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Autore: Ezrebet    16/09/2010    1 recensioni
Una storia di amore e morte, di lealtà e di giustizia..
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Buffy Anne Summers, William Spike
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci all'ultimo capitolo! Grazie per averla letta. Spero sia piaciuta alla maggioranza di voi e, se così non è stato, beh, siate clementi. E' la prima che scrivo.. Vi lascio alla lettura dell'ultimo capitolo.. A prestissimo.
Ezrebet

 

 

Gunn guardò distrattamente la porta a vetri dell’aeroporto. Poi, quando finalmente il suo cervello registrò quanto aveva appena visto, tornò con lo sguardo sulle due figure che si stavano avvicinando. L’uomo era Spike, in jeans e camicia e, cosa sorprendente, con un marsupio che gli ingombrava il petto, da cui sbucavano due gambette e un ciuffo di capelli scuri, la donna era Buffy, ovviamente, che teneva per mano un bambino che le camminava al fianco.

Michael, pensò subito Gunn, che se lo ricordava neonato nella culla candida.

Andò loro incontro e in un istante, ebbe Buffy tra le braccia, neanche il tempo di dire una parola.

Si voltò verso Spike e disse “Quella deve essere Joyce” e l’uomo annuì.

Buffy si staccò appena sussurrando “Non credevo proprio che sarebbe arrivato questo momento” aveva gli occhi umidi.

Gunn le strizzò l’occhio “E io non credevo proprio che vi sareste sposati” le sorrise “Sono contento di vederti, Summers”.

Un momento dopo, una lunga limousine nera si fermò davanti al gruppetto. Ne discese Andrew che li abbracciò entrambi.

“Finalmente siete arrivati” li salutò. Poi, si rivolse a Buffy “Wesley vi sta aspettando..”.

L’espressione di lei si fece ansiosa, ma Spike le appoggiò una mano sulla spalla “Vai” la fissò “Credo che prima di tutto stia aspettando te..” prese la mano di Michael, mentre Andrew le apriva la portiera.

Gunn guardò la macchina allontanarsi, poi fece “Venite, andiamo a trovare Ethan”.

Fece salire in macchina Spike con i bambini e s’immise nel traffico.

“Perché non sei andato con Buffy?” gli domandò mentre guidava.

“Credo che lei debba incontrarlo da sola, dopo tutto questo tempo” rispose lui, in tono sommesso “Io e Wesley abbiamo già parlato e l’accordo che abbiamo trovato è più che soddisfacente.. Adesso, è questione loro..”.

Gunn annuì “Si, hai ragione. Se pensate di rimanere a vivere qui..”.

“Questa è la nostra casa” lo interruppe deciso.

“Molto giusto” concordò l’uomo “Visto che rimarrete qui, è opportuno che Buffy rientri nella sua famiglia”.

“Non si è mai veramente allontanata. Forse fisicamente, ma il suo cuore è sempre stato qui, a Sunnydale” sospirò “E non riesco a credere che proprio mio padre si sia messo in gioco per lei.. per risolvere le cose con i Rogan”.

“Tuo padre ha rispettato un impegno preso con Buffy, quando insieme ti vegliavano..” lo guardò “Sembra incredibile, ma la situazione sta davvero cambiando”.

Spike parve pensieroso. Per alcuni minuti non disse niente, rimanendo assorto nella contemplazione del paesaggio oltre il finestrino. Poi sussurrò “E’ cambiato tutto la sera che Buffy è tornata da Londra, la prima volta. E’ cambiato tutto allora, solo che non ce ne siamo accorti” si voltò a guardare i bambini, che si stavano addormentando nei loro seggiolini.

 

Lo studio di Wesley era sempre lo stesso. Sedie e tavoli di mogano, divani di velluto, librerie strapiene.. Lui se ne stava in piedi, la stava aspettando. Quando Buffy entrò, un passo dietro ad Andrew, incontrò subito i suoi occhi azzurri e seri e, nervosa, fece per parlare. Ma Wesley la fermò con un cenno della mano. La studiò alcuni secondi, poi riempì la distanza che li separava con passi veloci e la abbracciò, stringendola forte.

Andrew si commosse, davanti ad una scena che fino a quel momento aveva soltanto sognato. Era stato difficile riavvicinarsi al fratello e ancor più difficile convincerlo a questo passo.. Se non fosse stato per Ethan Shelby e per Trevor, che volevano veder crescere i loro nipoti, Wesley avrebbe mantenuto la sua posizione intransigente.. Ed invece, adesso, Buffy era qui, era tornata da dove era partita, orfana e sola tanti anni prima..

Respirando forte, nel tentativo di trattenere le lacrime, indietreggiò ed uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.

Rupert lo guardò, con aria interrogativa, dietro a lui Trevor, ansioso.

Nonostante la commozione, il ragazzo fece un sorrisetto e disse “Credo che le cose si sistemeranno..” s’infilò le mani in tasca “..nel frattempo, perché non ci prendiamo un bel the?”.

E mentre Rupert serviva il the in veranda, padre e figlio si godevano quell’incantevole pomeriggio di primavera.

 

         

 Oh, non dir mai che il mio cuore ti fu infedele se anche sembrò che la lontananza affievolisse la fiamma del mio amore; io potrei più facilmente divider me da me stesso, che staccarmi dall’anima mia che nel tuo petto vive…

 

                                       W. Shakespeare, Sonetti CIX

 

   
 
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