Quando avevo solo diciassette anni, il fatto che Justin fosse gay fu, per un po’, la migliore novità offerta da Pittsburgh.
In una città come la nostra, in effetti, cosa puoi augurarti di eccitante, se non una passeggiata sulla Liberty Avenue?
A diciassette anni, però, da un amico gay ti aspetti qualcosa di diverso, anche se non sai bene cosa significhi questa diversità: se sensibilità, o tenerezza, o comprensione.
Poi cresci. Cresce il tuo amico gay e scopri anche quale sia la fregatura.
“Carino, Justin. Non è che potresti presentarmelo?”
Come direbbe Brian, ma c’è ancora qualche etero al mondo?