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Autore: Nusia    23/09/2010    25 recensioni
Robert e Kristen si sono lasciati dopo una relazione durata 5 anni. Dopo 4 lunghi anni Rob fa ritorno a Los Angeles, ma molte cose sono cambiate in quel periodo. Kristen si è sposata, ha avuto una bambina ed ha persino divorziato e lui? Beh lui ha vissuto tra il piacere di donne diverse e il rancore verso l'unica che abbia davvero amato. Cosa succederebbe però se durante una semplice uscita i due si incontrassero? e se Rob trovasse subito un feeling speciale con la figlia di Kristen? Joy, di appena 4 anni? E se Kristen custodisse un segreto? Cosa succederebbe se Robert ne venisse a capo? I due si amano ancora o tra loro non c'è altro che un reciproco rancore. E dire che sarebbe basta una piccola parola per non distruggere tutti i loro sogno. Sarebbe bastato dire RESTA!
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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1CAPITOLO RESTA
Eccomi ritornata all’attacco… 
Giuro che sono SUPER EMOZIONATA e non vedo l’ora di ricevere le vostre prime recensioni. Per chi mi conosce sa che questa non  la prima fan faction che pubblico, tuttavia ogni volta che devo mostrarvi un nuovo lavoro vado in panico questo perché ho paura di deludervi. Come avrete letto dalla trama questa ff parla dei Robsten e della loro storia DOPO i film della Saga di Twilight. In ogni capitolo troverete dei pezzi scritti in corsivo, ecco quelli sono flashback, ritorni al passato che servono per spiegare la storia. Allora prima di lasciarvi al capitolo voglio sottolineare che la storia è inventata di sana pianta quindi non c’è nulla di vero in quello che abbiamo scritto e soprattutto, questo per chi ha letto Someday we’ll Know, vi prego di dimenticare i caratteri e gli intrecci di quella storia perché qui ce ne saranno di nuovi =D.
p.s. La fan faction è scritta a 4 mani quindi non è tutta farina del mio sacco quel che leggerete ma mi ha aiutata anche,Mabel la mia more *-* troverete all’inizio di ogni capitolo il nome di chi l’ha scritto =D…ora vi lascio e buona lettura, spero che la storia vi piaccia e incuriosisca =D e anche la copertina xD




“Resta”

1- capitolo (Nusia)
Pov. Robert
“mamma sono appena atterrato, ora cerco un taxi che sono esausto”
“ok tesoro, sta attento mi raccomando”
“non ti preoccupare, ciao”
Riattaccai il telefono facendo un grande sospiro. Vedi tu se a 32 anni dovevo essere controllato da mia madre peggio di un adolescente. Ecco cosa significa non avere una famiglia superati i trenta: gli altri ti considerano ancora un bamboccione! E dire che avevo sempre desiderato avere dei figli quand’ero ancora giovane. Di quel passo chissà se li avrei mai avuto. Afferrai le mie due valige e mi diressi all’uscita dell’aeroporto per chiamare un taxi. Appena fuori dovetti togliermi la felpa per non rischiare di morire soffocato. Come sempre a Los Angeles faceva un caldo pazzesco, se poi tenevamo in conto che era inizio luglio e l’estate era cominciata da quasi un mese allora c’era il rischio di morire davvero per soffocamento. Ah Los Angeles! Erano passati anni dall’ultima volta che ci misi piede, quattro ad essere precisi. Erano passati quattro lunghissimi anni da quel giorno in cui feci le valige e tornai nella mia bella Londra. A che serviva rischiare di incontrarla magari mano nella mano con suo marito?
“TAXI” urlai fermando una macchina gialla e buttandomi dentro. Dissi subito dove mi doveva portare e poi mi rilassai vicino al sedile. Erano cambiate tante cose in quegli ultimi tempi, tante ma non troppe. Io per esempio ero sempre un attore, con la differenza che non mi servivano più 10 guardie del corpo per proteggermi da un orda di ragazzine con gli ormoni in subbuglio, motivo per il quale potevo permettermi di spostarmi tranquillamente anche senza agente. Certo c’erano i fotografi ma loro si accontentava di qualche foto e via. Dopo anni potevo finalmente respirare un po’ di libertà, andare in giro senza la paura di essere inseguito da qualcuno. L’era di Robert Pattinson era finita, così come tutti i gossip giornalieri su di lui e i pedinamenti. Ormai ero un attore affermato, di quelli che decidono loro come gestire la propria carriera, che film fare e a che eventi mondani partecipare. Non ero più nell’occhio del ciclone e me ne compiacevo. Ormai sui giornali leggevo sempre la stessa cosa: “di questo passo Robert Pattinson sarà lo scapolo più ambito di Hollywood per tanto tempo”
Da quand’era che non uscivo con una ragazza? Un anno? L’ultima storia importante l’avevo avuto con una ragazza di New York: Adison. Era durata circa un anno e mezzo ma poi…poi non so neanche io perché finì.
“siamo arrivati signore” mi informò il taxista. Lo ringraziai e una volta pagato e afferrato i bagagli scesi dall’auto salutandolo. Ero tornato a Los Angeles per girare un nuovo film e dovevo rimanerci per circa 3 mesi, nel frattempo sarei stato ospite di Kellan ed Ashley.
Suonai al campanello della loro villetta accennando un sorriso. Chi l’avrebbe mai detto che da semplici migliori amici si sarebbero trovati a convivere e con un figlio, Dan, di circa due anni da accudire? D’altra parte nella vita tutto è possibile. Le certezz
e possono diventare incertezze e viceversa. Ed io lo sapevo bene.
“ehi inglesino ha sempre la stessa faccia da idiota” disse Kellan appena aprì la porta. Ridacchiai.
“ciao anche a te Kellan” scherzai abbracciandolo.

“come va?”
“alla grande. Dov‘è Ashley e il piccolo Dan?” adoravo quel bambino tutto riccioli e con le fossette. Era molto simile a Kellan nei modi di fare e nel colore dei capelli, ma per il resto aveva presto tutto dalla mamma.
“oh dovrebbero arrivare a momenti. Sono andati a prendere da mangiare. Intanto vieni che ti mostro il tuo alloggio”
“posso dormire anche sul divano sta tranquillo”
“non sia mai detto che i Lutz facciamo dormire Robert Pattinson sul divano. Ti abbiamo preparato la dependance così potrai stare più tranquillo” spiegò facendomi strada. La dependance altro non era che una piccola casetta situata all’estremità del giardino. Era molto carina e aveva tutti i confort, dalla cucina al bagno.

“sai che è meglio di casa mia?” scherzai. Lui rise dandomi una pacca sulla spalla.
“senti un po’ conoscendo le tue doti culinarie è meglio se mangi con noi eh? Non vorremo averti sulla coscienza e poi Ashley è una cuoca eccezionale”
“ma avevate Sophie? La donna di servizio?” chiesi ricordandomi una delle nostre vecchie conversazioni.
“certo, solo che quando Ash non è impegnata con il lavoro preferisce occuparsi lei della casa. Ora ti lascio solo così ti sistemi”
“a dopo” lo salutai sedendomi sul letto. Mi passai una mano sul viso e forse, solo in quel momento mi resi conto di dove mi trovassi e di come in realtà mi sentissi incompleto. Tutti avevano ottenuto quel che desideravano: Kellan e Ashley avevano avuto un figlio, Jackson continuava a fare il musicista e faceva tante tournée, Nikki era felicemente fidanzata e anche per lei sembrava essersi aperta la giusta strada per la celebrità. Elizabeth e Peter felicemente sposati e con bambini e persino il piccolo Tayler  aveva raggiunto i suoi obbiettivi. Aveva due case di produzione cinematografiche, una carriera da attore e una splendida ragazza che adorava. Ed io? Cosa avevo io? Solo una carriera e i miei soliti amici, per il resto potevo considerarmi solo. Già, ero il solo al quale mancasse qualcosa e molto probabilmente l’unico che rimuginava il passato perché lei…oh beh lei era andata avanti. Si era sposata, aveva avuto una figlia e si era persino separata. Volsi il palmo della mano destra in su e fissai il piccolo nome tatuato nella parte interna del polso: Kristen. L’avevo fatto tanti anni addietro, molti prima che cominciassero le liti e le scenate di gelosia. Molto prima della fine di tutto.

Stavo tornando a casa dopo l’ennesimo servizio fotografico. Io e Kristen stavamo insieme da 5 anni e quando erano finite le riprese di tutti i film della saga di Twilight avevamo deciso di prendere casa insieme. Convivevamo da circa 3 anni ormai. Eravamo sempre andati d’amore e d’accordo, senza mai una lite o qualcosa di simile, quello fino a 6 mesi prima. Ultimamente non facevamo altro che discutere e sempre per lo stesso motivo. Era come se non ci fidassimo più l’uno dell’altro. Ma l’amavo, sapevo di amarla. Giunto a casa posai il berretto sul divano e la raggiunsi in camera.
“amore?” la chiamai entrando nella stanza. La trovai seduta sul letto con il mio cellulare tra le mani. Avevo sempre avuto l’abitudine di lasciarlo a casa, me ne dimenticavo distratto com’ero.
“ancora Emilie” disse sventolando davanti a se il cellulare. La guardai deluso. Ancora una volta non si era fidata di me e aveva aperto il mio cellulare. Non che avessi qualcosa da nascondere ma mi urtava tanto quando metteva in dubbio la mia parola e mi controllasse.
“l‘hai fatto di nuovo” l’accusai. Lei scrollò le spalle.
“lei continua a mandarti messaggi”
“ma è un‘amica Kristen. Sai cosa significa la parola amicizia?” ed ecco che cominciava un’ altra discussione, l’ennesima. Da quando sei mesi prima avevo rivisto Emilie de Ravin e avevamo ripreso i contatti, il nostro rapporto era mutato. Certo Emilie era un po’ troppo invadente ma Kristen doveva avere fiducia di me e del mio amore per lei.
“oh certo, amicizia”
“perché rifacciamo questo discorso Kris? È la centesima volta che ripetiamo le stesse cose”
“perché lei ti sta sempre tra i piedi, sempre. E tu le dai anche corda”
“corda? Io le do corda?” domandai adirato.
“certo, altrimenti desisterebbe non credi?” strinsi i pugni nella vana speranza di non sbottare come sempre, ma quando squillò il suo cellulare e lessi il nome di Micheal fu davvero impossibile trattenermi.
“certo, perché LUI invece non è invadente no? Lui non ti chiama mai per carità”
“è un amico” disse semplicemente. Strabuzzai gli occhi e poi scoppiai a ridere da vero pazzo.
“e perché Emilie cos’è? Oh certo ho capito tu non puoi fidarti di me mentre io devo fidarmi di te, infondo che motivo avrei di dubitare no? Ed è qui che ti sbagli Kristen, io mi fido ma se tra i due c‘è qualcuno che dovrebbe sospettare qualcosa quello sono io”
“e perché mai?”
“perché lui è stato il tuo ragazzo. Era importante per te e tu eri importante per lui”
“è successo tanto tempo fa e lo sai”
“si, lo so. Sai cosa sembriamo? Degli adolescenti alla prima cotta che litigano per un nonnulla. Perché non andiamo più d‘accordo Kristen? Cosa ci è successo?” domandai più calmo sedendomi al suo fianco. Abbassò il capo scuotendo la testa.
“io…io non lo so. Forse…forse siamo troppo diversi”
“il nostro essere diversi è sempre stata la nostra forza”
“a quanto pare le cose cambiano” biascicò con gli occhi lucidi. Avrei tanto voluto stringerla a me, ma avevo bisogno di chiederle una cosa e la sua risposta sarebbe stata determinate. Tutto il mio, il nostro mondo dipendeva da lei.
“ti fidi di me Kristen? Hai ancora fiducia in me?” lei puntò i suoi occhioni nei miei e non ci misi molto a comprendere quale sarebbe stata la sua risposta. In quel momento pregai con tutto me stesso che mi mentisse, che dicesse una bugia. Tutto pur di non perderla.
“io…io…io”
“ti fido o no?” ridomandai più duro.
“io…non è più come prima io…non mi fido più come prima” rispose finalmente. In quel momento sentii crollare tutto: i nostri progetti, i nostri sogni. Tutto sbriciolato da quella piccola confessione. Le certezze, la nostra bolla, persino il nostro amore non aveva più importanza. Perché senza fiducia l’amore non è nulla.
“beh allora perché stai ancora con me se non ti fidi?” non ci fu tempo di rispondere che qualcuno entrò in casa.
“Kristen ci sei? Sono Steve” scossi la testa sorridendo tristemente.
“ah già, mi dimenticavo del tuo caro amico Steve!” esclamai amareggiato. Sempre intorno quell’altro, aveva persino le chiavi di casa nostra! Da qualche mese a quella parte mi sembrava di non riconoscere più la donna della quale mi ero innamorato. Mi sentivo un estranio nella mia stessa casa. Mi alzai dal letto senza dire una parola e mi avviai alla porta.
“torno stasera, non voglio vederti Kristen. Mai più” dissi senza voltarmi a guardarla. Feci un cenno a Steve che mi guardava preoccupato e uscii da quella casa. 

Non mi aveva fermato, cercato di farmi ragionare. Non aveva detto una parola. Tornai a casa dopo circa 5 ore e di lei neanche l’ombra. Aveva portato tutto con se come le avevo detto. Neanche un biglietto nella quale diceva di scusarla. Niente. Quando compresi che da quel giorno la mia vita sarebbe cambiata radicalmente e lei non ne avrebbe fatto più parte mi diedi dello stupido per aver pensato che il nostro amore sarebbe durato per sempre. Forse pensandoci lucidamente non avrei mai dovuto dirle di andarsene via, perché orgogliosa  com’era l’avrebbe fatto senza dirmi nulla. Peccato che all’epoca 
speravo di trovarla a casa, seduta sul divano ad aspettarmi per chiarire.
Mi ridestai dai miei pensieri quando sentii qualcuno bussare alla porta.
“Robert, possiamo?” chiese Ashley spuntando dalla porta. Le sorrisi, era sempre bellissima.
“è casa tua” dissi abbracciandola.

“ti trovo in forma”
“oh anche tu. Sei sempre splendida” mi complimentai.
“non fare il filo alla mia compagna Pattinson” mi minacciò
 bonariamente Kellan entrando nella stanza con il piccolo Dan tra le braccia. Lo avevo visto circa 3 volte, in quelle rare occasione in cui ci incontravamo.
“ma ti sei fatto un ometto!” esclami quando lui si fece mettere già dal padre.
“tono cresciuto?” chiese sorridendo. Mi abbassai alla sua altezza spettinandogli i capelli.

“altroché se sei cresciuto”
“com‘è andato il viaggio?” chiese Ashley sedendosi sul divanetto. Presi il bimbo in braccio accomodandomi anch’io.
“tutto tranquillo. Tra una settimana cominciano le riprese e domani devo incontrarmi con il regista”
“e com‘è stato tornare a Los Angeles?”
“fa uno strano effetto. Non ci mettevo più piede da…”
“da quel giorno ricordo!” terminò lei. 
Si creò uno strano silenzio, quasi imbarazzante. Ashley si morse un labbro e mi guardò come se stesse decidendo se dirmi o meno qualcosa. Alla fine sospirò e tornò a parlare.
“oggi l‘ho vista. L‘ho incontrata in un negozio d‘abbigliamento per bambini. Ha una figlia davvero splendida. Le somiglia molto sai? Anche se non riesco a trovare nessuna somiglianza con il padre”
Annuii come un automa cercando di immaginarmi la sua piccola bambina. Era apparsa sui giornali ma con il viso sempre coperto. Quanti anni doveva avere, 4? Si, aveva proprio quattro anni. Come dimenticare il giorno in cui seppi, da un misero giornale, che Kristen Stewart, la donna che fino a qualche mese prima era la mia fidanzata, fosse incinta di un altro? Incinta di Steve, quello che reputava un semplice amico?

Girovagavo per le strade di Los Angeles senza una metà ben precisa. Erano circa le 7 di sera ed io non avevo un cavolo da fare così stavo facendo quattro passi, tanto per perdere tempo e non pensare a nulla. Cosa vana visto il giorno. Quando la mattina mi ero svegliato e controllato il cellulare la data mi era subito saltata all’occhio. Era il 3 settembre, erano passati esattamente 3 mesi da quando avevo lasciato Kristen. Si, era impossibile non pensare, non ricordare. Non ne avevo la forza e mi davo dello stupido per questo. Ero stupido perché io l’amavo ancora mentre lei non ci aveva pensato un attimo ad andare avanti. Già, per lei era stato facile voltare pagina e farsi vedere in giro con Steve dopo un solo misero mese che ci eravamo lasciati. Infondo che importanza può avere una storia di 5 anni?
Scossi la testa avvicinandomi ad un chiosco di giornali per acquistare un semplice quotidiano. Fu la mossa più sbagliata che avessi mai fatto. Appena arrivato i miei occhi caddero su una rivista, la presi tra le mani e guardai con disprezzo l’immagine di Kristen e Steve abbracciati mentre sorridevano al fotografo. Ma il disprezzo fu niente paragonato a quello che sentii quando lessi il titolo:
Kristen Stewart afferma: “aspettiamo un bambino da due mesi”
Il giornale mi cadde dalle mani e nello stesso momento in cui esso toccò terra, il mio cuore perse un battito e le speranze volarono via.

Non mi ero mai sentito così tradito come in quel momento. Aspettava un bambino dopo neanche 3 mesi che ci eravamo lasciati. “un mucchio di bugie” pensai allora stringendomi nelle spalle. In quegli anni mi aveva raccontato un mucchio di bugie!
“Robert? Ehi ti senti bene?” mi chiese Ashley inginocchiata di fronte a me. Battei le palpebre più volte tornando al presente.
“come?”
“stai bene?”
“si, si certo. Sono solo stanco” mentii. Lei sorrise alzandosi da terra e porgendo la mano al figlio.
“su andiamo di la e lasciamo riposare un po’ lo zio Rob eh?” il bambino annuì salutandomi con la manina. Io gli sorrisi teneramente togliendo il berretto dalla testa e scompigliandomi i capelli. Kellan fu l’ultimo ad uscire. Alzai lo sguardo per fissarlo e lui mi fece l’occhiolino.
“sei vuoi parlare sono qui” disse. 
“grazie” mormorai prima di poggiare la testa al bracciolo del divano e chiudere gli occhi.
Kristen mi aveva deluso, deluso tantissimo!

---



Mabel:
Ed eccoci arrivate alla fine, ho chiesto alla mia Nu, se potevo infiltrarmi, per poter dire due paroline anche io. Sono davvero molto emozionata *-* Per prima cosa perchè sto scrivendo una fanfiction con NUSIA *__* la mia more.. ed è un grandissimo onore per me.
Per seconda perchè adoro totalmente Rob e Kris, e spero che un giorno nasca davvero quella bimba che oramai grazie a Fio e Lety chiamiamo Joy *__* Non riuscirei ad immaginarmi un loro bambino con un altro nome..
Spero che questo primo assaggio vi sia piaciuto e che ci seguirete in questa storia fantastica ( sono modesta, molto modesta XD )
Beh ci vediamo il prossimo giovedì con l'altro capitolo!
xoxoxo



"Nusia and Marty"
   
 
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