il fato è un cretino senza cervello.

Lavi gioca. “Wow, sei molto duro.”

“Tu sei solo uno scansafatiche vanaglorioso, non è così?” ribatte lui, dimenandosi contro la mano. Gli piacerebbe sciogliere le gambe come burro su un toast-

“Puoi dirlo forte. Okay, dunque, la mia mano rimane qui. L’altra – a-ha, d’altra parte – ti scorre sul viso, in questo modo.”

Eureka Esorbitante Fitta di Trionfo. “Devo chiudere gli occhi?”

“Se vuoi sì, tesoro.”

“Sta’ zitto.” Kanda chiude gli occhi. Si sente come Marie. Poi rimpiange di sentirsi come Marie perché l’unica cosa che vede adesso senza che ve ne sia veramente bisogno è Marie, ack, il suo fratello adottivo che proprio non dovrebbe trovarsi nelle sue fantasie. Male o bene che sia, crede che sia meglio non dirlo, soprattutto con quella mano che pulsa contro il suo calore e gli fa, beh, Curiose Cose di Sesso.

L’altra mano di Lavi si ferma alla giuntura sulla gola di Kanda. Kanda deglutisce per sentirsi eccitato da quella mano. Questo potrebbe fornirgli materiale per quel tipo di sogno. Un come si chiama. Qualcosa bagnato. Ha una voglia tremenda di respirare, vuole respirare. Schiude la bocca per farlo ed è allora che Lavi dice, molto vicino alle sue labbra: “Ti bacerò. Adesso. E poi tu dovrai ricambiare il bacio.”

Non c’è più bisogno di annunciarlo a tutta la fottuta stanza.



È ora che le cose dovrebbero complicarsi, almeno secondo il parere da novizio di Kanda. Lavi gli sta facendo desiderare tutte queste sensazioni e l’unica cosa che lui riesca a fare è starsene sdraiato lì buono buono con Lavi premuto sopra di lui, o su di lui – alla fine sempre di cose su si tratta, no? – ed è tutto così linguisticamente degradato, all’acqua di rose.

(Sogno bagnato, ecco come si chiama!)

Kanda, talmente incoraggiato da quest’illuminazione, azzarda un’ipotesi con la lingua, accarezzando l’interno della guancia di Lavi. Si ritrae. Lavi annuisce contro di lui. Sì, caro cocco del prof, sì. Kanda allora prova un approccio diverso girando il capezzolo di Lavi da sopra la maglia. Partono i sibili estasiati di orgogliosa sorpresa.

“Ti è piaciuto?”

“Se vuoi farlo violento presumo di sì.”

Ma fottiti. “Tu hai girato il mio.”

“No, a-ha, no. Io – oh, che male – io ho delicatamente sfiorato il tuo. Così.” Dimostra il tutto sul capezzolo di Kanda, cui è tanto difficile accedere senza tessuti a proteggerlo, eh?

“E poi mi hai dato un pizzicotto.”

“Pizzicotto, sì, anche.”

Molto bene, hanno afferrato i meccanismi. Quand’è che Kanda può mordicchiare?

“Fammi-” inizia Kanda, accarezzando il labbro di Lavi.

“Ah! Mio pupillo di epiche proporzioni! Quanto impari in fretta!”

“Lavi.”

“Sì?”

“Sta’ zitto, ora sta’ zitto.”

Kanda chiude le mani attorno alla mascella di Lavi e lo trascina verso di sé per coccolare le sue labbra con i denti.

Sono delle carezze premurose, beninteso. Non è ciarpame sadomaso. Questo è elegante, raffinato. Forse persino all’acqua di rose. Forse lo chiamano così perché i tocchi di Lavi sono come gocce d'acqua sui petali di rose? Forse no.

“Yu, quel labbro mi servirà per fare da maestro ad altri consorti, grazie.”

Kanda ignora il suo professore senza cervello per un po’ di, ehm, morsi soft-core. La lingua gli sembra come intrappolata in una caverna, e allora decide di scagliarla contro i denti di Lavi, e quella bocca si apre, e la lingua di Kanda entra dentro, e poi, e poi, e poi-

Ohibò. Si è dimenticato di respirare.

“Hm, un sei ci sta.”

“Non un sette?” Gasp! E sta pure usando la loro scala di voti. Gasp! Dopo che Kanda ha eseguito la rinomata tecnica della Testa Piegata di Lato?!

“Beh, hai trattenuto il fiato come se ti stessi immergendo sott’acqua. Oserei dire che non è al livello della fisica quantistica.”

E così Kanda è un sei, eh? Hmm. Come rimediare a questa situazione perplimente? Come tagliare le palle a qualcuno in una maniera civile e senza fare la figura dello snob, questa è la domanda giusta.

Deve ricordarsi di googlarla.

Di certo, Lavi sta superando se stesso con i salti quantistici eccetera. Ma ha ampiamente sottovalutato la mania, l’abilità, e il talento naturale di Kanda per il sesso.

Ora che ci pensa, alla mania sessuale di Lavi è proibito essere migliore di quella di Kanda!

Lo trascina in un altro bacio senz’aria, arrivando a succhiare la lingua di Lavi come se fosse soba, e a mordicchiare quello stupido labbro superiore come se ne fosse la guarnizione ornamentale. A chi importa se la guarnizione non viene quasi mai messa per essere mangiata; questa qui è carnosa, carnosamente divertente. Siete voi che ci perdete probabilmente.

Le sue mani si muovono di loro spontanea iniziativa fino a percepire la tensione sotto l’ombelico di Lavi. Una di quelle tensioni che non si possono tagliare. Anche un po’ duretta. Molto, ehm – ma che cazzo dovrebbe fare adesso? E se lo toccasse e poi a Lavi non piacesse più lo trovasse strano? No, seriamente, e se lo toccasse e poi a Lavi non piacesse più. E se venissero beccati su questo letto che appartiene alla parola che inizia per L, e poi Kanda si sentisse meno la parola che inizia per U e più come la parola che inizia per D, alias donnicciola e altri svariati titoli assortiti? Kanda sta un po’ dimenticando di averlo già toccato, più o meno, anche se non del tutto, e che finora è stato un bravo studente, un laureato, addirittura.

Lavi geme, cosa che sembra innescare una serie di eventi di cui, sfortunatamente, Kanda non è molto padrone. Glissiamo semplicemente su tali triviali eventi quali Kanda che strattona Lavi per la collottola e se lo strattona addosso e se lo strattona in modo tale da metterselo completamente su di sé, i pantaloni aperti per facilitare il passaggio e la biancheria schiacciata forte contro il fianco di Kanda. Dimentichiamo tutte queste cose perché non è mica colpa di Kanda.

(Cosa quanto mai più lontana dalla verità…)

E va bene. Lavi ora gli respira sul collo, magari marchiandolo a vita. Non ha la forza di dirgli di smettere. Kanda, eh. Kanda non ha la forza di dirgli di smettere. È ancora legato a lui? Beh, basta così. Qualunque cosa sia. Non è una sciocchezza, decisamente no. Per di più è decisamente piacevole. Dovrebbero farlo più spesso. Tipo, ogni giorno prima dell’ora del tè.

Magari anche prima del pranzo.

Che ore sono? Oh, tu guarda, è l’ora della pomiciata. Come l’ora delle streghe, solo con più pomiciate e meno forconi. Oddio ma che cos’ha per la testa è una cosa maledettamente fantastica fine della storia.

Non è possibile dimenticarsi del tempo, no? Quando te la fai (in compagnia) sul letto di qualcun altro? Solo dei cretini senza cervello si lasciano stereotipicamente trasportare. Uh, giusto? Benché solo by association, Kanda è ora un cretino senza cervello. È stato promosso da spettatore innocente a maniaco sessuale. (Ah ansima un poco per lo sforzo ah.) È proprio vero, sbagliando si…

No no, è limonando si impara.

Forse c’entrano qualcosa i dolci? Nel qual caso – chi se ne strafotte.

Le labbra molto morbide (e leggermente screpolate?) di Lavi sono sull’orecchio di Kanda e si comportano in modo molto, molto maleducato e ohquestaèavvincente. Lavi poi si sta anche dando da fare con quel rituale del togliere i vestiti. Pare che sia quello che gli esseri umani fanno un attimo prima di fare un po’ di sano sesso violento e selvaggio. Simile all’accoppiamento tra animali, ma più dissoluto. Kanda si stende meglio su qualcosa di soffice.

Kanda non fa l’animale feroce. (Certo, certo.)

Ack, addio alla sua inestimabile identità.

Tanto non valeva più di tanto.

Kanda sbuffa accidentalmente uno scopami (anche se detto ad alta voce sembra più ostrogoto, non si sa mai) e Lavi sbuffa in ostrogoto (anche se potrebbe aver detto subito ma non si sa mai). Dopo un minuto è tutto molto caotico e la lingua di Lavi scivola sullo zigomo di Kanda e la bocca di Kanda sta cercando alla cieca qualcosa a cui aggrapparsi e la lingua di Lavi ha trovato la bocca di Kanda ed eccovi serviti! Un leggiadro grandioso, fottutissimo intrallazzo!

E un grido molto penetrante.



Lenalee sembra prossima allo svenimento contro lo stipite della porta, ma poi si riprende per non, beh, stramazzare morta a terra.

Aaah, pensa Kanda, perché di più non riesce a riprendersi. Oltre alla sua maglia. Almeno quella è capace di riprendersela.

Komui corre rovinosamente verso la stanza e Lenalee lo intercetta prima che possa entrare. Ah, pietosa misericordia.

“Sbrigati, Lavi, accoltellati.”

“Che co- no, perché lo devo fare io quello morto?”

“Se non lo fai tu ti accoltello io.”

Lavi gli accarezza il pugno chiuso e Kanda comincia a pensare che ha un tempismo abbastanza inadeguato.

“Komui, va tutto bene, ho solo visto un grosso, hm, acaro. Credimi, non sono stata né morsa né picchiata! Davvero! Non sto per morire!” Con quel grido era un’ipotesi legittima. “Oh, so che sei molto affettuoso, mio affascinante e dinoccolato fratello, però,” Riesce a spintonarlo via, “So uccidere un acaro quando ne vedo uno.” Promesse, promesse. “Per favore, non preoccuparti troppo! Molto bene, allora mentre tu brevetti la tua, hm – la tua ultima invenzione è quella cosa laggiù? È un po’ – oh no, non farti l’idea sbagliata! L’adoro! Sul serio! È interessante?” Appassionante, pensa Kanda monotonamente, allacciandosi i pantaloni. Dal tono sembra che Lenalee stia per dare a suo fratello un meritato calcio.

“Non preoccuparti, dopo te la faccio provare su di me. Dopo, Komui, dopo! Sì, bravo, per favore, torno subito. Prometto!” Sta rallentando. “Hm, devo occuparmi di cose da donna.” Ma anche no. “Hai presente, no, femminismo e progetti di rivolte femministe! Nooo, non i robot! Sì, grazie, farò del mio meglio. Arriverò e li beccherò di sorpresa!” Merda sta arrivando.

C’è un udibile bacio che vola in aria ed ecco che lei rientra, sbattendo – rumorosamente – la porta dietro le sue spalle. È allora che si rendono conto di essere rimasti essenzialmente con una brutta atmosfera a riempire il vuoto.

Esattamente chi è che dovrebbe intervenire per primo? Perché Kanda non è tanto sicuro che si siano accorti del suo mutismo temporaneo. Merda Lenalee lo prenderà a calci dove fa male non potrà più usare i suoi organi vitali per l’eternità ah che vita di merda!

Kanda è preoccupato, capite.

Essendo opportunamente muto, Kanda non è in grado di rispondere allo sguardo torvo di Lenalee. Si schiarisce la gola il più silenziosamente possibile e si tiene in disparte, così come si tiene stretto ai vestiti, che per la cronaca sono completamente allacciati e abbottonati. In poche parole, è già abbastanza fottuto così.

“Lavi.” inizia lei. “Sono delusissima. Delusissima! Per quanto riguarda te, Kanda, io. Io non so davvero cosa dire a parte il fatto che sono perversamente colpita.” Come come, colpita? “In ogni altra occasione avrei trovato tutto ciò preoccupante, un po’.” Così ci siamo. “E forse ti consideravo troppo al di sopra di queste cose.” Sì, si trova al di sopra del tuo letto, sì. Ci sta da un’ora. “Ma ora come ora. Beh. Ora mi sento molto meglio riguardo a me e Allen.” Frena.

Cosa. Frena.

Lei rimane ferma lì, goffamente.

Finisci quella maledetta frase!

“Non sei perversamente traumatizzata, forse?” Magari. “Un po’ turbata?” tenta Lavi, puntellandosi col gomito sul letto, con un’aria da ragazzo di strada.

Lenalee solleva le sopracciglia, incrociando le braccia. Si indica con un dito. “Oh sì, sono perversamente traumatizzata, è probabile.”

“Allora il mio lavoro qui è finito!” annuncia lui, rizzandosi a sedere per assumere una posa molto stupida.

“Non voglio neanche sapere di cosa stai parlando.”

Kanda si strofina un occhio (in silenzio) e Lenalee lo guarda sbattendo le palpebre, e poi torna a Lavi come se stesse segretamente pensando di aizzare contro di loro le armi robotiche del fratello di modo che imparino la differenza tra i vari gradi del dolore. Kanda scrolla le spalle, le orecchie ancora rosse.

Lavi prosegue. “Beh, vedi, Kanda prima faceva tutto il wahlemielabbraverginiwah e io, essendo il suo ufficioso compagno di giochi-barra-buttafuori, ho ritenuto mia responsabilità svestirlo di tali complessi, bla bla, il succo è questo.”

Hmmm. Ufficioso, eh?

Lenalee gracchia (forse offesa perché adesso dovrà bruciare le lenzuola?) e gli lancia qualcosa contro. Lavi afferra al volo il burro di cacao e la ringrazia umilmente, mettendosi a cincischiare che di burro di cacao non ce n’è mai abbastanza.

Poiché Kanda è muto, è naturale che si alzi e colpisca Lavi in testa con la prima cosa che ha reperito sul cuscino di Lenalee, quella che gli aveva pungolato la testa per tutto il tempo prima che Lenalee avesse preso la decisione di entrare in camera sua.

Dio almeno prima bussa.

“Ma quello è il mio reggiseno?! Sparite, sparite, tutti e due! Argh, f-funghetti libidinosi!”

Dio quanto se la tira.



Per citarne alcuni, Lenalee e Komui.

Deve scorrere in famiglia.



“È colpa di Komui che non se n’è accorto,” dice a Lavi mentre escono molto, molto velocemente e si dirigono verso casa di quest’ultimo come se avessero le gambe che vanno a fuoco. Un fuggifuggi, ma più dissoluto. Col poncho di Lavi che vola come il vento!

“Gli ho detto che stavi riordinando in camera di Lena e che io ti stavo dando una mano!”

“Anche due!”

“Dovremmo farlo più spesso!”

No. Non esiste. “D’accordo!”

Pertanto, è pura logica se, logicamente parlando, da un punto di vista obiettivo, è poco dopo un casino di Lavi che finiscono in un programma di punizioni eternamente incomprensibile (che richiede la solita adesione allo youth justice) per un episodio che viene comunemente ricordato come Conduite Impropre dipanatosi un giorno durante il pranzo a scuola, e tutto a causa degli stupidi ansiti di Kanda Lavi e degli armeggiamenti entusiasti nei recessi di un’ignara toilette. Ohi. I funghetti libidinosi e i loro ormoni.

Lavi deve veramente imparare a dire di no.





NdT: Vabbè, per sapere cosa sono stata costretta a modificare fate prima a leggere l’originale. Seriously.
Su, su, so cosa state pensando. E la cosa più bella è che questo non è niente. XDD
Comunque lo sappiamo tutti che Lenalee si è messa a scrivere pwp sui funghetti non appena se ne sono andati, poche storie. (Secondo me le scrive anche nel manga, nei due, tre minuti in cui non le crepa qualcuno accanto.)
La prossima è una flashfic (deo gratias), e poi viene una storia terrificante dal punto di vista di Lavi. Assisteremo anche al primo mezzo stupro della locusta (l’altra), per cui accorrete numerosi. Avrei pure un paio di storie serie di su dama da postare, ma magari più avanti. Boh, vedremo.
Non so quando posterò il prossimo aggiornamento; quello che è sicuro è che non abbandonerò questa serie perché è troppo spudoratamente folle, quindi un giorno ci rivedremo :D Magari per allora avrò anche trovato un modo di comunicare tempestivamente gli aggiornamenti.
A presto (si spera)!

youffieh

Vai alla prossima storia della serie, Say We Wasted Time
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > D.Gray Man / Vai alla pagina dell'autore: su_dama