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Autore: Cora911    15/09/2010    5 recensioni
Di chi parla la canzone dei Coldplay "Viva la vida"? Di Giulio Cesare, di Gesù o della Rivoluzione francese?
No, parla di lui. Del bellissimo re Antimo I, splendido, donnaiolo e arrogante re di Roma.
Salito sul trono giovanissimo, è fin troppo abituato a dettare legge e ad avere tutto ciò che vuole.
Le sue cortigiane fanno a gara per averlo, anche se solo per una notte.
Ma cosa succede se il suo regno e il suo potere vengono messi in dubbio da una splendida principessa del deserto, offerta in dono al re?
Sono fin troppi quelli che aspettano di vedere la sua testa su un piatto d'argento..Ma re Antimo I nasconde un lato fragile e codardo, assolutamente inadatto ad un re.
Nel frattempo la guerra con i Grandi Re del Deserto avanza, sempre più minacciosa...
Una storia d'amore, di potere e di corruzione, sullo sfondo della splendida canzone del popolare gruppo di soft rock.
Genere: Romantico, Song-fic, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter III
Viva La Vida - I ruled the world


One minute I held the key
Next the walls were closed on me


I used to rule the world
Seas would rise when I gave the word
Now in the morning I sleep alone
Sweep the streets I used to own
I used to roll the dice
Feel the fear in my enemy’s eyes
Listen as the crowd would sing:
“Now the old king is dead! Long live the king!”
One minute I held the key
Next the walls were closed on me
And I discovered that my castles stand
Upon pillars of salt, pillars of sand
I hear Jerusalem bells are ringing
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can not explain
Once you know there was never, never an honest word
That was when I ruled the world
It was the wicked and wild wind
Blew down the doors to let me in.
Shattered windows and the sound of drums
People could not believe what I’d become
Revolutionaries Wait
For my head on a silver plate
Just a puppet on a lonely string
Oh who would ever want to be king?
I hear Jerusalem bells are ringing
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can not explain
I know Saint Peter won’t call my name
Never an honest word
And that was when I ruled the world
Hear Jerusalem bells are ringings
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can not explain
I know Saint Peter will call my name
Never an honest word
But that was when I ruled the world
Viva la vida - Coldplay

Nella stanza del Re tutto taceva, ora.
La luce della luna illuminava trasversalmente lo splendido viso dell'Imperatore, che dormiva serenamente.
Rebecca, invece, guardava la luna con un dolore straziante che le lacerava il corpo e il cuore. Era legata alla spalliera del letto, e non riusciva a dormire per colpa di quelle orrende corde che la scorticavano ad ogni movimento, anche appena accennato.
Chiuse piano gli occhi, e si immaginò nel suo deserto, insieme a suo padre Jamal e a sua madre Jasmine. C'erano anche Tikki e Raul, e i loro cammelli, e tutto il loro popolo che festeggiava la stagione delle pioggie offrendo frutta e pelli agli dei.
Il sogno sembrava così reale che Rebecca non si rese nemmeno conto di essersi addormentata, se non quando qualcuno le sfiorò uno zigomo per svegliarla.
Aprì piano gli occhi neri, che spalancò per la paura non appena si trovò davanti il viso del Re Antimo.
-Buongiorno.- le sussurrò lui con un sorriso.
D'istinto la ragazza si portò le mani al volto, e con grande sorpresa scoprì di avere entrambi i polsi liberi.
-Cosa...- balbettò, confusa.
-Mi dispiace molto per come mi sono comportato ieri sera. Davvero disdicevole. Ti ho portato la colazione per farmi perdonare.- disse Antimo con voce carezzevole, posando accanto a lei un vassoio di frutta fresca e dolci.
Rebecca era così affamata che ignorò la vocina che le imponeva di mantenere la guardia alzata, e fece razzia di tutto ciò che il Re in persona le aveva portato.
-Avevi fame.- constatò Antimo con un sorriso, carezzandole i capelli neri -Ora stai meglio?-
Lei annuì, sempre più spiazzata. Era possibile che ci fossero due gemelli, e che uno dei due, quello buono, fosse venuto a riparare i guai che il fratello più crudele aveva causato?
-Mi dispiace, mi dispiace davvero. Lo so che mi ripeto ma...Fammi vedere la schiena.- i suoi occhi blu esprimevano una disperazione così sincera che la ragazza gli permise senza opporsi di sollevarle la veste.
Il dolore delle frustate bruciava ancora come fuoco, ma non era nulla in confronto alle sofferenze patite la sera prima.
Antimo sospirò, e prese dal cassetto del suo comodino intarsiato una piccola fiala:-Brucerà, ma poi starai meglio. Stringi la mia mano se senti dolore.-
Rebecca afferrò la mano tesa del Re mentre lui le rovesciava il contenuto della fialetta sulla pelle martoriata senza la reale intenzione di stringerla davvero.
Avrebbe fatto come la sera prima: patito in silenzio e a testa alta tutto il dolore che sarebbe venuto.
Eppure, non appena la mistura arrivò alle ferite, un urlo dilaniante le uscì dalla bocca, e le sue unghie si conficcarono con forza nella pelle del Re, che strinse i denti ma non si sottrasse alla stretta.
-Lo so, lo so...- le sussurrò, scostandole i capelli dal volto -Solo qualche istante, ti prego.-
No, no! Non era un dolore che si poteva umanamente sopportare! Le sembrava di essere arsa viva, smembrata, calpestata e frustata allo stesso tempo, sentiva il sapore acre del sangue che le riempiva la bocca e il naso... E poi più nulla. Il dolore sparì, lasciandole solo una strana sensazione di intorpidimento.
-Ok, è finita.- le disse Antimo, carezzandole dolcemente la fronte.
Con un sospiro di sollievo Rebecca si abbandonò tra le lenzuola, e svenne.
Antimo guardò il suo profilo dolce e marcato, le sue labbra piene, le due piccole lacrime che le solcavano il viso e si odiò. Si odiò per averle fatto del male, per aver lasciato che una creatura del genere assaggiasse il dolore e la sofferenza.
Ma si odiò anche per essere così vigliacco e immerito di rispetto. Eppure, come erano venute, quelle sensazioni lo abbandonarono immediatamente, e lui uscì dalla stanza per andare nella stanza della cortigiana bionda del giorno.

Spazio autrice:
Uuuh! grazie, grazie, grazie!! Insomma, 5 commenti, 10 seguite e 1 ricordata!! Uno speciale grazie ai commentatori: badkaty, d e l i l a h, _sam, ellie_sama e kalea. Grazie a tutti coloro che leggono (anche se mi farebbe molto piacere vedere una loro relazioncina xD) e grazie anche a tutti i seguiti/ricordati. Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento. Un bacione a tutti!!
  
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